[Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Bahri Tabuk, forse a Cagliari?
- Subject: [Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Bahri Tabuk, forse a Cagliari?
- From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
- Date: Sat, 1 Jun 2019 08:24:46 +0200
Da: Rete Disarmo - Segreteria <segreteria at disarmo.org>
Date: ven 31 mag 2019, 15:42
Subject: Re: [Disarmo] [ReteDisarmo] Bahri Tabuk, forse a Cagliari?
To: <coordinamento_RID at googlegroups.com>
Yemen. Cagliari, blitz all'alba della nave saudita. Ong e sindacati: caricate bombe?
Il cargo saudita Bahri Tabuk al suo arrivo stamattina nel porto canale di Cagliari (photo credit Kevin McElvaney)
Un nuovo carico di bombe prodotte a Domusnovas
dalla Rwm potrebbe stato imbarcato in Italia per rifornire la coalizione
militare guidata dall'Arabia Saudita in guerra contro lo Yemen, nel
conflitto che ha già prodotto migliaia di morti tra civili, tra cui
moltissimi bambini. La denuncia è della Rete italiana per il Disarmo,
che ha documentato fotograficamente l'arrivo della nave da carico Bahri Tabuk,
il transito dei tir, le operazioni di carico dei quattro container. Ma
altri ancora sarebbero in arrivo. Un'operazione condotta nella massima riservatezza,
per gli orari e con modalità tali da scongiurare controlli portuali e
possibili mobilitazioni e proteste, come successo non solo nel porto
francese, ma anche a Genova per la nave gemella Bahri Yanbu, dove sono
state impedire le operazioni di carico di generatori elettrici destinati alle forze militari saudite.
La nave è arrivata prima dell'alba, poco dopo le 4, nel golfo di Cagliari,
dove si è diretta verso il porto canale del capoluogo, per una sosta
inizialmente non dichiarata. La nave era partita dal porto di
Marsiglia-Fos nella serata del 29 maggio, dopo essere stata oggetto,
durante la sua sosta francese, di proteste da parte di attivisti delle
organizzazioni pacifiste e di dichiarazione di blocco da parte dei
lavoratori portuali contro una qualsiasi ipotesi di carico di nuove
armi. La nave dovrebbe avere già in stiva materiale d’armamento caricato
nelle precedenti soste nordamericane.
I quattro tir scortati da guardie giurate portano i container al porto (photo credit Kevin McElvaney)
Per
tutta la giornata di ieri, giovedì 30, gli analisti di Rete Disarmo
hanno seguito la navigazione della Bahri Tabuk, che ufficialmente era
diretta ad Alessandria d’Egitto, ma ha iniziato a rallentare all’altezza
della Sardegna. Il tutto suggeriva un attracco a Cagliari, inizialmente non dichiarato alla partenza da Marsiglia il 29 maggio sera, come poi è effettivamente avvenuto alle 6.40. «Il
forte sospetto - afferma Francesco Vignarca, coordinatore di Rete
Disarmo - è che l’attracco significhi una nuova spedizione di bombe
“made in Sardegna” destinate alle forze armate saudite. Va infatti
ricordato come già in passato, sicuramente a partire dal 2016, cioè a
conflitto in Yemen già iniziato da oltre un anno, il cargo Bahri Tabuk
sia stato protagonista di soste in Sardegna per caricare ordigni
prodotti a Domusnovas dalla RWM Italia. Secondo i registri navali
consultati da giornalisti investigativi la Bahri Tabuk mancherebbe dalla
Sardegna da metà 2018».
Come per il recente caso della Bahri
Yanbu a Genova, anche in questo caso la Rete Italiana per il Disarmo fa
appello ad autorità, lavoratori portuali, società civile della Sardegna
affinché non venga caricato sul cargo saudita alcun tipo di materiale
militare. «Non possiamo più continuare ad essere complici di
bombardamenti indiscriminati che colpiscono i civili yemeniti e
contribuiscono alla maggiore catastrofe umanitaria attualmente in corso
nel mondo». L'esportazione di bombe di produzione italiana, afferma
l'organizzazione pacifista, «concretizza una vendita chiaramente
contraria ai dettami e principi della norme nazionali (Legge 185/90),
europee (Posizione Comune del 2008) e globali (il Trattato ATT)
sull’export di armi».
Le operazioni di carico dei container sulla nave mercantile saudita (photo credit Kevin McElvaney)
Come documentato fotograficamente, grazie alle immagini scattate da Kevin McElvaney, stamattina
attorno alle 7.30 quattro tir che trasportavano container da 30
tonnellate sono stati scortati nel Porto Canale di Cagliari. Il
materiale poi è stato caricato sul cargo saudita Bahri Tabuk. «Il
trasporto è stato fatto con uso di aziende private di sicurezza -
testimoniano gli attivisti - e agendo con percorsi e procedure al di
fuori delle normali regole. Di fatto by-passando il controllo dei
lavoratori portuali. Sui container non erano presenti evidenti segni di
riconoscimento di materiale esplosivo - spiegano - ma viste le
tempistiche delle operazioni di carico e lo spiegamento di strutture di
sicurezza è alto il sospetto che si sia trattato di un carico di nuovi
ordigni prodotti in Sardegna e diretti in Arabia Saudita». Rete Italiana
per il Disarmo ha documentato fotograficamente la sequenza degli eventi
di questa mattina: la nave Bahri Tabuk che arriva nel porto canale di
Cagliari attorno alle 06.40, l'arrivo alle 7.30 dei 4 container da
trenta tonnellate su camion con seguito di scorta privata, le operazioni
di carico sulla Bahri Tabuk alle 8.30. Il carico potrebbe però essere
solo all'inizio e non è escluso che in giornata ne arrivino molti altri.
