[Disarmo] La NATO alla spasmodica ricerca della guerra con Mosca




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Jure Ellero



-------- Messaggio
Oggetto: 	[JUGOINFO] La NATO alla spasmodica ricerca della guerra con Mosca
Data: 	Sun, 8 Feb 2015 11:38:15 +0100
Mittente: 	'Coord. Naz. per la Jugoslavia' jugocoord at tiscali.it



(deutsch / english / italiano)
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*La NATO alla spasmodica ricerca della guerra con Mosca*
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*0) LINKS e BREVI*
*1) Typhoon italiani contro i russi sul Baltico (AnalisiDifesa.it
<http://AnalisiDifesa.it>, 18/12/2014)*
*2) L'Alleanza atlantica mobilita 30mila militari al confine russo (**M.
Dinucci)*
*3) La Nato vuole lo scontro militare con Mosca, l’Ue in allarme (**M.
Santopadre)*
*4) Intransigenti filo ucraini e democratici d’occasione. Bernard Levy &
Soros (**M. Marsonet)*
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*Iniziative segnalate:*
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** Bologna, 14 febbraio 2015
*PIAZZA RE ENZO, DALLE ORE 16.00 ALLE 18.30: PRESIDIO
PACE E LIBERTA' PER IL DONBASS! NO AL FASCISMO IN UCRAINA!
Evento facebook: https://www.facebook.com/events/603144329819540/

** Non un passo indietro! [NOI SAREMO TUTTO aderisce alla CAROVANA
ANTIFASCISTA della BANDA BASSOTTI del 9 maggio GIORNO DELLA VITTORIA. NO
PASARAN!]
*Il video di presentazione del progetto internazionalista "Non un passo
indietro!" della rete nazionale Noi Saremo Tutto... (Noi Saremo Tutto, 3
feb 2015)
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=tcK-LPuHeLw

* Nuovo libro:
*UCRAINA, DONBASS. I crimini di guerra della Giunta di Kiev
*di Enrico Vigna. Zambon editore, 2015
ISBN 978-88-98582-14-3 - 17x24 cm - 240 pagine a colori - 20 €
Per Informazioni, richieste, presentazioni, contatti, scrivere a:
info at civg.it <mailto:info at civg.it>

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*Brevi:*
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Fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista", 23/12/2014
https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/photos/np.103656677.1137191587/744055019009088/

Con l'approvazione odierna del *Progetto di Legge 1014-3, in materia di
"emendamenti ad alcune leggi ucraina sull'attuazione delle politiche di
non allineamento"*, la Rada decide di porre fine alla neutralità del
paese, indirizzandosi apertamente verso il blocco euro-atlantico. I 303
deputati che hanno votato a favore, hanno scelto di modificare
l'articolo 6 della legge "Sulla base della sicurezza nazionale
dell'Ucraina", in relazione alle necessità di integrarsi nello spazio
politico europeo allo scopo di aderire all'UE.
L'approvazione del progetto di Legge prevede anche di modificare l'art.
11 della legge "Sui fondamenti della politica interna ed estera", al
fine approfondire la cooperazione con la NATO allo scopo di adeguarsi ai
criteri necessari all'ingresso nell'organizzazione.

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*Gorbaciov prevede guerra nucleare: pericoloso espansionismo NATO ad est
*http://italian.ruvr.ru/news/2015_01_10/Gorbaciov-prevede-guerra-nucleare-pericoloso-espansionismo-NATO-ad-est-3793/

10 gennaio 2015 – In un'intervista con i giornalisti tedeschi, il
presidente sovietico Mikhail Gorbaciov ha affermato che l'espansionismo
verso est della NATO è una minaccia per la sicurezza in Europa.
"Tutte le proposte russe per unire le forze e lavorare su una nuova
architettura della sicurezza sono state ignorate con arroganza
dall'Occidente," - ha detto Gorbaciov.
Rispondendo alla domanda se in Europa ancora una volta potrebbe
scoppiare una guerra su larga scala, il politico ha detto: "Non
bisognerebbe nemmeno pensarci. Tale guerra sarebbe inevitabilmente
nucleare. Non sopravviveremo nei prossimi anni se qualcuno non sarà
lucido in questo contesto."

