Scrive Navarra:
"l'assunto fondamentale è che non dobbiamo, noi italiani,
alimentare guerre per procura con la posta del petrolio e del gas
(= ENI contro TOTAL) nè aspirare, come Paese, al ruolo di media
potenza che punta neocolonialmente a controllare il destino del
territorio libico
la Libia è un crocevia di interessi internazionali di vecchio
stampo, noi dovremmo provare a prospettare l'interesse nuovo ad un
cosviluppo comune di tutta l'area all'insegna della conversione
energetica ed ecologica"
Il punto è che l'Italia non può decidere con indipendenza
(sovranamente oggi non va di moda) la sua politica estera, guerre
in primis, ma nemmeno gli ottimi progetti prospettati da Navarra.
Nemmeno questo Governo può farlo ammesso che ne comprenda
importanza e conseguenze e decida il Rubicone, come non l'hanno
fatto i precedenti. Se non ci togliamo dalla Nato o la sfasciamo
niente da fare. Siamo attualmente in giro per il mondo a far
guerre per procura, dall'Asia al Ciad, qua agli ordini Usa e là a
quelli francesi. O sovranità europea concordata in un reale
consesso democratico europeo dotata di autonomia dalla Nato
(quindi media potenza mondiale), quindi modello imperialista, o
rigetto unilaterale dell'Italia di ogni accordo militare
internazionale Nato compreso, ed espulsione delle basi straniere,
nucleare per primo. Non mi sembra ci siano vie intermedie o
diplomatiche.
Jure
Il 03/10/2018 13:28, alfonsonavarra
(via disarmo Mailing List) ha scritto:
Tullio Filippone su Repubblica del 2 ottobre 2018
L'incontro fra i leader
dei Paesi del Mediterraneo annunciato dal ministro
degli Esteri Moavero: presente forse un esponente
del governo Tobruk
La conferenza internazionale
sulla Libia si svolgerà a Palermo e adesso si
conoscono le date: lunedì 12 e martedì 13
novembre. Lo ha annunciato il ministro degli
Esteri Enzo Moavero al Senato. La scelta del
capoluogo siciliano non è casuale: “Palermo è un
importante città italiana vicina allo scenario
libico”, ha detto il ministro degli Esteri,
ricordando che è stata scelta una città del
Mediterraneo, sul quale l’Italia ha una proiezione
geografica, storica e politica naturale che le
assegna un ruolo di primo piano per la
stabilizzazione del Paese nordafricano.
Sicuramente in Sicilia saranno
invitati tutti gli attori più importanti, sia a
livello internazionale che regionale. Tra gli
altri ci saranno rappresentanti di paesi come
Arabia Saudita, Egitto, Turchia, Emirati Arabi
Uniti, Qatar, Francia, Germania, Spagna, Marocco,
Tunisia, Gran Bretagna, Canada, Ciad, Algeria,
Cina, Giordania, Malta. Ma anche rappresentanti
dell’Unione Europea, dell’Onu, della Lega araba e
dell’Unione africana. E secondo quanto riferito
dal ministro avrebbe confermato interesse a
partecipare alla conferenza anche il generale
libico Khalifa Haftar, uomo forte del governo
cirenaico di Tobruk.
“La conferenza – ha detto
Moavero – ha l’obiettivo di facilitare il dialogo.
È importante che ci sia un approccio inclusivo e
che vengano che vengano discusse delle tappe per
la stabilizzazione. Non imporremo scadenza, e
vorremo evitare di stabilire altre date per le
elezioni”. Lunedì prossimo il ministro volerà a
Mosca dove incontrerà l’omologo russo Sergej
Lavrov, per discutere della conferenza di Palermo.
alcune osservazioni e proposte
si potrebbe organizzare un "altersummit della
diplomazia popolare di base", a cura della
costituenda Rete delle Ambasciate di pace, di cui
sono promotori i Disarmisti esigenti (oltre la
Consulta per la pace del Comune, la WILPF Italia,
IPRI-CCP...)
l'assunto fondamentale è che non dobbiamo, noi
italiani, alimentare guerre per procura con la posta
del petrolio e del gas (= ENI contro TOTAL) nè
aspirare, come Paese, al ruolo di media potenza che
punta neocolonialmente a controllare il destino del
territorio libico
la Libia è un crocevia di interessi
internazionali di vecchio stampo, noi dovremmo
provare a prospettare l'interesse nuovo ad un
cosviluppo comune di tutta l'area all'insegna della
conversione energetica ed ecologica
altrimenti chiunque vinca a colpi di cannone e
simili non ci eviterà il futuro cui ci ammoniva la
COP23 di Bonn: la piroga su cui tutti siamo
imbarcati e che, secondo il parere degli scienziati
climatologi, finirà inevitabilmente a mollo...
potremmo parlare, nell'ancoraggio al "diritto
alla pace ONU", di "Piano per l'AFRICA" all'insegna
del "New Green Deal" di cui stanno tracciando le
linee i nuovi economisti "socialisti" che supportano
la rivoluzione energetica ed antinucleare della
California, forse oggi l'unica vera buona notizia di
questo mondo che sta andando alla deriva, tra nuove
recessioni globali in arrivo, massicci riarmi
nucleari e militari, attacchi in preparazione
all'"impero persiano" (vedi Limes di questo luglio),
crescite esplosive del sovranismo nazionalistico e
razzista...
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