Le aree di esercitazione e sperimentazione di nuovi sistemi
d'arma e munizioni si trovano prevalentemente in Sardegna dove la
magistratura ha aperto numerose inchieste per verificare
responsabilità per i danni arrecati all'ambiente e subiti dalle
popolazioni
di ALBERTO CUSTODERO
ROMA - Un registro
dei colpi di cannone e dei missili sparati. Bonifica entro 180
giorni. Obbligo del ministero della Difesa di stanziare ogni
anno i fondi. Per la prima volta non ci sarà più una
legislazione 'domestica' (controllori di se stessi) a vigilare
sull'inquinamento provocato dalle attività militari nei
poligoni. Ma le attività di controllo saranno affidate a
organismi civili, l'Arpa e l'Ispra.
Svolta nella gestione dei poligoni di tiro militari in Italia:
nella notte di ieri è stato approvato in commissione Bilancio
del Senato un emendamento sulla tutela della salute e
dell'ambiente nei poligoni militari. Tale emendamento accoglie
completamente la proposta di legge che era stata presentata alla
Camera da Giampiero Scanu, il presidente della
commissione Uranio di Montecitorio che sta conducendo una vera e
propria inchiesta
sulla tutela della salute dei militari in Italia e
all'estero, nelle missioni.
L'emendamento ha avuto il parere favorevole del ministero della
Difesa.
Con la nuova normativa, non ci saranno più le leggende
metropolitane sui presunti effetti dell'inquinamento
radioattivo e da polveri sottili delle esercitazioni
militari. Ma sarà posta anche la parola fine all'uso improprio
del segreto militare che fino a ora ha impedito la trasparenza
nella gestione dei poligoni. La nuova legge riguarda soprattutto
la Sardegna, a Capo
Teulada e a Salto di Quirra (ma
anche in Puglia si verificano criticità) dove si trovano i
poligoni più grandi d'Europa in funzione dal Dopoguerra e da
allora mai bonificati. Numerose inchieste della magistratura -
che hanno esercitato un indubbio pressing sul ministero della
Difesa - sono a un passo dalla contestazione del reato di
disastro ambientale per i danni subiti dall'ambiente e dalle
popolazioni vicine ai luoghi di esercitazione.
• OGGI GESTORI POLIGONI CONTROLLORI DI SE STESSI
Fino a oggi l'unico sistema di controllo sui poligoni erano i
Co.Mi.Pa. (Comitati Misti Paritetici), un organismo misto con le
Regioni dove erano presenti 7 componenti della Difesa e 7 della
Regione. E dove veniva sostanzialmente recepito il programma
delle attività previste nei poligoni. Ma il Co.Mi.Pa è
presieduto, per legge, dall'ufficiale più anziano presente (mai
da un civile) ed il segretario è l'ufficiale più giovane.
Dopodiché l'unica attività di controllo nei poligoni è sempre
stata fatta o dalle forze militari in maniera autonoma o a
seguito di una ipotesi di reato. I residui dei colpi sparati
venivano sì raccolti, ma prevalentemente per estrarre le materie
riutilizzabili, e solo quando era un'attività semplice: in mare
in diverse Regioni italiane ci sono residui delle esercitazioni
di più di 40 anni.
• LE NOVITÀ INTRODOTTE DALL'EMENDAMENTO
Con la nuova normativa prevista dall'emendamento dovrà essere
tenuto un registra del sistema d'arma e di munizionamento
utilizzati, con data, luogo di partenza dello sparo e luogo di
arrivo dei proiettili. Il registro dovrà essere conservato per
dieci anni e portato a conoscenza delle Regioni e degli istituti
di Vigilanza della sicurezza sul lavoro e dell'ambiente. Entro
30 giorni i residui dovranno essere specificamente classificati
nei diversi tipi di rifiuti (da smaltire, da riciclare,
speciali, tossici, ecc..) e nei successivi 6 mesi dovranno
essere stati eliminati dal terreno. Inoltre la sorveglianza sui
pericoli ambientali viene assegnata, per la prima volta, ad
organismi totalmente civili come l'Arpa in ambito regionale e
l'Ispra in ambito nazionale.
