[Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Bahri Tabuk, forse a Cagliari?




---------- Forwarded message ---------
Da: Rete Disarmo - Segreteria <segreteria at disarmo.org>
Date: ven 31 mag 2019, 15:42
Subject: Re: [Disarmo] [ReteDisarmo] Bahri Tabuk, forse a Cagliari?
To: <coordinamento_RID at googlegroups.com>


“Il Governo nazionale deve fermare l'export di armi verso l’Arabia Saudita, visto l'uso che la coalizione araba fa del mandato d'intervento Onu, con vittime civili nello Yemen”. Lo affermano Cgil regionale e Camera del Lavoro di Cagliari nel giorno dell’attracco al porto di Cagliari della nave Bahri Yanbu, occasione per ribadire la linea sancita in un documento approvato nell’ultimo Congresso regionale qualche mese fa.

Al Governo e al Parlamento la Cgil chiede di assumere una decisione coerente con la legge 185/90 che vieta il commercio di armi verso Paesi che si trovino in stato di conflitto armato e di recepire le decisioni assunte da altri Paesi europei e dallo stesso Parlamento comunitario, che hanno assunto risoluzioni di condanna degli atti di guerra che colpiscono indiscriminatamente i civili, causando vittime innocenti e mettendo allo stremo, per inedia, malattie e violenza, la popolazione yemenita.

Questo naturalmente non significa che il lavoro che si svolge nell'industria della difesa sia da deprecare e smantellare: contribuisce a realizzare obiettivi di sicurezza nazionali e internazionali, crea reddito e occupazione consistenti e realizza progressi tecnologici fondamentali per la vita sociale moderna. E’ invece pericoloso che Paesi e regimi politici poco democratici sviluppino in proprio capacità offensiva nell'industria degli armamenti, che va sottoposta a limitazioni e controlli internazionali, in direzione del disarmo e della risoluzione pacifica dei conflitti, come recita la nostra Costituzione.

Diventa però insostenibile – concludono Cgil regionale e di Cagliari - che debbano essere i lavoratori, sia nei porti che nelle fabbriche, a colmare l’assenza di indirizzo di cui si sta rendendo responsabile il governo italiano. La Cgil infatti tutela i lavoratori tutti, soprattutto quando si trovano a dover fronteggiare un clima di ostilità le cui ragioni vanno ricercate altrove, ovvero nelle scelte dei Governi, succedutisi negli anni, in scoperta violazione dei principi costituzionali e dello spirito della legge 185/90 per aver autorizzato le esportazioni di armi verso l’Arabia Saudita, che le usa attivamente nel conflitto yemenita.


***

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/guerra-in-yemen-blitz-all-alba-della-nave-saudita-a-cagliari-ong-e-sindacati-imbarcate-bombe

Yemen. Cagliari, blitz all'alba della nave saudita. Ong e sindacati: caricate bombe?


Luca Liverani venerdì 31 maggio 2019
La Bahri Tabuk, il cargo già contestato nel porto di Marsiglia, ha attraccato per una sosta non dichiarata nel porto sardo caricando diversi container. Rete Disarmo: il governo fermi export di morte
Il cargo saudita Bahri Tabuk al suo arrivo stamattina nel porto canale di Cagliari (photo credit Kevin McElvaney)

Il cargo saudita Bahri Tabuk al suo arrivo stamattina nel porto canale di Cagliari (photo credit Kevin McElvaney)

COMMENTA E CONDIVIDI

Un nuovo carico di bombe prodotte a Domusnovas dalla Rwm potrebbe stato imbarcato in Italia per rifornire la coalizione militare guidata dall'Arabia Saudita in guerra contro lo Yemen, nel conflitto che ha già prodotto migliaia di morti tra civili, tra cui moltissimi bambini. La denuncia è della Rete italiana per il Disarmo, che ha documentato fotograficamente l'arrivo della nave da carico Bahri Tabuk, il transito dei tir, le operazioni di carico dei quattro container. Ma altri ancora sarebbero in arrivo. Un'operazione condotta nella massima riservatezza, per gli orari e con modalità tali da scongiurare controlli portuali e possibili mobilitazioni e proteste, come successo non solo nel porto francese, ma anche a Genova per la nave gemella Bahri Yanbu, dove sono state impedire le operazioni di carico di generatori elettrici destinati alle forze militari saudite.

