Re: [Disarmo] Dal capitalismo industriale al capitalismo estrattivo - La globalizzazione neoliberista del colonialismo di insediamento



Molto interessante, dalla sintesi, posso dire di condividere questa analisi.
Elio

Il giorno 6 novembre 2017 21:29, jure LT <disarmo at peacelink.it> ha scritto:

Intro per una tesina da manuale.

Dal capitalismo industriale al capitalismo estrattivo:

"Se il colonialismo di insediamento opera secondo una logica eliminatoria nei confronti dei nativi, espulsi dall'ordinamento politico fondato dai coloni, il capitalismo estrattivo opera secondo una logica eliminatoria nei confronti dei superflui, espulsi dal circuito di produzione capitalista".
Ovvero, detto con Marx, "accumulazione senza riproduzione di forza lavoro".

Enrico Bartolomei, Diana Carminati, Alfredo Tradardi, DeriveApprodi 2017

Jure Ellero



-------- Messaggio Inoltrato --------
Oggetto: ESCLUSI Stralcio dall'introduzione di Enrico Bartolomei, Dieci comandamenti in una mano e la spada nell'altra.
Data: Mon, 6 Nov 2017 8:58:14 +0100
Mittente: ISM-Italia <info at ism-italia.org>
Rispondi-a: info at ism-italia.org
A: glry at ngi.it



ESCLUSI La globalizzazione neoliberista del colonialismo di insediamento

a cura di Enrico Bartolomei, Diana Carminati, Alfredo Tradardi, DeriveApprodi 2017

Stralcio dall'introduzione di Enrico Bartolomei, Dieci comandamenti in una mano e la spada nell'altra.

L'analisi degli insediamenti coloniali europei getta nuova luce sulle trasformazioni del capitalismo contemporaneo. La differenza fondamentale tra il capitalismo industriale e il capitalismo estrattivo dei nostri giorni, o neoliberismo coloniale, è che mentre nel primo caso il capitale, per riprodursi, ha bisogno di nuovi mezzi di produzione e di nuova forza lavoro, in modo che ad ogni allargamento del capitale corrisponda lo sviluppo di nuove forze produttive, nel secondo caso l'accumulazione di capitale avviene tramite l'espulsione di larghe fasce di popolazione dal circuito di produzione e il loro ingresso nella classe dei superflui.

         In altri termini, la «accumulazione per spoliazione», come è stata chiamata da David Harvey, che descrive l'accaparramento delle risorse di un territorio a scapito del sostentamento delle popolazioni e degli ecosistemi locali (l'industria estrattiva mineraria e degli idrocarburi, le imprese agroalimentari orientate all'esportazione, la costruzione delle grandi infrastrutture di collegamento globale tra i siti di estrazione, le industrie di trasformazione e i centri del consumo, la finanziarizzazione dell'economia, la gentrificazione degli spazi urbani, possono essere considerate manifestazioni di questa modalità estrattivista.), produce quella che Veracini  chiama «accumulazione senza riproduzione di forza lavoro»: ed è proprio questa la definizione fondamentale del colonialismo di insediamento come modo specifico di dominio.

         Il capitalismo estrattivista riproduce al centro del sistema economico globale le stesse modalità di espulsione/segregazione che gli insediamenti coloniali producono nelle periferie. Nei paesi del centro l'accumulazione per spoliazione avviene attraverso la privatizzazione delle imprese pubbliche e dei beni comuni secondari (istruzione, sanità, conoscenza, assistenza e previdenza sociale, spazi pubblici). Questo processo ha bisogno di un nuovo regime politico che agisca per conto degli interessi privati, che sia in grado di «gestire» o di «mettere in sicurezza» le popolazioni superflue e recalcitranti: è il regime neoliberista, autoritario e di polizia, che opera formalmente nello stato di diritto, ma che è pronto a operare nello stato di eccezione nei territori considerati d'interesse strategico, sulle popolazioni superflue e in generale sulle nuove «classi pericolose» (disoccupati, sottoccupati, precari, lavoratori informali, immigrati, attivisti e organizzazioni dichiarate sovversive).

         Nelle periferie coloniali e semi-coloniali, invece, l'accumulazione per spoliazione riguarda le risorse primarie del suolo e del sottosuolo e avviene per mezzo della violenza predatoria di regimi coloniali o neo-coloniali e della militarizzazione dei territori in prossimità dei siti di estrazione. Per le popolazioni native, l'accumulazione per spoliazione del neoliberismo coloniale rappresenta una seconda ondata di espulsione, dopo quella originaria del colonialismo di insediamento: lo dimostra la riacutizzazione delle lotte dei nativi americani (Lakota, Navajo e Wampanoag) e di altri popoli indigeni dell'America Latina (Zapatisti, Mapuche, Guarani e Miskito) per la sopravvivenza culturale e per l'autogoverno dei propri territori minacciati dall'appetito delle imprese estrattive e dello stato coloniale neoliberista.

         In altri termini, se il colonialismo di insediamento opera secondo una logica eliminatoria nei confronti dei nativi, espulsi dall'ordinamento politico fondato dai coloni, il capitalismo estrattivo opera secondo una logica eliminatoria nei confronti dei superflui, espulsi dal circuito di produzione capitalista.

         Sia nativi che superflui condividono perciò una «comunanza nella ridondanza» .





Lista Disarmo
Per iscriversi o cancellarsi dalla lista:
http://www.peacelink.it/mailing_admin.html



--
Diceva Gandhi:
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.
Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne. 
Non c'è strada che porti alla pace che non sia la pace, l'intelligenza e la verità.
Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi.
Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere.
Per praticare la nonviolenza, bisogna essere intrepidi e avere un coraggio a tutta prova.
Nessun uomo può essere attivamente non-violento e non ribellarsi contro l'ingiustizia dovunque essa si verifichi.