[Disarmo]
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- From: "ferroferrarese at libero.it" <ferroferrarese at libero.it>
- Date: Sun, 24 May 2015 17:20:45 +0200 (CEST)
- Reply-to: "ferroferrarese at libero.it" <ferroferrarese at libero.it>
CRISI SOCIALE E RISPOSTA POLITICA (seconda parte)
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 La proprietà dei media e delle banche ha permesso a poche famiglie 
della grande finanza di costruire la grande menzogna della libertà di 
mercato, d’impresa, d’informazione e di partecipazione democratica alla 
gestione delle comunità nazionali e della comunità internazionale.
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 (Prima parte https://www.facebook.com/photo.php?fbid=941140549270368&set=a.117911198259978.17806.100001232959661&type=1&theater)
 (..) Le condizioni oggettive motiverebbero la rivolta se fossero 
comprese dalla parte attiva del popolo, diventando quindi anche 
soggettive.
 Ma di questo sono ben consapevoli anche i globalizzatori
 e quanti per loro lavorano nei media, nelle associazioni, nelle logge 
massoniche, nelle sette religiose, nelle fondazioni, istituzioni, 
istituti di ricerca e quant’altro. 
 Tutti gli imperi (gruppi e 
classi dominanti) precedenti, hanno avuto enormi risorse per esercitare 
il proprio potere (reprimere il popolo, creare una ‘opinione pubblica’ 
favorevole, ‘premiare’ chi passava dalla propria parte , costruire 
eserciti, spiare e controllare il formarsi di nuclei di oppositori, 
ecc.), ma tali risorse avevano comunque un limite; attraverso 
l’appropriazione del potere di creare la moneta dal nulla, la grande 
finanza, per la prima volta, ha costruito, e difende, il suo potere con 
risorse illimitate.  
 Chi lavora ‘per il sistema’ ha l’input di 
operare per impedire (attraverso la proprietà degli strumenti culturali,
 economici e sociali) e reprimere (attraverso la gestione delle attività
 belliche, poliziesche) ogni maturazione e diffusione di tale presa di 
coscienza.
 Il settore operativo più efficacie, ma che ai più sfugge 
poiché ‘il sistema’ lo ha etichettato come complottismo, è quello della 
infiltrazione/corruzione, all’interno delle organizzazioni politiche che
 per simbologia e programmi sono in grado di attrarre quanti pur avendo 
soggettivamente maturato una coscienza, della criminale ingiustizia che 
sta alla base del sistema, sono ancora ‘facilmente’ guidabili agitando 
delle false bandiere, rosse o nere.
 Come difenderci da questo 
onnipotente e crudele ‘Molok’ che, ubbidendo alla cupidigia di un potere
 assoluto, divora le vite dei popoli e compromette il futuro del pianeta
 ?
 Come contrapporsi al progetto globalizzatore gestito dalle 
famiglie della grande finanza, attraverso la Trilaterale, il Club 
Bilderberg e le altre sedi di coordinamento, che mira a distruggere la 
sovranità e l’indipendenza degli Stati, le loro strutture economiche e 
le loro radici culturali?
 Può farlo una classe sociale, proletaria o
 ceto medio o borghesia capitalista a cui la concentrazione di potere 
nelle mani delle famiglie della grande finanza, delle loro banche e 
multinazionali, ha tolto ruolo, potere e funzione sociale ? 
 Può 
farlo un partito che insegue una lenta, difficile e soprattutto, inutile
 egemonia su una classe non più determinante/strategica, nella conquista
 del potere ?
 Può farlo, pur con mirabili e generosi sforzi, un 
gruppo/movimento, o una associazione che si batte per disvelare e 
superare una singola questione sociale, ambientale, nutrizionale o 
religiosa ?
 Può farlo, senza risorse finanziarie e visibilità 
mediatica, un gruppo/movimento, o una associazione che persegue l’ 
obiettivo di combattere le ‘contaminazioni’ ideologiche e di costume 
dell’ex partito comunista/socialista, o fascista, o liberal/capitalista,
 per sostituirvisi ?  
