Re: [Disarmo] Guerra dei decibel Usa-Cuba. «All’Avana attacchi acustici»




Per salvare capra e cavoli (e lupo), scrivo un paio di cose sperando di non urtare le sensibilità di nessuno.
Ben prima di Ernesto, sono stato io a lamentarmi con Elio per gli eccessivi post giornalieri, oltretutto esclusivamente inoltri di articoli da Il Manifesto: non a caso l'avevo apostrofato 'Megafono del Manifesto'.
Ne abbiamo discusso, pubblicamente ma anche n via privata, ed Elio stesso ha convenuto che le mie critiche erano fondate, per poi ridurre il volume di mail giornaliere e variando pure, talvolta, la fonte dei suoi inoltri.
Una parola critica, però, va pure ad Ernesto: sei iscritto a questa lista Disarmo-Peacelink, pubblica come esposto da Elio, per tua scelta, e se vuoi lasciarla, per i più svariati motivi, libero di farlo, ovviamente. Ma se la tua motivazione è collegata all'eccessiva mole di e-mail messa in lista da uno soltanto degli iscritti (Elio), mentre non hai rimostranze per gli altri materiali che vi compaiono o le discussioni che ne derivano, lasciare la lista è una resa sia per te, che perdi una fonte di informazione e confronto, sia per la lista che perde un iscritto. D'altra parte, se solo da questo deriva la decisione di lasciare la lista Disarmo, non puoi pretendere che la lista tutta si adegui all'esigenza di un singolo iscritto.
La soluzione, a mio avviso, per non perdere capra (articoli di Elio) e cavoli (Ernesto), non è complicata. E' sufficiente che Elio si limiti ad un solo messaggio giornaliero, facilmente gestibile (e per chi tra gli iscritti lo voglia fare pure escludibile a monte sul proprio server). Non ci vuole molto: 5 minuti di lavoro per Elio, per raccogliere in un unico messaggio, uno a seguito l'altro, i due o tre articoli da Il Manifesto che desidera rendere disponibili.
Chiedo quindi ad Elio di non sospendere il suo lavoro informativo, che seppur da critico de Il Manifesto mi è utile (a me sta bene aver sottomano gli articoli di tale testata su materie di politica estera e collegati, conformi ad argomenti sinergici agli scopi di questa lista Peacelink). E chiedo ovviamente ad Ernesto di non lasciare la lista, in considerazione di quanto ho esposto, e per quanto possibile di parteciparvi da collaboratore, così da evitare ulteriori disguidi forieri di soluzioni tanto drastiche quanto inaspettate e deprimenti.

Un saluto a tutti
Giorgio Ellero.


Il 22/08/2017 22:38, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) ha scritto:
Caro Ernesto (Restelli, giusto?),

anzitutto ti devo precisare che la mailing list Disarmo, di PeaceLink, non è mia ma di PeaceLink, appunto, io sono solo uno degli iscritti, che come tutti ha il diritto di comunicare in lista.

In secondo luogo io non posso cancellarti, ma lo puoi fare da solo.
A fine mail, di ogni mail, c'è un link che permette di disiscriversi.

È molto che io sono iscritto alla lista, ma solo di recente ho trovato un po' di tempo per comunicare in lista.

La tua mail mi ha fatto comunque riflettere: nonostante almeno un paio di persone della lista si sono espresse a favore del mio far circolare qualche articolo de Il Manifesto (in media 3 al giorno), ho deciso di cessare questa mia pratica.

Dunque il mio contributo alla lista si ridurrà notevolmente. La quantità di mail che riceverai dalla mailing list ''Disarmo'' di PeaceLink, saranno dunque ridotte.
Tieni comunque presente che è una lista nazionale, e la quantità di mail che girano è, in relazione a questo, limitata.

Quando io non ho tempo non leggo, accantono o, più raramente cestino.
Ma ti capisco. È difficile seguire molte questioni contemporaneamente.

In ogni caso quello che segue è il mio contatto personale, mi piacerebbe che in relazione al tuo impegno per la pace, sul nostro comune territorio, il Tradatese, Venegono, ecc. ci si scambiasse direttamente informazioni ed idee:


Se non ho capito male, tu ti occupi, anche, di prevenzione e tutela della salute delle persone sulle strade.

Interessante. In questi giorni ne ho fatto parecchi di km, e capisco bene cosa vuoi dire. Ieri ho perso circa 3 ore sulla autostrada Reggio Calabria - Salerno, per un complessivo di circa 40-45 km, in 3 code, per 3 incidenti, uno dei quali per la ''perdita'' di un carrello, un altro per la ''perdita'' da parte di un grosso autocarro stracarico, di grosse casse di pomodori, c'erano pomodori, anzi ormai ''passata di pomodori'', ovunque, sembrava un lago di sangue arterioso...

Speriamo che i tragitti per le prossime due tappe verso casa si rivelino meno pesanti.

Certo la responsabilità di ciascuno di noi è chiamata in causa per ridurre il numero delle vittime di questa che è una vera e propria guerra: se non si fa mente locale il rischio è che quando si imbraccia il volante è come se si imbracciasse un fucile.