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*Dead bodies in NATO uniforms, US weapons recovered from under debris of
Donetsk airport
*http://itar-tass.com/en/world/772859

DONETSK, January 22. /TASS/. Dead bodies in NATO uniforms and a great
number of US-made weapons have been recovered from under the debris of
the Donetsk airport, Eduard Basurin, a spokesman for the defense
ministry of the self-proclaimed Donetsk People’s Republic (DPR) said on
Thursday.
“While examining the building of the Donetsk airport, we found a great
number of American firearms, assault rifles and hand mortars, equipment
and communications devices,” he said. “We also found publications
in European languages, including on religious matters.”
Apart from that, “we found dead bodies in NATO uniforms under the debris
in the new terminal. Personal belongings indicated that these people
were foreign citizens contracted by private military companies
who operated under the disguise of Ukrainian subversive groups,” he said.

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*MILITARI INGLESI REGOLARI DELLA NATO COMBATTONO a Mariupol
NELL'ESERCITO UCRAINO*, ECCO LA PROVA (Fonte: pagina FB di Rolando
Dubini, 23/1/2015):
Elina Mellarini posta questo incredibile video ripreso ieri in via
olimpiskajia a Mariuopol dopo che c'è stata la strage causata forse per
errore dai Grad ucraini che sono anhdati fuori bersaglio, al secondo
0,24 il soldato inseguito dalla giornalista a cui per tutto il tempo ha
cercato di dare le spalle dice "non il mio volto,prego" in ottimo
inglese, a differenza di quanto riportato, l'accento è dell'Inghilterra,
si tratterebbe di un soldato NATO senza mostrine, non di un mercenario
VIDEO: http://youtu.be/jW1JdOXdJkU

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*I falchi USA attaccano Mogherini e puntano a spaccare l'Europa* - di
GIULIETTO CHIESA, Direttore di Pandora TV
https://www.facebook.com/PANDORATV.IT/photos/a.596888513732284.1073741828.596490170438785/769480943139706/?type=1

La decisione congiunta dei quattro ministri degli esteri sul ritiro
delle armi pesanti dalle linee del fronte, più che una boccata d'aria
sembra essere l'ultimo respiro prima del collasso di ogni tregua e della
ripresa dei combattimenti su larga scala.
Inutile dire che, sul terreno le formazioni militari semi-regolari,
legate alle forze ucraine più estremiste, premono per un'offensiva.
Hanno ricevuto le armi da USA e NATO e vogliono usarle.
Naturalmente non si spingerebbero a tanto se non ci fosse una chiara
copertura da parte americana, della Germania della Merkel e della
Polonia. Questo è lo schieramento che punta allo scontro.
Lo fa continuando a insistere sulla presenza di truppe russe sul
territorio del Donbass, cioè all'interno dei confini dell'Ucraina.
Presenza indimostrata e, si ha ragione di ritenere, indimostrabile
poichè non esistente.
D'altro canto un articolo di John Vinocur, giornalista falco per
eccellenza, apparso sul Wall Street Journal, scatena un violentissimo
attacco, al limite dell'insulto personale, contro Federica Mogherini,
presentata come una suffragetta pacifista, a causa di una sua presa di
posizione che, comunque, riflette le posizioni - sicuramente esistenti
in Europa - che cercano di prendere tempo e di non forzare Putin a un
intervento più esplicito a sostegno dei ribelli.
La Mogherini si muove esprimendo sia la posizione di Hollande, sia
quella dei socialdemocratici tedeschi, sia quella di numerosi circoli
europei molto inquieti per il pericolo crescente rappresentato dalla
pressione americana.
Vinocur attacca anche il presidente Obama, senza mezzi termini,
accusandolo di incertezze e di illusione che sia possibile "ricondurre
alla ragione" Putin.
Il quadro di un aggravamento ulteriore della situazione sul terreno è
disegnato con chiarezza dai fatti. La risoluzione approvata dal
Parlamento europeo lo scorso 15 gennaio ha spalancato la porta di
un'offensiva americana. Se "l'altra Europa" cede, saranno guai per tutti.

