[Disarmo] Fwd: IL NOBEL PER LA PACE AI REALISTI DI UN MONDO SENZA NUCLEARE
- Subject: [Disarmo] Fwd: IL NOBEL PER LA PACE AI REALISTI DI UN MONDO SENZA NUCLEARE
- From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
- Date: Sat, 7 Oct 2017 18:21:43 +0200
Da: Mario Agostinelli <agostinelli.mario at gmail.com>
Date: 7 ottobre 2017 17:22
Oggetto: IL NOBEL PER LA PACE AI REALISTI DI UN MONDO SENZA NUCLEARE
A: eliopaxnowar at gmail.com
Care/i, è di eccezionale rilievo il Nobel per la Pace a
ICAN, l'organizzazione che raccoglie le azioni, i movimenti e le iniziative
legali per rendere illegittimo il possesso della bomba nucleare. Talmente
sorprendente che la nostra stampa non aveva dato notizie dei progressi fatti
all'ONU dal trattato per l'abolizione dell'atomica e si è fatta sorprendere
senza nulla in mano. A me è stato chiesto dal fatto quotidiano di buttare giù in
fretta una traccia e di porla in rilievo come fatto di controtendenza.
L'articoletto, che qui riporto, è così sommario (redatto oltre la
mezzanotte con l'aiuto di un grande fisico pacifista come Luigi Mosca) da non
avere altra pretesa che l'annuncio di una svolta che nel sentire dei popoli
può finire col sopravanzare l'ottusità dei potenti. Nell'approssimazione di
un blog appaio anch'io come un ricettore di ultima istanza di un riconoscimento
sproporzionato: sono semplicemente iscritto e partecipo al dibattito in corso
come copromotore dei "Disarmisti esigenti" associati ad ICAN: sul sito ( http://www.disarmistiesigenti.
Il Premio Nobel per la Pace 2017 attribuito ad ICAN
(International Campaign to Abolish Nuclear Weapons)
Che cosa
ricompensa questo Premio Nobel per la Pace? Una speranza per il pianeta, una
legittimità per chi lotta per la pace, ma anche – diciamolo - Una grande
fierezza ed un forte incoraggiamento per tutti i membri di ICAN (V.
http://tg24.sky.it/mondo/2017/
Dal 2007 ICAN ha accompagnato e promosso tutta una serie di iniziative a partire dalla successione delle tre conferenze (Oslo, Nayarit e Vienna) sulle spaventose e ingestibili conseguenze umanitarie di ogni esplosione nucleare sulle popolazioni e le infrastrutture delle città e sul rischio crescente di una guerra nucleare anche solo per errore, per incidente o per sabotaggio.
In seguito, la
società civile, sempre con in prima linea ICAN, ha sviluppato una sinergia con la maggior parte dei
Paesi non dotati di armi nucleari, che ha condotto, attraverso una fase
preparatoria nel quadro delle Nazioni Unite a New York alla redazione e quindi
all’adozione del Trattato Internazionale
di Interdizione delle armi nucleari il 7 luglio scorso. La notizia è stata
trascurata dai media nazionali, data con ritardo e, fortunatamente, rivalutata a
pieno dal riconoscimento del Nobel (v. https://www.scienzainrete.it/
Che cosa implica questo Trattato? Implica il fatto fondamentale che le armi nucleari sono oramai rese ILLEGALI da un Trattato Internazionale. (come è avvenuto per le mine antiuomo e le armi chimiche). Già da ora esso quindi stigmatizza (e per sempre!) anche il solo possesso delle armi nucleari, (L’italia le custodisce sotto l’egida NATO a Ghedi e Aviano) e percio’ non mancherà di cambiare, e anche radicalmente, il modo in cui le armi nucleari sono sovente percepite dall’opinione pubblica, dai responsabili politici, dai ricercatori, dagli operatori industriali, economici e finanziari, e dai …militari!
Tutto ciò permetterà’, grazie anche a negoziati multilaterali appropriati, di pervenire all’eliminazione totale delle armi nucleari, la cui irreversibilità sarà garantita da questo stesso Trattato d’Interdizione. Processo questo non certo facile, ma indispensabile, e che sarà sotto la responsabilità di ogni cittadino del mondo.
Si’certo
– direte voi – questa è senz’altro la buona soluzione nel medio e lungo termine,
ma che cosa si puo’ fare nell’urgenza
della situazione attuale, con dei personaggi ‘singolari’ come Donald Trump e
Kim Young-Un, che rischiano, con un colpo di testa, di «schiacciare il
bottone?»
La sola soluzione accettabile, come prevede il Trattato è quella diplomatica, con, praticamente, l’apertura di negoziati tra gli USA e la Corea del Nord, nel quadro dell’ONU e grazie ad una mediazione della Cina, ben situata per giuocare questo ruolo essenziale. Una grande speranza di pace, dunque, ricondotta agli strumenti della responsabilità popolare, della democrazia e della politica. Una vittoria della ragione che parte da Oslo, ma che ha la sua forza di trazione nel diritto della pace di cui i popoli si potranno con riconosciuta legittimità far carico.
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