Buona serata.
Elio

Il 22 ago 2017 19:42, "Resistiamo" <ciaomicky at teletu.it> ha scritto:
caro Elio, leggo anch'io il Manifesto.
Per cortesia cancellami dalla tua mailng list.

Sono impegnato nell'associazione familiari Vittime per una strada che non c'è. Abbiamo fatto lavori importanti per Vengono Sup. e Inf.
Ogni anno siamo nelle vostre scuole medie. Non posso seguire i contatti dell'associazione e leggere 30 mail di peacelink.
Grazie, non avertela a male. E' 40 anni che lotto per un mondo di pace.

Ernesto

Il giorno 22 agosto 2017 08:29, Elio Pagani <disarmo at peacelink.it> ha scritto:

Guerra dei decibel Usa-Cuba. «All’Avana attacchi acustici»

Cuba/Usa. Diplomatici americani e canadesi avrebbero avuto danni all’udito. La ritorsione americana: espulsi due diplomatici cubani. In rete divampa l’ironia sul caso

 

I preparativi per la riapertura dell’ambasciata americana all’Avana nel 2015 

© Lapresse

Roberto LiviIl ManifestoL'AVANA

«Cuba possiede armi di distruzione di massa dei timpani dei diplomatici?» si chiede nel suo popolare blog il giornalista Fernando Ravsberg. Si riferisce a una sorta di improbabile spy story iniziata lo scorso maggio quando un giornale di Washington dava notizia dell’espulsione dagli Usa di due membri dell’ambasciata di Cuba come misura di ritorsione per «l’attacco acustico» che alcuni diplomatici americani e relativi famigliari avrebbero subito all’Avana.

I «FATTI» RIPORTATI risalgono alla fine dell’anno scorso quando i suddetti diplomatici sono stati fatti rientrare in patria dopo che avevano accusato disturbi all’udito, in alcuni casi assai gravi.

L’accusa avanzata dal Dipartimento di stato è che le abitazioni dove i diplomatici risiedevano all’Avana – di proprietà e gestite dallo stato cubano – sarebbero state oggetto di una sorta di bombardamento di ultrasuoni o che i danni fossero stati creati da speciali «cimici».
Tali attacchi secondo quanto ipotizzava il Washington Examiner sarebbero stati organizzati o dai servizi segreti cubani o da agenti di una potenza terza in collusione o all’insaputa dell’intelligence cubana.

SOLO UNA SETTIMANA FA CUBA ha negato decisamente ogni responsabilità . E ha annunciato di aver preso seriamente le accuse tanto da aver aperto un’inchiesta e offerto alla parte statunitense di collaborare.

La nota del Ministero degli esteri cubano estremamente asciutta e cauta non ha soddisfatto la Casa bianca. Il segretario di Stato Rex Tillerson ha rincarato la dose e ha affermato che «il governo di Cuba ha la responsabilità di individuare «chi sta attuando questi attacchi alla salute dei diplomatici» stranieri. Il plurale è dovuto al fatto che anche il Canada ha informato di un suo diplomatico che ha avuto danni all’udito all’Avana ma senza avanzare alcuna accusa al governo cubano. Ben lontani dalla cautela del governo cubano, sulla rete sono abbondati i commenti alla strana spy story.

In generale improntati al sarcasmo di chi ha ricordato come anni addietro alcuni giornali di Miami – riferendosi a una serie insolita di attacchi di squali nelle coste della Florida – ipotizzarono che gli aggressori fossero stati allevati e addestrati dai servizi segreti dell’isola comunista. O di chi ha immaginato che il regaetton sparato a tutto volume nelle strade dell’Avana abbia danneggiato le delicate orecchie degli yankies.

INUTILE DIRE CHE IL SARCASMOcercava di mascherare una forte preoccupazione espressa chiaramente invece da altri commentatori. Perché un fatto accaduto nel 2016 e così grave da causare l’espulsione di due diplomatici cubani è stato tenuto sotto silenzio fino a pochi giorni fa? Perché nessuno ha identificato le vittime? Perché nessuna delle due parti ha approfondito i fatti o espresso chiaramente le ipotesi? Un «attacco acustico» di tali dimensioni e che non è stato possibile individuare da parte del controspionaggio americano – sempre che esista – pare al di fuori delle possibilità tecnologiche di Cuba oltre che in contraddizione con la politica del governo dell’Avana.

ANCOR MENO CREDIBILE appare l’ipotesi di un commando terrorista capace di condurre all’Avana un tale azione senza lasciare tracce. Il fatto che le basi di accuse tanto gravi siano lasciate all’immaginazione delle persone porta alla domanda conclusiva: che effetto politico viene perseguito portando alla ribalta il conflitto in questo momento? È ancora presto per sapere se si tratta di «un piano» per minare le relazioni bilaterali, ad esempio chiudendo l’ambasciata americana all’Avana per il «pericolo» che i suoi funzionari diventino sordi – scrive Ravsberg.
O se la «fuga» di notizie sia «da collegarsi ad altre congiunture come le crisi in atto in Corea del Nord in Venezuela o il riavvicinamento di Cuba alla Russia».



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