Re: [Disarmo] «Voglio piangere», il virus informatico che ricatta il mondo



Il virus malefico colpisce duro l’impero di mezzo

Wanna Cry. Cessato allarme per Europa e Usa. Massima allerta in Cina

Simone PieranniIl Manifesto

Viruscinese-Informatico

Un vero e proprio contrappasso per un paese accusato – spesso – di essere l’origine di attacchi informatici contro altri stati, di avere unità segrete, altrettanto segretamente addestrate a «bucare» sistemi considerati nemici: ieri sarebbero stati «centinaia di migliaia» i personal computer infettati da Wannacry in Cina. Almeno 29.372 sedi di istituzioni cinesi, incluse quelle di agenzie del governo. Dalle infrastrutture tecnologiche delle università, fino agli ospedali e ai tanti computer dei tantissimi ministeri, sedi amministrative, del partito, delle province, delle città. Wannacry ha significato un rallentamento di miliardi di pratiche quotidiane.

Basti pensare che ieri le autorità hanno definito l’attacco come «una sfida senza precedenti in materia di sicurezza su Internet».

Secondo la compagnia di sicurezza informatica Qihoo 360 Wannacry avrebbe piantato i pc di professori e studenti in 4.000 università e centri di ricerca, «sebbene non sia chiara ancora la profondità del danno». Anche in Cina come in altri paesi del mondo nella serata di ieri si avevano molti dubbi sulla possibilità che tutto potesse essere finito: oggi potrebbero esserci altri attacchi o conseguenze, anche perché la lotta per debellare il virus non sarebbe stata ultimata, sebbene, secondo quanto ha riferito l’Amministrazione del Cyberspazio di Pechino, il «ransomware sta rallentando la propria penetrazione nelle unità informatiche». Tra gli altri colossi dell’economia, Petrochina sarebbe riuscita ieri a rendere operativo l’80% della sua rete.
Gli organi adibiti al controllo della rete informatica cinese hanno avvisato la popolazione circa le operazioni base, come installare e aggiornare i software di sicurezza, mentre polizia e il governo hanno fatto sapere di aver adottato misure contro l’attacco hacker, così come le compagnie di sicurezza, come Tencent e Kingsoft Security.


Il 16 mag 2017 06:33, "Elio Pagani" <disarmo at peacelink.it> ha scritto:

Wanna Cry e i legami pericolosi del complesso militare-digitale

Benedetto VecchiIl Manifesto

Un «attacco hacker globale». È l’allarme rimbalzato di sito in sito e repentinamente ripreso dai media tradizionali, dopo che decine di migliaia di imprese hanno segnalato che i loro computer e server erano stati bloccati da un programma informatico. Il dito puntato sugli hacker serve però a rassicurare gli utenti di Internet. Che minaccia reale può costituire un gruppo di anonimi «smanettoni» quando hanno di fronte i servizi e le imprese di intelligence più potenti del mondo? Nessuna. Potete dormire sonni tranquilli, questo il messaggio subliminale da veicolare. E poi il riscatto – trecento dollari a server colpito – è stato pagato solo da una parte minima degli utenti interessati (il numero varia dai duecentomila al mezzo milione di dispositivi «infettati»).

Sta di fatto che, subito dopo l’allarme, hanno cominciato a circolare su web commenti e richieste di interventi per mettere sotto controllo la Rete, invitando a rinunciare a parte della privacy, e della libertà di espressione, in nome della sicurezza.

La complementarietà tra la diffusione di virus malefici e quello «securitario» non è una novità. Gli ingenti investimenti che da anni Stati Uniti, Cina, Russia, Germania destinano alla cybersicurezza sono legittimati proprio dalla ricerca di quella stessa sicurezza per un «medium» globale. E tanto più il web diventa centrale nella vita pubblica e privata tanto più manifesta una fragilità che deve vedere la funzione «pastorale» dello Stato. Da qui la richiesta di subordinare privacy e libertà . Un refrain ampiamente ripetuto in questi anni di guerra asimmetrica, terrorismo. Peccato, tuttavia, che le norme tese a monitorare e controllare la Rete colpiscano nel mucchio e spesso a farne le spese non siano né i gruppi terroristi o i cybercriminali, bensì i singoli.

La limitazione della libertà di espressione passa frequentemente attraverso la repressione diretta, ma anche con l’autolimitazione e l’adesione individuale a politicy «politicamente corrette». La cybersicurezza è la manifestazione più evidente di una «società del controllo» dove agisce un complesso militare-digitale che ha affiancato quello novecentesco militare-industriale.

L’affaire di «WannaCry» segnala dunque un cambiamento sotterraneo, quasi impercettibile nello sviluppo contemporaneo della Rete.

Da una parte, c’è la trasformazione di Internet in una inaggirabile infrastruttura globale per gran parte delle attività economiche e comunicative. Il web è, infatti, parte integrante della Realtà, sia che si tratti di business, di futili chiacchiere, di radicale iniziativa politica extraparlamentare o di pervasiva produzione dell’opinione pubblica propedeutica alla sua eventuale colonizzazione.

