Liberazione di Aleppo? Diciamo pure distruzione letterale di
Aleppo, nel senso che non esiste più. E l'esito finale de "Il
dramma di Aleppo è l'ipocrisia" di Alberto Negri, dopodichè si
è avuto il colpo di scena finale in Turchia: "noi moriamo in
Siria voi morite qua"
l dramma di Aleppo è che i guerriglieri di Al Nusra tengono in
ostaggio i civili e non intendono arrendersi alle condizioni
del regime di Damasco. A loro volta le truppe di Assad non
esitano a bombardare a tutto spiano anche i civili. Gli
iraniani non vogliono mollare i jihadisti di Aleppo se non in
cambio della fine dell'assedio degli sciiti di Fuaa e Kefraya
nell'area di Idlib. La Russia e la Turchia (che con l'Iran si
troveranno a Mosca il 27 dicembre) fanno finta di negoziare
per salvarsi reciprocamente la faccia: Putin non vuole passare
come il macellaio di Aleppo ed Erdogan deve farsi perdonare di
avere mollato i jihadisti che ha sostenuto fino a ieri contro
Assad prendendo i soldi delle monarchie del Golfo. Gli Stati
Uniti ad Aleppo si erano impegnati a separare la sorte della
guerriglia dei jihadisti di Al Nusra dalle altre formazioni ma
avendo sostenuto anche i qaidisti in funzione anti-Assad hanno
molto da nascondere e poco da dire di fronte alla sconfitta.
Quasi ne uccide più l'ipocrisia che le bombe.
Il 20/12/2016 12:59, Jure Ellero LT
(via disarmo Mailing List) ha scritto:
Giro un articolo di Manlio Di Stefano,
deputato di 5 Stelle e membro della Commissione Esteri della
Camera, sulla liberazione di Aleppo e le bugie dei media di
regime.
La liberazione di Aleppo
Redazione
di Manlio Di
Stefano
da beppegrillo.it
Prima del 2011 la Siria era un mirabile mosaico di
religioni ed etnie che hanno convissuto per secoli in
armonia. Nel 2011 l'Unione Europea, varò le sanzioni contro
la Siria, presentandole come "sanzioni a personaggi del
regime", che imponevano al Paese l'embargo del petrolio, il
blocco di ogni transazione finanziaria e il divieto di
commerciare moltissimi beni e prodotti. Una misura che dura
ancora oggi, anche se, con decisione alquanto inspiegabile,
nel 2013 veniva rimosso l'embargo del petrolio dalle aree
controllate dall'opposizione armata e jihadista, allo scopo
di fornire risorse economiche alle cosiddette "forze
rivoluzionarie e dell'opposizione".
In questi cinque anni le sanzioni alla Siria
hanno contribuito a distruggere la società siriana
condannandola alla fame, alle epidemie, alla miseria,
favorendo l'attivismo delle milizie combattenti integraliste
e terroriste che oggi colpiscono anche in Europa.
Da oltre cinque anni, quindi, il paese è sotto
attacco da bande di terroristi in una guerra per procura,
foraggiata prevalentemente da Arabia Saudita, Qatar e
Turchia.
I paesi occidentali, con l'Italia tristemente in
prima fila grazie al nostro attuale Presidente Gentiloni in
veste di Ministro degli Esteri, hanno riproposto la
strategia fallimentare usata per la Libia, appoggiando
presunti "ribelli moderati", alimentando una guerra che ha
già provocato più di 400.000 morti, 6 milioni di sfollati e
4 milioni di profughi (molti dei quali approdati sulle
nostre coste).
In una situazione comparabile a quella
dell'esercito iracheno, che avanza per la presa
di Mosul grazie al sostegno dei bombardamenti della
coalizione internazionale a guida USA, ad Aleppo è andata in
scena l'operazione di liberazione da parte dell'esercito
arabo siriano sostenuto dall'aviazione russa e dagli alleati
regionali.
