[Disarmo] Fwd: Siria, Trump rialza l'elmetto e avverte Assad perché Teheran intenda




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Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: gio 23 mag 2019, 08:47
Subject: Siria, Trump rialza l'elmetto e avverte Assad perché Teheran intenda
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Siria, Trump rialza l'elmetto e avverte Assad perché Teheran intenda

Dal Golfo Persico allo Yemen, dalla Siria all’Iraq, dalla Palestina al Libano: l’intero Medio Oriente è una polveriera pronta a esplodere con effetti destabilizzanti che andrebbero ben oltre la regione

 22/05/2019 17:12 CEST - Huffpost

Umberto De Giovannangeli

Siria, The Donald torna a fare la voce grossa e, fedele esecutore della dottrina Pompeo&Bolton, i due super falchi della sua Amministrazione, torna a estendere anche al devastato teatro siriano la sfida globale al Nemico iraniano. Dal Golfo Persico allo Yemen, dalla Siria all’Iraq, dalla Palestina al Libano: l’intero Medio Oriente è una polveriera pronta ad esplodere con effetti destabilizzanti che andrebbero ben oltre la regione. Dal Golfo alla Siria, alla ricerca della “pistola fumante” che giustifichi il pugno di ferro contro il regime degli ayatollah. Gli Stati Uniti sospettano che il regime di Bashar al-Assad, sostenuto militarmente da Iran e Russia, Assad abbia nuovamente usato armi chimiche in Siria. E si dicono pronti, insieme agli alleati, a “rispondere rapidamente e in modo appropriato”.

“Gli Stati Uniti continuano a monitorare da vicino le operazioni del regime di Assad nel nord ovest della Siria, incluse le indicazioni di un nuovo uso di armi chimiche da parte del regime” afferma il portavoce del Dipartimento di Stato, Morgan Ortagus. “Sfortunatamente continuiamo a vedere segnali sul fatto che il regime di Assad possa averle usate di nuovo, incluso un presunto attacco il 19 maggio”. Il presunto attacco, secondo gli Stati Uniti, “fa parte di una campagna violenta del regime di Assad che viola un cessate il fuoco che ha protetto milioni di civili nell’area di Idlib”.

Oltre ai civili costretti ad abbandonare le proprie case fra il 29 aprile e il 9 maggio a causa dell’attacco delle forze congiunte russe e siriane, hanno subito conseguenze anche circa 250 mila bambini in età scolare. Di questi, 45 mila hanno dovuto lasciare la scuola e sono ora sfollati. Il portavoce del Dipartimento di Stato non risparmia nemmeno la Russia, con un’accusa peraltro abbastanza specifica: “Le recenti accuse della Russia contro i caschi bianchi e altri fanno parte di una continua campagna di disinformazione da parte del regime di Assad e di Mosca per creare la falsa narrativa che gli altri sono da incolpare per attacchi di armi chimiche che il regime di Assad stesso sta conducendo”. Parole che arrivano come una doccia fredda sul quadro già drammatico dipinto dall’Onu. In un rapporto le Nazioni Unite segnalano che 180.000 civili sono stati costretti ad abbandonare le proprie case tra le regioni di Hama e Idlib fra il 29 aprile e il 9 maggio in seguito all’offensiva del governo siriano e russa nell’area.

Un’offensiva che non ha soluzione di continuità. E’ di almeno 14 civili uccisi il bilancio di raid aerei russi e governativi siriani nella regione di Idlib, dove in un bombardamento è stato centrato un mercato ortofrutticolo affollato di persone. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani, secondo cui il raid è avvenuto ieri sera nella città di Maarrat Numan, a sud-est di Idlib, dopo l’iftar, la tradizionale rottura quotidiana del digiuno nel mese islamico di Ramadan. Secondo l’Onu l’offensiva ha creato particolare problemi a circa 250.000 bambini e ragazzi in età scolare, che hanno subito conseguenze a causa del conflitto nella Siria nord-occidentale innescato a fine aprile dall’offensiva aerea e di terra delle truppe governative sostenute dalle forze russe contro miliziani anti-regime tra cui qaidisti. Trump ha annunciato nei mesi il ritiro delle truppe americane dalla Siria in seguito alla sconfitta dell’Isis nel paese.