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*Vedi anche:*

NATO begins to train Ukrainian NCO corps (By Alex Statko, Southeast
European Times, December 19, 2014)
http://ukraine.setimes.com/en_GB/articles/uwi/features/2014/12/19/feature-02

L’Ucraina, la NATO e la preparazione della guerra alla Russia (30/12/2014)
Il portale “Svobodnaja Pressa” (Stampa Libera) raccoglie l’opinione di
alcuni politici e analisti russi e ucraini sulle conseguenze della
decisione del parlamento ucraino di annullare lo status di “paese non
allineato”, in vista della richiesta di adesione alla NATO…
http://www.marx21.it/internazionale/area-ex-urss/24925-lucraina-la-nato-e-la-preparazione-della-guerra-alla-russia.html

NATO Mission starts operating in Ukraine (03.01.2015)
The mission will promote NATO in cooperation with the authorities and
the media in Ukraine…
http://en.ukraina.ru/news/20150103/1011694517.html

Außer Kontrolle (Aufrüstung und die Herausbildung von Warlords in der
Ukraine – GFP 08.01.2015)
/Begleitet von Protesten verhandelt der Kiewer Ministerpräsident Arsenij
Jazenjuk am heutigen Donnerstag mit Bundeskanzlerin Angela Merkel über
die Ausweitung der deutschen Unterstützung für die Ukraine. Jazenjuk
treibt die Aufrüstung der ukrainischen Streitkräfte mit aller Macht
voran; Beobachter vermuten, Kiew bereite eine erneute Offensive im
ukrainischen Bürgerkrieg vor. Berichten zufolge sind mehrere
NATO-Staaten in die Aufrüstung der Streitkräfte des Landes involviert.
Die Bundesregierung hat bereits im September bestätigt, sie habe Anträge
auf die Ausfuhr unter anderem von "Schutzausrüstung" in die Ukraine
positiv beschieden. Sogar transatlantische Unterstützer des Kiewer
Umsturzes vom Februar 2014 warnen inzwischen, der Einflussgewinn
faschistischer Milizen und gewisser Oligarchen drohe ein Warlord-System
zu schaffen, das sich jeglicher Kontrolle entziehe. Mit der
Unterstützung extrem rechter Bataillone hat sich vor allem die Partei
von Ministerpräsident Jazenjuk hervorgetan, der bereits gestern von
Bundespräsident Joachim Gauck feierlich empfangen worden ist...
/http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/59027
Out of Control (Ukrainian Prime Minister in Berlin) – GFP 2015/01/08)
/Accompanied by protest demonstrations, Kiev's Prime Minister, Arseniy
Yatsenyuk, will have talks with Chancellor Angela Merkel today,
Thursday, on expanding German support to Ukraine. Yatsenyuk is pursuing
an arms buildup by all possible means. Observers assume that Kiev is
preparing a new offensive in Ukraine's civil war. It was reported that
several NATO countries are involved in arming the country's military.
The German government confirmed back in September that it had
satisfactorily complied with Ukraine's requests including "defensive
equipment". Even trans-Atlantic supporters of Kiev's February 2014
putsch, are now warning that a considerable rise in the influence of
fascist militias and certain oligarchs is threatening to establish an
uncontrollable warlord system. Prime Minister Yatsenyuk's party has
particularly taken the lead in supporting right-wing extremist
battalions. Yesterday, Yatsenyuk was ceremoniously received by German
President Joachim Gauck.../
http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/58816

(All'aeroporto di Donetsk, i battaglioni Somali e Sparta hanno rinvenuto
fucili AR-15 di fabbricazione americana)
18.01.2015 Donetsk Airport. DPR soldiers defend airport (PL Win, 18 gen
2015)
Donetsk People's Republic soldiers defend the airport. They found at the
airport warehouse of NATO weapons...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=YeYGSAkUeW0

