In questi casi sarebbe utile mettere il link dal quale si sono
dedotte alcune considerazioni. Si capirebbe che vi sono state
riunioni dei ministri della Difesa della NATO il 3-4 ottobre a
Brussels (quindi con la presenza del ministro Trenta) fra cui una
del Gruppo di pianificazione nucleare. Stoltenberg ha parlato di
Trattato INF “in pericolo” e di Alleati concordi nel ritenere la
“Russia in violazione del Trattato”.
https://rappnato.esteri.it/rapp_nato_bruxelles/it/ambasciata/news/2018/10/ministeriale-difesa-della-nato_6.html
Il 17/10/2018 23:16, Elio Pagani (via
disarmo Mailing List) ha scritto:
Considera
anzitutto il fatto che dell'eventuale dispiegamento di
nuovi missili di raggio intermedio in Italia,
nell'articolo di Dinucci si parla solo nel titolo,
caratterizzato peraltro da un punto di domanda finale.
Comunque, a mio parere, il rischio di un
rilancio di ''euromissili'' USA in paesi NATO europei mi
sembra essere reale, visto cosa scrivono alcuni
giornali.
Credo che non se ne possa non tenere
conto.
L'Italia è un paese NATO e già ospitò i
Cruise a Comiso.
La linea politica del nuovo Governo giallo
verde, nonostante quello che il M5S affermava in
campagna elettorale, non ha cambiato alcuna impostazione
in tema armi nucleari, di fatto demandando alla NATO,
qualsiasi decisione in merito.
Ciò non rende improbabile una
disponibilità italiana ad un ulteriore riarmo atomico.
Elio Pagani
Russia's missile treaty defiance 'untenable':
Mattis
Brussels (AFP) Oct 4, 2018 - US Defense
Secretary James Mattis warned Thursday that
Washington would respond if Russia refused to
end its "blatant violation" of a Cold War
nuclear arms treaty.
Mattis said the Kremlin was treating the 1987
Intermediate Nuclear Forces Treaty (INF) with
"cavalier disregard" over a new Russian
ground-launched missile system.
The United States has said for almost two years
that Russia's 9M729 system breaches the INF
treaty, which bans mid-range missiles that had
been the subject of a mini-arms race in Europe
between the Soviet Union and Washington in the
1980s.
"Russia must return to compliance with the INF
treaty or the US will need to respond to its
cavalier disregard for the treaty's specific
limits," Mattis said after a meeting of NATO
defence ministers in Brussels.
"Make no mistake -- the current situation with
Russia in blatant violation of this treaty is
untenable."
He gave no details of how the US might respond,
but earlier this year Mattis told Congress
that the Pentagon was working on new low-yield
nuclear weapons in a bid to force Russia back
into compliance with the INF.
The accord signed between US president Ronald
Reagan and Soviet leader Mikhail Gorbachev ended
an alarming arms build-up in Europe triggered by
Moscow's deployment of SS-20 nuclear missiles
targeting Western European capitals.
NATO chief Jens Stoltenberg said Russia was
imperilling the agreement, which he has called a
"cornerstone" of European security.
"We believe this treaty is in danger because of
Russia's actions. After years of denials, Russia
recently acknowledged the existence of a new
missile system, called 9M729," Stoltenberg said.
"This system is destabilising. It is a serious
risk to our security."
Without credible explanations, Stoltenberg said,
the most obvious answer was that Russia was indeed
breaching the treaty, though Moscow has denied
this.
The US ambassador on disarmament Robert Wood on
Thursday suggested Washington may withdraw from
the INF treaty if Russia does not end its
violations.
US mulls withdrawal from
arms treaty over Russian 'violations'
by Staff Writers
Geneva (AFP) Oct 4, 2018
The United States hinted Thursday it might
withdraw from a landmark Cold War nuclear arms
reduction treaty if Russia does not stop
"violating" the accord.
Washington has complained for nearly two years
that a ground-launched missile system deployed by
Russia breaches the 1987 Intermediate Nuclear
Forces Treaty (INF).
"This situation is untenable, and we have to take
measures to deal with this continued violation of
this very important treaty," US ambassador on
disarmament Robert Wood told reporters in Geneva.
He said that pushing Russia to "come back into
compliance" with the INF would be a top US
priority at disarmament meetings at the United
Nations in New York next week.
But he added: "I just don't know how much longer
we can continue to live up to our obligations
under this treaty with Russia violating this
treaty so blatantly and openly."
Russia has repeatedly insisted its 9M729 missile
system does not breach the treaty, but Wood said
Moscow had long denied the weapon even existed.
"The Russians continue to obfuscate, deny, because
this is what they do best," he said.
His comments came after the US ambassador to NATO,
Kay Bailey Hutchison, said Tuesday that Washington
was looking to "take out the missiles that are in
development by Russia".
