La Russia ha collaudato in Siria gran parte delle nuove armi e apparecchiature militari che saranno disponibili nei prossimi anni per l’esercito e il mercato mondiale. È quanto sostiene Dmitry Rogozin, vice-premier russo in una lunga intervista concessa ieri al quotidiano della confindustria Kommersant. E in cui ha affrontato anche i temi dei progetti spaziali russi e della colonizzazione dell’Artico.
Rogozin ha sostenuto che il ritardo nell’approvazione del nuovo piano per lo sviluppo dell’industria bellica è stato dovuto alle necessità del suo adeguamento «ai documenti ricevuti negli ultimi mesi dalla Siria». Secondo Rogozin in Siria «è stata condotta una valutazione completa di armi e di attrezzature in condizioni di combattimento ed ambientali estreme». Sono stati collaudate complessivamente oltre 200 tipi di armi e attrezzature. Il collaudo avrebbe coinvolto «la robotica, i sistemi di puntamenti intelligenti, la difesa degli aerei dagli incendi». La Russia, sulla base di quanto comprovato dalla guerra in Siria punterà sempre di più su proiettili intelligenti in quanto «nel condurre operazioni militari in condizioni urbane, l’uso di proiettili non guidati produce perdite tra i civili che alimentano il consenso alla guerriglia».
E per farsi intendere al meglio il ministro non si è risparmiato una analogia tra un scoiattolo e un essere umano: «Come dicono i cacciatori, meglio colpire lo scoiattolo in mezzo agli occhi. Meglio sparare un colpo costoso che 100 colpi indiscriminati». Rogozin ha inoltre precisato che in Siria in questi anni hanno operato squadre di specialisti di oltre 50 imprese militari russe.
Il nuovo piano bellico russo si concentrerà anche su come contrastare la corsa al riarmo americano: «Non chiudiamo gli occhi di fronte all’accumulo di potenza della Nato, sullo sviluppo americano del concetto di “attacco globale”; avremo, mi si creda, una risposta adatta per tutto».
«Ma le sanzioni americane non impediranno lo sviluppo del programma?», ha chiesto poi l’intervistatore. Il ministro su questo punto ha riconosciuto che esistono delle difficoltà ma ha garantito che gli esperti stanno lavorando affinché «non ci siano interruzioni nelle forniture militari ai nostri clienti stranieri». Il portafoglio-ordini dell’export militare russo sarebbe ora di 50 miliardi di dollari.
Per Rogozin del resto le sanzioni contro l’industria bellica russa sono destinate a restare «per sempre». «Se le toglieranno vorrà dire che ci stiamo indebolendo» ha sostenuto convinto.
Un ampio capitolo è stato dedicato poi ai progetti «civili». La colonizzazione dell’Artico da parte russa è iniziata sin dal 2007, ma paesi confinanti come il Canada hanno sospettato che il Cremlino dietro i propositi di ricerca geografica puntino a creare nell’area una flotta nucleare. Ipotesi negata da Rogozin: «Tutte le ricerche si svolgono nel rispetto delle leggi internazionali».
Lo stesso dicasi per i progetti nel cosmo. La sfida su questo terreno con gli Usa, per il ministro russo, non è impossibile. «Gli americani si stanno spostando verso sistemi di informazione e comunicazione multi-satellite…I sistemi di bordo sono creati con l’intelligenza artificiale autoapprendente. Siamo sulla cuspide di una rivoluzione nella tecnologia spaziale, Ma la cosa più interessante è che queste tecnologie sono alla nostra portata». Senza dimenticare neppure la robotica: «Diciamoci la verità: dove una persona può essere sostituita con una macchina automatica si deve farlo. Lo spazio non è uno scherzo…perché rischiare la vita degli astronauti?», ha concluso Rogozin.