[Disarmo] Venezuela, Laura Boldrini: "Maduro come Assad e Gheddafi: va fatto fuori"
- Subject: [Disarmo] Venezuela, Laura Boldrini: "Maduro come Assad e Gheddafi: va fatto fuori"
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- Date: Sat, 26 Jan 2019 17:44:45 +0100
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"Santiago-Caracas-Italia - Tutti i nodi vengono al pettine: fascisti e sinistra uniti a favore del golpe in Venezuela" Articolo di Piotr. ------ Sul golpe in corso in Venezuela fascisti e 'sinistra' perfetti alleati, dalla Meloni a Zingaretti passando per Saviano e Salvini. E mentre la CGIL ancora tentenna, questa sarebbe invece la 'sinistra-sinistra': "Laura Boldrini: 'Maduro come Assad e Gheddafi: va fatto fuori'." LeU oltre Salvini, e peggio di Donald Trump e Hillary Clinton, con Trump o con Clinton purché sia, ed è tutto dire. Che schifo. Come qui sotto scrive Piotr, questa sinistra oggi non assassinerebbe solo Rosa Luxemburg, ma anche Gramsci. E probabilmente pure Ernesto Guevara, Lumumba e Ho Chi Minh. Jure ----- Santiago-Caracas-Italia Tutti i nodi vengono al pettine: fascisti e sinistra uniti a favore del golpe in Venezuela Salvini, Meloni, Zingaretti, Renzi e ovviamente Saviano, si schierano tutti assieme a favore dei golpisti di Caracas. Perché quello in corso in Venezuela è un vero e proprio golpe. Non ha dubbi l'ex inviato ONU in Venezuela, Alfred de Zayas: «E’ un tentativo di colpo di Stato … Se l'opposizione si considera davvero democratica, deve accettare il gioco democratico e deve partecipare alle elezioni. Negli ultimi anni hanno invece scelto di boicottare le elezioni». La
CGIL si è spaccata, secondo ogni evidenza. Le ingerenze esterne sono invece date per scontate da uno che Washington la conosce a menadito e non ha peli sulla lingua, l'ex sottosegretario al Tesoro del presidente Reagan, Paul Craig Roberts: «Maduro, come Chavez prima di lui, ha commesso l'imperdonabile crimine di rappresentare il popolo venezuelano invece degli interessi finanziari e industriali americani. Washington semplicemente non tollera quei governi latino-americani che rappresentano i popoli latino-americani. … Così ora il Venezuela ha due presidenti. Uno eletto dal popolo e uno designato da Washington». La lucidità e l'onestà delle affermazioni di Paul Craig Roberts sono ormai qualità inconcepibili per la nostra sinistra, la cui presa di posizione scandalizza anche Marco Travaglio: «La sinistra è il Pd che, con Renzi, la Cirinnà, la Fedeli, la Garavini e il giovane astro nascente Pier Ferdinando Casini, si appella al governo insieme a Lega, FI e Fd’I affinché si schieri subito, senza se e senza ma, dalla parte del “mondo libero”: che poi sarebbe il golpista Juan Guaidò, autoproclamatosi presidente del Venezuela, al posto del titolare eletto Nicolas Maduro, con la benedizione di Trump». Travaglio ha perfettamente ragione, questa è la sinistra. Nemmeno
a dirlo, Laura Boldrini è tra le più livide sostenitrici
del golpe.
In Commissione Esteri ha attaccato duramente il deputato 5
Stelle
Pino Cabras, che aveva difeso il legittimo presidente
Maduro,
tacciandolo di “cinismo” e accostando il presidente
venezuelano a
Gheddafi e ad Assad che, questo è il suo ragionamento,
sono persone
di cui bisognava e bisogna sbarazzarsi, così come oggi con
Maduro. Tutto
questo era noto e stranoto quando la Boldrini protestò
invece che
Paruby è in sintonia con i valori democratici europei. A
questo
figuro l'allora presidentessa della camera assicurò che «l'Italia
ha sempre condannato l'azione illegale avvenuta ai danni
di una parte
del territorio ucraino, come ha ripetutamente fatto
anche l'Unione
europea». Di
sicuro si
riferiva alla Crimea, i cui abitanti hanno
inequivocabilmente votato
a stragrande maggioranza il ritorno (ripeto: “ritorno”)
alla
Russia. Ma si sa che in Occidente se le elezioni non vanno
come
vogliono le élite, allora o non sono valide o sono da
ripetere (quelle sui vari trattati europei sono da
manuale). Il
golpe di Kiev del 2014 fa infatti parte della caotica
guerra mondiale a settori
scoppiata nel 2001. Il Nixon shock del 1971, il golpe
cileno del 1973
e la sconfitta statunitense in Vietnam sono state le spie,
economiche, politiche e geopolitiche, della crisi del
sistema di
egemonia statunitense nato dopo il lungo conflitto
trentennale
1914-1945. La
sinistra europea è oggi la principale forza politica che
sostiene
questi insani sforzi imperiali statunitensi. Tutta
la destra e tutta la sinistra si sono mosse latrando
richiamate dal
corno da caccia imperiale. E'
rimasto, da solo,
il Movimento 5 Stelle.
