Anche io ringrazio Jure,non capita spesso(mai)di sentire come vedono gli Africani il colonialismo;io non sono in grado di sapere se quello che scrive Daniel sia vero o no,ma se la libera stampa occidentale parla male dell'Eritrea so che mentono;tutti quelli che non si mettono al servizio del sistema feudo-liberista globalizzato"sono delle dittature sanguinarie(come il Venezuela):se posso fare un appunto a Daniel (così lo interpreto io,ma potrei sbagliarmi)quando cita:" Lui mente sapendo di mentire perché da
tanti anni esiste una sistematica demonizzazione
mediatica dell’occidente nei confronti del Paese
descritto come “l’inferno sulla terra”,
“la Corea del Nord africana”, “una
prigione a cielo aperto”, ecc". se capisco bene cade a sua volta con tutte le scarpe nella demonizzazione di un paese come la Korea che viene descritta in maniera comicamente grottesca dalla liberta di stampa occidentale(gente mangiata dai cani e fucilata a cannonate,hanno anche una pessima mira visto che soppravvivono al bombardamento)PS.se qualcuno potesse chiederglielo,sarei curioso di sapere cosa pensa della reppubblica democratica popolare di Korea.
Pulirsi bene la bocca prima di parlare di Alex Zanotelli.
E’ evidente che Alex conosca e denunci le responsabilità occidentali nei confronti dell’africa.
E’ uno dei pochi che lo ricorda a tutti noi altri smemorati.
E’ indubbio anche che non possiamo in eterno dare la colpa solo agli occidentali di quello che accade oggi in africa.
Non hanno mai fatto quello che hanno fatto da soli, ma con i loro servi fedeli che erano …. Africani.
Oggi molti governanti rubano a piene mani o si affidano a ladroni occidentali… ma dovremmo parlare di concorso di colpa.
Affermare poi che Alex lavora per tenere l’Africa assoggettata alla carità occidentale è pura porcata da persona che ha molto odio dentro e vomita bile.
Chi ha scritto quella lettera usa toni che vogliono essere offensivi nei confronti di Alex.
E’ profondamente ingiusto. Non con Alex.
Ho pena per lui, anche se in fondo potrebbe avere alcune ragioni in quel che scrive, vanno perse.
Ho pena per lui, perché la bile non aiuta ad essere lucidi.
Antonio
On 31/lug/2017, at 09:09, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) <disarmo at peacelink.it> wrote:
Napoli e Vicenza ospiteranno truppe Usa per l’Africa. Perché il governo italiano non ha informato il parlamento? Perché il mondo cattolico, e in particolare quello missionario, è silente? Bombardiamo di e-mail i ministri Frattini e La Russa.
di Alex Zanotelli
Le comunità cristiane in Italia hanno appena celebrato il Natale, una festa così carica di messaggi di pace. La stessa Giornata Mondiale della Pace (1 gennaio) è venuta ad accentuare questo tema per i credenti. Ma noi cristiani ci accorgiamo di quello che stiamo celebrando? Come facciamo a proclamare la pace in chiesa mentre non ci accorgiamo che la neghiamo con le scelte violente sia nostre che dei nostri governi?
Come possiamo celebrare il Natale, la festa della vita ,con il massacro dei bimbi palestinesi,vera strage degli innocenti? Come possiamo celebrare il Natale senza che questo “urlo” di sofferenza umana, dei palestinesi come anche di tanti altri popoli (dai congolesi ai ceceni),non venga a disturbare le nostre coscienze addormentate di cristiani di Occidente?Ci rendiamo conto che tanta di questa sofferenza è dovuta alle scelte militaristiche dei nostri governi?