La nave è arrivata prima dell'alba, poco dopo le 4, nel golfo di Cagliari, dove si è diretta verso il porto canale del capoluogo, per una sosta inizialmente non dichiarata. La nave era partita dal porto di Marsiglia-Fos nella serata del 29 maggio, dopo essere stata oggetto, durante la sua sosta francese, di proteste da parte di attivisti delle organizzazioni pacifiste e di dichiarazione di blocco da parte dei lavoratori portuali contro una qualsiasi ipotesi di carico di nuove armi. La nave dovrebbe avere già in stiva materiale d’armamento caricato nelle precedenti soste nordamericane.


I quattro tir scortati da guardie giurate portano i container al porto (photo credit Kevin McElvaney)

I quattro tir scortati da guardie giurate portano i container al porto (photo credit Kevin McElvaney)



Per tutta la giornata di ieri, giovedì 30, gli analisti di Rete Disarmo hanno seguito la navigazione della Bahri Tabuk, che ufficialmente era diretta ad Alessandria d’Egitto, ma ha iniziato a rallentare all’altezza della Sardegna. Il tutto suggeriva un attracco a Cagliari, inizialmente non dichiarato alla partenza da Marsiglia il 29 maggio sera, come poi è effettivamente avvenuto alle 6.40. «Il forte sospetto - afferma Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo - è che l’attracco significhi una nuova spedizione di bombe “made in Sardegna” destinate alle forze armate saudite. Va infatti ricordato come già in passato, sicuramente a partire dal 2016, cioè a conflitto in Yemen già iniziato da oltre un anno, il cargo Bahri Tabuk sia stato protagonista di soste in Sardegna per caricare ordigni prodotti a Domusnovas dalla RWM Italia. Secondo i registri navali consultati da giornalisti investigativi la Bahri Tabuk mancherebbe dalla Sardegna da metà 2018».

Come per il recente caso della Bahri Yanbu a Genova, anche in questo caso la Rete Italiana per il Disarmo fa appello ad autorità, lavoratori portuali, società civile della Sardegna affinché non venga caricato sul cargo saudita alcun tipo di materiale militare. «Non possiamo più continuare ad essere complici di bombardamenti indiscriminati che colpiscono i civili yemeniti e contribuiscono alla maggiore catastrofe umanitaria attualmente in corso nel mondo». L'esportazione di bombe di produzione italiana, afferma l'organizzazione pacifista, «concretizza una vendita chiaramente contraria ai dettami e principi della norme nazionali (Legge 185/90), europee (Posizione Comune del 2008) e globali (il Trattato ATT) sull’export di armi».


Le operazioni di carico dei container sulla nave mercantile saudita (photo credit Kevin McElvaney)

Le operazioni di carico dei container sulla nave mercantile saudita (photo credit Kevin McElvaney)


Come documentato fotograficamente, grazie alle immagini scattate da Kevin McElvaney, stamattina attorno alle 7.30 quattro tir che trasportavano container da 30 tonnellate sono stati scortati nel Porto Canale di Cagliari. Il materiale poi è stato caricato sul cargo saudita Bahri Tabuk. «Il trasporto è stato fatto con uso di aziende private di sicurezza - testimoniano gli attivisti - e agendo con percorsi e procedure al di fuori delle normali regole. Di fatto by-passando il controllo dei lavoratori portuali. Sui container non erano presenti evidenti segni di riconoscimento di materiale esplosivo - spiegano - ma viste le tempistiche delle operazioni di carico e lo spiegamento di strutture di sicurezza è alto il sospetto che si sia trattato di un carico di nuovi ordigni prodotti in Sardegna e diretti in Arabia Saudita». Rete Italiana per il Disarmo ha documentato fotograficamente la sequenza degli eventi di questa mattina: la nave Bahri Tabuk che arriva nel porto canale di Cagliari attorno alle 06.40, l'arrivo alle 7.30 dei 4 container da trenta tonnellate su camion con seguito di scorta privata, le operazioni di carico sulla Bahri Tabuk alle 8.30. Il carico potrebbe però essere solo all'inizio e non è escluso che in giornata ne arrivino molti altri. Ogni container può contenere fino a 20 bombe da aereo.