 Il sistema ha fondamenta marce ma può essere 
sconfitto solo se attaccato al cuore, e cioè bloccando la sua strategia,
 non assecondandola accontentandosi di rendere più lenta l’agonia di 
quella comunità nazionale, di quell’impresa, di quella categoria, di 
quel territorio. 
 I governi, i partiti e le associazioni sindacali e
 di categoria che stanno dentro alla globalizzazione voluta dalle grandi
 banche e dalle multinazionali, ci prendono in giro quando fingono di 
piangere gli effetti delle guerre, delle migrazioni, delle fabbriche che
 chiudono e delocalizzano, delle acque, aria e suoli inquinati, dei 
diritti e dei servizi sociali che crollano insieme ai salari ed ai posti
 di lavoro. 
 La grande finanza, con le sue banche multinazionali, 
media, partiti, logge, università e fondazioni è nemica delle 
aspirazioni e degli interessi contingenti di tutto il popolo, 
dell’industriale come dell’operaio e di tutte le altre categorie e 
strati sociali, chi alimenta divisioni ancestrali, barricate politico 
culturali, come chi guarda solo a ciò che può dividere il popolo, 
consapevolmente o inconsapevolmente è un servitore del sistema che ci 
opprime.
 La struttura portante del sistema di potere della grande 
finanza è costituito:  dalla sua proprietà della moneta, data ai popoli e
 agli stati a debito; dalla sua capacità di costruire consenso alla 
guerra-distruzione degli stati che non si piegano al suo dominio; dal 
superamento della sovranità nazionale e dei confini degli stati per dare
 assoluta libertà di circolazione alle sue merci e investimenti; da 
norme, leggi e costumi globali, uniformati, per non dover sottostare a 
culture, costumi e leggi nazionali di ‘intralcio’ e controllo del 
proprio operato. 
 Se questa è la sua ‘struttura portante’, 
l’ideologia ed il progetto, di chi ha soggettiva consapevolezza della 
situazione e vuole salvare se e il proprio popolo, deve basarsi sulla 
puntuale difesa degli obiettivi, valori, leggi e principi che la grande 
finanza ha distrutto e vuole distruggere.  
 Ma costoro, quand’anche 
crescessero di numero finirebbero per cozzare contro:  la diffusa 
(volutamente) ‘ignoranza’ di milioni di inconsapevoli, manovrati dai 
media; la malavita organizzata che sarà sempre al servizio del sistema 
imperante; i milioni di clientes-beneficiari delle varie strutture in 
cui si articola l’attuale sistema di potere; le persone che, 
legittimamente non intendono interessarsi alla gestione della polis, un 
po’ per l’idea che tutta la politica è cosa sporca, e un po’ perché, 
legittimamente come è sempre successo e come continuerà a succedere (pur
 confidando in un loro netto calo),  pensano sia più comodo o più giusto
 lasciarsi rappresentare da altre persone più informate o più sagge di 
loro. 
 La situazione politica italiana, sarebbe disperante se non 
fosse esistito ed esistessero tuttora delle esperienze, forze e speranze
 ‘pre-politiche’, tenute aperte dagli adenti ai gruppi, associazioni e 
movimenti che, battendosi su questioni, ambientali, sociali e culturali 
hanno raccolto saperi, fatto crescere la coscienza soggettiva e la 
domanda stessa di democrazia e sovranità, da parte di un significativo 
numero di persone. 
 Io penso che il ‘miracolo’ elettorale ed il 
radicamento territoriale dei 5 stelle venga proprio da questo ‘humus’, 
che era minore, quando i partiti ed i loro sindacati e associazioni 
erano ancora in  grado di rappresentare, orientare, e nutrire 
culturalmente i cittadini più consapevoli, che fu egemonizzato dalle 
varie anime della sinistra quando governavano la DC ed i suoi alleati, 
ma che è andato allo sbando quando Napolitano e Kissinger hanno portato 
il PCI-PDS-DS-PD- PDirenzi, ad essere il gestore e garante del sistema 
costruito dalla grande finanza e governato dalle banche e dalle 
multinazionali. 
