[Disarmo] Ris: Fwd: [disarmisti esigenti] Riccardo Petrella su Facebook
- Subject: [Disarmo] Ris: Fwd: [disarmisti esigenti] Riccardo Petrella su Facebook
- From: "emme.m76 at gmail.com" <emme.m76 at gmail.com>
- Date: Fri, 01 Sep 2017 02:35:48 +0200
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-------- Messaggio originale --------
Oggetto: [Disarmo] Fwd: [disarmisti esigenti] Riccardo Petrella su Facebook
Da: Elio Pagani
A: disarmo at peacelink.it
CC:
---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: "Alfonso Navarra" <alfiononuke at gmail.com>
Data: 31 ago 2017 08:27
Oggetto: [disarmisti esigenti] Riccardo Petrella su Facebook
A: "disarmisti esigenti" <disarmisti-esigenti at googlegroups.com>
Cc:--Il trattato che mette al bando le armi nucleari.
L’Italia è contro. Il tradimento delle élites.Riccardo Petrella
122 paesi dell’ONU hanno approvato, il 7 luglio 2017, il trattato internazionale che per la prima volta mette al bando le armi nucleari. Giuridicamente vincolante, entrerà in vigore quando 50 Stati lo avranno ratificato.
L’articolo 1 è preciso, senza ambiguità: vieta di “sviluppare, testare, produrre, acquisire, possedere ma anche trasferire o ricevere il trasferimento, consentire la dislocazione di armi nucleari e altri dispositivi esplosivi nucleari”. Inoltre, proibisce di “incoraggiare, indurre, assistere o ricevere assistenza per una qualsiasi delle suddette attività”. Anche la “minaccia d’uso” è proibita. Di cruciale importanza l’articolo 4 il cui titolo è “verso la totale eliminazione delle armi nucleari”. La messa al bando è il passo necessario per il totale disarmo nucleare.
Un passo decisamente storico (al di là di ogni retorica) che dà forza concreta al tanto desiderato «mettere fuori legge la guerra». Mai come oggi, l’idea di poter «afferrare l’orizzonte» dell’illegalità delle armi è sentita come qualcosa di accessibile.Siccome l’art.11 della Costituzione italiana stipula che la nostra Repubblica «ripudia la guerra», ho atteso la fine di agosto prima di redigere questo post, perché volevo vedere, su un mese e mezzo, al di là quindi dell’attualità immediata, come e in che misura i giornali italiani (quotidiani e settimanali) abbiano coperto lo storico avvenimento.
Onestamente non avevo pensato che la situazione potesse essere così brutta. Sulla base di una ricerca rassegna stampa, solo 5 quotidiani (Il Fatto Quotidiano, il Corriere della Sera, La Repubblica, L’Avvenire e il Manifesto) hanno riprodotto e commentato il comunicato stampa dell’ONU. A livello di settimanali, la rassegna indica 3 periodici (Vita, Left e Famiglia Cristiana). Sono infine menzionate alcune agenzie stampa o notizie di associazioni attivamente impegnate nel settore (Senzatomica e Rete Disarmo).
In totale… ben poco. Che fine hanno fatto gli editorialisti e le grandi firme giornalistiche del nostro paese? È mai possibile che l’approvazione da parte della maggioranza dei paesi del mondo di un trattato di messa al bando delle armi nucleari non abbia meritato la loro attenzione? Chissà invece quante pagine avranno riempito sugli scontri verbali tra Trump e il nord coreano Kim Sung junior.Ci devono essere delle ragioni di fondo. Purtroppo sono «banali» nel senso di ricorrenti, senza sorprese: le élites italiane, in particolare politiche, hanno tradito l’etica costituzionale alla base della nostra «Res publica». Sono diventate così asservite alle logiche guerriere ed egemoniche del dominio economico, sociale e culturale del mondo «libero» capitalista «occidentalizzato», che non possono più liberarsi dal giogo degli Stati Uniti e dei loro alleati NATO, cui l’Italia è legata dalla testa ai piedi.
Non per nulla l’Italia è uno dei soli 5 paesi al mondo che «ospitano» sul proprio territorio armi nucleari USA (gli altri sono il Belgio, i Paesi Bassi, la Germania e… la Turchia. Da qui si spiegano molte ma molte cose).
In quanto membro della NATO, l’Italia ha dovuto non solo opporsi al trattato ma addirittura ha rifiutato di partecipare ai lavori della Commissione speciale creata dall’ONU per lavorare sulla messa al bando delle armi nucleari.Se vogliamo abolire la guerra, cominciamo noi cittadini italiani (ed europei) a ribellarci (“democrazia” significa “potere del popolo”) e ad imporre il ritiro dell’Italia dalla NATO.
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