Re: [Disarmo] Fwd: OLTRE ALLE BOMBE, MISSILI NUCLEARI USA IN ITALIA?
- Subject: Re: [Disarmo] Fwd: OLTRE ALLE BOMBE, MISSILI NUCLEARI USA IN ITALIA?
- From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
- Date: Wed, 17 Oct 2018 23:16:59 +0200
Russia's missile treaty defiance 'untenable': Mattis
Brussels (AFP) Oct 4, 2018 - US Defense Secretary James Mattis warned Thursday that Washington would respond if Russia refused to end its "blatant violation" of a Cold War nuclear arms treaty.
Mattis said the Kremlin was treating the 1987 Intermediate Nuclear Forces Treaty (INF) with "cavalier disregard" over a new Russian ground-launched missile system.
The United States has said for almost two years that Russia's 9M729 system breaches the INF treaty, which bans mid-range missiles that had been the subject of a mini-arms race in Europe between the Soviet Union and Washington in the 1980s.
"Russia must return to compliance with the INF treaty or the US will need to respond to its cavalier disregard for the treaty's specific limits," Mattis said after a meeting of NATO defence ministers in Brussels.
"Make no mistake -- the current situation with Russia in blatant violation of this treaty is untenable."
He gave no details of how the US might respond, but earlier this year Mattis told Congress that the Pentagon was working on new low-yield nuclear weapons in a bid to force Russia back into compliance with the INF.
The accord signed between US president Ronald Reagan and Soviet leader Mikhail Gorbachev ended an alarming arms build-up in Europe triggered by Moscow's deployment of SS-20 nuclear missiles targeting Western European capitals.
NATO chief Jens Stoltenberg said Russia was imperilling the agreement, which he has called a "cornerstone" of European security.
"We believe this treaty is in danger because of Russia's actions. After years of denials, Russia recently acknowledged the existence of a new missile system, called 9M729," Stoltenberg said.
"This system is destabilising. It is a serious risk to our security."
Without credible explanations, Stoltenberg said, the most obvious answer was that Russia was indeed breaching the treaty, though Moscow has denied this.
The US ambassador on disarmament Robert Wood on Thursday suggested Washington may withdraw from the INF treaty if Russia does not end its violations.
US mulls withdrawal from arms treaty over Russian 'violations'
by Staff Writers
Geneva (AFP) Oct 4, 2018
The United States hinted Thursday it might withdraw from a landmark Cold War nuclear arms reduction treaty if Russia does not stop "violating" the accord.
Washington has complained for nearly two years that a ground-launched missile system deployed by Russia breaches the 1987 Intermediate Nuclear Forces Treaty (INF).
"This situation is untenable, and we have to take measures to deal with this continued violation of this very important treaty," US ambassador on disarmament Robert Wood told reporters in Geneva.
He said that pushing Russia to "come back into compliance" with the INF would be a top US priority at disarmament meetings at the United Nations in New York next week.
But he added: "I just don't know how much longer we can continue to live up to our obligations under this treaty with Russia violating this treaty so blatantly and openly."
Russia has repeatedly insisted its 9M729 missile system does not breach the treaty, but Wood said Moscow had long denied the weapon even existed.
"The Russians continue to obfuscate, deny, because this is what they do best," he said.
His comments came after the US ambassador to NATO, Kay Bailey Hutchison, said Tuesday that Washington was looking to "take out the missiles that are in development by Russia".
She later clarified that she was not suggesting the United States would launch pre-emptive strikes on Russia, but underlining the need for Western allies to find ways to counter any escalation.
NATO leaders have also raised concerns about the 9M729 system, and have urged Moscow to engage in dialogue to ensure the future of the INF treaty.
On Wednesday, NATO chief Jens Stoltenberg demanded that Moscow prove it is complying with the treaty, which was signed by US president Ronald Reagan and Soviet leader Mikhail Gorbachev in 1987.
It abolished a whole class of missiles with a range of between 500 and 5,500 kilometres, and put an end to a mini-arms race in the 1980s triggered by the Soviet Union's deployment of SS-20 nuclear missiles targeting Western European capitals.
