Ciao Alessandro.
Ho visto la lettera-appello in inglese.
E' scarna e non scende in particolari come la versione italiana, ed
è tutt'altro che una traduzione, ma un documento a sè stante. Non
sono presenti, come accade nella bozza italiana, insulti e assurde
richieste di embargo energetico o di sanzioni, nè di ingerenze
esterne che non siano discusse da una 'ONU rafforzata', che credo
vada inteso come democraticizzata, anche se non c'è scritto. Ma è
pure carente del quadro geopolitico sia mondiale che regionale che
viene giustamente richiamato nel documento in italiano. seppur in
vari punti sbilnciato e scorretto come ho segnalato nelle mie
criiche (molto meno nel 'documento finale' che sono in attesa di
veder pubblicato). Questa discrasia sarà da tutti notata, compreso
il S.G. dell'ONU. A mio avviso, meglio sarebbe rendere il testo in
italiano definitivo, per poi tradurlo in tutti i suoi contenuti in
inglese (e magari pure in cinese), e poi proporlo al mondo, anzichè
avanzare per passi incerti e non coordinati.
Giorgio Ellero
Il 07/09/2017 12:29, compax (via
disarmo Mailing List) ha scritto:
Giusto come osservazione ...
Mi pare che sulla versione inglese, ben schematizzata da
Mosca, nessuno abbia avuto da ridire.
Alessandro Capuzzo
giovedì 7 settembre 2017, 10:48 +0200 da Elio Pagani" (via
disarmo Mailing List) <disarmo at peacelink.it>:
Aggiungerei
alle giuste osservazioni di Jure che il “pazzo
coreano” non ha mai invaso nessuno , è sotto
boicottaggio internazionale, i suoi esperimenti
nucleari ( polizza assicurativa sulla sua vita
e quella dei suoi concittadini) li fa a casa
propria ; non sulla testa dei giapponesi come
hanno fatto gli americani , non nelle isole
polinesiane devastate dai nostri cugini , non
nel’oceano atlantico come ha fatto - nel
silenzio assoluto dei media - l’ entità
criminale sionista.
sebastiano
Oltre alla questione sanzioni richiamata da Elio
(definite banali quando sono invece lo strumento
di omicidio premeditato a medio termine di interi
popoli, inutile ne faccia qui l'elenco:
altrettanto cinicamente potrei affermare che
almeno l'atomica ti ammazza all'istante e non
patisci più e non vedi i tuoi nipoti pagare
asserite presunte colpe dei nonni!), ci sono un
altro paio di punti che non condivido per nulla e
mi fa reputare questo documento irricevibile.
In primo luogo, e collegato a quanto sopra, la
'proposta' alla Cina di tagliare le forniture
energetiche alla RDPK. Cos'è questo, se non una
pesantissima sanzione che andrebbe a colpire
essenzialmente la popolazione e le strutture
sociali dello Stato??
Fuori luogo la definizione di 'burattino' per il
presidente coreano (e più sotto addirittura
'disturbato mentale'!): offensivo verso un Capo di
Stato riconosciuto, e quindi totalmente
inaccoglibile da chi rappresenta la Società delle
Nazioni, e pure verso il Governo cinese. Se questo
vi sembra il metodo migliore per cercare di aprire
un dialogo costruttivo e risolutivo della crisi,
mi pare che siete fuori binario.
Infine, e questa è invece solo una opinione e non
le evidenze specchiate di quanto esposto sopra, la
RDPK viene definita come 'il provocatore', con la
conseguenza che le minacce e le possibili azioni
belliche future degli USA o, più probabilmente, di
una qualche 'comunità dei volenterosi' già viste
all'azione in Libia e altrove (Italia oggi in
Afghanistan, tanto per dirne una) risulterebbero
'una risposta' ad esse, più o meno egittimata
quindi, e più o meno nucleare, ma pur sempre una
mera reazione ad atti inconsulti del 'pazzo di
turno' su clichè Gheddafi o dell''Hitlerovic' di
Jugoslava memoria. C'è chi reputa, al contrario,
che siano gli Stati Uniti e i suoi interessati
amici Atlantici e Pacifici ad essere gli storici
provocatori e sabotatori della convivenza pacifica
in Estremo oriente: chiedetene conto ai Coreani,
ma anche ai Vietnamiti e a molti altri, a
rileggetevi, promemoria, la Storia delle ingerenze
statunitensi (e inglesi, e francesi...) in
quell'emisfero che va dalla Somalia alla Nuova
Zelanda.