Rete Italiana per il Disarmo si rivolge alle autorità locali in Sardegna (Prefetto e Questore), alle autorità portuali di Cagliari e al Governo «perché chiariscano se il carico di questa mattina sul cargo battente bandiera saudita sia stato legato o meno all’export di bombe verso Paesi coinvolti nel conflitto Yemenita, e quali siano state le condizioni di sicurezza del trasporto (e in caso di conferma come mai i container non avevano segni evidenti legati a materiale esplosivo). Chiediamo anche conto del fatto - prosegue Rete Disarmo - che il carico sia avvenuto di primo mattino (con ingresso praticamente notturno della nave in porto e attracco non segnalato preventivamente ed esplicitamente da Bahri) e di fatto non seguendo le normali procedure, impedendo quindi ai lavoratori portuali di Cagliari di attivarsi per evitare eventuale export di armamenti (come avvenuto in diversi porti italiani ed europei di recente)».

«Ancora una volta facciamo appello al Governo - chiede Rete Disarmo - affinché abbia il coraggio di fermare il flusso di armi verso una delle catastrofi umanitarie più grandi attualmente presenti al mondo, catastrofe in buona misura causata dai bombardamenti eseguiti anche con bombe italiane».

Sul caso lancia l'allarme anche anche la Filt Cgil: «I nostri porti continuano ad essere meta di navi del gruppo Bahri per i rifornimenti bellici ai paesi sauditi - dice il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo - ma il governo continua a tacere nonostante le denunce e le manifestazioni di protesta che ci hanno già visti impegnati per analoghi casi, prima a Genova e poi a Monfalcone». Secondo Colombo «anche a Cagliari, come a Monfalcone, è stato nascosto, per agire indisturbati, l’arrivo della nave con la sua missione volta a completare il proprio carico di armamenti ed esplosivi. Non vogliamo essere complici delle stragi di incolpevoli civili. Tali rifornimenti violano gravemente le norme nazionali, europee ed internazionali».


 

Il giorno 31 mag 2019, alle ore 15:24, Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com> ha scritto:



---------- Forwarded message ---------
Da: posta at fpcgilcagliari.it <posta at fpcgilcagliari.it>
Date: ven 31 mag 2019 alle ore 15:13
Subject: Re: [Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Bahri Tabuk, forse a Cagliari?
To: Elio Pagani (via disarmo Mailing List) <disarmo at peacelink.it>


Nave saudita a Cagliari, Filt Cgil: contrari ad attracco

“I nostri porti continuano ad essere meta di navi del gruppo Bahri per i rifornimenti bellici ai paesi sauditi”. È l’allarme lanciato dal segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo a seguito dell’attracco, all’alba di oggi, a Cagliari, del cargo con bandiera saudita Bahri Tabuk, aggiungendo che “il governo continua a tacere nonostante le denunce e le manifestazioni di protesta che ci hanno già visti impegnati per analoghi casi, prima a Genova e poi a Monfalcone”.

Secondo quanto riferisce Colombo: “anche a Cagliari, come a Monfalcone, è stato nascosto, per agire indisturbati, l’arrivo della nave con la sua missione volta a completare il proprio carico di armamenti ed esplosivi ma anche qui stiamo manifestando le nostre ragioni e diciamo basta alle morti innocenti, non vogliamo essere complici delle stragi di incolpevoli civili e continuiamo ad essere fermamente contrari a tali rifornimenti perché violano gravemente le norme nazionali, europee ed internazionali”.

“Esprimiamo vicinanza e solidarietà ai lavoratori portuali e alla nostra struttura di Cagliari, impegnati a contrastare il carico - conclude il dirigente nazionale della Filt Cgil - e diciamo no alla guerra, si alla pace”.