TRA RUSSIA E FRONTE SUD. L’ARDUO COMPITO DEL MINISTRO TRENTA AL VERTICE NATO
È partita ieri, a tutta birra, la ministeriale Difesa della Nato, a cui partecipa anche Elisabetta Trenta. Martedì, il vertice è stato anticipato dalla minaccia statunitense di contromisure rispetto al programma missilistico russo. Mercoledì, nuovi segnali di sfida al Cremlino sono arrivati dal segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg. Al ministro della Difesa italiano spetta l’arduo compito di ribadire la necessità di rivolgere attenzione anche al fianco sud e alle minacce che imperversano nel Mediterraneo, un’esigenza su cui l’Italia sta da tempo richiamando all’ordine gli alleati e su cui potrebbe trovare sponda proprio negli Stati Uniti, come certificato dal bilaterale che la Trenta ha avuto ieri con il capo del Pentagono James Mattis.
LA QUESTIONE DEL BURDEN SHARING
Comunque, al primo posto dell’agenda c’è stato, ancora una volta, il tema del burden sharing, ovvero l’impegno a spendere (entro il 2024) il 2% del Pil nella Difesa. A luglio, il tema fece discutere Donald Trump con i colleghi del Vecchio continente, gettando sul summit un clamore che riuscì a oscurare rilevanti decisioni strategiche e operative. Ad ogni modo, “negli ultimi due anni gli alleati europei e il Canada hanno speso nel complesso 41 miliardi di dollari in più”, ha detto Stoltenberg aprendo i lavori e cercando di evitare nuovi discussioni sul tema. Certo, ha aggiunto, resta “il senso di urgenza di investire il 2% del Pil in difesa e di avere piani nazionali credibili per arrivarci”. L’invito riguarda anche il nostro Paese, che spende circa l’1,15% del proprio Pil nel settore.
LE DECISIONI OPERATIVE
Sul tavolo dell’incontro tra i ministri della Difesa ci sono poi i passi da compiere per mettere in atto le novità introdotte proprie dall’ultimo vertice dei capi di Stato e di governo. Tra queste, la nuova struttura di comando, che si doterà di ulteriori 1.200 unità e di due nuovi comandi con competenza su due nuovi comandi dedicati all’Atlantico (a Norfolk, in Virginia) e alla mobilità militare (a Ulm, in Germania). In arrivo anche una maggiore definizione della “Readiness initiative”: avere a disposizione, entro il 2020, 30 battaglioni meccanizzati, 30 gruppi aerei e 30 navi da guerra in grado di essere operativi in 30 giorni.
I MESSAGGI A MOSCA
Tutto questo rientra nel “focus” annunciato da Stoltenberg su “deterrenza e difesa”, una proiezione che continua a vedere nella Russia il suo primo destinatario. In tal senso, si attende anche un meeting del Nuclear Planning Group, finalizzato “a mantenere il deterrente nucleare della Nato sicuro ed efficace”. Il segretario generale ha poi annunciato che i ministri parleranno anche delle preoccupazioni riguardanti “le violazioni della Russia al trattato Inf”. Quest’ultimo aspetto fa l’eco alle accuse mosse martedì scorso dalla rappresentante permanente degli Usa Kay Bailey Hutchison, che ha addirittura minacciato contromisure (fino all’eliminazione dei missili russi) nel caso in cui Mosca non interrompa lo sviluppo di armamenti a raggio intermedio capaci di portare testate nucleari. Le rimostranze riguardano il trattato siglato nel 1987 da Stati Uniti e Unione Sovietica, che proibisce esplicitamente il dispiegamento a terra di missili con un raggio fra 500 e 5.500 chilometri. La logica delle accuse e contro-accuse con Mosca va avanti da ormai un paio d’anni (qui un approfondimento sul tema), con Washington che cerca di coinvolgere (riuscendoci) anche la Nato sull’argomento, nonostante l’Inf sia un trattato bilaterale. Ciò dimostra che la Russia resta in cima alle priorità dell’Alleanza.
IL FRONTE SUD…
Ma il nostro Governo che cosa pensa ??
Remo
Il 16 ottobre 2018 alle 13.09 Elio Pagani <disarmo at peacelink.it> ha scritto:
---------- Forwarded message ---------
From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: mar 16 ott 2018, 13:08
Subject: OLTRE ALLE BOMBE, MISSILI NUCLEARI USA IN ITALIA?