Un esempio incredibile è l’annuncio fatto poco prima di Natale dal nostro ministro degli esteri Franco Frattini: Africom, il supremo comando Usa per le truppe di terra e di mare per l’Africa, troverà posto a Napoli e a Vicenza. Africom, creato nel 2007 dal presidente Bush e inaugurato il primo ottobre 2008 a Stoccarda (Germania), è guidato oggi dal generale afro-americano William “Kid” Ward. Il generale ha speso il 2008 a cercare una base per questo Comando in Africa. Ma la forte azione diplomatica del Sudafrica contro la presenza di Africom nel continente, ha impedito agli Usa di trovarla.
Come ultima chance gli americani hanno pensato di trovarla nel paese più vicino all’Africa, la Spagna ed esattamente a Rota (Cadice), ma Zapatero si è opposto. Non rimaneva che l’Italia! E il governo Berlusconi è stato ben felice di dare il benvenuto ad Africom a Vicenza e a Napoli. (Nel 2008 il comitato campano Pace e Disarmo aveva scritto un libro dal titolo profetico,Napoli chiama Vicenza, che descrive la pesante militarizzazione del territorio campano dotato di sette basi militari: Usa e Nato!).
Il ministro Frattini ha anche detto che si tratta di «strutture di comando che operano nel quadro Nato». Bugia! Il comando Africom è uno dei sei comandi unificati del Pentagono. Frattini ha anche dichiarato che non ci sono truppe da combattimento, ma solo componenti civili. Altra bugia! Africom è il comando unificato militare statunitense che ha come scopo la lotta al terrorismo e l’addestramento dei militari africani, oltre alla protezione degli enormi interessi americani in Africa .
E proprio per potenziare Africom, gli Usa hanno costituito due nuovi corpi: i Marines per l’Africa (Maforaf) e il Diciassettesimo Stormo dell’aeronautica militare Usa con il nome di Afafrica. Quest’ultimo opererà soprattutto da Vicenza e Sigonella, oggi la più grande base aerea nel Mediterraneo. Le forze armate Usa hanno fatto già sapere che 750 militari verranno assegnati a Napoli e a Vicenza. Frattini ha anche detto che la scelta del governo è stata presa dopo aver informato i paesi africani che hanno espresso grande supporto per questa decisione! Strana democrazia quella del governo Berlusconi che tiene nascosta una tale decisione al parlamento e consulta invece i governi africani!
Il nostro governo dando il suo consenso a Washington contribuisce alla nuova operazione di stampo coloniale mirante al controllo delle aree strategiche dell’Africa.
Le domande che sorgono sono molte e inquietanti sia per il nostro governo e parlamento, sia per le amministrazioni della Campania e di Napoli, sia per la chiesa italiana.
Governo e parlamento
In quali sedi e con quali procedure è stata presa questa decisione di grande importanza strategica?
Perché il parlamento italiano non è stato informato e non c’è stato nessun dibattito parlamentare? Il Pd ha qualcosa da dire a riguardo? Oppure c’è un accordo bipartisan su tutto questo?
Regione Campania e Comune di Napoli
La Regione campana, nella persona del suo presidente Bassolino, è stata almeno consultata?
E la sindaca di Napoli, Rosa Iervolino, è stata almeno interpellata, dato che Africom sarà posizionato a Napoli?
Chiesa italiana
Come mai che la Cei non ha alcuna parola da dire su scelte militaristiche così scellerate?
Come mai gli istituti missionari e le realtà missionarie laicali come la Focsiv non reagiscono a decisioni militaristiche così gravi? Come facciamo ad inviare missionari, suore, laici in Africa se non denunciamo scelte come queste che rendono l’Africa sempre più schiava e sfruttata? Se, come missionari, vogliamo proclamare Buona Novella ai poveri, dobbiamo avere il coraggio di denunciare con forza queste virate militaristiche del nostro governo. Non è questa la missione globale a cui come missionari siamo chiamati?
Mi aspetto una presa di posizione pubblica da parte degli istituti missionari operanti in Africa.
A tutti chiedo di inviare una e-mail al ministro degli esteri Franco Frattini e al ministro della difesa Ignazio La Russa, protestando per la scelta di Africom a Vicenza e a Napoli.