She later clarified that she was not suggesting
the United States would launch pre-emptive strikes
on Russia, but underlining the need for Western
allies to find ways to counter any escalation.
NATO leaders have also raised concerns about the
9M729 system, and have urged Moscow to engage in
dialogue to ensure the future of the INF treaty.
On Wednesday, NATO chief Jens Stoltenberg demanded
that Moscow prove it is complying with the treaty,
which was signed by US president Ronald Reagan and
Soviet leader Mikhail Gorbachev in 1987.
It abolished a whole class of missiles with a
range of between 500 and 5,500 kilometres, and put
an end to a mini-arms race in the 1980s triggered
by the Soviet Union's deployment of SS-20 nuclear
missiles targeting Western European capitals.
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TRA
RUSSIA E FRONTE SUD. L’ARDUO COMPITO DEL MINISTRO TRENTA
AL VERTICE NATO
DI STEFANO
PIOPPI
04/10/2018
AIRPRESSONLINE
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È
partita ieri, a tutta birra, la ministeriale Difesa
della Nato, a cui partecipa anche Elisabetta
Trenta. Martedì, il vertice è stato
anticipato dalla minaccia statunitense di contromisure
rispetto al programma missilistico russo. Mercoledì,
nuovi segnali di sfida al Cremlino sono arrivati dal
segretario generale dell’Alleanza Jens
Stoltenberg. Al ministro della Difesa
italiano spetta l’arduo compito di ribadire la
necessità di rivolgere attenzione anche al fianco sud
e alle minacce che imperversano nel Mediterraneo,
un’esigenza su cui l’Italia sta da tempo richiamando
all’ordine gli alleati e su cui potrebbe trovare
sponda proprio negli Stati Uniti, come certificato dal
bilaterale che la Trenta ha avuto ieri con il capo del
Pentagono James
Mattis.
LA
QUESTIONE DEL BURDEN SHARING
Comunque,
al primo posto dell’agenda c’è stato, ancora una
volta, il tema del burden
sharing, ovvero l’impegno a spendere (entro il
2024) il 2% del Pil nella Difesa. A luglio, il tema
fece discutere Donald
Trump con i colleghi del Vecchio
continente, gettando sul summit un
clamore che riuscì a oscurare rilevanti decisioni
strategiche e operative. Ad ogni modo, “negli ultimi
due anni gli alleati europei e il Canada hanno speso
nel complesso 41 miliardi di dollari in più”, ha detto
Stoltenberg aprendo i lavori e cercando di evitare
nuovi discussioni sul tema. Certo, ha aggiunto, resta
“il senso di urgenza di investire il 2% del Pil in
difesa e di avere piani nazionali credibili per
arrivarci”. L’invito riguarda anche il nostro Paese,
che spende circa l’1,15% del proprio Pil nel settore.
LE
DECISIONI OPERATIVE
Sul
tavolo dell’incontro tra i ministri della Difesa ci
sono poi i passi da compiere per mettere in atto le
novità introdotte proprie dall’ultimo vertice dei capi
di Stato e di governo. Tra queste, la nuova struttura
di comando, che si doterà di ulteriori 1.200 unità e
di due nuovi comandi con competenza su due nuovi
comandi dedicati all’Atlantico (a Norfolk, in
Virginia) e alla mobilità militare (a Ulm, in
Germania). In arrivo anche una maggiore definizione
della “Readiness initiative”: avere a disposizione,
entro il 2020, 30 battaglioni meccanizzati, 30 gruppi
aerei e 30 navi da guerra in grado di essere operativi
in 30 giorni.
I
MESSAGGI A MOSCA
Tutto
questo rientra nel “focus” annunciato da Stoltenberg
su “deterrenza e difesa”, una proiezione che continua
a vedere nella Russia il suo primo destinatario. In
tal senso, si attende anche un meeting del
Nuclear Planning Group, finalizzato “a mantenere il
deterrente nucleare della Nato sicuro ed efficace”. Il
segretario generale ha poi annunciato che i ministri
parleranno anche delle preoccupazioni riguardanti “le
violazioni della Russia al trattato Inf”. Quest’ultimo
aspetto fa l’eco alle accuse mosse martedì
scorso dalla rappresentante permanente degli Usa Kay
Bailey Hutchison, che ha addirittura
minacciato contromisure (fino all’eliminazione dei
missili russi) nel caso in cui Mosca non interrompa lo
sviluppo di armamenti a raggio intermedio capaci di
portare testate nucleari. Le rimostranze riguardano il
trattato siglato nel 1987 da Stati Uniti e Unione
Sovietica, che proibisce esplicitamente il
dispiegamento a terra di missili con un raggio fra 500
e 5.500 chilometri. La logica delle accuse e
contro-accuse con Mosca va avanti da ormai un paio
d’anni (qui un approfondimento sul
tema), con Washington che cerca di coinvolgere
(riuscendoci) anche la Nato sull’argomento, nonostante
l’Inf sia un trattato bilaterale. Ciò dimostra che la
Russia resta in cima alle priorità dell’Alleanza.
