[Disarmo] Sul documento del papa "La non violenza: stile di una politica per la pace" - un commento triestino



Il tema di papa Francesco per la Giornata della pace 1º gennaio 2017
- "La non violenza: stile di una politica per la pace"
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Andrea Tornielli in “La Stampa - Vatican Insider” del 26 agosto, divulga il tema pensato da papa Francesco per la 50a Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio 2017, che verrà sviluppato nel tradizionale messaggio dell' 8 dicembre e come si può capire, suonerà a molti orecchi rivoluzionario. Questo pontefice iniziò a far pace a settembre 2013, quando stupì le cancellerie radunando 100.000 persone a san Pietro, fermamdo l'imminente invasione della Siria.

«È il traffico illegale delle armi a sostenere non pochi conflitti nel mondo. La non violenza come stile politico può e deve fare molto per arginare questo flagello» - si legge nel comunicato diffuso dalla Sala stampa vaticana - «La violenza e la pace sono all'origine di due opposti modi di costruire la società. Il moltiplicarsi di focolai di violenza genera gravissime e negative conseguenze sociali». Il Papa «coglie questa situazione nell'espressione "terza guerra mondiale a pezzi"».

Anche nella Trieste "laboratorio di pace" si contribuisce al traffico qui denunciato, con le spedizioni portuali di materiale bellico verso gli Emirati Arabi Uniti, parte della coalizione a guida saudita in guerra in Yemen; dove il disastro umanitario è denunciato da Onu e Parlamento europeo. In aperta violazione della legge 185/90 sul commercio delle armi.

«La pace, al contrario - continua la nota - ha conseguenze sociali positive, e pemette di realizzare un vero progresso; dobbiamo pertanto muoverci negli spazi del possibile, negoziando strade di pace anche là dove appaiono tortuose e persino impraticabili. In questo modo, la non violenza potrà assumere un significato più ampio e nuovo: non solo aspirazione, afflato, rifiuto morale della violenza, delle barriere, degli impulsi distruttivi, ma anche metodo politico realistico, aperto alla speranza».

In base a considerazioni analoghe, 74 parlamentari hanno presentato la proposta di legge "Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento per la Difesa civile, non armata e nonviolenta", con la quale si vuol dare attuazione agli articoli 11 e 52 della Costituzione sulla Difesa della Patria.

Si tratta «di un metodo politico fondato sul primato del diritto. Se il diritto e l'uguale dignità di ogni essere umano sono salvaguardati senza discriminazioni e distinzioni, la non violenza intesa come metodo politico può costituire una via realistica per superare i conflitti armati. In questa prospettiva - continua il papa - è importante che si riconosca sempre più non il diritto della forza, ma la forza del diritto».

Notiamo in proposito, dal porto nucleare militare di transito di Trieste ( e di Koper / Capodistria ) che nel 2017 la forza del Diritto può essere fatta valere dai 107 Paesi, proponenti in sede Onu un Trattato per la messa al bando delle 15.000 armi nucleari; come ad esempio quelle stoccate nella base italoamericana di Aviano.

Con questo nuovo messaggio Francesco «intende indicare un passo ulteriore, un cammino di speranza adatto alle presenti circostanze storiche: ottenere la risoluzione delle controversie attraverso il negoziato, evitando che esse degenerino in conflitto armato. Dietro questa prospettiva c'è anche il rispetto per la cultura e l'identità dei popoli, dunque il superamento dell'idea secondo la quale una parte sia moralmente superiore a un'altra. Nello stesso tempo, però, questo non significa che una nazione possa essere indifferente alle tragedie di un'altra. Significa, invece, riconoscere il primato della diplomazia sul fragore delle armi».

Giova a questo punto ricordare come l'Italia, ottavo esportatore mondiale di armi, sia coinvolta in numerosi "teatri" di guerra, in Libia Iraq e altrove. Comportamento che, associato a quello dei Paesi alleati, sta alla base della crescita dell'immigrazione.

Infine, il comunicato vaticano ricorda che «il traffico mondiale delle armi è così vasto da essere in genere sottostimato. È il traffico illegale delle armi a sostenere non pochi conflitti nel mondo. La non violenza come stile politico può e deve fare molto per arginare questo flagello».

Stupisce l'assonanza di queste parole con quanto sostiene l'eroe della Resistenza francese Stéphane Hèssel, redattore della Dichiarazione universale dei Diritti umani e amico dello scrittore sloveno Boris Pahor : "La prossima rivoluzione o sarà nonviolenta, o non sarà !"

La Giornata Mondiale della Pace è stata voluta da Paolo VI e viene celebrata il primo gennaio di ogni anno, anche a Trieste, ad opera del Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci. Il 9 ottobre 2016, la Marcia Perugiassisi costituirà un'anteprima nazionale e non solo, per la divulgazione delle idee espresse da Francesco nel documento "La non violenza: stile di una politica per la pace".

Alessandro Capuzzo