Ogni container può contenere fino a 20 bombe da aereo.
Rete
Italiana per il Disarmo si rivolge alle autorità locali in Sardegna
(Prefetto e Questore), alle autorità portuali di Cagliari e al Governo
«perché chiariscano se il carico di questa mattina sul cargo battente
bandiera saudita sia stato legato o meno all’export di bombe verso Paesi
coinvolti nel conflitto Yemenita, e quali siano state le condizioni
di sicurezza del trasporto (e in caso di conferma come mai i container
non avevano segni evidenti legati a materiale esplosivo). Chiediamo
anche conto del fatto - prosegue Rete Disarmo - che il carico sia
avvenuto di primo mattino (con ingresso praticamente notturno della nave
in porto e attracco non segnalato preventivamente ed esplicitamente da
Bahri) e di fatto non seguendo le normali procedure, impedendo quindi ai
lavoratori portuali di Cagliari di attivarsi per evitare eventuale
export di armamenti (come avvenuto in diversi porti italiani ed europei
di recente)».
«Ancora una volta facciamo appello al Governo -
chiede Rete Disarmo - affinché abbia il coraggio di fermare il flusso di
armi verso una delle catastrofi umanitarie più grandi attualmente
presenti al mondo, catastrofe in buona misura causata dai bombardamenti
eseguiti anche con bombe italiane».
Sul caso lancia l'allarme anche anche la Filt Cgil:
«I nostri porti continuano ad essere meta di navi del gruppo Bahri per i
rifornimenti bellici ai paesi sauditi - dice il segretario nazionale
della Filt Cgil, Natale Colombo - ma il governo continua a tacere nonostante le denunce e le manifestazioni di protesta che
ci hanno già visti impegnati per analoghi casi, prima a Genova e poi a
Monfalcone». Secondo Colombo «anche a Cagliari, come a Monfalcone, è
stato nascosto, per agire indisturbati, l’arrivo della nave con la sua
missione volta a completare il proprio carico di armamenti ed esplosivi.
Non vogliamo essere complici delle stragi di incolpevoli civili. Tali
rifornimenti violano gravemente le norme nazionali, europee ed
internazionali».
Il giorno 31 mag 2019, alle ore 15:24, Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com> ha scritto:---------- Forwarded message ---------
Da: posta at fpcgilcagliari.it <posta at fpcgilcagliari.it>
Date: ven 31 mag 2019 alle ore 15:13
Subject: Re: [Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Bahri Tabuk, forse a Cagliari?
To: Elio Pagani (via disarmo Mailing List) <disarmo at peacelink.it>
----------------------Nave saudita a Cagliari, Filt Cgil: contrari ad attracco
“I nostri porti continuano ad essere meta di navi del gruppo Bahri per i rifornimenti bellici ai paesi sauditi”. È l’allarme lanciato dal segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo a seguito dell’attracco, all’alba di oggi, a Cagliari, del cargo con bandiera saudita Bahri Tabuk, aggiungendo che “il governo continua a tacere nonostante le denunce e le manifestazioni di protesta che ci hanno già visti impegnati per analoghi casi, prima a Genova e poi a Monfalcone”.
Secondo quanto riferisce Colombo: “anche a Cagliari, come a Monfalcone, è stato nascosto, per agire indisturbati, l’arrivo della nave con la sua missione volta a completare il proprio carico di armamenti ed esplosivi ma anche qui stiamo manifestando le nostre ragioni e diciamo basta alle morti innocenti, non vogliamo essere complici delle stragi di incolpevoli civili e continuiamo ad essere fermamente contrari a tali rifornimenti perché violano gravemente le norme nazionali, europee ed internazionali”.
“Esprimiamo vicinanza e solidarietà ai lavoratori portuali e alla nostra struttura di Cagliari, impegnati a contrastare il carico - conclude il dirigente nazionale della Filt Cgil - e diciamo no alla guerra, si alla pace”.
Il 30/05/2019 14:04, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) ha scritto:
---------- Forwarded message ---------
Da: Rete Disarmo - Segreteria <segreteria at disarmo.org>
Date: gio 30 mag 2019, 11:43
Subject: [ReteDisarmo] Bahri Tabuk, forse a Cagliari?
To: coordinamento Rete Italiana per il Disarmo <coordinamento_RID at googlegroups.com>
ciao a tutti
breve mail solo per segnalarvi che abbiamo il sospetto che la Bahri Tabuk (altra nave della flotta commerciale dell’Arabia Saudita) che ha lasciato Marsiglia nelle scorse ore (dopo aver sperimentato un blocco simile a quello di Genova da parte dei lavoratori portuali) sia diretta per uno scalo anche a Cagliari nelle prossime ore.
Dai tracking marinari consultati in realtà risulterebbe diretta da Alessandria d’Egitto… ma informazioni che mi giungono da giornalisti francesi (gli stessi che avevano scoperchiato il caso Bahri Yanbu) sembra possibile questo attracco “non dichiarato”.
Siamo pienamente allertati con tutti i partner della coalizione allargata che lavora sullo Yemen per intervenire e chiedere che non ci siano carichi… ma è ovviamente altrettanto importante che pure voi siate “pronti e avvisati”
un saluto, vi tengo informati
Francesco
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