[Disarmo] Poroshenko ad Alfano: «Estradate gli antifascisti italiani»



Poroshenko ad Alfano: «Estradate gli antifascisti italiani»

Ucraina. Il governo di Kiev perde la testa

Simone PieranniIl Manifesto

Il primo maggio scorso una carovana di antifascisti italiani si è recata nel Donbass per portare medicine, giocattoli e solidarietà alla popolazione. Con loro c’era l’europarlamentare Gue/Ngl Eleonora Forenza che al ritorno ha denunciato la richiesta di estradizione per «terrorismo» da parte di Kiev nei confronti del governo italiano. In una conferenza stampa Forenza ha detto di aspettarsi che «il ministro degli Esteri risponda adeguatamente a questa richiesta a dir poco surreale di estradizione per terrorismo fatta dal governo di Petro Poroshenko». «Noi siamo andati in Donbass per portare solidarietà e aiuti concreti alle popolazioni, dai giocattoli alle medicine – ha dichiarato l’europarlamentare di Rifondazione comunista – Siamo rimasti allibiti di fronte alla nota stampa della portavoce del ministro degli Esteri ucraino, Maryana Betsa, in cui emergeva che il governo italiano, a fronte della richiesta di estradizione, si limitava a ribadire l’amicizia verso Kiev».

LA QUESTIONE UCRAINA – seppure sbiadita nei radar dell’informazione – continua a mietere assurdità e soprattutto vittime: secondo la Repubblica popolare di Donetsk nelle ultime 24 ore l’esercito ucraino avrebbe violato il cessate il fuoco 61 volte. E negli ultimi attacchi sarebbero rimasti feriti una donna e un bambino. Secondo Kiev, nelle ultime 24 ore, un soldato ucraino sarebbe stato ucciso in uno scontro a fuoco nel Donbass.

LA VICENDA delle regioni orientali dell’Ucraina, benché siano in atto gli accordi di Minsk2, è ancora tesa. Il Donbass si è autoproclamato indipendente da Kiev a seguito della Maidan, ovvero un moto di protesta contro l’allora presidente ucraino Janukovich, nato in un primo tempo in modo popolare e con la partecipazione anche di gruppi di sinistra e poi egemonizzato dai paramilitari neonazisti, con il supporto neanche troppo velato degli Stati uniti (l’allora capo della Cia John Brennan era un giorno sì e uno no a Kiev e l’uomo uscito dalla proteste come premier, Yatseniuk, fu sponsorizzato dall’allora segretaria di stato Usa Hillary Clinton). Una rivolta che ha consumato l’eccidio di Odessa, con decine di persone morte bruciate nella sede del sindacato per una attacco dell’estrema destra e sul quale sia l’Ue che Poroshenko continuano a tacere.

PROPRIO IN REAZIONE a un governo che ha visto la partecipazione di membri dell’estrema destra e che con la presidenza Poroshenko non ha certo cambiato colore, nelle zone orientali, tradizionalmente vicine alla Russia, si sono creati aree ribelli che – tramite Mosca – hanno cercato di portare ai tanti tavoli di negoziazione la propria posizione. Ma i rapporti tra Kiev e il Donbass restano tesi, perché quel che resta dell’Ucraina governata da Poroshenko non riconosce le regioni.

PROPRIO NEI GIORNI della missione italiana, dalla procura di Pavia che indaga sulla morte di Andy Rocchelli, morto proprio in Ucraina il 24 maggio del 2014, insieme al suo interprete russo Andrey Mironov, è arrivata una ricostruzione secondo la quale per Rocchelli non fu un errore dentro il conflitto ucraino, ma fu ucciso in un agguato, a seguito di un «fuoco ripetuto» di artiglieria – come si sospettò da subito – dell’esercito ucraino.

Per i carabinieri che indagano, il movente risiederebbe nei suoi rapporti con ong russe e con i ribelli.