L’altro aspetto che si impone è che l’attitudine hacker non sempre ha un approdo libertario, «antisistema», ma anche criminale. Fanno dunque bene i mediattivisti, compresi quelli più radicali, come la galassia di Anonymous, a indicare nei gruppi dediti a truffe e ricatti- come quelli di WannaCry – nemici della libertà di espressione e di azione in Rete.

Edward Snowden, dal suo esilio russo, ha però sottolineato un altro argomento. Gli attacchi alla sicurezza della Rete arrivano anche dagli stati nazionali. Il web, cioè, è diventato il teatro di attività criminali e di «guerriglie» condotte da agenzie dell’intelligence contro veri o presunti nemici della sicurezza nazionale, a colpi di programmi informatici che possono mettere in ginocchio imprese, siti istituzionali di paesi «nemici». Non è forse un caso che il programma che ha colpito centinaia di migliaia di computer fosse l’evoluzione di un software sviluppato inizialmente dalla «National Security Agency». La cybersicurezza, cioè, è un groviglio inestricabile di criminalità organizzata e attività al limite dell’illecito, organizzate in segreto dai governi.

I commenti più frequenti sono che il pericolo è cessato e che tutti sono all’opera per ripristinare la tranquillità perduta. C’è da dubitarne. WannaCry è un punto di volta nella Rete. L’ampiezza dell’operazione e l’altissimo numero di server colpiti sono da considerare un punto di svolta nel web. Niente sarà come prima, anche se il flusso dei dati continuerà a scorrere senza fermarsi mai.


Il 16 mag 2017 00:44, "rossana123" <rossana123 at fastwebnet.it> ha scritto:

Le cose stanno così:  gli hacker hanno usato una versione modificata di un malware dell'Agenzia di sicurezza nazionale (NSA) degli USA. La testata Financial Times, citando analisti nel campo della sicurezza informatica, ha riferito che il malware dei servizi segreti americani, noto come eternal blue, è stato combinato con il "programma-ransomware" WannaCry.

Il sistema operativo colpito dall’attacco globale è Windows. Giustamente jure dice di usare linux.                                                                                                                                             Microsoft se l'è presa con la Cia e la National Security Agency che avevano sviluppato un programma di raccolta delle falle nella sicurezza trovate sui dispositivi e i software che venivano utilizzate per spiare gli utenti. Nel caso di Microsoft, si trattava di quella che era stata definita «EternalBlue», già fatta filtrare e raccolta da un gruppo di hacker chiamato Shadow Brokers. «Questo attacco rappresenta un collegamento sconcertante anche se non voluto, tra le due più pericolose minacce di cybersicurezza nel mondo: le azioni degli Stati e quelle della criminalità organizzata». http://www.corriere.it/tecnologia/17_maggio_15/attacco-hacker-europa-situazione-sotto-controllo-ma-allarme-cina-9798ee5e-395b-11e7-8def-9f1d8d7aa055.shtml?refresh_ce-cp


Il 16/05/2017 00:11, Davide Bertok ha scritto:
Antonio dice una cosa diversa da Rossana.
Il virus non è stato prodotto dalla NSA ma da altri criminali che hanno sfruttato una falla richiesta dalla NSA rimasta segreta fino a poco tempo fa quando è stata rivelata da una organizzazione simile a Wikileaks.
Non sono d'accordo a confondere questi criminali a chi vuole controllare il mondo: vero è che ci sono hackers prezzolati dai vari governi (ce le hanno tutte le maggiori potenze, in barba a chi vuole farvi credere che lo fa soprattutto la Russia) e persino da multinazionali (per danneggiare i loro competitor o peggio ancora qualche organizzazione di attivisti).
Però qui , almeno apparentemente, è più un caso di chi vuole farsi i soldi chiedendo un riscatto per i dati bloccati. Per la cronaca una volta esistevano anche gli hacker anti-sistema che colpivano soprattutto le multinazionali (e non per soldi): oggi mi sembrano una rarità!
E comunque le falle non sono tutte intenzionali, possono essere anche frutto di errori (spesso dovuti a rilasci frettolosi per il mercato). Da cui il discorso di aggiornarsi con le patch.
Antonio, questo è un servizio per rendere più sicuro il tuo pc, se vogliono controllarti hanno altri sistemi (compresi i social network che culturalmente ti convincono che è meglio condividere ogni tua attività e pensiero personale).
Se non vuoi aggiornarti è un problema tuo tenerti a rischio col tuo pc. Oppure come dice Jure puoi passare a Linux, ci sono oramai versioni che anche il meno esperto può installarsi.

Ciao,
Davide

Il 14/05/2017 11:57, rossana123 ha scritto:

Infatti:

Quel virus diventato letale grazie ai codici della Nsa
WannaCry attivato da strumenti digitali una volta usati dagli 007 Usa. I cybercriminali hanno sfruttato la falla di un software Microsoft

http://www.lastampa.it/2017/05/13/esteri/quel-virus-diventato-letale-grazie-ai-codici-della-nsa-6PcUnDRX0xXoSne5KF37XM/pagina.html


Il 14/05/2017 11:32, Antonio Bontempi ha scritto:
Il titolo è veramente ambiguo. Ma perchè mai dovremmo voler piangere? non si capisce.   
Hanno cambiato il nome del "virus" non a caso.
Dobbiamo piangere tutti? ma per cosa?