Padre Alex Zanotelli elenca una serie di “è
inaccettabile” per descrivere la drammatica
situazione in cui versano tanti Stati africani e
lo fa, ovviamente, puntando il suo dito
accusatorio sugli africani stessi. Praticamente è
come se si accusassero i Sioux o gli Apache della
drammatica situazione che si è creata nel Nord
America.
“Mi appello a voi giornalisti/e perché
abbiate il coraggio di rompere l’omertà del
silenzio mediatico che grava soprattutto
sull’Africa.” Inizia così la LETTERA
del profondo conoscitore dell’Africa padre
Alex Zanotelli, nella quale, senza ritegno alcuno,
chiede di “rompere questo silenzio- stampa
sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne.”
Ma i mainstream media parlano fin troppo dell’Africa
anche a sproposito. Come hanno sempre fatto
continuano a diffamare ancor di più l’Africa e gli
africani. Tutte le narrazioni che una grossa fetta
del giornalismo ha prodotto negli ultimi decenni
sull’Africa e sugli africani straripano di
stereotipi al limite della xenofobia e del ridicolo.
L’attempato canuto elenca una serie di “è
inaccettabile” per descrivere la drammatica
situazione in cui versano tanti Stati africani e lo
fa, ovviamente, puntando il suo dito accusatorio
sugli africani stessi. Praticamente è come se si
accusassero i Sioux o gli Apache della drammatica
situazione che si è creata nel Nord America.
La sua elencazione inizia con: “È
inaccettabile il silenzio sul Sudan retto da un
regime dittatoriale…” dando l’idea di non
essere ancora soddisfatto della sua suddivisione in
due Stati. Forse vorrebbe farlo ancora a pezzi,
oltre al Sud Sudan facciamo anche quello Est e
quello Ovest? In fondo, Dividi et impera è
sempre stata una strategia usata dai colonialisti
che hanno stravolto i confini nazionali africani per
innescare guerre interetniche.
Non risparmia nemmeno il paese che crede
nell’autosostentamento o self reliance, il paese che
rifiuta di offrire un solo ettaro della sua terra al
fenomeno del Land grabbing praticato in Africa dalle
multinazionali, il paese che ha rispedito a casa
tutte le ONG e rifiuta gli aiuti umanitari
considerati l’oppio della popolazione africana. “È
inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da
uno dei regimi più oppressivi al mondo…”
Questa dichiarazione è la menzogna più evidente di
tutta la sua lettera, una frottola che poteva anche
risparmiarsi. Ai giornalisti italiani si può dir di
tutto tranne che siano mai rimasti in silenzio
sull’Eritrea. Lui mente sapendo di mentire perché da
tanti anni esiste una sistematica demonizzazione
mediatica dell’occidente nei confronti del Paese
descritto come “l’inferno sulla terra”,
“la Corea del Nord africana”, “una
prigione a cielo aperto”, ecc. L’unica
cosa che gli rimane da dire ancora sarebbe che gli
eritrei mangiano i bambini!
Padre Alex è convinto che i leader africani che
osano negare l’accesso al loro paese ai
neocolonialisti, evitando così di farsi derubare,
siano da annoverare come i peggiori dittatori di
questo mondo.
Quello eritreo è un regime oppressivo
forse perché l’unico in Africa a non volere più gli
aiuti umanitari occidentali? In effetti questa cosa
rende automaticamente tutti quelli come Alex delle
persone inutili. Lo so che è difficile digerirlo per
quelli come lui che vanno in giro con l’aureola in
testa ma, volenti o nolenti, l’Eritrea diventerà un
esempio per l’Africa perché insegnerà agli altri
Stati africani che si può vivere senza mendicare
aiuti umanitari. Solo quando questa filosofia,
germogliata in Eritrea, attecchirà e radicherà in
tutto il continente africano tutta l’Africa si
salverà e allora lui e tutti i suoi compari dovranno
tornarsene a casa loro.