 Dal minutaggio e messaggi dei media e comportamento
 dei servizi, si può comprendere la strategia che i gestori del potere 
vogliono attuare : rilanciare le ‘scorie’ della divisione tra l’estrema 
destra e l’estrema sinistra (Landini a capo della classe operaia e degli
 ex militanti ri-affondatori, Piddicini e seguaci del Favoliere della 
Puglia, e Salvini a capo dei consapevoli ‘da destra’, ma con le pastoie 
di chi vive di ricordi e di rapporti con i servizi), per concentrare sul
 PDirenzi il grosso degli elettori e strutture socio, economico, 
assistenziali e culturali, prima afferenti a DS-Margherita e Forza 
Italia- AN. 
 Non vi è chi non veda come Berlusconi, finga di opporsi
 ma stia, politicamente ed elettoralmente, collaborando a questo 
disegno.
 Nella attuale situazione non è giusto illudersi ed illudere
 che prospettando una organizzazione alternativa della società e 
dell’economia, o lottando di più per aumentare il numero dei militanti a
 questo o quel partito, o mettendo in cantiere la costruzione di un 
nuovo partito più deciso e più coraggioso si potrà fare la rivoluzione. 
  Sono parole d’ordine, slogan e programmi di lavoro politico ormai in 
campo da decenni e non credo sia opportuno attendere altri decenni per 
comprendere che non è la strada giusta. 
 Io credo che nel 2015, se 
una persona vuole essere utile al suo popolo ed è animata da sete di 
giustizia e di verità, debba far vivere la propria ideologia nella 
realtà e nelle contraddizioni dell’oggi, evitando di farsi guidare da 
chi ha letto Marx ma non ha letto il trattato di Maastricht. 
 Oggi 
in Italia, io non vedo altra strada politica che quella tenuta ancora 
aperta dai 5 stelle, non dico certo che quanto successo ad Imperia o la 
facilità con cui una loggia o una famiglia influente possa garantirsi la
 vittoria alle primarie in rete, siano cose ‘buone e giuste’, ma dico 
che, tra i partiti che ci hanno preso per i fondelli prendendo posto al 
centro, alla sinistra e alla destra nel palcoscenico del teatrino 
politico-mediatico allestito dal sistema, i 5 stelle non ci sono.
 In
 più, salvo le ‘naturali’ eccezioni di quanti, per opportunismo e dopo 
il giro delle sette chiese, sono saltati sul carro dopo i successi 
elettorali, nei Meet up e nei gruppi 5 stelle ho riscontrato una 
percentuale molto alta di persone che vogliono fare del bene alla 
propria comunità, che sono disponibili al confronto, che vogliono 
conoscere, sapere e, soprattutto, fare. 
 Chi non vuole collaborare e
 confrontarsi con loro sul territorio, può votarli, anche restando 
critico e sospettoso. Ciò che sta rapidamente avvenendo dentro ai 5 
stelle è una presa di coscienza soggettiva, una partecipazione, studio e
 conoscenza delle cose che io non ho vissuto nemmeno nel grande PCI. 
 I ‘maghi’ della Casaleggio-Grillo hanno fatto un miracolo nel 
radicamento territoriale e nel consenso elettorale, ma la creatura che 
ancora cammina carponi o da loro tenuta per mano, sta affinando metodi 
di lavoro selezionando persone, analisi e programmi e presto sarà nelle 
condizioni di correre con le proprie gambe. 
 Andranno nella giusta 
direzione ? Lo faranno bene ? Lo faranno male ? Colpiranno al cuore o di
 striscio il sistema che ci opprime ? 
 Gramsci disse che in Russia 
era in atto una rivoluzione contro il Capitale, poiché la società 
feudale non poteva aver prodotto una classe operaia, ma i comunisti non 
rimasero a guardare.
 Alla faccia di Confucio, parlarsi addosso di un
 mondo politico italiano immaginario, fatto di rivoluzione e lotta di 
classe, facendo una o due manifestazioni all’anno, non ci ha permesso, 
in tanti decenni, di veder passare nel fiume il cadavere del sistema, in
 compenso il fiume continua ad essere pieno di cadaveri del popolo 
oppresso.
 Alla faccia di De Coubertin, per vincere bisogna 
partecipare, e quella contro un sistema ingiusto e criminale è una 
battaglia che bisogna vincere. 
 ---link utili -----
 http://it.wikipedia.org/wiki/Capitalismo  
 http://www.leparoleelecose.it/?p=3436
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