Stanno solo preparando il terreno, i soliti loschi figuri, per  obbligare il mondo a sottostare al loro controllo: diffondere il panico per intervenire.
Oggi l’articolo: “l’europarlamento: non aggiornare il pc è un atto di negligenza”
La scusa ideale per imporci protocolli (i loro), prodotti vari (i loro), i controlli (i loro), le certificazioni (le loro) e gli organi di controllo e repressione (i loro)….. ci scommetto che diventeranno obbligatori.

Non solo fiumi di soldi, ma il controllo dei nostri sistemi .. da parte loro ovviamente.
La libertà residua e l’anarchia residua dell’attuale sistema spaventa (loro)

Nel futuro, non molto lontano, il controllo dei sistemi informatici e delle comunicazioni internet sarà il vero modus operandi del controllo sociale, politico ed economico.
Già oggi il livello delle manipolazioni, infiltrazioni e spionaggio (da parte loro) è allarmante.

Nessuno si è scandalizzato nel leggere che i “virus” diffusi fossero stati prodotti dalla NSA ?

Se fosse solo un fatto economico, per imporre pacchetti applicativi a pagamento, sarebbe il meno.
“ordine, disciplina, sicurezza” … il pranzo è servito.
Ora sì … possiamo piangere.

Antonio

PS 
l’argomento non è avulso dal tema “disarmo” . La mentalità e i meccanismi di fondo sono gli  stessi.

On 13/mag/2017, at 07:37, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) <disarmo at peacelink.it> wrote:

«Voglio piangere», il virus informatico che ricatta il mondo

Cyber attacco globale. Va in tilt il sistema sanitario inglese, ambulanze impazzite. 45 mila "contagi" contemporanei in un giorno

Computer paralizzati e vittime costrette a pagare un riscatto in bitcoin per ottenere il “rilascio” dei loro file. È un «ransomware» molto insidioso quello che ha seminato ieri il panico in diversi paesi del mondo, attaccando e bloccando i sistemi informatici di ospedali, gestori telefonici e altri settori.

Particolarmente colpito il sistema sanitario britannico, con ospedali messi in ginocchio a Londra, nel nord ovest dell’Inghilterra e in diverse località della Scozia. Molti sono stati costretti a chiudere le sale operatorie e a pregare gli utenti di presentarsi nelle strutture solo per casi urgenti. I computer bloccati pare che abbiano mandato in tilt anche il sistema centralizzato che gestisce le ambulanze, dirottate verso false destinazioni.

Nhs Digital, l’organismo del National Health Service (Nhs) che dovrebbe garantire la cyber sicurezza delle strutture sanitarie britanniche, informa che per l’attacco è stata utilizzata una variante del malware Wanna Decryptor ribattezzata WannaCry (Voglio piangere). «Al momento – ha dichiarato un portavoce del sistema sanitario inglese – non abbiamo prove che siano stati violati i file relativi ai pazienti».
Secondo gli esperti di cybersecurity il virus avrebbe colpito contemporaneamente oltre 45 mila soggetti. Russia, Ucraina e Taiwan sarebbero i paesi più colpiti, ma danni diffusi sono segnalati anche negli Stati uniti, in Cina e in Vietnam.

In Europa, oltre al Regno unito, la situazione ha destato preoccuppazione soprattutto in Spagna, dove sono finiti sotto tiro i servizi della compagnia Telefonica, nell’ambito di un attacco su larga scala che ha colpito anche altri settori produttivi spagnoli. Anche qui viene richiesto un riscatto, da pagarsi esclusivamente in bitcoin, moneta virtuale e a prova di rintracciabilità, per sbloccare i sistemi informatici colpiti. Il vicedirettore dell’Istituto governativo per la sicurezza cibernetica (Incibe) Marcos Gomez ha invitato a non pagare le somme richieste, tanto più non si ha alcuna certezza che il computer venga sbloccato.

Secondo il Centro di Criptologia Ccn, che dipende dai servizi segreti, citato da El Pais, è stato «un attacco massiccio di ransomware a varie organizzazioni che interessa i sistemi Windows, cifrando tutti gli archivi e quelli delle unità di rete collegate». Diverse compagnie come Vodafone, Iberdrola o Gas Natural, ma anche ministeri, hanno chiesto ai dipendenti di chiudere i computer per evitare il contagio. Un attacco «breve ma serio», secondo gli inquirenti spagnoli, da parte di hacker forse basati in Cina, che potrebbero aver utilizzato EternalBlue, una cyber arma sviluppata negli Usa dalla National Security Agency (Nsa), o altre tecniche di infiltrazione targate Cia che sono state svelate lo scorso marzo in Wikileaks Vault 7.

Secondo la Bbc anche alcune università italiane non meglio specificate starebbero pagando gli effetti di un analogo cyberattacco.


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