“Trenta milioni di persone a rischio fame
in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e
attorno al Lago Ciad”. Guarda caso
l’Eritrea è assente dalla sua lista. Si è chiesto il
perché? Eppure è la stessa area geografica del Corno
d’Africa colpita dal fenomeno climatico El Nino. Se
si fosse documentato con più serietà saprebbe che
l’Eritrea sta lottando da sola contro il cambiamento
climatico piantumando alberi e costruendo dighe per
fermare l’acqua piovana con l’idea di raggiungere
l’obbiettivo del Millennio sulla sicurezza
alimentare. Obiettivo quasi raggiunto, in Eritrea
più nessun bambino muore di fame. Se anche gli altri
paesi africani adottassero questo progetto politico
smentirebbero quella stima ONU da lui citata che
dice che a fine secolo l’Africa avrà tre quarti del
suo territorio non abitabile e circa cinquanta
milioni di profughi climatici entro il 2050. La mia
speranza è che questa rivoluzione alla maniera
eritrea si compia molto presto in tutto il
continente africano alla faccia di tutti gli uccelli
del malaugurio!
Ma forse il buon padre Alex intendeva dire che in
Eritrea c’è un regime oppressivo perché si
nega l’accesso all’AFRICOM, l’invasione militare
statunitense in atto in tutta l’Africa? Allora,
piuttosto che puntare il suo dito contro gli
africani e colpevolizzare le vittime, perché non
trova il coraggio di raccontare la presenza di
AFRICOM in 52 paesi africani tranne che in Eritrea e
nello Zimbabwe? Perché non spende due parole o anche
un solo “è inaccettabile” sulla presenza massiccia
di basi militari, armamenti ed aeroporti di droni
motivati sempre dall’assurda idea di proteggere la
sicurezza nazionale o gli interessi nazionali
statunitensi? Perché Alex non accusa mai gli Stati
Uniti della devastazione e della destabilizzazione
africana? È forse per il suo passato a Cincinnati
dove era stato mandato dai Padri Comboniani a
completare gli studi di Teologia? Perché, colto da
amnesia, si rifiuta di raccontare che dietro al caos
e al disastro del continente africano c’è sempre la
loro longa mano?
Per esempio nella Repubblica Centrafricana, per
poter fermare l’avanzata dei cinesi, gli Stati Uniti
hanno scatenato un’improvvisa guerra di religione
così drammatica da dividere la pacifica popolazione
in due distinti gruppi, per non parlare della zona
saheliana del Ciad e del Mali dove sono stati
finanziati alcuni gruppi jihadisti creati ed armati
assieme ai francesi. Perché Alex non ha il coraggio
di puntare il dito contro chi sta creando i
terroristi in Africa, a cominciare dai BokoHaram in
Nigeria e Al Shabaab in Somalia? Crede davvero che
in Somalia si divertano a fare una guerra civile da
trent’anni? A chi giovano questi terroristi se non
al neocolonialismo? La War on terror non è
forse la nuova evangelizzazione del continente
africano? Se vogliamo rompere il silenzio
sull’Africa diciamo di chi è veramente la colpa.
Quale altra potenza conosciamo impegnata a
destabilizzare l’Africa ed il mondo intero con il
terrorismo? Padre abbia il coraggio di puntare quel
suo santo dito sull’America! Pure se per questo
dovesse sacrificare la sua vita non tema, mi batterò
anch’io perché la facciano santo subito!
Ma torniamo all’Eritrea dove lei non è mai stato e
che conosce solo per sentito dire. L’Eritrea è
spesso stata la fonte di tante bufale per quegli
stessi giornali che oggi lei rimprovera di non
scrivere abbastanza menzogne. Trovo che non sia
affatto onesto da parte sua, eppure il suo abito
talare le imporrebbe di perseguire la verità
cristiana, blaterare dei giovani eritrei in fuga
verso l’Europa senza approfondirne il vero motivo,
la sua vera causa, la sua radice. Non diventerà
certo un santo per aver volutamente ignorato, o
peggio omesso, che i ragazzi eritrei vengono in
Europa perché gli viene promesso il paradiso con il
welfare nord europeo, del resto il loro Paese sotto
sanzioni USA non offre occupazione a volontà e la
sua economia è ancora da post guerra quarantennale.
