Ricevuto da aa-info diffondo, ché sia a disposizione di tutti.
Jure
Inizio messaggio inoltrato:
Da: parallelopalestina
<infoparallelo @gmail.com>
Oggetto: Esecuzioni extragiudiziali
compiute da Israele nel mese di settembre
Data: 4 ottobre 2016 15:46:05 CEST
29 settembre
.... in 3 giorni ci sono stati altri 3 palestinesi
uccisi. Il primo (ne avevo già dato notizia) è morto
in prigione e la foto è della madre che porta il
corpo al funerale. Il secondo martire è stato ieri
al campo profughi di Balata, Nablus. L'alter ego
degli israeliani (la polizia palestinese) ha sparato
su un'auto ferendo 3 shebab ed uccidendo Ziad
Marshood. Da ieri ci sono scontri per
protesta a Nablus (quindi, è successo ancora..). Il
terzo martire è oggi, a Gaza. Ahmed Asaad Amit (30 anni) è
morto per esalazione da gas velenoso uscito da un
missile israeliano inesploso che stavano cercando di
rimuovere...
https://www.facebook.com/comizzolisamantha/posts/1793802507565003
29 settembre
Esplode ordigno israeliano nella
Striscia di Gaza: 1 morto e 3 feriti
Gaza-Quds Press e PIC. Giovedì pomeriggio, un
Palestinese è rimasto ucciso e altri tre gravemente
feriti nella detonazione di un ordigno israeliano
che era rimasto inesploso nella Striscia di Gaza. Il
portavoce del ministero della Sanità palestinese,
Ashraf al-Qidra, ha dichiarato che la vittima, Ahmad Asaad Mayt,
30 anni, e gli altri tre feriti, tutti addetti di
una società, “La Mediterranea”, stavano tentando di
disarmare l’ordigno, che si trovava sotto terra, a
Beit Hanoun, probabilmente lanciato nell’ultima
guerra israeliana. Tuttavia, nell’esplosione hanno
respirato gas tossici che hanno provocato la morte
di uno e l’intossicazione degli altri tre. Parecchi
bambini e adulti sono morti a causa di bombe e
ordigni israeliani lanciati nelle offensive contro
la Striscia di Gaza
http://www.infopal.it/esplode-ordigno-israeliano-nella-striscia-di-gaza-1-morto-e-3-feriti/
25 settembre
Prigioniero palestinese muore in un
carcere israeliano
Il prigioniero palestinese Yasser Diab Hamduna,
40 anni, di Yaabad (Jenin), è stato dichiarato morto
domenica, in una prigione israeliana, dove stava
scontando una condanna a 14 anni. Ne ha diffuso la
notizia la Società per i prigionieri
palestinesi (PPS).Hamduna è morto per insufficienza
cardiaca nella prigione di Ramon.
Waed, società per i detenuti e ex-detenuti, ha
dichiarato che l’amministrazione penitenziaria di
Ramon ha trasferito la salma del prigioniero
nell’ospedale Soroka, a Be’er Sheva, affermando che
il decesso è dovuto a negligenza medica.
Secondo il PPS, Hamduna soffriva di diversi problemi
cardiaci, dall’inizio della detenzione, nel giugno
del 2003, quando venne aggredito dalle forze del
battaglione Nahshon. Nonostante le sue condizioni di
salute, non gli furono garantite cure mediche
appropriate nell’infermeria della prigione di Ramla,
dov’era stato portato diverse volte.
A questo proposito, il movimento dei prigionieri
palestinese nelle carceri israeliane ha dichiarato
tre giorni di sciopero della fame e di lutto per la
morte di Hamduna.
Con la sua morte, il numero di Palestinesi deceduti
nelle prigioni israeliane è salito a 208.
http://www.infopal.it/86913-2/
Hebron, un altro ragazzino
ucciso a sangue freddo dalle forze israeliane
Martedì mattina, al check-point di Bani Naim, nel
distretto di Hebron, le forze israeliane hanno
ucciso a sangue freddo un adolescente, Issa Salim Mahmoud Tarayra,
16 anni. Il pretesto, come consueto, è un presunto
attacco con il coltello.
Portavoce dell’esercito e media israeliani hanno
dichiarato che il ragazzo era in possesso di un
coltello con il quale aveva tentato di attaccare dei
soldati al check-point, e questi gli hanno sparato,
uccidendolo. Nessun israeliano è rimasto ferito.
Tuttavia, testimoni locali hanno riferito
all’agenzia Ma’an che un autobus proveniente da Bani
Naim e diretto a Hebron si era fermato
all’intersezione di Wadi al-Joz, quando “un ragazzo
era sceso e le truppe israeliane gli hanno sparato”.
