[Disarmo] Fwd: PORTI: CONTRO LA GUERRA, SENZA IPOCRISIE





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Da: angelo baracca <angelo.baracca at gmail.com>
Date: lun 20 mag 2019 alle ore 11:46
Subject: Re: PORTI: CONTRO LA GUERRA, SENZA IPOCRISIE
To: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>


OTTIMO.
Ieri sono intervenuto a un convegno a Pisa promosso da PaP su NATO, UE, Guerre: un compagno di Livorno ha giustamente osservato che benissimo, ovviamente, l'azione dei camalli a Genova, ma Livorno è un porto nucleare e mensilmente attracca una grande nave che trasporta armi da e per Camp Darby e nessuno sembra dare una piega. 
Si sa bene che le situazioni sindacali a Genova e a Pisa sono profondamente diverse: a maggior ragione è importante commentarlo.


Il giorno dom 19 mag 2019 alle ore 09:43 Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com> ha scritto:

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Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: dom 19 mag 2019, 09:43
Subject: PORTI: CONTRO LA GUERRA, SENZA IPOCRISIE
To: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>


PORTI: CONTRO LA GUERRA, SENZA IPOCRISIE

18 Maggio 2019 - La Bottega dei Barbieri


del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali – Genova

Una nave carica di armi, la Bahri Yambu, è in arrivo nel porto di Genova.
Grazie all’impegno e all’impulso di alcuni lavoratori del porto che hanno sollevato la gravità dei fatti, è in corso una mobilitazione contro l’arrivo della nave saudita e il suo carico. Una mobilitazione giusta e doverosa che dovrà porsi fino in fondo, e non solo a parole o a mezzo stampa, con quali mezzi raggiungere il proprio obiettivo: non far attraccare quella nave a Genova, bloccare il suo carico di morte!

Alcune precisazioni però, mentre prendono parola in molti e persino illustri deputate PD come Raffaella Paita e Lia Quartapelle, vanno fatte.

I traffici di armi a Genova non sono una novità: la compagnia Bahri fa toccate costanti al Genoa Metal Terminal – Steinweg e in questi anni ha già imbarcato armi e mezzi militari – non ultimi una quindicina di carri armati italiani quest’autunno e altri mezzi d’assalto diretti in Pakistan.
Le bombe della Rwm (Rheinmetall) prodotte tra Ghedi (Brescia) e Domus Novas (Sulcis) passano abitualmente dal nostro porto, con la linea Bahri ma anche con la linea Messina con la nave Jolly Cobalto; anche qui: bombe Rwm prodotte in Italia e vendute per le commesse dell’Arabia Saudita che le utilizza per bombardare lo Yemen, o mezzi Iveco, utilizzati con gli stessi fini in altri paesi arabi.

Ha quindi ragione la Capitaneria di Porto a ricordare che questi traffici ci sono già stati: ma si sbaglia di grosso quando dice che nessuno ha mai sollevato il problema.
Lo facemmo più volte e in diversi modi e, inoltre, diversi portuali si sono più volte rifiutati di lavorare con “merce” di questo tipo. Sia per motivi etici, sia per motivi di sicurezza.
Forse tutte le altre volte non siamo arrivati a far preoccupare gli alti vertici di partito, purtroppo non c’erano scadenze elettorali vicine: le uniche occasioni in cui i politici si ricordano della sorte dei lavoratori.
Aggiungiamo, proprio perché non abbiamo la memoria corta, che il PD è l’ultimo partito che può farsi paladino della pace, avendo il ministro della Difesa (2014/2018, governi Renzi e Gentiloni) Roberta Pinotti avuto un ruolo cardine nel supportare e formulare quegli accordi con i sauditi in cui la fornitura di armi era un pilastro. Un pilastro da 400 milioni di euro all’anno.
Il fatto che il tutto avvenga, o meno, nel rispetto delle leggi internazionali è fatto che non ci interessa come, immaginiamo, non interessa alle decine di migliaia di morti di Sana’a, capitale yemenita distrutta dalle bombe italiane.
La spesa militare annua italiana è calcolata intorno ai 26 miliardi di euro (dati 2017) e ogni anno aumenta. Sono circa 70 milioni di euro al giorno!!! Settanta milioni di euro al giorno spesi per produrre armi e mezzi che servono ad uccidere altri esseri umani, perché le armi e i mezzi militari, e gli eserciti che li usano esistono per assolvere questo ruolo: uccidere, distruggere case, provocare esodi di massa.
Ricordiamocene la prossima volta che sentiremo qualcuno dire “se ne stiano a casa loro”.

Questa nave va fermata, e invitiamo tutti coloro vogliono realmente e genuinamente raggiungere quest’obiettivo a farsi avanti e unirsi in questa lotta.
Senza ipocrisie e, soprattutto, senza ipocriti.



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Diceva Gandhi:
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.
Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne. 
Non c'è strada che porti alla pace che non sia la pace, l'intelligenza e la verità.
Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi.
Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere.
Per praticare la nonviolenza, bisogna essere intrepidi e avere un coraggio a tutta prova.
Nessun uomo può essere attivamente non-violento e non ribellarsi contro l'ingiustizia dovunque essa si verifichi.