Lo aveva già spiegato Giuseppe Civati, ieri, qua sul sito di Addio alle armi. Oggi arriva la conferma ulteriore: il caso di Angelo Peveri, l'imprenditore condannato per sparato a un uomo che stava trafugando del gasolio dalla sua azienda, non c'entra con la legittima difesa. E quindi nemmeno la riforma, tanto cara a Matteo Salvini, avrebbe evitato la sentenza: non a caso nemmeno gli avvocati dell'uomo hanno mai parlato di una possibile legittima difesa. La loro ricostruzione puntava all'incidente, al colpo partito accidentalmente.
Questa storia è solo una conferma, l'ennesima, di quanto questa campagna racconta da tempo: il rumore mediatico della Lega, delle destre con il Movimento 5 Stelle accodato, vuole condurre in una direzione: illudere gli italiani di poter fare da soli, di diventare dei pistoleri al di sopra della legge. Salvo scoprire un'amara verità: essere vittime di una propaganda, utile alla lobby delle armi, ma che finisce per generare solo insicurezza. In ogni senso
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Caso Peveri: la legittima difesa non c'entra
Il procuratore di Piacenza, Stefano Cappelleri, ha spiegato, in intervista a La Repubblica, come sono andati i fatti e i motivi di questo pronunciamento dei giudici.
La verità processuale vede Peveri esplodere, da uno-due metri, due colpi di fucile a pompa, sul ladro che giace steso a terra [...] La sentenza di Appello parla addirittura di un'esecuzione. [...] Dorel fu fatto inginocchiare con le mani dietro la nuca, poi fu colpito più volte al braccio con un corpo contundente, che non è mai stato ritrovato. [...] Peveri sparò dall'alto verso il basso, come dicono le perizie, due colpi di fucile di cui uno colpì Dorel al petto.
Questa la ricostruzione della vicenda, che spesso sui giornali è stata raccontata in altro modo. Ma c'è un ulteriore spunto di riflessione fornito dal procuratore:
Qualunque sarà, se sarà la legge (sulla legittima difesa, ndr), non sarebbe valsa in questo caso. Perché qui non si è posto il problema di un'aggressione, e quindi di difesa.
Qual è allora il risultato? Solo una bolla di disinformazione alimentata da Salvini, che racconta una versione dei fatti tutta propria. Per piegare una tragedia umana, perché questo è il caso-Peveri, ai propri scopi. Dannosi e pericolosi per gli italiani, per tutti noi.