Gruppi per i diritti umani hanno denunciato le
politiche di esecuzione extragiudiziale israeliana
contro Palestinesi che non costituiscono una
minaccia. L’epicentro delle esecuzioni è il
distretto di Hebron, oppresso da una presenza
massiccia e violenta di coloni e soldati di
occupazione.
http://www.infopal.it/86732-2/
19 settembre
Hebron, due palestinesi uccisi dalle
forze israeliane
... Altri due giovani palestinesi uccisi dagli
israeliani oggi ad Al Kahlil: Amir Jamal Errajabi di 17 anni e
suo cugino Mohannad Jamil Errajabi di 20 anni.
Chiusa la zona ed allontanata la stampa. Nel
frattempo sono scoppiati gli scontri nella zona.
17 settembre
Ieri ad Al Kahlil...il bambino palestinese di 15
anni, ucciso e denudato dai soldati israeliani....
Come vi sentireste voi nel vedere vostro figlio
così?
https://www.facebook.com/comizzolisamantha/photos/a.1561963284082261.1073741828.1561957824082807/1787804581498129/
17 settembre
Hebron, soldati israeliani uccidono
Palestinese a sangue freddo
Sabato mattina, le forze israeliane hanno
ucciso un Palestinese, Hatim Abd al-Hafeeth
Shaludi, 25 anni, a Tel Rumeida, nella
Città Vecchia di Hebron. E’ il quarto
Palestinese ucciso da giovedì sera (il quinto,
includendo il cittadino giordano a Gerusalemme)
e il secondo nella stessa area di Hebron. Il
contesto di questa nuova esecuzione
extragiudiziale è un presunto attacco con il
coltello.
La famiglia Shaludi ha accusato i soldati
israeliani dell’esecuzione del loro figlio,
mentre si stava recando al lavoro nel centro di
Hebron.
Il fratello di Shaludi, Ayman, ha dichiarato
all’agenzia Ma’an che la famiglia vive vicino
alla moschea Al-Rahma, situata a pochi metri dal
check-point israeliano che circonda il sobborgo
di Tel Rumeida. Ha spiegato che Hatim stava
andando al lavoro, come ogni mattina, quando,
passando davanti al check-point, “i soldati
israeliani gli hanno sparato a sangue freddo”.
La vittima lavorava in un’azienda di Hebron ed è
stata colpita mentre camminava nell’unica strada
permessa ai residenti per entrare nel centro
della città. La mamma del giovane ha detto a
Ma’an di aver sentito gli spari da dentro casa e
di essere uscita fuori, senza comprendere che
quei colpi avevano segnato la morte del figlio.
La famiglia ha riferito che le forze israeliane
hanno invaso la loro casa e interrogato la
madre. L’esercito ha dichiarato che Shaludi
aveva accoltellato un soldato prima di essere
colpito e ucciso dalle forze israeliane. I media
israeliani hanno riportato di un militare
lievemente ferito. Un portavoce dell’esercito
israeliano ha dichiarato a Ma’an che la serie di
attacchi rappresenta un altro “esempio del danno
dell’incitamento palestinese via social media”,
aggiungendo che sono in corso “intensi sforzi di
intelligence e operativi per fermare le
violenze”. Tuttavia, il portavoce non ha potuto
spiegare come tali “attacchi” siano connessi
all'”incitamento via social media”.
http://www.infopal.it/86680-2/
17 settembre
Ragazzino di 15 anni ucciso a
Hebron: aveva ferito soldato israeliano
Mohammad
Kayed El-Rajabi, 15 anni,
è stato ucciso venerdì pomeriggio al check-point
Gilbert, a Tal El-Rumaida, nella Città Vecchia
di Hebron. Si tratta del terzo Palestinese
ucciso nelle ultime 24 ore da parte delle forze
israeliane. Il quarto è un cittadino
giordano.
Un portavoce dell’esercito
israeliano ha dichiarato che il ragazzo è
sopraggiunto al check-point armato di un
coltello e ha aggredito un soldato di 19 anni.
Il quotidiano israeliano Times of
Israel ha
riferito che il militare è stato “lievemente
ferito” alla faccia ed è stato trasportato
allo Shaare Zedek Medical Center di Gerusalemme.