Ma la tensione in Siria non si è allentata e negli ultimi mesi si sono inaspriti i toni anche con gli Stati Uniti. Il ministero degli Esteri siriano ha infatti criticato aspramente la decisione di Trump di riconoscere l’annessione israeliana delle Alture del Golan. La Turchia, che negli scorsi mesi ha allestito una serie di avamposti militari nella zona di Idlib, ha detto che “non ci sarà nessuna evacuazione”. Il ministro turco della Difesa, Hulusi Akar ha affermato che “le Forze armate turche non si ritireranno da dove sono”. Nei giorni scorsi Akar ha accusato le forze di Damasco di violare l’accordo per il cessate il fuoco raggiunto con la Russia. “Pistola fumante”, “red line” da non oltrepassare: la storia dei moniti al regime di Damasco per l’uso di armi chimiche accompagna quella della tragedia senza fine che da otto anni devasta la Siria, con oltre 500mila vittime, più di 6 milioni tra sfollati e rifugiati, in una guerra che da tempo ormai si è internazionalizzata. Un passo indietro nel tempo. Quindici ottobre 2018: almeno 106 attacchi chimici sarebbero stati sferrati in Siria contro i civili dal 2014 all’autunno dello scorso anno. A rivelarlo è una inchiesta condotta dalla Bbc, Sul sito dell’emittente televisiva britannica viene pubblicata una mappa dettagliata degli attacchi avvenuti dopo la firma da parte di Assad della Convenzione internazionale contro le armi chimiche.

“L’uso di armi chimiche è stato molto diffuso - rivela la Bbc - La Siria aveva ratificato la Convenzione un mese dopo un attacco chimico su alcune zone periferiche di Damasco utilizzando il gas nervino Sarin, uccidendo centinaia di persone. Le terribili immagini delle vittime in agonia scioccarono il mondo. Le potenze occidentali sostennero che l’attacco fosse attribuibile solo alle forze governative ma Assad accusava l’opposizione. Gli Stati Uniti sferrarono un’azione militare, ma desistettero quando la Russia, alleato chiave del raìs siriano, disse di averlo persuaso ad eliminare il suo arsenale chimico. Ma nonostante la distruzione di 1.300 tonnellate di armi chimiche dichiarate, avvenuto sotto lo sguardo dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche e delle Nazioni Unite, gli attacchi chimici nel Paese sono continuati”.

Assad ha negato ancora all’inizio di quest’anno di avere ancora armi chimiche a disposizione, ma secondo l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, tra il settembre 2013 e l’aprile 2018 vi sarebbero stati almeno 37 episodi bellici con uso di prodotti chimici tossici a scopi ostili. La commissione di inchiesta indipendente del Consiglio per i Diritti umani dell’Onu sulla Siria insieme ad altre organizzazioni internazionali ne avrebbe individuati altri 18.    L’inchiesta della Bbc aveva esaminato 164 segnalazioni di attacchi chimici che sarebbero avvenuti in Siria dalla firma della Convenzione all’ottobre 2018. Oltre ai rapporti delle organizzazioni internazionali, la Bbc aveva analizzato, con l’aiuto di vari analisti indipendenti i dati disponibili sulla rete, incluse testimonianze delle vittime, fotografie e video, tenendo conto solo di quelli con più di un riscontro.   Ora la storia si ripete con gli Usa che alzano la voce e con la Russia che copre il suo uomo a Damasco Ciò che cambia è lo scenario regionale e la determinazione dei falchi di Washington e dei loro alleati mediorientali, Israele e Arabia Saudita, ad arrivare alla resa dei conti finale con l’Iran. Iniziando dalla Siria.