Ukrainian armed forces chief of staff to visit NATO HQ on Jan 21-22
(Interfax-Ukraine – January 21, 2015)
http://en.interfax.com.ua/news/general/245839.html

PTV News 23 gennaio 2015 – La guerra segreta della NATO a Donetsk
23/01/2015 – Cadaveri con uniformi della Nato e armi americane trovati
sotto le macerie dell’aeroporto di Donetsk, riconquistato dai ribelli
filorussi. Circa 600 i combattenti ucraini uccisi nella battaglia più
sanguinosa dall’inizio delle guerra civile nell’est dell’Ucraina. Questa
la risposta dei filorussi alla massiccia mobilitazione del governo di
Kiev, che nei giorni scorsi aveva respinto il piano di pace proposto da
Putin e lanciato una nuova offensiva con cinquantamila uomini
http://www.pandoratv.it/?p=2724
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=mkWvNFVqyaY

Preserving Ukraine’s Independence, Resisting Russian Aggression: What
the United States and NATO Must Do (Feb 2015)
By: Steven Pifer, Strobe Talbott, Ambassador Ivo Daalder, Michele
Flournoy, Ambassador John Herbst, Jan Lodal, Admiral James Stavridis and
General Charles Wald
[il rapporto del "The Brookings Institution", think thank USA molto
influente, redatto in collaborazione con altri gruppi elitari e con
personaggi anch'essi influenti della politica e dell'esercito USA.
"Preservare l'indipendenza dell'Ucraina, resistere all'aggressione
russa: quello che gli Stati Uniti e la NATO devono fare"]
http://www.brookings.edu/research/reports/2015/02/ukraine-independence-russian-aggression

Il «prestigio» dell’Italia (di Manlio Dinucci - su Il Manifesto del
2/2/2015)
http://ilmanifesto.info/il-prestigio-dellitalia/

PTV News 3 febbraio 2015 – USA e NATO pronti a inviare armi in Ucraina
Gli Stati Uniti e la Nato pronti all’invio di armi in Ucraina. No di
Angela Merkel all’escalation militare. E Obama ammette: “facemmo accordo
per il cambio di governo a Kiev”...
http://www.pandoratv.it/?p=2779
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=ag530FbhHzY

Arbeitsteilige Aggression (Debatte um Waffenlieferungen an die Ukraine -
GFP, 3/2/2014)
/Vor den Ukraine-Gesprächen am Rande der bevorstehenden Münchner
Sicherheitskonferenz schließen deutsche Außenpolitiker eine Zustimmung
zu US-Waffenlieferungen an Kiew nicht aus. Entsprechende Überlegungen in
Washington halte er "für angemessen und wichtig", erklärt der Leiter der
Sicherheitskonferenz, Wolfgang Ischinger, nach Vorstößen aus
US-Regierungskreisen, laut denen etwa panzerbrechende Waffen und Drohnen
an die ukrainischen Streitkräfte geliefert werden könnten. Ähnlich
äußern sich ungeachtet ablehnender Erklärungen der Bundeskanzlerin auch
mehrere Bundestagsabgeordnete. Hintergrund ist, dass Kiew den
Bürgerkrieg bislang nicht im Sinne des Westens entscheiden kann, die
ukrainischen Truppen in teils desolatem Zustand sind und Desertionen wie
auch Proteste gegen die blutigen Kämpfe zunehmen. Die offizielle
Lieferung tödlicher Waffen an die Ukraine durch die Staaten des Westens
gilt als Option, um eine Wende herbeizuführen.
Sicherheitskonferenz-Leiter Ischinger hält dabei eine "Arbeitsteilung"
zwischen Washington und Berlin für denkbar...
/http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/59047