Fonti locali hanno affermato che le forze
israeliane hanno impedito alle ambulanze di
soccorrere l’adolescente palestinese.
http://www.infopal.it/86674-2/
16 settembre
Palestinese ucciso a Hebron dalle
forze israeliane. Ferita gravemente una donna
Venerdì, le forze israeliane hanno ucciso un
giovane Palestinese, Firas
Mousa al-Beerawi al-Khdour, 18 anni, e
ferito gravemente sua moglie, Raghad Abdullah
al-Khdour, 18, all’entrata dell’insediamento
coloniale di Kiryat Arba, nel distretto di
Hebron. Secondo la versione dell’esercito
israeliano e del quotidiano Yediot
Ahranot, due “terroristi” hanno tentato un
attacco con l’auto, venerdì pomeriggio,
all’Elias Junction, all’entrata di Kiryat Arba.
Gli “attentatori”, alla guida di un pick-up
Mitsubishi, avrebbero puntato contro tre persone
a una fermata degli autobus, ma sono stati
“neutralizzati” dai colpi sparati dalle forze
israeliane.
http://www.infopal.it/palestinese-ucciso-a-hebron-dalle-forze-israeliane-ferita-gravemente-una-donna/.
16 settembre
Muore per le ferite riportate prima
dell’arresto giovane di Beit Ula
Giovedì sera, Mohammed Abdul
Sarahin, 30 anni, di Beit Ula, a nord
di Hebron, è deceduto per le ferite riportate
nel pomeriggio, durante un assalto delle forze
israeliane. Ne ha dato notizia il ministero
della Sanità palestinese in una breve
dichiarazione.
Le forze di occupazione israeliane avevano
arrestato l’uomo e suo padre, dopo aver sparato
loro. Il giovane era dunque ferito quando è
stato arrestato. Fonti locali hanno sottolineato
che i soldati hanno invaso la cittadina di Beit
Walla, a ovest di Hebron, sparando proiettili e
lacrimogeni e prendendo di mira le abitazioni.
http://www.infopal.it/muore-per-le-ferite-riportate-prima-dellarresto-giovane-di-beit-ula/
16 settembre
Giovane giordano ucciso dalle forze
israeliane a Gerusalemme
Gerusalemme. Venerdì, nella Città Vecchia di
Gerusalemme le forze israeliane hanno sparato a
un giovane giordano, Said Amr, 28 anni, uccidendolo.
L’esercito di occupazione ha affermato che il
giordano aveva tentato di accoltellare un
poliziotto israeliano nei pressi della Porta di
Damasco ed è stato “neutralizzato”. Il giovane
era un cittadino giordano ed era entrato in
Palestina giovedì attraverso il ponte di
Allenby. Non è chiaro se si tratti di un
Palestinese con passaporto giordano.
http://www.infopal.it/86635-2/
11 settembre
Bimba palestinese di 6 anni travolta
e uccisa dall’auto di un colone
Domenica mattina migliaia di Palestinesi
hanno preso parte al funerale di Lama Marwan
Mousa, la bimba di sei anni investita e
schiacciata dall’auto di un colone israeliano,
sabato sera, nella strada che porta
all’insediamento illegale di Efrat.
Il funerale è partito dall’ospedale di Beit Jala
dove la giovane e nuova vittima della violenza
dei coloni era stata trasportata, dopo essere
stata soccorsa dal servizio di emergenza
israeliano Magen David Adom.
Secondo la testimonianza di locali rilasciata
all’agenzia Ma’an, la bimba si trovava sul
marciapiede, di fronte a casa, quando un’auto
che viaggiava a tutta velocità l’ha colpita e
nell’impatto le ha spezzato le ossa del collo.
L’abitazione di Lama si trova a Umm Rukba,
nell’Area C di al-Khader, sottoposta per oltre
il 60 per cento al controllo israeliano.
L’edificio è vicino a una strada usata dai
coloni dell’insediamento illegale di Efrat.
La piccola era nata nel 2010.
Nessun giudice israeliano ordinerà mai la
demolizione della casa del colono che l’ha
uccisa.
http://www.infopal.it/86523-2/
9 settembre
Un ragazzo di 16 anni è stato ucciso
dalle truppe di terra, colpito alla testa
mentre manifestava contro l’assedio
Negli ultimi mesi si sono registrati vari
casi di attacchi aerei da parte dell’aviazione
israeliana in risposta a missili. L’ultimo il 22
agostoprovocò cinque feriti, quello precedente
il 2 luglio. A maggio una donna restò uccisa in
una serie di attacchi aerei. Anche il 9
settembre le truppe israeliane hanno fatto una
vittima: il 16enne Abdel
Rahman al-Dabbagh è
morto colpito dal fuoco israeliano sparato al
confine dai soldati durante una manifestazione
contro la chiusura di Gaza, all’altezza del
campo profughi di Bureij. Ragazzini tiravano
pietre, i militari hanno sparato ad altezza
d’uomo colpendolo alla testa.
http://nena-news.it/gaza-raid-israeliano-allalba/
Abed
Al Rahman Ahmed Al Dabbagh, 18 anni o quasi, è
stato ucciso il pomeriggio di ieri ad est del
campo rifugiati di Al Bureij, nella zona
centrale della Striscia di Gaza.