To: < no.f35_m346 at autistici.org>
Cc: Elio Pagani < eliopaxnowar at gmail.com>
OLTRE ALLE BOMBE, MISSILI NUCLEARI USA IN ITALIA?
16 OTT 2018 Il ManifestoManlio Dinucci
La B61-12, la nuova bomba nucleare Usa che sostituisce la B-61 schierata in Italia e altri paesi europei, comincerà ad essere prodotta tra meno di un anno. Lo annuncia ufficialmente la National Nuclear Security Administration (Nnsa).
Essa informa che, conclusasi con successo la revisione del progetto finale, questo mese cominciano al Pantex Plant in Texas le attività di qualificazione della produzione, la quale sarà autorizzata a iniziare nel settembre 2019. Nel marzo 2020 entrerà in funzione la prima unità di produzione, ossia comincerà la produzione in serie di 500 bombe.
Da quel momento, ossia tra circa un anno e mezzo, gli Stati uniti cominceranno a schierare in Italia, Germania, Belgio, Olanda e probabilmente in altri paesi europei, in funzione anti-Russia, la prima bomba nucleare a guida di precisione del loro arsenale, dotata di capacità penetrante per esplodere sottoterra così da distruggere i bunker dei centri di comando.
Poiché l’Italia e gli altri paesi, violando il Trattato di non-proliferazione, mettono a disposizione degli Usa sia basi sia piloti e aerei per lo schieramento della B61-12, l’Europa sarà esposta a maggiore rischio quale prima linea del crescente confronto nucleare con la Russia.
Si prospetta allo stesso tempo una situazione ancora più pericolosa: il ritorno degli euromissili, ossia di missili nucleari analoghi a quelli schierati negli anni Ottanta dagli Stati uniti in Europa (anche in Italia), con la motivazione ufficiale di difenderla da quelli sovietici.
Questa categoria di missili nucleari a gittata intermedia (tra 500 e 5500 km), con base a terra, fu eliminata col Trattato Inf del 1987. Nel 2014, però, l’amministrazione Obama ha accusato la Russia di aver sperimentato un missile da crociera (sigla 9M729) della categoria proibita dal Trattato.
Mosca nega che questo missile violi il Trattato Inf e, a sua volta, accusa Washington di aver installato in Polonia e Romania rampe di lancio di missili intercettori (quelli dello «scudo»), che possono essere usate per lanciare missili da crociera a testata nucleare.
L’accusa fatta da Washington a Mosca, non sostenuta da alcuna prova, ha permesso agli Stati uniti di varare un piano mirante a schierare di nuovo in Europa missili nucleari a raggio intermedio con base a terra. Già l’amministrazione Obama aveva annunciato nel 2015 che «di fronte alla violazione del Trattato Inf da parte della Russia, gli Stati uniti stanno considerando lo spiegamento in Europa di missili con base a terra».
Il piano è stato confermato dalla amministrazione Trump: nell’anno fiscale 2018 il Congresso degli Stati uniti ha autorizzato il finanziamento di «un programma di ricerca e sviluppo di un missile da crociera lanciato da terra da piattaforma mobile su strada».
Il piano viene sostenuto dagli alleati europei della Nato. Il recente Consiglio Nord Atlantico a livello di ministri della Difesa, cui ha partecipato per l’Italia Elisabetta Trenta (M5S), ha dichiarato che «il Trattato Inf è in pericolo a causa delle azioni della Russia», accusata di schierare «un sistema missilistico destabilizzante, che costituisce un serio rischio per la nostra sicurezza».
Da qui la necessità che «la Nato mantenga forze nucleari sicure, affidabili ed efficienti» (il che spiega perché i membri dell’Alleanza abbiano respinto in blocco il Trattato Onu sulla proibizione delle armi nucleari). Si prepara così il terreno allo schieramento in Europa, a ridosso del territorio russo, di missili nucleari statunitensi a raggio intermedio con base a terra.
È come se la Russia schierasse in Messico missili nucleari puntati sugli Stati uniti.
(il manifesto, 16 ottobre 2018)VIDEO Torna l’incubo dei missili a Comiso
(27 febbraio 2018)
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