La proposta ha da essere una soltanto: fine delle
minacce occidentali alla RDPK e ritiro della
miriade di navi militari che circondano la
Penisola, strapiene di armi atomiche (puntate
sulla Cina), che al confronto quel che ha testato
la Corea è un mortaretto. E demilitarizzazione di
TUTTA la penisola, e chiusura di ogni base e
strumento militare extranazionale presente in
Corea del Sud. Fatto questo, inizio di una
trattativa tra le due Coree in prospettiva di una
riunificazione nazionale fuori da ogni ingerenza
estera con la supervisione dell'ONU (magari
riformata..).
Altro che sanzioni umanitarie e taglio delle
forniture energetiche!
Giorgio Ellero
...........
Il 06/09/2017 16:40, Elio Pagani (via disarmo
Mailing List) ha scritto:
Grazie caro Alfonso,
perdona anzitutto il ritardo con cui ti
scrivo, ma il lavoro mi inchioda per tempi
molto lunghi.
Ho letto con attenzione l'appello proposto,
sono d'accordo su quasi tutto ma non sullo
strumento sanzioni nei confronti della Corea
del Nord, non servirebbero e sarebbero
controproducenti. Inoltre a quando le
sanzioni nei confronti dell'ammodernamento e
potenziamento dello strumento militare USA,
altrettanto pericoloso?
Il giorno 5 settembre 2017 16:02, alfonsonavarra at virgilio.it
<alfonsonavarra at virgilio.it>
ha scritto:
----Messaggio
originale----
Da: "Alfonso Navarra" <alfiononuke at gmail.com>
Data: 5-set-2017 3.55 PM
A: "disarmisti esigenti"<disarmisti-esigenti at googlegroups.com>
Ogg: [disarmisti esigenti] lettera appello
al segretario dell'ONU per una soluzione
"intelligente" della crisi coreana
Care amiche ed amici della mailing
list
con la presente vi chiediamo di
sottoscrivere - facendo parte dei
primi aderenti firmatari - un appello
centrato sulla risoluzione
"intelligente" della crisi coreana che
sta drammaticamente montando: una
soluzione, a nostro parere, che deve
essere diplomatica, non militare, e
con un ruolo più attivo della
istituzione ONU nella persona del suo
Segretario Generale.
Intendiamo, con la vostra meditata
condivisione, separare i giochi
geopolitici e di potenza in corso nei
mari "cinesi" orientali e meridionali
dalla necessità "umana" del disarmo
nucleare: l'imperativo prioritario è
che ci si colleghi alla ampia
mobilitazione necesaria per fare sì
che la "storica" proibizione degli
ordigni nucleari, or ora adottata
dall'ONU, e vergognosamente ignorata
dalla stampa italiana, si traduca in
un percorso realistico di eliminazione
degli stessi.
Sarebbe paradossale che proprio nel
momento in cui si è aperta a livello
internazionale la speranza di
chiudere con l'era atomica, in diritto
e di fatto, si venisse trascinati
nella prima, catastrofica, ed in parte
già annunciata, guerra che impiega le
armi nucleari!
I saluti nonviolenti più sinceri da
parte dei promotori
Alfonso Navarra - Lega per il Disarmo
Unilaterale
Alex Zanotelli - Mario Agostinelli -
Luigi Mosca - Loredana Depetris -
Francesco Lo Cascio - Aurelio Juri -
Virginio Bettini - Laura Tussi -
Fabrizio Cracolici - Enrico Peyretti
(e siamo in attesa di altre risposte
da parte di personalità politiche e
pacifiste)
Luigi Mosca propone di spedire una
versione in inglese più concisa che si
impegna a redigere (anche tenendo
conto dei consigli di una forma più
diplomatica)
Gentile Segretario Generale
dell’ONU
la guerra nucleare e’ un pericolo
molto concreto, per nulla relegato
alla fantapolitica: questo è
purtroppo testimoniato dalla crisi
coreana di questi giorni: in una
retorica senza freni si evoca
addirittura esplicitamente il lancio
di missili atomici quando una parte,
che dovrebbe essere quella
“responsabile”, minaccia il “fuoco”
e il “furore” che condusse ad
Hiroshima e l’altra, sotto un regime
il cui leader ha tratti palesemente
inaffidabili, straparla di
“incenerire l’America”. Ed insiste
nel portare avanti progetti di
armamento nucleare, con relativi
test provocatori, che mai saranno
all’altezza dei (cattivi) modelli di
riferimento.
