F-35, bombe vendute all’Arabia, spese militari. Argomenti delicati, su cui nella passata legislatura il Movimento 5 stelle ha fatto dura opposizione. La domanda è inevitabile: che strada seguirà il Governo vista l’alleanza tra due partiti non proprio allineati su questi argomenti? “Non mi aspetto che i Cinque stelle mantengano in toto le premesse fatte in campagna elettorale – spiega il coordinatore della Rete italiana per il Disarmo, Francesco Vignarca – sia perché stiamo parlando di un Esecutivo di coalizione, sia perché c’è un contratto di Governo”.
Pochi margini, dunque?
“Diciamo che non credo ci saranno innovazioni forti rispetto al passato. Fossero stati solo loro, magari sarebbe stato possibile. Con la Lega la vedo praticamente impossibile. Poi però c’è un modo di gestire le stesse risorse e la stessa organizzazione. E qui molto dipenderà dal singolo dicastero e dalla ministra Trenta”.
In che senso?
“Prenda la questione dei droni (commessa da 760 milioni, ndr): per ora hanno bloccato il discorso e non li hanno comprati. Stanno cercando di capire quanto possono inserire di loro eventuali indicazioni e volontà. Fondamentale sarà il Documento Programmatico Pluriennale per capire come si stanno muovendo in fatto di spesa militare. La cifra complessiva è nella Manovra, ma è col Dpp che sapremo quanto si spende per ogni singolo programma”.
Siamo in ritardo nella pubblicazione di questo Documento?
“Sì, e di tanto. Doveva essere pubblicato ad aprile: siamo a settembre e ancora non c’è. Il sintomo è che lo stanno rivedendo perché sanno che è da lì che potrebbero arrivare i primi problemi e le prime critiche. Soprattutto lì si gioca quello che potrà essere modificato”.
C’è stato qualche cambiamento col passaggio dalla Pinotti alla Trenta?
“C’è sicuramente una maggiore volontà di contatto con le realtà del mondo pacifista. C’è maggiore dispobilità al confronto”.
Capitolo F-35: come andrà a finire?
“La ministra è stata chiara: si vuol cancellare il possibile e rivedere il programma. Bisogna capire ora se rivedere vuol dire rimodulazione temporale o anche quantitavia. Finché non c’è il Dpp, non possiamo saperlo. Io, però, credo che ci sia una volontà di rivedere anche costi e quantità”.
Bicchiere mezzo pieno?
“Una rimodulazione dei costi e dei numeri andrebbe nella direzione della mozione votata in Parlamento che imponeva la metà del budget”.
Altro cavallo di battaglia dei Cinque stelle è stato lo stop alla vendita di bombe all’Arabia.
“Qui le prime avvisaglie non sono positive. Mesi fa c’è stata una risposta del sottosegretario Manlio Di Stefano a Lia Quartapelle (Pd, ndr) in cui sembrava che si fossero scambiati la voce. Chi fino ad allora aveva parlato di alleati e dell’impossibilità di stoppare le commesse ora attaccava, e viceverse. Noi lo diciamo con forza: c’è la possibilità di tornare indietro. È una decisione politica: se si vuole fermare questo business, ci sono i margini per farlo”.