Ignoring caps, Obama proposes big boost in defense spending (By Jon
Harper, Stars and Stripes - February 2, 2015)
http://www.stripes.com/news/ignoring-caps-obama-proposes-big-boost-in-defense-spending-1.327265
Poroshenko, Stoltenberg to meet in Munich (Ukrinform, February 3, 2015)
http://www.ukrinform.ua/eng/news/poroshenko_stoltenberg_to_meet_in_munich_328762
WSJ: US mulls supplying Ukraine with Javelin anti-tank missiles (UNIAN -
February 3, 2015)
http://www.unian.info/war/1039608-wsj-us-mulls-supplying-ukraine-with-javelin-anti-tank-missiles.html
U.S. to allocate Ukraine $117 million to counter Russian aggression
(Ukrinform - February 3, 2015)
http://www.ukrinform.ua/eng/news/us_to_allocate_ukraine_117_million_to_counter_russian_aggression_328726

La guerra in Ucraina spacca la Nato (di Simone Pieranni, 5.2.2015)
http://ilmanifesto.info/la-guerra-in-ucraina-spacca-la-nato/

Ein Ring um Russland (II) (Berlin: Führende Rolle bei NATO-"Speerspitze"
– GFP 6/2/2015)
BERLIN (Eigener Bericht) - Deutschland übernimmt eine führende
Rolle beim Aufbau der neuen NATO-"Speerspitze" in Osteuropa. Rund 2.700
von insgesamt 5.000 bis 7.000 Soldaten, die in diesem Jahr die gestern
von den NATO-Verteidigungsministern beschlossene Kampftruppe
etablieren sollen, werden von der Bundeswehr gestellt. Auch in
den NATO-Stützpunkten, die in sechs Staaten Osteuropas
eingerichtet werden, wo sie bei Bedarf als Operationszentralen dienen
sollen, werden deutsche Militärs präsent sein. Berlin erhält damit
prägenden Einfluss auf die künftige NATO-Struktur in seinem
traditionellen osteuropäischen Einflussgebiet. Die Maßnahmen ziehen den
Ring, den das westliche Kriegsbündnis um Russland legt, ein weiteres
Stück zusammen - zumal bereits vergangenes Jahr Schweden und das im
Norden an Russland grenzende Finnland sich der NATO weiter angenähert
haben und der Kaukasus-Staat Georgien sich ab diesem Jahr an der NATO
Response Force beteiligen will, die auf 30.000 Mann aufgestockt werden
soll. Aus ihr wird die NATO-"Speerspitze" gebildet. Deutschland wird
mit seiner führenden Position in der "Speerspitze", sollte der
Konflikt mit Moskau unkontrolliert eskalieren, an vorderster Front
gegen Russland stehen...
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/59049

Come cambia la geografia delle basi USA in Europa (di Antonio Mazzeo,
6/2/2015)
http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2015/02/come-cambia-la-geografia-delle-basi-usa.html

Lavrov's Munich speech (full transcript): "There is a strong irritant in
the Euro-Atlantic, which we will have to get rid of" (Fort Russ)
http://fortruss.blogspot.com/2015/02/lavrovs-munich-speech-full-transcript.html


=== 1 ===

http://www.analisidifesa.it/2014/12/typhoon-italiani-contro-i-jet-russi-sul-baltico/

