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[Disarmo] Fwd: [aderenti_paxchristi] Una possibile lettura dei dazi proposti da Trump
- Subject: [Disarmo] Fwd: [aderenti_paxchristi] Una possibile lettura dei dazi proposti da Trump
- From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
- Date: Tue, 10 Apr 2018 16:57:51 +0000
---------- Forwarded message ---------
From: Franco Dinelli <franco.dinelli at gmail.com>
Date: mar 10 apr 2018, 17:25
Subject: [aderenti_paxchristi] Una possibile lettura dei dazi proposti da Trump
To:
From: Franco Dinelli <franco.dinelli at gmail.com>
Date: mar 10 apr 2018, 17:25
Subject: [aderenti_paxchristi] Una possibile lettura dei dazi proposti da Trump
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L’arte della guerra
In crisi l’impero americano d’Occidente
Manlio Dinucci
Manlio Dinucci
La guerra dei dazi scatenata dagli Usa contro la Cina e le nuove sanzioni contro la Russia sono segnali di una tendenza che va oltre gli attuali eventi. Per comprendere quale sia, si deve risalire a una trentina di anni fa.
Nel 1991 gli Stati uniti, usciti vincitori dalla guerra fredda e dalla prima guerra del dopo guerra fredda, quella del Golfo, dichiarano di essere rimasti «il solo Stato con una forza, una portata e un'influenza in ogni dimensione – politica, economica e militare – realmente globali» e che nel mondo «non esiste alcun sostituto alla leadership americana».
Fidando sull’egemonia del dollaro, sulla portata globale delle proprie multinazionali e dei propri gruppi finanziari, sul controllo delle organizzazioni internazionali (Fmi, Banca mondiale, Wto), gli Stati uniti promuovono il «libero commercio» e il «libero movimento di capitali» su scala globale, riducendo o eliminando dazi e regolamenti. Sulla loro scia si muovono le altre potenze dell’Occidente.
La Federazione Russa, in profonda crisi dopo la disgregazione dell’Urss, viene considerata da Washington facile terra di conquista, da smembrare per meglio controllarne le grandi risorse.
La Cina, apertasi all’economia di mercato, appare anch’essa conquistabile con i capitali e i prodotti statunitensi e sfruttabile quale grande serbatoio di manodopera a basso costo.
Trent’anni dopo, il «sogno americano» del dominio incontrastato del mondo è svanito. La Russia, costituto un fronte interno a difesa della sovranità nazionale, ha superato la crisi riacquistando lo status di grande potenza. La Cina, la «fabbrica del mondo» in cui producono anche multinazionali Usa, è divenuta il primo esportatore mondiale di merci ed effettua crescenti investimenti esteri. Oggi sfida la supremazia tecnologica degli Stati uniti.
Il progetto di una nuova Via della Seta – una rete viaria, ferroviaria e marittima tra Cina ed Europa attraverso 60 paesi – pone la Cina all’avanguardia nel processo di globalizzazione, mentre gli Stati uniti si arroccano erigendo barriere economiche.
Washington guarda con crescente preoccupazione alla partnership economica e politica tra Russia e Cina, che sfida la stessa egemonia del dollaro.
Non riuscendo a contrastare tale processo solo con strumenti economici, gli Stati uniti ricorrono a quelli militari. Il colpo di stato in Ucraina e la conseguente escalation anche nucleare in Europa, lo spostamento strategico in Asia, le guerre in Afghanistan e Siria, fanno parte della strategia con cui gli Usa e le altre potenze dell’Occidente cercano di mantenere il predominio unipolare in un mondo che sta divenendo multipolare.
Tale strategia sta però subendo un serie di scacchi. Russia e Cina, sottoposte a crescente pressione militare, hanno reagito rafforzando la cooperazione strategica. La Russia non solo non è stata messa alle corde ma, con una mossa a sorpresa, è intervenuta militarmente a sostegno dello Stato siriano che, nei piani Usa/Nato, avrebbe dovuto fare la fine di quello libico. In Afghanistan, Usa e Nato sono impantanati in una guerra che dura da oltre 17 anni.
Come reazione a tali fallimenti, si intensifica la campagna per far apparire la Russia quale pericoloso nemico, usando anche la false flag degli attacchi chimici in Inghilterra e in Siria.
La tecnica è la stessa usata nel 2003 quando, per giustificare la guerra contro l’Iraq, il segretario di stato Colin Powell presentò all’Onu le «prove» che l’Iraq possedeva armi di distruzione di massa. Lo stesso Powell, nel 2016, ha dovuto ammettere l’inesistenza di tali armi. In 15 anni, però, la guerra ha provocato oltre un milione di morti.
(il manifesto, 10 aprile 2018)
------ Fine del messaggio inoltrato
Franco Dinelli, Ph.D.
CNR - INO
Area della Ricerca di Pisa - S. Cataldo
via Moruzzi,1 I-56124 Pisa, Italy
Tel: +39 050 3152564 (2566)
Fax: +39 050 3152576
'Pensa agli Altri'
Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti , pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.
(Mahmoud Darwish)
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non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti , pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.
(Mahmoud Darwish)
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