In Commissione Esteri, la sinistra-sinistra Laura
Boldrini si è
unita al non propriamente antifascista fratello d'Italia
Andrea
Delmastro Delle Vedove
e alla piddina della sinistra perbenista Lia Qartapelle
per attaccare
violentemente Pino Cabras, unica voce eretica, da
mettere sul
rogo. Sul golpe in corso in Venezuela fascisti e sinistra hanno fatto dunque corto circuito. Poco da stupirsi se l'orgogliosamente fascista Giorgia Meloni ha in odio il “dittatore comunista Maduro” (sic!). Fa il suo mestiere di fascista. Poco da stupirsi se il “sovranista” liberal-imperiale Salvini vuole che Maduro sia cacciato il più presto possibile, fa il suo lavoro da discepolo di Bannon. La cosa atroce è che la sinistra conferma oggi che la sua lunga marcia verso la nefandezza e l'oscenità non è ancora terminata. Veramente 100 anni fa avrebbe assassinato Rosa Luxemburg come fece allora la sinistra della Repubblica di Weimar. E sono ormai sicuro che avrebbe assassinato anche Gramsci. Pochi giorni fa sono andato a vedere “Santiago-Italia” di Nanni Moretti. Bravo, Moretti, ad aver fatto un docufilm sul golpe cileno. Meno encomiabile la sua reticenza a capire il perché e le conseguenze del golpe al di là delle sofferenze che ha inflitto. D'accordo, lo sanno anche i sassi che dietro al golpe e all'assassinio del presidente democraticamente eletto Salvador Allende c'erano gli Stati Uniti e la mano del consigliere nazionale per la Sicurezza, Henry Kissinger, che non ebbe peli sulla lingua: «Non
vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a
guardare mentre
un Paese diventa comunista a causa dell'irresponsabilità
del suo
popolo. La questione è troppo importante perché gli
elettori cileni
possano essere lasciati a decidere da soli»
(Citato in Luciano Canfora Esportare
la libertà. Il mito che ha fallito,
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2007, cap. V, 3, p.
70). Anche allora si ordì una crisi economica e si affermò che Allende affamava il suo popolo e voleva la dittatura. La vera reticenza di Moretti non sta nel non soffermarsi sulle responsabilità statunitensi ma altrove, nel non accennare minimamente alle conseguenze di quel colpo di stato del 1973 e a quel che significa oggi. Un significato importantissimo. Perché
lì, nel Cile del fascista Pinochet, i neoliberisti, i
“Chicago
Boys”, sperimentarono per la prima volta le loro teorie.
In realtà
sperimentarono una nuova forma regolatoria
dell'accumulazione
capitalistica, cioè un nuovo modo di gestione del potere
politico,
economico e finanziario antitetico al compromesso di
classe
keynesiano che si era imposto dopo la II Guerra Mondiale
(da cui
l'odio per le Costituzioni europee antifasciste espresso
dalla
finanza americana, JPMorgan in testa, e condiviso subito
da
Renzi). Così come allora bisognava stare con Salvador Allende, qualsiasi errore o colpa potesse avere, allo stesso modo oggi bisogna stare con Nicolás Maduro. Chi non lo fa è il degno erede di chi torturò e uccise Victor Jara, come la sinistra italiana contemporanea ha infine dimostrato con cristallina evidenza di essere. Il
film di Nanni Moretti mostra la straordinaria e attiva
solidarietà
che i partiti di sinistra italiani e i sindacati
mostrarono nel 1973
per Salvador Allende e per le vittime della repressione
golpista. Non è solo finita un'epoca, è finita una civiltà! Piotr -- -- Public key GnuPG/PGP for glry at ngi.it ID 0x1499EDDE -- Search 0x1499EDDE on http://pgpkeys.mit.edu/ |
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