*TYPHOON ITALIANI “CONTRO” I RUSSI SUL BALTICO

*di Redazione – 18 dicembre 2014

Gli Eurofighter italiani si misureranno presto con Mig, Sukhoi e Tupolev
russi nei cieli sempre più caldi del Mar Baltico. Quattro caccia
  Typhoon dell’Aeronautica Militare Italiana verranno schierati dal 27
dicembre  nella base lituana di Siauliai nell’ambito della Baltic Air
Patrol (BAP) della NATO, l’operazione che vede i jet alleati alternarsi
nel garantire la protezione aerea alle tre Repubbliche Baltiche
(Estonia, Lettonia e Lituania) partner dell’Alleanza Atlantica ma le cui
forze aeree sono prive di jet da combattimento.
La BAP è stata progressivamente potenziata. quest’anno in seguito alla
crisi in Ucraina e all’escalation dei voli militari russi ai limiti
dello spazio aereo dei Paesi che si affacciano sul Baltico
Si tratta di un  nuovo importante impegno per l’Aeronautica Militare
italiana, l’unica in ambito alleato a garantire la  sorveglianza dello
spazio aereo di ben quattro Nazioni prive di forze aeree da
combattimento: oltre a partecipare a rotazione alla BAP in Lituania i
nostri jet proteggono infatti i cieli dell’Islanda (a rotazione con
altri partner NATO), Slovenia e Albania, quest’ultima in cooperazione
con le forze aeree greche.
Secondo fonti NATO (il Ministero della Difesa italiano come al solito
tace) l’Italia assumerà il comando della BAP e  i Typhoon saranno
operativi dall’inizio dell’anno insieme ai jet polacchi (4 Mig-29
schierati anch’essi a Siauliai, a 4 Typhoon spagnoli basati
nell’aeroporto militare estone di Amari e ad altri 4 britannici attesi
in gennaio. Le pattuglie italiane, polacche e spagnole avvicenderanno i
velivoli alleati attualmente assegnati ala BAP: 4 Typhoon tedeschi, 4
F-18  (CF-188) canadesi, 4 F-16 olandesi e altrettanti portoghesi,
questi ultimi dislocati a Siauliai.
Da quanto appreso da Analisi Difesa il comando della BAP sarà affidato
al colonnello Marco Bertoli mentre i Typhoon, gli equipaggi e il
personale impegnati nella missione della durata di circa tre mesi
provengono dagli Stormi 4°, 36° e 37°.
La NATO garantisce dal 2004 la sicurezza dei cieli delle Repubbliche
Baltiche ma ha portato da 4 a 16 i caccia assegnati alla BAP a causa
della crisi con Mosca, in uno sforzo a cui si unirà nel 2015 anche
l’Ungheria con i cacciabombardieri Saab Gripen.
Superfluo sottolineare l’impatto politico di un rischieramento operativo
di forze aeree da combattimento italiane che, pur restando nell’ambito
NATO, assume una precisa valenza di contrasto alla Russia in un momento
in cui l’Italia già paga il prezzo più alto nei rapporti con Mosca a
causa delle sanzioni UE che penalizzano il nostro export.


=== 2 ===

http://ilmanifesto.info/la-nato-mobilita-30mila-uomini-al-confine-russo/

L'Alleanza atlantica mobilita 30mila militari al confine russo


di Manlio Dinucci - su Il Manifesto del 5/2/2015


Per i ministri della difesa della Nato, riuniti ieri a Bruxelles, è
stata «una giornata molto intensa». Dopo l’incontro bilaterale in cui il
ministro Usa della difesa Chuch Hagel ha trasmesso le istruzioni al
segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, si è riunito il Gruppo
di pianificazione nucleare (a cui partecipa anche l’Italia, violando il
Trattato di non-proliferazione). Non si sa che cosa abbia deciso, dato
che non è stato emesso alcun comunicato. Ma, poiché Washington ha
ribadito che «la Nato resterà una alleanza nucleare», si può dedurre che
sia stato deciso di accelerare l’«ammodernamento» delle forze nucleari
Usa schierate in Europa (Italia compresa) e il potenziamento di quelle
francesi e britanniche. Si è quindi riunita la Commissione Nato-Georgia,
apprezzando il contributo georgiano alle operazioni in Afghanistan e
alla «Forza di risposta della Nato» (viatico per l’ormai certa
ammissione della Georgia nell’Alleanza).

Dopo questa costruttiva premessa, si  svolta la riunione del Consiglio
Nord Atlantico con la partecipazione dei 28 ministri della difesa,
annunciando che la Nato ha deciso di potenziare le sue forze militari
per condurre «l’intera gamma di missioni» e «affrontare le sfide da
qualsiasi direzione provengano». Con particolare riferimento
all’Ucraina, dove «la violenza sta crescendo» perché «la Russia continua
a violare le norme internazionali sostenendo i separatisti», e
all’«estremismo violento che si sta diffondendo in Nordafrica e
Medioriente». A tale scopo sarà potenziata la «Forza di risposta della
Nato», portandola da 13mila a 30mila uomini e stabilendo unità di
comando e controllo in sei paesi dell’Europa orientale. Sarà formata
allo stesso tempo una «Forza di punta», composta da 5mila uomini,
dispiegabile in pochi giorni.

