[Disarmo] Buone nuove da Torino - lettera della società civile torinese alla sindaca Appendino
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- Date: Fri, 20 Jul 2018 00:15:11 +0200
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-------- Messaggio Inoltrato --------
Alla mozione votata dal Consiglio Comunale di Torino di
condanna di Israele per il massacro di Gaza, c'è stata una
violenta risposta delle comunità ebraiche torinesi e nazionali
e la richiesta da parte di quest'ultime di un incontro con la
sindaca Appendino il tutto sostenuto in modo fazioso dal
quotidiano "La Stampa" senza citare minimamente le
argomentazioni e i dati contenuti nella mozione. La società
civile torinese ha reagito mandando una lettera di appoggio
alla mozione alla sindaca che qui sotto riportiamo. Finalmente
una buona inizativa .
La società civile torinese unita nel sostenere una importantissima mozione approvata pochi giorni fa in Consiglio Comunale con la quale si chiede al governo di interrompere la vendita di armi ad Israele e l'apertura di canali umanitari per le forniture mediche verso Gaza! In allegato la mozione approvata dal Consiglio Comunale di
Torino Signora Sindaca Appendino, in quanto organizzazioni della
società civile torinese, e consapevoli delle pressioni che si
sono verificate negli ultimi giorni, vogliamo dichiarare la
nostra adesione alla mozione approvata a larghissima maggioranza
dal Consiglio Comunale di Torino. In questo documento, si
esprime profonda preoccupazione per la repressione e l'uso
smisurato della forza da parte dell'esercito israeliano contro
la popolazione civile palestinese e si chiede “la sospensione
delle forniture di armi e attrezzature militari nei confronti di
Israele”. In tal senso è necessario ricordare l’ultimo rapporto
di Amnesty International che hanno accertato come nel corso
delle proteste della “Grande marcia del ritorno” a Gaza
l’esercito israeliano abbia “ucciso e ferito manifestanti
palestinesi che non costituivano alcuna minaccia imminente”.
Nella maggior parte dei casi analizzati da Amnesty, i
manifestanti uccisi sono stati colpiti sulla parte superiore del
corpo, come la testa e il petto, in diversi casi mentre davano
le spalle ai soldati. I cecchini israeliani hanno ucciso o
ferito in modo intenzionale manifestanti disarmati, disabili,
giornalisti e personale medico che erano distanti dalla barriera
da 150 a 400 metri. I palestinesi uccisi sono stati più di 100 e
il numero di feriti si aggira attorno alle 10.000 persone,
mentre nessun soldato o civile israeliano è rimasto ferito.
Secondo Medici Senza Frontiere, la metà degli oltre 500 pazienti
trattati nei suoi centri “presentano ferite da armi da fuoco
davvero devastanti” molti dei quali subiranno dei deficit
funzionali per tutta la vita. A questo bisogna aggiungere che la
maggioranza dei feriti “è a rischio amputazione per la mancanza
di cure sufficienti a Gaza” a causa del blocco israeliano che
provoca una situazione di profonda crisi umanitaria. Pertanto
risultano più che condivisibili le parole della vicedirettrice
di Amnesty International per il Medio Oriente, Magdalena
Mughrabi secondo cui “la comunità internazionale deve agire
concretamente e fermare l’afflusso di armi e di equipaggiamento
militare a Israele poiché non farlo significherà continuare ad
alimentare gravi violazioni dei diritti umani contro uomini,
donne e bambini”. Ci pare che Amnesty International (come anche
Human Right Watch, Medici Senza Frontiere e Commissione Speciale
per i diritti umani dell'ONU) sia una fonte universalmente
riconosciuta come affidabile e non sospetta né di essere
pregiudizialmente antiisraeliana né tanto meno antisemita. Per
tutte queste ragioni, ribadiamo il nostro sostegno alla
decisione del Consiglio Comunale di Torino che può costituire un
esempio per le altre amministrazioni locali nella difesa dei
diritti umani ed il rispetto della giustizia internazionale.
Di seguito la lista completa delle realtà firmatarie: - Progetto Palestina torino.repubblica.it
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