La settimana scorsa Aleppo è stata liberata
dall'assedio che subiva da anni da Al Nusra (Al Qaeda in
Siria). Assedio denunciato da tutte le maggiori autorità
religiose della città mai ascoltate dagli organi di stampa
occidentale. Nemmeno quando noi del Movimento 5 Stelle
abbiamo invitato Joseph Tobji, arcivescovo cattolico
maronita di Aleppo, direttamente alla Camera.
"Tutto, nel racconto occidentale su Aleppo, sa di truffa e
inganno. Dalla pubblicazione senza filtri né verifiche dei
dati forniti dall'Osservatorio siriano per i diritti umani,
fondato e animato da un oppositore di Bashar al-Assad e
mantenuto dal governo inglese, alla parola "assedio", usata
senza risparmio per Aleppo ma solo negli ultimi mesi, e mai
nei più di tre anni in cui la città era attaccata su tre
lati da ribelli e jihadisti, arrivati anche a occupare il 60
per cento del territorio urbano", scrive correttamente
Fulvio Scaglione.
Si perché i veri grandi sconfitti di Aleppo, oltre ai
terroristi e ai "ribelli" che tenevano in ostaggio la città,
sono chiaramente i mezzi d'informazione occidentali.
È possibile dar credito alla versione secondo cui i
bombardamenti russi su Aleppo causino sempre vittime tra i
civili mentre quelli statunitensi su Mosul o Raqqa si
limitino a eliminare, "chirurgicamente", i capi di Daesh
senza colpire coloro di cui i jihadisti si sono circondati
per ritardare l'avanzata dei nemici? È possibile continuare
a ritenere attendibili le parole di chi ha sbagliato tutto,
l'ipocrisia dei radical chic che non si scompongono davanti
ai peggiori colpi di stato ma si lanciano in pubbliche
condanne quando qualcuno deve porre rimedio alle loro colpe?
No. No che non è possibile!
Ma sulle fake news (bufale) che divulgano ad arte
le corporazioni mediatiche e i loro ganci nei
parlamenti di tutto il mondo, non dobbiamo aggiungere altro.
Pesano sulle loro coscienze le centinaia di migliaia di
morti in Iraq, barbaricamente invaso dopo la menzogna delle
armi di distruzione di massa, le centinaia di migliaia di
morti in Afghanistan, colpevole di NON ospitare Osama Bin
Laden, e quelli nel paese fallito ai nostri confini, la
Libia.
Quello che mi fa rabbia è che la disinformazione, che ha
accompagnato fin dall’inizio questa sporca guerra, vive oggi
una nuova fase: non ha più interesse a criminalizzare il
Presidente Assad ma anche, e soprattutto, a "coprire" e a
"distogliere" l'attenzione da quanto sta veramente
accadendo.
Non vi è stata solo una liberazione ad Aleppo:
c'è stata la svolta fatale della guerra siriana, in cui a
perdere sono stati i costruttori di guerra e i pianificatori
del Terrore.
Io sono orgoglioso di aver chiesto da anni, grazie
all'unica forza politica libera di farlo, alcune semplici
cose per la pace in Siria:
- ripristino delle relazioni diplomatiche con la Repubblica
araba siriana;
- ritiro dei rappresentanti del Governo italiano dal
cosiddetto "Small Group della Coalizione Globale anti-Daesh"
che vede, tra gli altri, la presenza di rappresentanti di
Paesi quali l'Arabia Saudita e il Qatar, sponsor
dell'Isis/Daesh, e altre organizzazioni terroriste operanti
in Siria;
- interruzione immediata di qualsiasi sostegno economico e
militare ai cosiddetti "ribelli" siriani;
- ELIMINAZIONE IMMEDIATA DELLE CRIMINALI SANZIONI CHE
COLPISCONO LA POPOLAZIONE SIRIANA uccidendola da ben prima
che si accendessero i riflettori dei mass media.
Questo è ciò che, noi del MoVimento 5 Stelle,
chiediamo da due anni.
La liberazione di Aleppo ci dimostra che eravamo dalla
parte giusta della storia che non è la stessa di Gentiloni,
come sempre, per intenderci.
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