La Nato (e con essa l’Italia) è dunque in guerra su due fronti,
orientale e meridionale. Come si è potuti arrivare a tale situazione?
Finita la guerra fredda, gli Usa si servono della Nato per mantenere la
loro leadership sull’Europa occidentale e allo stesso tempo conquistare
quella orientale. Demolita con la guerra la Jugoslavia, la Nato si
estende a est, inglobando tutti i paesi dell’ex Patto di Varsavia, due
della ex Jugoslavia e tre dell’ex Urss. Entrando nella Nato, i paesi
dell’Est vengono a dipendere più da Washington che da BruxelIes.
Qualcosa però inceppa il piano di conquista: la Russia si riprende in
gran parte dalla crisi, stringe crescenti relazioni economiche con la
Ue, fornendole il grosso del gas naturale, e apre nuovi sbocchi
commerciali con la Cina. Ciò mette in pericolo gli interessi strategici
statunitensi. È a questo punto che scoppia la crisi in Ucraina: dopo
aver assunto con un lavoro di anni il controllo di posizioni chiave
nelle forze armate e addestrato i gruppi neonazisti, la Nato promuove il
putch di Kiev. Costringe così Mosca a muoversi in difesa dei russi di
Ucraina, esponendosi alle sanzioni di Usa e Ue. E le controsanzioni
russe, danneggiando soprattutto la Ue, facilitano il piano  della
partnership transatlantica per il commercio e gli investimenti
attraverso cui Washington cerca di accrescere l’influenza statunitense
sull’Unione europea.

Contemporaneamente, sotto guida Usa, la Nato estende la sua strategia al
Nordafrica e Medioriente. La demolizione della Libia con la guerra,
l’analoga operazione lanciata in Siria, il rilancio della guerra in
Iraq, l’uso a doppio taglio di formazioni islamiche (sostenute per
abbattere i governi presi di mira, usate quindi per giustificare altri
interventi armati) rientrano nella strategia Usa/Nato.



=== 3 ===

http://contropiano.org/internazionale/item/28976-la-nato-vuole-lo-scontro-militare-con-mosca-l-ue-in-allarme

*La Nato vuole lo scontro militare con Mosca, l’Ue in allarme
*
*
*
*di Marco Santopadre*, 6 Febbraio 2015

Com'era prevedibile, gli ‘apprendisti stregoni’ dell’imperialismo
statunitense e di quello dell’Unione europea - a rimorchio di Washington
nella destabilizzazione dell’Ucraina e nel conseguente colpo di stato –
hanno indotto una escalation che da quanto sembra non solo ha
prodotto una guerra civile che ha provocato decine di migliaia di morti,
ma che ora rischia di coinvolgere direttamente potenze militari di
livello globale che finora si erano confrontate per interposta persona.