Il loro è un paese che non gli offre sicurezza in
quanto la minaccia di invasione etiopica è annuale
come la stagione delle piogge, i raid militari
etiopici sono frequenti, ancora ci sono territori
eritrei sotto occupazione nonostante il verdetto
dell’EEBC.
Perché la fuga dei giovani eritrei è un progetto USA
come ammesso anche dallo stesso presidente Obama per
facilitare il suo alleato numero uno in Africa,
l’Etiopia, che mira allo sbocco sul Mar Rosso. E per
convincere i ragazzi eritrei a lasciare il loro
paese li hanno attirati con le allettanti promesse
di distribuzione di visti per l’America, promesse
fatte nei campi rifugiati etiopici, campi dell’UNHCR
gestiti da ARRA, un’agenzia di intelligence del
regime etiopico. Come sappiamo l’UNHCR è finanziato
dallo State Department americano per costruire in
Etiopia vicino al confine con l’Eritrea altri campi
rifugiati con l’intenzione di svuotare il Paese dei
suoi giovani.
Perciò Santissimo Alex, se lei vuole davvero
fermare questa “invasione degli eritrei” sulle sue
coste provi a convincere l’Europa, paese garante
degli accordi di Algeri, ad intimare all’Etiopia il
rispetto del diritto internazionale ed abbandonare i
territori sovrani eritrei. Questi problemi sono alla
radice della sua imbarazzante e superficiale
analisi: “con centinaia di migliaia di
giovani in fuga verso l’Europa”. Stia pur
certo che il fenomeno migratorio eritreo diminuirà
drasticamente una volta risolte le sue cause e vedrà
anche il ritorno a casa di una miriade di persone
perché in tanti si sono già stufati dell’accoglienza
italiana stile mafia capitale che ha arricchito
persino le strutture religiose.
i
Ma è sintomatico il suo punto di vista sull’Africa
perché esaminando il resto della sua lettera ho
notato un uso eccessivo di termini negativi per
descrivere il continente africano,sentenze
definitive e previsioni quasi apocalittiche senza
speranza alcuna: “la crescente sofferenza
dei più poveri ed emarginati”, “ingarbugliato
in una paurosa guerra civile che ha già causato
almeno trecentomila morti e milioni di persone in
fuga”, “un regime dittatoriale in
guerra contro il popolo”, “il
popolo martire dell’Africa”, “in
guerra civile da oltre trent’anni con milioni di
rifugiati interni ed esterni”, “uno
dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia
di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa”,
“dilaniato da una guerra civile che non
sembra finire mai, potenti gruppi jihadisti
potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato
dell’Africa nera”, “situazione
caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di
tutti contro tutti”.
Eppure, io sono convinto che l’Africa sia diversa
da come la racconta il bianco Alex. L’Africa è un
continente di gente ospitale che si indebita per
offrirti cibo, di persone umili che vivono alla
giornata, di bambini che sorridono con sguardi
innocenti, di popoli con valori autentici e
bellissime tradizioni millenarie. L’Africa è ricca,
così ricca che potrebbe sfamare tutti gli africani
anche se il numero dei suoi abitanti dovesse
quintuplicare. L’Africa non è stupida e ha imparato
che non può continuare a mendicare un chilo di
farina in cambio di un chilo d’oro.