IL
FRONTE SUD…
Ma il nostro Governo che cosa pensa ??
Remo
Il 16 ottobre 2018 alle 13.09 Elio
Pagani <disarmo at peacelink.it> ha
scritto:
OLTRE
ALLE BOMBE, MISSILI NUCLEARI USA IN ITALIA?
16 OTT
2018 Il Manifesto
Manlio Dinucci
La B61-12, la nuova bomba
nucleare Usa che sostituisce la B-61 schierata
in Italia e altri paesi europei, comincerà ad
essere prodotta tra meno di un anno. Lo annuncia
ufficialmente la National Nuclear Security
Administration (Nnsa).
Essa informa che,
conclusasi con successo la revisione del
progetto finale, questo mese cominciano al
Pantex Plant in Texas le attività di
qualificazione della produzione, la quale sarà
autorizzata a iniziare nel settembre 2019. Nel
marzo 2020 entrerà in funzione la prima unità di
produzione, ossia comincerà la produzione in
serie di 500 bombe.
Da quel momento,
ossia tra circa un anno e mezzo, gli Stati uniti
cominceranno a schierare in Italia, Germania,
Belgio, Olanda e probabilmente in altri paesi
europei, in funzione anti-Russia, la prima bomba
nucleare a guida di precisione del loro
arsenale, dotata di capacità penetrante per
esplodere sottoterra così da distruggere i
bunker dei centri di comando.
Poiché l’Italia e
gli altri paesi, violando il Trattato di
non-proliferazione, mettono a disposizione degli
Usa sia basi sia piloti e aerei per lo
schieramento della B61-12, l’Europa sarà esposta
a maggiore rischio quale prima linea del
crescente confronto nucleare con la Russia.
Si prospetta allo
stesso tempo una situazione ancora più
pericolosa: il ritorno degli euromissili, ossia
di missili nucleari analoghi a quelli schierati
negli anni Ottanta dagli Stati uniti in Europa
(anche in Italia), con la motivazione ufficiale
di difenderla da quelli sovietici.
Questa categoria
di missili nucleari a gittata intermedia (tra
500 e 5500 km), con base a terra, fu eliminata
col Trattato Inf del 1987. Nel 2014, però,
l’amministrazione Obama ha accusato la Russia di
aver sperimentato un missile da crociera (sigla
9M729) della categoria proibita dal Trattato.
Mosca nega che
questo missile violi il Trattato Inf e, a sua
volta, accusa Washington di aver installato in
Polonia e Romania rampe di lancio di missili
intercettori (quelli dello «scudo»), che possono
essere usate per lanciare missili da crociera a
testata nucleare.
L’accusa fatta da
Washington a Mosca, non sostenuta da alcuna
prova, ha permesso agli Stati uniti di varare un
piano mirante a schierare di nuovo in Europa
missili nucleari a raggio intermedio con base a
terra. Già l’amministrazione Obama aveva
annunciato nel 2015 che «di fronte alla
violazione del Trattato Inf da parte della
Russia, gli Stati uniti stanno considerando lo
spiegamento in Europa di missili con base a
terra».
Il piano è stato
confermato dalla amministrazione Trump:
nell’anno fiscale 2018 il Congresso degli Stati
uniti ha autorizzato il finanziamento di «un
programma di ricerca e sviluppo di un missile da
crociera lanciato da terra da piattaforma mobile
su strada».
Il piano viene
sostenuto dagli alleati europei della Nato. Il
recente Consiglio Nord Atlantico a livello di
ministri della Difesa, cui ha partecipato per
l’Italia Elisabetta Trenta (M5S), ha dichiarato
che «il Trattato Inf è in pericolo a causa delle
azioni della Russia», accusata di schierare «un
sistema missilistico destabilizzante, che
costituisce un serio rischio per la nostra
sicurezza».
Da qui la
necessità che «la Nato mantenga forze nucleari
sicure, affidabili ed efficienti» (il che spiega
perché i membri dell’Alleanza abbiano respinto
in blocco il Trattato Onu sulla proibizione
delle armi nucleari). Si prepara così il terreno
allo schieramento in Europa, a ridosso del
territorio russo, di missili nucleari
statunitensi a raggio intermedio con base a
terra.
È come se la
Russia schierasse in Messico missili nucleari
puntati sugli Stati uniti.
(il manifesto, 16 ottobre 2018)
VIDEO Torna
l’incubo dei missili a Comiso
(27 febbraio 2018)
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