Ieri mattina, 7 novembre, la nutrita delegazione sarda, tra cui numerose donne anche di una certa età, guidata da Angelo Cremone di Sardegna Pulita è stata capace di varcare per un attimo il portone principale d'ingresso al Quirinale,poi le forze dell'ordine
riavutesi dalla sorpresa
hanno ricacciato indietro i partecipanti, schedandoli.Cose del genere possono avvenire quando la misura è colma, quando l'indignazione raggiunge il limite di sopportazione, di fronte a un " presidente degli italiani, aperto e disponibile, come ama definirsi" che neanche di degna di dare risposta ai numerosi e particolareggiati dossier a lui inviati più volte .Tutta la scena è andata in diretta alla tv sarda " Cagliaripad" e ritrasmessa su altri vari media isolani e non.
Abbiamo poi proseguito l'iniziativa percorrendo la strada che va dal Quirinale alla piazzetta in santa maria di Loreto(concessa dalla questura) dove c'erano ad aspettarci alcuni mediaTV stranieri e nostrani, che a lungo hanno ripreso la manifestazione( in particolare le foto dei bambini yemeniti martoriati) e intervistato la delegazione sarda.
Per l'occasione vi ha preso parte anche la coautrice del filmato " Doppia ipocrisia", Madi Ferrucci, una severa inchiesta su che giro fanno le bombe prodotte da RWM in Sardegna per aggirare l'embargo, fino ad essere scagliate sulla popolazione yemenita: filmato andato in onda sabato 3 novembre alle ore 21,30 su Rai News 24, e che a breve verrà riproposto;Madi si è detta disponibile a presentarlo ovunque e in più occasioni.
La mattinata di lotta si è conclusa alle 13,30, tra saluti e abbracci alla delegazione sarda, che già si pone di ritornare a Roma il più presto(speriamo con maggior partecipazione dei romani).
Vincenzo
Gli
attivisti dei movimenti che da Cagliari sono partiti per Roma per dire
ancora una volta no alle bombe prodotte in Sardegna sono stati bloccati
mentre tentavano di manifestare davanti al Quirinale. Avevano lo
striscione che sintetizza ormai da mesi la loro protesta: ‘fermiamo la
fabbrica di bombe’. Il riferimento è sempre quello: lo stabilimento Rwm
di Domusnovas, a qualche decina di chilometri da Cagliari.
Dopo lo stop i manifestanti si sono fermati in piazza Madonna di
Loreto, vicino al Quirinale. E lì, nella gradinata, hanno esposto i
manifesti e le foto dei bambini uccisi dalle bombe nello Yemen. Una
mattinata anche di messaggi e slogan gridati al megafono. Sardegna
pulita e le altre associazioni dicono no agli ordigni bellici e sì alla
riconversione della fabbrica per salvare i posti di lavoro. Non è la
prima volta che gli attivisti sbarcano a Roma: circa un mese fa erano
stati protagonisti di un analogo blitz davanti all’ambasciata
dell’Arabia Saudita, il paese, secondo i movimenti, destinatario delle
bombe prodotte in Sardegna.
Si teme anche un raddoppio dello stabilimento. Per questo motivo nei
mesi scorsi il Comitato Riconversione RWM e Italia Nostra Sardegna si
sono costituiti nella Conferenza dei Servizi convocata per il
procedimento autorizzativo in qualità di portatori d’interesse diffuso.
Ad Iglesias,giovedì 8/11 ci sarà un sit-in davanti agli uffici comunali di Via Isonzo 7 . “Il Comitato Riconversione RWM e Italia Nostra Sardegna, mentre continuano a sperare in un ripensamento da parte del
Comune di Iglesias chiedono alla politica locale, regionale e nazionale,
così come alle autorità religiose e morali, di intervenire a sostegno
di una soluzione che scongiuri tutto questo e sollevi il territorio dal
coinvolgimento in un conflitto definito dall’ONU la peggiore catastrofe
umanitaria di questo secolo”.
COMUNICATO STAMPA
" NOI SARDI " Merc. 7 Nov. ore 11.00, A ROMA DAVANTI AL QUIRINALE.