Per effetto dell’introduzione del registro dei colpi e della
relazione semestrale, le comunità locali dove hanno sede i
poligoni sapranno quali esercitazioni si svolgono. Inoltre le
autorità di vigilanza sulla sicurezza ambientale e del lavoro
conosceranno il tipo di munizionamento di volta in volta
utilizzato. Per la prima volta viene fissato un termine
perentorio per la rimozione dei residui che ogni esercitazione
lascia sul terreno. Diventa quindi obbligatoria la bonifica
periodica dei poligoni, al fine di evitare situazioni di danno
ambientale protratte nel tempo. Il ministero della Difesa, che
ha condiviso la nuova normativa, mette a disposizione di queste
attività le risorse necessarie, che verranno stabilite
annualmente con apposito decreto. Viene anche definito un limite
temporale per le esercitazioni nei poligoni, con l’obiettivo di
ridurre il più possibile la loro utilizzazione.
• SCANU: "ACCOLTA NOSTRA PROPOSTA, CAMBIA SCENARIO"
Non nasconde la sua soddisfazione Giampiero Scanu, il presidente
della commissione Uranio della Camera ispiratore
dell'emendamento. "Grazie all’approvazione di queste norme - è
il commento di Scanu - cambierà totalmente l’attuale scenario,
rispetto al quale la nostra Commissione ha svolto un’intensa
attività di inchiesta. D’ora in poi, sarà garantita la trasparenza
di tutte le attività addestrative; la tutela della salute
dei militari e delle popolazioni residenti in prossimità dei
poligoni. L’obbligo di bonificare l’ambiente entro termini
certi, grazie anche all’impiego di risorse adeguate messe a
disposizione dal ministero della Difesa. Si tratta di un
risultato di straordinaria importanza", conclude Scanu, "per il
quale vorrei ringraziare la ministra della Difesa Roberta
Pinotti, per il sostegno politico offerto, e i
senatori Lai, Cucca, Angioni
e Uras, per aver presentato e
sostenuto l’emendamento fino alla sua approvazione”.
• EMERGENZA IN SARDEGNA: LE INDAGINI DEL PM DI LANUSEI
Nell'area di Lanusei, nel centro
orientale della Sardegna, a fronte di una popolazione di
60mila abitanti, si trova il poligono militare di Quirra, il
più grande d'Europa dove si sono fatte esercitazioni
missilistiche anche con armi sperimentali. Da anni si indaga
su malattie tumorali che hanno colpito civili e militari, sui
danni all'ambiente e alla salute del bestiame, sulla
contaminazione di latte e formaggio da metalli pesanti (piombo
cadmio arsenico torio e uranio), collegati all'inquinamento
provocato dal brillamento degli esplosivi e all'interramento
di scorie militari. Ma un'altra emergenza è rappresentata dal
poligono di Capo Teulada: qui si trova la zona Alfa, l’istmo
che collega l’area Delta, ovvero la famigerata penisola
interdetta, nella baia di Zafferano.
• QUESTIONI APERTE: PASSAGGIO ALL'INAIL DEL COMPARTO
DIFESA
Rimane ancora aperta la partita sul passaggio delle competenze
sulla assistenza delle vittime del lavoro del comparto Difesa
all'Inail, con una sorveglianza migliorata ed affidata a équipe
miste di militari e ispettori del lavoro. Con quest'altra legge,
che potrebbe essere inserita nella legge di Bilancio quando
passerà alla Camera, si otterrebbe una migliore assistenza per
chi dovesse avere, sfortunatamente, degli incidenti sul lavoro, ma,
soprattutto, una condizione di lavoro più sicura per tutti i
militari grazie al miglioramento complessivo delle condizioni di
sicurezza che sarà possibile grazie alla lunghissima e
consolidata esperienza dell'Inail in questo settore.
http://www.repubblica.it/cronaca/2017/11/29/news/poligoni_militari_tutela_salute_lavoratori_commissione_bilancio_senato_emendamento_giampiero_scanu-182515359/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P14-S1.6-T1