[Disarmo] Caltanissetta / Poche settimane all’accensione del Muos



Gli attivisti di Niscemi: “Continueremo a batterci. Qualunque saranno le mosse del nuovo presidente americano e dei suoi lacchè locali, dei magistrati di turno e delle forze del disordine”.

“The ground station in Niscemi is operational. Il Muos di Niscemi è operativo”, sarebbe stata la frase pronunciata da un retroammiraglio americano per sentenziare sulle sorti della base. Secondo quanto si riferisce dai comitati contro il super-radar a stelle e strisce, la dichiarazione del responsabile dell’intelligence risulta quantomeno azzardata: “Come se l’opposizione popolare contro il Muos sia acqua passata, come se non ci fosse, nell’ordine, un giudizio di revocazione davanti al Consiglio di giustizia amministrativo e un ricorso alla Cassazione sul dissequestro, come se in questi giorni non si stesse celebrando un processo penale davanti al Tribunale di Caltagirone per abuso edilizio”.

Ad ogni modo, nello stesso intervento pubblico il il retroammiraglio responsabile di Intelligence e sistemi spaziali del Pentagono “ha dovuto ammettere i meriti del movimento No Muos: la nostra lotta ha ritardato e resa inoperativa la base per lungo tempo, accecando il sistema satellitare in quella eterna zona di guerra che è il Mediterraneo”.

A quanto si apprende da Niscemi, dopo la sentenza di dissequestro, e le dichiarazioni perentorie del responsabile americano, l’accensione definitiva del Muos sarebbe ormai solo una questione di giorni. Già da settimane infatti pare che l’impianto, anche se non ancora dichiarato ufficialmente acceso, sia già operativo.

Intanto le vicende giudiziarie degli attivisti sono tutt’altro che concluse: “Dopo centinaia di denunce, processi in corso, salatissime multe e ridicole accuse qualcuno, dentro alle istituzioni italiane, avrà rassicurato gli Usa: la lotta No Muos è ormai acqua passata”. Ma dalla Sicilia il movimento non si arrende e rilancia: “Continueremo a batterci per la completa smilitarizzazione della riserva sughereta di Niscemi, della Sicilia e dell’Italia. Qualunque saranno le mosse del nuovo presidente americano e dei suoi lacchè locali, dei magistrati di turno e delle forze del disordine. Tutti uniti allegramente per quello che è diventato il nuovo incubo americano: esportare democrazie e sicurezza a suon di guerra permanente, in ogni territorio, anche a costo di calpestare leggi e volontà delle popolazioni, senza curarsi della devastazione che ne consegue”.

16 novembre 2016

 




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