[Disarmo] Fwd: Progetto Riconvertire la RWM di Domusnovas



---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: "Elio Pagani" <eliopaxnowar at gmail.com>
Data: 27 apr 2017 18:33
Oggetto: Progetto Riconvertire la RWM di Domusnovas
A: <no.f35_m346 at autistici.org>
Cc: "Elio Pagani" <eliopaxnowar at gmail.com>

Il gruppo locale di Iglesias di Umanità Nuova, espressione sociale del Movimento dei Focolari, insieme al Movimento Ragazzi per l’Unità, in collaborazione con la rete “I giardini della biodiversità”, ha indetto, per domenica 7 maggio 2017, una giornata di sensibilizzazione sul tema del disarmo, intitolata “Pace – Parliamone”.

L’iniziativa è inserita all’interno della campagna contro la vendita di armi a paesi in guerra della quale il movimento è promotore a livello nazionale, insieme a Amnesty International, Oxfam, Fondazione Banca Etica, Opal Brescia, Rete Italiana per il Disarmo, con il sostegno di P.Alex Zanotelli (v. lettera al Min. Alfano in allegato).
Il programma inizierà alle ore 15:30 presso la Chiesa altomedievale del Salvatore, ad Iglesias in via Leonardo da Vinci, 2, inserita nel progetto “I giardini della biodiversità”, dalla quale partirà la tappa sarda della “Run for Unity” – Corri per l’Unità – una staffetta internazionale per ragazzi e giovani che attraverserà idealmente i cinque continenti per testimoniare che l’unità del mondo è possibile, con il contributo di tutti.
Il percorso si snoderà per le vie cittadine e arriverà in Piazza Sella intorno alle ore 17:00, dove proseguirà il programma della manifestazione con interventi dal palco, contributi artistici, stands dei gruppi partecipanti.

E’ evidente che tale campagna ci riguarda molto da vicino, dato che è dalla fabbrica RWM, situata nei territori di Domusnovas e Iglesias, che partono i carichi della morte destinati ad alimentare i bombardamenti dello Yemen ad opera dell’Arabia Saudita. Sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla necessità di avviare il processo di riconversione civile di tale fabbrica è, al momento, il principale obiettivo della campagna.

Per l’occasione saranno presenti il giornalista Carlo Cefaloni del mensile Città Nuova, Alberto Velleriani, della “Rete di tutela Valle del Sacco”, impegnato ad ottenere la riconversione civile della fabbrica di Colleferro (Roma). Sono inoltre invitati ad intervenire con stands, comunicati e proposte i gruppi e le istituzioni che condividono contenuti e modalità operative della citata lettera al Ministro Alfano.
Per coordinare la partecipazione dei vari gruppi, i rappresentanti sono invitati a presenziare ad una riunione convocata per lunedì 24 aprile alle ore 17 presso lo stand de “I giardini della biodiversità” all’interno della Fiera del Libro di Iglesias (Piazza Municipio), con la possibilità di spostare la riunione all’interno del Palazzo Comunale nel caso fosse necessario. Sarà anche l’occasione per iniziare a porre le basi per un lavoro comune sul progetto di riconversione della fabbrica.
 
Le bombe dell’iglesiente, fatti e prospettive.
E’ dal 2001 che la fabbrica di esplosivi per uso civile (SEI -Società Esplosivi Industriali) di Domusnovas è stata convertita alla produzione bellica con regolari autorizzazioni del Governo e degli enti locali. Nel 2010 è stata acquisita dalla tedesca RWM con sede a Ghedi (Brescia), controllata da Rehinmetall, un colosso che fattura circa 5 miliardi di euro all’anno ed ha ricevuto dal Comune di Iglesias l’autorizzazione ad estendere lo stabilimento produttivo nell’area denominata “San Marco”, enclave amministrativa iglesiente.
Nel 2015 la RWM ha venduto oltre 54 milioni di euro di armi ed esplosivi ad alcuni paesi europei ma anche all’Arabia Saudita, da tempo impegnata nella guerra in Yemen. E’ proprio in quel paese che è documentato l’utilizzo delle bombe prodotte nel nostro territorio contro i civili. Bombe partite sotto gli occhi di tutti, a più riprese, dall’aeroporto di Cagliari e dai porti di Cagliari e Olbia. Gli ordigni sono stati spediti smontati in Arabia Saudita per eludere la legge italiana che vieta di vendere armi ai paesi in guerra e, dopo essere stati riassemblati, sganciati dall’aviazione saudita su città e villaggi yemeniti, teatro di una sanguinosa guerra civile tra il governo (sostenuto dai sauditi) ed i ribelli Houti, aiutati dall’Iran.
Fa orrore a tutta la società civile e certamente agli stessi lavoratori di Domusnovas, che quelle bombe all’uranio impoverito, del costo di 125.000€ l’una, caricate con l’esplosivo PBX prodotto nel nostro territorio, abbiano causato, in questi anni, migliaia di morti tra la popolazione civile, compresi centinaia di bambini ma, in questi tempi di profonda crisi, etica prima ancora che economica, ben pochi si sentono di sollevare il problema.
Occorre creare una “rete” di salvataggio, contro il traffico di armi che parte da una zona povera, gravata da un altissimo tasso di disoccupazione. E' necessario costituire un gruppo di studio per una riconversione della produzione che sia in grado di mantenere gli attuali livelli occupativi. Per tale percorso, così impegnativo, è nostra intenzione chiamare in causa, insieme ai lavoratori, le istituzioni, i cittadini del territorio, enti, autorità ed esperti  per giungere a conseguire, nel contempo, il disarmo, la difesa del posto di lavoro ed uno sviluppo realmente sostenibile.