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Re: [Disarmo] L'Europa dei 'Je suis Charlie' tace quando l'Arabia Saudita
- Subject: Re: [Disarmo] L'Europa dei 'Je suis Charlie' tace quando l'Arabia Saudita
- From: Ezio Andretti <ezio44andretti at yahoo.it>
- Date: Sun, 5 Apr 2015 01:34:53 +0000 (UTC)
- Reply-to: Ezio Andretti <ezio44andretti at yahoo.it>
Questo ottimo articolo mi ha offerto uno spunto di riflessione che non so bene come condividere ma ritengo essenziale alla svolta verso la verità che cerchiamo: Il linguaggio dell'articolo si serve del lessico e della fraseologia standard della comunicazione disinformante che ci intossica. Esempio: Silenzio anche dall'Alto Rappresentante della Politica Estera Europea.. e se si chiamasse omissione di atti di ufficio? forse l'inaudita voce diversa procurerebbe qualche risveglio, oltre alla mobilitazione della coorte dei prezzolati traduttori della verità in termini ipnotici. E se si cominciasse a parlare di incapacità a svolgere il mandato o a seconda del caso di indegnità a ricoprire la carica di Alto Rappresentante glorificato con le maiuscole che non stiamo mettendo in discussione? Dignità e indegnità interpellano le coscienze e sono richiamati da ogni evento che può essere osservato con uno sguardo reso più limpido da una illuminante riformulazione. Penso a Tiziano Terzani. I diritti umani (mica la giustizia che è alla base della pace) sono la galassia concettuale cavalcata continuamente in senso diversivo da quelli che si dichiarano interlocutori e dimostrano di voler argomentare anziché approfondire il tema per giungere a sanare ingiustizie Grazie per l'attenzione. Ezio
Il Sabato 4 Aprile 2015 21:10, lorenzo es <eles515 at live.com> ha scritto:
Spectator: L'Europa dei 'Je suis Charlie' tace quando l'Arabia Saudita punisce il governo svedese che ha il coraggio di dire la verità
Anche Mogherini non parla sulla crisi diplomatica tra Riad e Stoccolma, che ha interrotto la cooperazione militare con la monarchia islamica in nome dei diritt
di Francesca Morandi
La notizia l’avevamo già data su l’AntiDiplomatico qualche settimana fa, quando la Svezia annunciò di voler interrompere la cooperazione militare con l’Arabia Saudita anche a fronte della crescente preoccupazione del governo svedese sulla questione dei diritti umani nella monarchia islamica. Ma il seguito della storia è passato in sordina sulla maggior parte dei media (italiani inclusi), come scrive il giornale britannico Spectator, nonostante l’accaduto si ponga “sulla scia delle ritorsioni messe in atto contro lo scrittore Salman Rushdie, i vignettisti danesi e quelli di Charlie Hebdo”.
La notizia l’avevamo già data su l’AntiDiplomatico qualche settimana fa, quando la Svezia annunciò di voler interrompere la cooperazione militare con l’Arabia Saudita anche a fronte della crescente preoccupazione del governo svedese sulla questione dei diritti umani nella monarchia islamica. Ma il seguito della storia è passato in sordina sulla maggior parte dei media (italiani inclusi), come scrive il giornale britannico Spectator, nonostante l’accaduto si ponga “sulla scia delle ritorsioni messe in atto contro lo scrittore Salman Rushdie, i vignettisti danesi e quelli di Charlie Hebdo”.
Stavolta al centro delle polemiche c’è una donna, il ministro degli
Esteri svedese, Margot Wallstrom, che lo scorso gennaio aveva criticato
Riad per il trattamento riservato al blogger Raif Badawii,
frustato in piazza e condannato a 10 anni di carcere in Arabia per aver
offeso l’Islam. Critiche intollerabili, quelle della Wallstrom,
accusata dai sauditi di “ingerenza nelle questioni interne al Regno” e
di “parole contrarie alla sharia (legge islamica) sulla quale si fonda
la Costituzione dell’Arabia Saudita”, tra i pochi Stati al mondo a non aver firmato la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Riad ha così impedito a Wallstrom di parlare a un convegno della Lega
Araba fissata al Cairo lo scorso 9 marzo, oltre a ritirare per qualche
settimana l’ambasciatore saudita a Stoccolma e bloccare la concessione
dei visti alle lavoratrici svedesi in Arabia.
Eppure, fa notare Spectator nell’articolo intitolato “Il ministro degli
Esteri svedese e femminista ha osato dire la verità sull’Arabia
Saudita”, non si è visto alcun “caso Wallstrom” sui giornali occidentali
“che hanno a malapena riferito la vicenda, così come i Paesi dell’UE,
alleati della Svezia, non hanno dato alcun cenno di voler sostenere la
ministra”. Lo Spectator insinua poi il dubbio un’ipocrisia: quella di
tutti coloro che, dopo l’attentato terroristico a Parigi lo scorso
gennaio, gridavano “Je Suis Charlie Hebdo”, ma ora tacciono sulla
vicenda svedese.
Silenzio anche dall’Alto Rappresentante per la Politica Estera Europea Federica Mogherini
che, stando a quando riportato dal sito EUobserver.com, si è limitata a
esprimere “rammarico”, tramite il suo portavoce che ha chiarito:
“Mogherini non parlerà né al ministro Wallstrom né al segretario
generale della Lega Araba Nabil Araby”.
Dopo il veto posto alla sua presenza al convegno dei Paesi del Golfo,
Wallstrom aveva dichiarato ad una radio pubblica svedese che il suo
discorso era stato cancellato in seguito alle proteste saudite circa le
sue dichiarazioni su “democrazia e diritti umani”. Eppure, come emerge
dallo stesso discorso ufficiale pubblicato sul sito del governo svedese,
Wallstrom intendeva sollecitare misure a sostegno dell’istruzione delle donne
e denunciare violenze come le mutilazioni genitali e gli abusi
sessuali, posizioni apertamente sostenute da tutti i governi europei.
Le scelte governative della Svezia, che non fa parte della Nato, colpiscono soprattutto perché si pongono come decisioni di tipo etico e di coerenza che
non seguono logiche affaristiche. Seppur nota per il suo pacifismo, la
Svezia è 12esima nella classifica dei Paesi esportatori di armamenti. Le
aziende svedesi esportano in Arabia Saudita armi per un valore di 1.3
miliardi di dollari. Per le industrie italiane di armamenti il Regno
saudita rappresenta il primo acquirente, con quasi 300 milioni di euro
di esportazioni autorizzate nel 2013 verso Riad, corrispondente al 14%
del totale. Come da tempo denuncia Rete Italiana Disarmo “è dal 2008 che
le commissioni parlamentari non prendono in esame le relazioni annuali
del governo italiano in materia di export di armi, che hanno inevitabili
implicazioni sulla Politica estera del nostro Paese”. La prossima
relazione annuale è attesa in questi giorni.
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=11133
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