Il 30/05/2019 14:04, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) ha scritto:

---------- Forwarded message ---------
Da: Rete Disarmo - Segreteria <segreteria at disarmo.org>
Date: gio 30 mag 2019, 11:43
Subject: [ReteDisarmo] Bahri Tabuk, forse a Cagliari?
To: coordinamento Rete Italiana per il Disarmo <coordinamento_RID at googlegroups.com>


ciao a tutti

breve mail solo per segnalarvi che abbiamo il sospetto che la Bahri Tabuk (altra nave della flotta commerciale dell’Arabia Saudita) che ha lasciato Marsiglia nelle scorse ore (dopo aver sperimentato un blocco simile a quello di Genova da parte dei lavoratori portuali) sia diretta per uno scalo anche a Cagliari nelle prossime ore.

Dai tracking marinari consultati in realtà risulterebbe diretta da Alessandria d’Egitto… ma informazioni che mi giungono da giornalisti francesi (gli stessi che avevano scoperchiato il caso Bahri Yanbu) sembra possibile questo attracco “non dichiarato”.

Siamo pienamente allertati con tutti i partner della coalizione allargata che lavora sullo Yemen per intervenire e chiedere che non ci siano carichi… ma è ovviamente altrettanto importante che pure voi siate “pronti e avvisati”

un saluto, vi tengo informati
Francesco

--
Hai ricevuto questo messaggio perché sei iscritto al gruppo "Coordinamento Rete Italiana per il Disarmo" di Google Gruppi.
Per annullare l'iscrizione a questo gruppo e non ricevere più le sue email, invia un'email a coordinamento_RID+unsubscribe at googlegroups.com.
Per postare messaggi in questo gruppo, invia un'email a coordinamento_RID at googlegroups.com.
Per visualizzare questa discussione sul Web, visita https://groups.google.com/d/msgid/coordinamento_RID/1425D7FD-4C0E-4321-88AF-3BD521C622B3%40disarmo.org.
Per ulteriori opzioni, visita https://groups.google.com/d/optout.

----------------------
Lista Disarmo di PeaceLink

Si ricorda che tutti i messaggi di questa lista sono pubblicati su internet:
https://lists.peacelink.it/disarmo/

Per cancellarsi: 
https://lists.peacelink.it/sympa/auto_signoff/disarmo?email=posta%40fpcgilcagliari.it



----------------------
Lista Disarmo di PeaceLink

Si ricorda che tutti i messaggi di questa lista sono pubblicati su internet:
https://lists.peacelink.it/disarmo/

Per cancellarsi:
https://lists.peacelink.it/sympa/auto_signoff/disarmo?email=eliopaxnowar%40gmail.com




--
Diceva Gandhi:
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.
Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne. 
Non c'è strada che porti alla pace che non sia la pace, l'intelligenza e la verità.
Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi.
Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere.
Per praticare la nonviolenza, bisogna essere intrepidi e avere un coraggio a tutta prova.
Nessun uomo può essere attivamente non-violento e non ribellarsi contro l'ingiustizia dovunque essa si verifichi.

--
Hai ricevuto questo messaggio perché sei iscritto al gruppo "Coordinamento Rete Italiana per il Disarmo" di Google Gruppi.
Per annullare l'iscrizione a questo gruppo e non ricevere più le sue email, invia un'email a coordinamento_RID+unsubscribe at googlegroups.com.
Per postare in questo gruppo, invia un'email a coordinamento_RID at googlegroups.com.
Per visualizzare questa discussione sul Web, visita https://groups.google.com/d/msgid/coordinamento_RID/CAGwjYZb_4qbL1UTBrO9ugRrUs%3DpLXmx%2BUWPYtg%3DjTx51BJLJ6w%40mail.gmail.com.
Per altre opzioni visita https://groups.google.com/d/optout.

--
Hai ricevuto questo messaggio perché sei iscritto al gruppo "Coordinamento Rete Italiana per il Disarmo" di Google Gruppi.
Per annullare l'iscrizione a questo gruppo e non ricevere più le sue email, invia un'email a coordinamento_RID+unsubscribe at googlegroups.com.
Per postare in questo gruppo, invia un'email a coordinamento_RID at googlegroups.com.
Per visualizzare questa discussione sul Web, visita https://groups.google.com/d/msgid/coordinamento_RID/4D54BAA5-39C9-4733-9A75-D336DADF5823%40disarmo.org.
Per altre opzioni visita https://groups.google.com/d/optout.