[Disarmo] Fwd: Corea e il rischio nucleare, la mediazione di Francesco. Vertice in Vaticano con ONU e NATO 10-11 novembre
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- From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
- Date: Mon, 30 Oct 2017 16:34:18 +0100
Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: 30 ottobre 2017 16:34
Oggetto: Corea e il rischio nucleare, la mediazione di Francesco. Vertice in Vaticano con ONU e NATO 10-11 novembre
A: Pax Christi Italia punti pace <punti_pace_paxchristi at liste.retelilliput.org>
Corea e il rischio nucleare, la mediazione di Francesco. Vertice in Vaticano con Onu e Nato
Papa Francesco e Donald Trump
Pressing del Papa su Trump e Kim. Undici Nobel per la pace chiederanno il disarmo atomico
di FRANCESCA CAFERRI – La Repubblica - 30 ottobre 2017
MENTRE l'orologio
nucleare indica sempre più chiaramente il rischio imminente di uno
scontro fra Stati
Uniti
e Corea
del Nord,
il Vaticano
lavora per mettere a punto una mediazione che fermi un conflitto in
grado di fare migliaia di morti e di cambiare gli equilibri del
mondo. Il segno tangibile dell'intervento papale nella crisi
nordcoreana è il Vertice
mondiale per il Disarmo nucleare voluto da papa Francesco il 10 e 11
novembre a
Roma.
Per
discutere di come fermare la corsa al nucleare in Vaticano
arriveranno undici
premi Nobel per la pace
fra cui Mohammed
Yunus, Mohamed
El Baradei, Jody
Williams, Mairead
Maguire, Adolfo
Pérez Esquivel e
Beatrice
Fihn, direttrice
dell'ICAN,
la campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari che
proprio per il suo impegno in nome del disarmo ha vinto il Nobel per
la pace quest'anno. Insieme a loro ci saranno i vertici
delle Nazioni unite
(Izumi
Nakamitsu, Alto
rappresentante Onu per il Disarmo),
della NATO
(Rose
Gottemoeller,
vice
segretario generale)
e rappresentanti
degli Stati coinvolti nella crisi coreana, fra cui in primo piano
Stati
Uniti, Corea
del Sud e Russia:
tutti invieranno all'incontro i rispettivi ambasciatori presso il
Vaticano.
A parlare in rappresentanza di tutte le vittime di armi atomiche sarà
la giapponese Masako
Wada, una
delle ultime superstiti di Hiroshima:
il suo sarà con tutta probabilità l'intervento più emotivo del
summit. Wada racconterà il dolore e il costante senso di colpa che
hanno accompagnato l'esistenza di chi al fungo atomico è
sopravvissuto, ma con le conseguenze dell'esplosione ha dovuto fare i
conti per tutto il resto della vita. La Santa
Sede sarà
rappresentata, fra gli altri, dal segretario
di Stato Pietro Parolin
e dal cardinale
Peter Turkson,
prefetto
del dicastero per lo Sviluppo umano integrale.
All'apertura
dei lavori del vertice
- "Prospettive
per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale"
è il titolo ufficiale dell'incontro - papa
Francesco
riceverà i partecipanti e pronuncerà il suo intervento: un discorso
che ci si aspetta essere molto più che un semplice appello a fermare
la corsa alle armi. Piuttosto il segno concreto del forte impegno che
da mesi il Vaticano sta mettendo sulla questione nordcoreana. E il
risultato dei contatti già intrapresi con i maggiori protagonisti
della crisi e con i loro alleati per impedire che inneschino un
processo irreversibile: impegno e contatti che nelle ultime settimane
si sono rafforzati in vista del viaggio del pontefice in Asia a fine
novembre. Un viaggio in cui il Pontefice toccherà Myanmar e
Bangladesh, ma in cui la crisi nordcoreana sarà uno sfondo
costante.
"Richiamare
l'attenzione sul nucleare come strumento di morte e trovare una
strada per eliminarlo è una delle priorità del Papa
- spiega chi sta preparando la conferenza - non potrà non
sottolineare che anche in casi critici come quello della Corea del
Nord la soluzione non è la guerra ma il dialogo. Il tema è molto
presente nella sua agenda". Il Pontefice con tutta probabilità
metterà in guardia dalle conseguenze di un potenziale uso del
nucleare in linea generale e poi inviterà gli Stati ad agire in modo
concreto per fermare in tempi rapidi la corsa all'atomica.
"La
preparazione di questa iniziativa era iniziata ben prima che i titoli
dei giornali si concentrassero sulla Corea del Nord
- racconta l'arcivescovo
Silvano Tomasi, delegato del Papa sulle politiche del disarmo
nucleare - ma
è evidente che ora siamo di fronte al rischio reale di uso
dell'atomica: per caso, per decisione consapevole o perché le
persone che siedono nella stanza dei bottoni mancano di equilibrio
mentale. Dunque,
lavorare
perché la sicurezza venga garantita non da armi di distruzione di
massa ma dal fatto che nessuno abbia la possibilità di usarle, si è
fatto più urgente".
Al tavolo del Vaticano saranno seduti tutti gli attori del Trattato sul bando delle armi nucleari firmato all'Onu a luglio, dopo anni di negoziazioni, da 122 Paesi: "Abbiamo pensato che occorresse mantenere viva l'attenzione su questo problema: finita la Guerra fredda è come se fosse passato di moda - conclude Tomasi - . Così abbiamo deciso di convocare tutte le parti in causa per vedere se riusciamo a sollecitare un negoziato che coinvolga gli Stati che posseggono armi nucleari: l'ideale sarebbe che il Trattato diventasse obbligatorio per tutti i Paesi. Ma anche riuscire a convincere qualche Stato ad aderire sarebbe importante. Non si può pensare che ci sia un futuro sostenibile con 20mila bombe atomiche nel mondo".
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