Ma forse lo scopo di questa sua lettera è quello di
tornare protagonista della scena mediatica per
sentirsi ancora il salvatore di un intero continente
e per avere più visibilità agli occhi dei suoi
ignari concittadini e raccogliere da loro l’ennesima
beneficenza e, siccome viviamo in un’epoca in cui
per mettersi la coscienza a posto basta donare 2
euro con un sms, il santissimo Alex si incaricherà
lui stesso di distribuire i soldi degli italiani
agli africani più bisognosi e quindi restare sul
trono africano vita natural durante. In passato si è
visto come venivano distribuiti quegli aiuti
umanitari in terra africana, creavano un bacino
clientelare, un piccolo gruppo di fedeli all’interno
del quale si praticavano il ricatto ed il baratto,
in cambio di un chilo di latte in polvere si
pretendeva l’anima o la verginità. Quando
nell’Eritrea liberata il governo laico eritreo ha
deciso di controllare gli “aiuti umanitari” gestiti
dai soliti missionari è stato subito chiaro che
questi si sarebbero quantomeno irritati. A quanto
sembra, anche padre Alex non ha mai digerito questa
fastidiosa ingerenza governativa perciò quando egli
scrive di Africa la bile gli si contrae e lo stomaco
gli provoca degli spasmi che gli offuscano la mente
e gli impediscono di esprimere giudizi sereni ed
obiettivi.
Per me, la sua lettera non è altro che il delirio
di onnipotenza di un missionario colonialista
convinto di essere l’unico africanista con l’aureola
in testa rimasto in vita su questo pianeta. Uno che
ha vissuto l’intera sua vita nel continente africano
con il pretesto di fare del bene. E mi chiedo, cosa
ha prodotto la sua presenza cinquantennale in
Africa? A cosa è servito il suo lavoro, cosa ha
migliorato? Che cosa ha risolto? Nulla ha risolto,
anzi ha creato dipendenza! Può forse uno spacciatore
aiutare le sue vittime ad uscire dalla droga? No,
credo proprio di no.
A quanto pare il destino dell’Africa continua con
lo stesso trend anche ai nostri tempi, il
colonialismo del passato si è trasformato in neo
colonialismo. Nulla è cambiato, i predatori del
passato sono ritornati indossando altre vesti e i
missionari come Alex Zanotelli forniscono
informazioni, dati, statistiche, numeri, coordinate
geografiche e quant’altro alle potenze
colonizzatrici. In breve sono finiti per diventare
gli informatori del neo colonialismo. In passato
erano proprio i missionari, con fucile a tracolla ed
una bibbia in mano, a guidare le carovane dei
predatori e mentre questi compivano le razzie loro
evangelizzavano i “barbari” distraendoli con qualche
nuova preghiera da recitare a memoria. In Eritrea,
per esempio, fu il lazzarista Giuseppe Sapeto a
favorire la penetrazione italiana nel Mar Rosso
dando così il via alla sua colonizzazione.
“Facciamo qualcosa per l’Africa”
scrive padre Alex e come africano vorrei replicargli
e suggerirgli che la scelta migliore per il
continente africano sarebbe quella di essere
lasciato in pace e da solo, ossia di essere
completamente abbandonato al suo destino. Lo so che
sembra un azzardo ma l’Africa deve farcela da sola.
Deve poter iniziare a camminare con le proprie
gambe. E se lui avesse veramente a cuore le sorti di
quel continente che l’ha nutrito di fama e di gloria
per un intero mezzo secolo, non fosse altro che per
una sorta di gratitudine, se ne dovrebbe tornare
nella sua terra natia a chiudersi in un convento a
coltivare l’orto e al tramonto praticare
l’autoflagellazione col cilicio come penitenza per i
suoi peccati di tipo narcisistico.
Per citare la sua conclusione in “Rompiamo
il silenzio sull’Africa” da africano le
vorrei svelare caro Alex che domani saranno i nostri
nipoti a dirvi quello che voi oggi dite dei nazisti!
Personalmente, lei per me resterà sempre uno di
quelli che Jomo Kenyatta ai suoi
tempi aveva ben inquadrato:
“Quando i missionari vennero in Africa
loro avevano la Bibbia e noi avevamo la terra.
Dissero: Preghiamo e noi chiudemmo gli occhi.
Quando li riaprimmo, noi avevamo la Bibbia e
loro avevano la terra.”