Presumiamo che Ella, signor
Segretario, sia preoccupato al pari
di noi che la avventura umana possa
essere precipitata in un nulla senza
senso, per un cataclisma radioattivo
che può essere scatenato persino per
incidente o per errore di calcolo,
su giochi aggressivi mal gestiti da
chi scherza con il fuoco atomico.
Tutto questo avviene proprio
mentre a livello mondiale dovremmo
renderci conto della speranza aperta
dal Trattato di proibizione delle
armi nucleari adottato il 7 luglio
2017 alla Conferenza ONU di New
York: se ci diamo da fare, non solo
nel mondo ma anche, per quanto più
direttamente riguarda chi scrive, in
Italia, con una ampia e convinta
mobilitazione di base, possiamo
passare dalla interdizione giuridica
degli ordigni nucleari alla loro
eliminazione. Fino a pochi giorni fa
sarebbe sembrato un sogno azzardato,
ma oggi, dopo questo voto coraggioso
di 122 Paesi (non nucleari e per lo
più non allineati) la fine dell’era
atomica può diventare realtà!
Ma, tornando alla crisi coreana,
che e’ stata definita da analisti
geopolitici, per indicarne l’estrema
gravita’, “una Cuba ’62 alla
moviola”, questa volta con
protagonisti veri, al posto di USA e
URSS di allora, USA e Cina, ed il
Giappone sullo sfondo, dovrebbe
valere per essa quanto sarebbe
raccomandabile per tutte le altre
che affliggono il Pianeta:
dovrebbero essere risolte mediante
dialoghi diplomatici con pontieri
volenterosi ed in buona fede,
aiutati da chi lavora per avvicinare
e riconciliare le società civili,
nel rispetto del ruolo attivo di
mediatore, di garante e di arbitro
dell’ONU.
La nostra richiesta e’ che,
stavolta, oltre la banalità e la
scontatezza delle sanzioni, un ruolo
più’ attivo sia giocato propio
dall’istituzione che Ella presiede
nel mettere d’accordo (almeno quanto
basta per evitare il peggio) gli
interessi in conflitto facendo
prevalere l’intelligenza e la
flessibilità del compromesso, sulla
ostinazione delle potenze e sulla
stupidità degli orgogli
nazionalistici. Proprio come avvenne
a conclusione dei 13 giorni della
crisi dei missili di Cuba che tenne
col fiato sospeso il mondo.
E’ proprio compito di chi e’
ufficialmente preposto a “mantenere
la pace e la sicurezza nel mondo”-
ci permettiamo di ricordarLe -
spingere, con una mediazione
diretta, i governi che contano ad
una soluzione da ottenere con il
dialogo. Una soluzione che invogli
la Cina a staccare la spina
petrolifera al suo ex burattino
scappato di mano garantendo che la
Corea non finisca tutta e subito
nell’orbita USA e che nei mari
“cinesi” dell’Est e del Sud la
comune necessità dell’ecosviluppo
cementi la composizione dei
legittimi interessi di tutti gli
Stati che si affacciano su di essi.
Fermare la spirale della guerra e’
difficile ma non impossibile se si
ha il coraggio di investire in pieno
la propria responsabilità e ci si
impegna ad aprire i canali di
comunicazione giusti per i tavoli di
negoziato opportuni.
Nel mondo di oggi spesso criticare
l’ONU e’ uno sport diffuso e di
moda: facciamo in modo di smentire
gli scettici e di dimostrare che la
forza del diritto internazionale può
prevalere sul diritto della forza
armata dei prepotenti e dei
disturbati mentali. Solo questo
mondo in cui una ONU potenziata e
democratizzata conti davvero e’ un
mondo che può ragionevolmente
sperare in un futuro, nel futuro.
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Vivi come se dovessi morire domani.
Impara come se dovessi vivere per
sempre.
Non ho nulla di nuovo da insegnare al
mondo. La verità e la nonviolenza sono
antiche come le montagne.
Non c'è strada che porti alla pace che
non sia la pace, l'intelligenza e la
verità.
Io e te siamo una sola cosa: non posso
farti male senza ferirmi.
Occhio per occhio... e il mondo diventa
cieco.
Ci sono cose per cui sono disposto a
morire, ma non ce ne è nessuna per cui
sarei disposto ad uccidere.
Per praticare la nonviolenza, bisogna
essere intrepidi e avere un coraggio a
tutta prova.
Nessun uomo può essere attivamente
non-violento e non ribellarsi contro
l'ingiustizia dovunque essa si
verifichi.
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