"
Lo Stato Italiano complice nel massacro del Popolo Civile Yemenita,
con produzione ed esportazione all'Arabia Saudita delle Bombe Sarde RWM
di Domusnovas ".
Caro
Presid. Mattarella, Noi Sardi, Donne e Uomini del Popolo Sardo, ci
sentiamo obbligati a non stare indifferenti davanti ai crimini e
massacro di gente inerme, donne e bambini yemeniti, causato anche dalla
fornitura all' Arabia Saudita ( Paese in guerra contro lo Yemen ) delle
micidiali bombe prodotte in Sardegna a Domusnovas.
" Il Lavoro deve dare Vita non Morte ".
La
nostra Costituzione, la Legge italiana ( L. 185 / 90 ) i Trattati
Internazionali, non sono rispettati, nonostante crimini e violazioni
comprovati e denunciati piu' volte dalla Stampa italiana, internazionale
e dall'Organizzazione delle Nazioni Unite ( nel solo mese di Agosto
2018, massacrati 300 bambini yemeniti. Dai dati ONU, tra Marzo 2015 e 9
Agosto 2018, uccisi 17 mila civili ). Lo stesso Parlamento Europeo si e'
pronunciato piu' volte chiedendo il blocco / embargo sulla fornitura di
armamenti all' Arabia Saudita. Il governo italiano continua a tacere,
non interviene.
Presidente Mattarella, Noi Sardi,
Le abbiamo gia' inviato dettagliato e certificato resoconto, senza aver
avuto Sua risposta. Le chiediamo Suo doveroso e autorevole intervento. "
Presidente, eserciti i Suoi poteri di Garante della Costituzione e
Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, facendo venir
meno la complicita' dello Stato Italiano nel massacro del Popolo
Yemenita. Lei e' il Custode, il Garante della Costituzione Repubblicana.
- Sardegna Pulita - Cagliari Social Forum - USB - Cobas Scuola -
Morta Amal, la bimba di sette anni diventata simbolo della guerra in Yemen
Amal Hussain,la bambina yemenita di 7 anni, è morta il 1 novembre per malnutrizione.
La sua foto è diventata il
simbolo della guerra dimenticata nello Yemen, un conflitto di cui non si
parla ma che secondo le Nazioni Uniti ha ridotto alla fame 1,8 milioni
di bambini, la più grave crisi umanitaria degli ultimi anni. La
piccola Amal Hussain, è morta di fame nel campo profughi in
cui viveva con la famiglia.
La foto di Amal, che ne ritraeva il corpicino emaciato,
era stata scattata dal premio Pulitzer Tyler Hicks, che nei giorni
scorsi aveva anche spiegato quanto fosse stato "difficile" ma
"importante" fotografarla. La sua immagine "riassume davvero come fame e
malnutrizione siano diventate una tragedia nello Yemen", aveva
dichiarato il fotografo.
Il New York Times
aveva raccontato la sua storia in un reportage del 26 ottobre
scorso,dal titolo "La Tragedia della guerra saudita", sul conflitto
nello Yemen.
«Abbiamo pensato che avremmo
fatto un torto alle vittime di queste guerra se avessimo pubblicato
immagini sterilizzate che non riflettono pienamente la loro sofferenza»
aveva spiegato il «New York Times».
I pesanti costi umani della guerra condotta dalla coalizione a guida
saudita in Yemen, ricorda il giornale, sono di recente saliti
all'attenzione del mondo in seguito all'uccisione del giornalista
dissidente Jamal Khashoggi nel consolato saudita ad Istanbul.
Khashoggi: stava per rivelare uso armi chimiche in Yemen
Scrive il Daily Express
"Il giornalista Jamal Khashoggi stava per rivelare l'uso di armi
chimiche da parte dell'Arabia Saudita in Yemen quando è stato ucciso nel
consolato saudita di Istanbul il 2 ottobre scorso".
Secondo lo stesso giornale, il governo britannico sapeva di un piano
dell'Arabia Saudita per sequestrare Khashoggi fino a tre settimane prima
della morte del giornalista. L'MI6, l'agenzia per lo spionaggio estero
del regno, ha chiesto a Riad di rinunciare all'azione, ma è stata
ignorata.