E’ un appuntamento consueto quello del venerdì –
giorno sacro per i musulmani, giorno in cui
riunirsi con i propri cari – diventato da
qualche anno anche giorno di protesta. A partire dal primo pomeriggio,
decine di giovani palestinesi si recano nelle
zone orientali lungo il confine con Israele
per manifestare contro l’occupazione e
l’assedio. I
giovani sono muniti spesso di bandiere, alcuni
di fionde con cui lanciare pietre ai soldati
schierati con le loro camionette lungo il
confine e che rispondono, ora con potenti
lacrimogeni, ora con armi da fuoco, sebbene i
ragazzi siano disarmati. Le ambulanze si
appostano al confine della zona interdetta,
pronte a soccorrere eventuali feriti. Sono
moltissimi infatti i casi di giovani palestinesi
colpiti da proiettili, in prevalenza agli arti,
altri vi hanno perso la vita. Ieri, oltre che
nella zona orientale di Al Bureij, la
manifestazione si è svolta anche presso il
valico di Nahal Oz, ad est di Gaza city.
Abed Al Rahman è stato colpito da un proiettile
alla testa, il proiettile gli ha causato un
grosso foro all’altezza dell’occhio. In un video
pubblicato da una testata locale, il giovane
appare con il capo completamente insanguinato
mentre un infermiere, all’interno di
un’autoambulanza, tenta disperatamente di
salvarlo praticandogli un massaggio cardiaco.
Abed Al Rahman è stato trasportato all’ospedale
Al Aqsa dove è stato dichiarato deceduto
all’arrivo.
L’esercito israeliano tuttavia in serata ha
negato ogni responsabilità – affermando che i
manifestanti erano entrati nella buffer zone ed
avevano tentato di danneggiare la rete di
separazione – e di aver utilizzato soltanto gas
lacrimogeno per disperdere la protesta.
Nel frattempo, un altro palestinese è rimasto
ferito da un proiettile durante la protesta
vicino il valico di Nahal Oz ad est di
al-Shujaiya, quartiere orientale di Gaza city.
Sono morti rese invisibili dal silenzio della
stampa internazionale, mentre le condizioni
economiche sono gravemente peggiorate dopo otto
anni di blocco economico e soprattutto dopo la
devastante offensiva israeliana dell’estate del
2014. Povertà e disoccupazione si aggiungono
alle conseguenze drammatiche dell’assedio, tra
cui l’assenza di energia elettrica e del diritto
alla libertà di movimento, la chiusura dei
valichi e la lentissima ricostruzione.
Intanto, la marina militare israeliana continua
ad aprire il fuoco a poche miglia dalla costa
palestinese – nonostante il limite marittimo
delle sei miglia – danneggiando e confiscando le
imbarcazioni, arrestando i pescatori o rendendo
loro il lavoro impossibile.
Lungo il confine della buffer zone truppe
militari israeliane continuano ad aprire il
fuoco contro i terreni agricoli rendendo
rischioso il lavoro per i tanti contadini
palestinesi.
http://nena-news.it/gaza-ucciso-giovane-palestinese-durante-la-protesta-del-venerdi/
7 settembre 2016
Per la seconda volta in una settimana
le autorità israeliane ammettono di aver ucciso
senza ragione.
Convocata la famiglia Nimir. La sua auto
crivellata di colpi
AGGIORNAMENTO ore 15.00 –
ISRAELE RITRATTA: LA COLPA E’ DI ALI, IL FRATELLO
DI MUSTAFA
Dopo aver ammesso di aver ucciso Mustafa Nimir per errore,
la polizia israeliana accusa il fratello – ferito
dai poliziotti a Shuafat mentre guidava – di aver
guidato in un modo da costringere ad aprire il
fuoco. Per questo Ali è ora accusato di aver
provocato la morte di Mustafa, un escamotage che
porterebbe alla chiusura dell’inchiesta che Israele
aveva detto di voler aprire.
“Vostro figlio è stato ucciso per errore”:
questo è quello che Talal Nimir e sua moglie si sono
sentiti dire ieri, dopo essere stati convocati dai
servizi israeliani nella stazione di polizia di Nabl
Yaqoub a Gerusalemme Est. Il
figlio, Mustafa, 27 anni, è morto nella notte tra
domenica e lunedì nel campo profughi di Shuafat:
la sua auto è stata investita da una raffica di
colpi che hanno ucciso lui e ferito il fratello
Ali, 25 anni, tuttora in ospedale.
A Shuafat era in corso un raid della
polizia israeliana per ragioni non meglio precisate
e, secondo gli stessi poliziotti, i due avrebbero
cercato di investirli con l’automobile. Non era
vero. Erano andati a comprare del cibo.
Testimoni sul posto avevano raccontato subito che
si era trattato di un omicidio a sangue freddo. E
ora lo ammette anche la polizia israeliana,
costretta ad aprire un’inchiesta sull’avvenuto:
Mustafa e Ali non volevano investire nessuno. Le
foto della loro auto mostrano cos’erano andati a
fare: pane e vestiti per bambini erano ancora sul
sedile posteriore.
Quella sera a Shuafat la tensione era alta:
le forze di polizia israeliane hanno invaso il
campo, su tre lati. Decine di poliziotti erano in
strada e sparavano proiettili di gomma ai
manifestanti che protestavano: “Durante
gli scontri – racconta un testimone – un’Opel
Corsa bianca stava passando a bassa velocità e la
polizia ha aperto il fuoco”. Una donna, che
stava sul balcone, dice di aver visto –
testimonianza provata da un video – che dopo
gli spari i poliziotti hanno fatto scendere Ali
ferito e l’hanno costretto a sdraiarsi a terra.
Gridava: “Non ho fatto niente”. “Ma i
soldati – aggiunge la donna – gli hanno ordinato di
togliersi i pantaloni e lo hanno perquisito
nonostante le ferite”.Il corpo senza vita di Mustafa
è rimasto sul sedile del passeggerro per mezz’ora
prima che permettessero l’arrivo dei medici. “Le
loro scuse non porteranno indietro Mustafa – ha
detto ieri il padre – I soldati israeliani non danno
valore alla vita umana e uccidono per tante ragioni
e con scuse diverse. Non c’è motivo per uccidere i
nostri bambini. Anche se gli avessero davvero
ordinato di fermare la macchina, perché gli hanno
subito sparato?”.
E, nonostante le scuse, Ali
Nimr è ancora agli arresti in ospedale. Una
settimana fa, ad al-Ram, quartiere di Gerusalemme
la stessa cosa era successa al 22enne Anwar Falah
al-Salaymeh. Anche lui
crivellato di colpi mentre era in auto perché – ha
detto l’esercito – la sua macchina stava tentando di
investirli. A giugno a morire era stato un
adolescente, di ritorno dalla piscina, Mahmoud
Badran. In entrambi i casi, successivamente, le
autorità israeliane hanno ammesso l’errore.
Casi simili costellano i 50
anni di occupazione militare dei Territori
Occupati e la più recente ondata di scontri e
violenze, cominiciata il primo ottobre dello
scorso anno. Molti testimoni di omicidi
extragiudiziali hanno raccontato che le vittime
palestinesi non rappresentavano alcuna minaccia e,
in alcuni casi, video e foto lo dimostrano. Nonostante
ciò le violenze continuano come continua l’assenza
di inchieste serie da parte delle autorità
israeliane. I soldati e i poliziotti responsabili
non vengono puniti. E, sebbene le prove spesso siano
schiaccianti, vengono difesi ad oltranza sia
dall’opinione pubblica che dal governo. Come nel
caso dell’uccisione a sangue freddo ad Hebron di
Abdel Fattah al Sharif, giustiziato mentre si
trovava a terra sanguinante.
http://nena-news.it/gerusalemme-israele-mustafa-ucciso-per-errore/
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248 Palestinesi uccisi da ottobre 2015 al
20/9/2016 (INFOPAL)
TUTTE LE FOTO QUI: https://sites.google.com/site/parallelopalestina/settembre
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dove e quando per la Palestina
EVENTI - MILANO https://sites.google.com/site/parallelopalestina/calendario-2016
EVENTI -ITALIAhttp://www.palestinarossa.it/?q=it/event/2015/08/04/month
APPELLI https://sites.google.com/site/parallelopalestina/firma
VIAGGI https://sites.google.com/site/parallelopalestina/dove
https://www.change.org/p/we-call-on-the-president-of-the-un-security-council-to-pass-a-resolution-urging-all-members-to-impose-economic-and-political-sanctions-on-israel-until-it-lifts-the-siege
Appello al
Presidente del Consiglio di Sicurezza delle
NU affinché appoggi la risolutione che
impone sanzioni economiche e politiche ad
Israele finché l'assedio non sarà tolto.
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