A imporre un nuovo impulso all’escalation è stata, come fin qui
avvenuto, di nuovo un’iniziativa provocatoria degli Stati uniti che, di
fronte ai continui rovesci militari delle truppe di Kiev, hanno pensato
bene di intervenire più o meno direttamente a fianco del regime
fantoccio Poroshenko-Jatsenjiuk. In corrispondenza con la visita di
John Kerry a Kiev la Nato ha ribadito il proprio interventismo nel
contesto ucraino. In ballo, dopo che i militari e le milizie di estrema
destra maidanisti hanno già ricevuto fondi, attrezzature e armi da Usa,
Nato e alcuni paesi europei, anche se tramite triangolazioni, c’è
l’invio in territorio ucraino di truppe occidentali e di un grande
quantitativo di armi sofisticate che faccia pendere la bilancia dalla
parte di truppe sbandate e demotivate.
In un intervento volutamente provocatorio, l’alleanza atlantica ha
ribadito la propria intenzione di adoperare in quel teatro la nuova
versione potenziata della “forza di reazione rapida” scaturita dallo
storico vertice di Newport, forte di 5 mila soldati pesantemente armati
che dovrebbero presto diventare ben 30 mila.
Dopo la riunione dei ministri della Difesa dei Paesi membri a Bruxelles,
il segretario generale Nato Jens Stoltenberg ha spiegato che questa
spearhead («punta di lancia») avrà il sostegno «delle forze aeree,
marittime e speciali» ma soprattutto «sarà pronta all'azione in 48 ore»
con il supporto di aviazione, marina e forze speciali.
La novità non è solo la conferma della scelta aggressiva sancita nel
vertice del Galles, ma l’accelerazione di un processo di
militarizzazione del fianco est della Nato che prevede, ha chiarito il
segretario dell’Alleanza Atlantica, di installare «immediatamente» i
primi sei gruppi di comando e controllo che faranno da base logistica
nell'Est europeo: in Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia, Bulgaria e
Romania.
Nel complesso la capacità della Forza “di risposta” della Nato,
attualmente composta da 13.000 soldati sarà rafforzata entro il 2016
«per rispondere a tutte le minacce, tanto a est quanto a sud», Medio
Oriente compreso, e sarà composta complessivamente da 30mila soldati. I
paesi che parteciperanno alla forza come «framework nation», a
rotazione, sono Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno
Unito. Tre "nazioni quadro" avranno l'incarico di coordinare l'azione.
Un paese, detto in "stand-by" assicurerà per un anno la disponibilità
delle sue truppe con brevissimo preavviso: da due giorni per i primi
elementi a una settimana per gli altri. Le due altre nazioni quadro
dovranno garantire di potersi unire in un periodo da quattro a sei
settimane. La Gran Bretagna ha annunciato che prenderà il comando di
questa forza nel 2017, mettendo a disposizione un migliaio di uomini e
tre caccia Typhoon. La Francia e la Germania saranno le prime altre
nazioni quadro, secondo fonti Nato.
Stoltenberg ha chiarito che si tratterà del principale rafforzamento
della “difesa collettiva” dell'Alleanza Atlantica dalla fine della
Guerra Fredda.
Che l’obiettivo di un tale volume di fuoco sia la Russia era chiaro a
settembre e lo è diventato ancor di più negli ultimi tempi. E a
dimostrarlo è anche una dichiarazione resa dall'ex segretario della
Nato, Rasmussen, resa al quotidiano britannico Daily Telegraph, nella
quale accusa Mosca di fare ciò che in realtà sta facendo il
fronte occidentale. "Occorre guardare oltre l'Ucraina - ha affermato
Rasmussen - Putin vuole ridare alla Russia il suo status di grande
potenza e ci sono forti probabilità che intervenga nel Baltico per
mettere alla prova l'articolo 5 della Nato", che prevede che un attacco
armato contro uno dei Paesi membri "sia considerato come un
attacco diretto contro tutti gli stati membri".

Tanto per cambiare, l’Italia ha dato immediatamente la propria
disponibilità a partecipare al nuovo piano d’azione della Nato anche se
qualche giorno fa l’esecutivo Renzi aveva chiarito la propria
indisponibilità a inviare armi all’esercito ucraino, naturalmente in
scia con quanto già dichiarato da Berlino e Parigi. «Abbiamo aperto
alla disponibilità di essere framework nation nel 2018, con un discorso
da chiudere a giugno, quando verranno prese le decisioni» ha affermato
il ministro della Difesa Roberta Pinotti al termine della riunione dei
suoi omologhi della Nato.
Come stupirsi della reazione stizzita della Russia accerchiata? La
risposta di Mosca non ha tardato ad arrivare.
I Paesi baltici potrebbero diventare una regione di «confronto militare»
tra Russia e Nato, ha avvertito l'inviato della Federazione Russa presso
l'Alleanza, Alexander Grushko, secondo il quale la decisione della Nato
di istituire centri di comando supplementari in 6 Paesi ai confini russi
costringerà Mosca a misure "adeguate", uguali e contrarie. «L'apertura
di ulteriore potenziale militare lungo le nostre frontiere non è altro
che un tentativo di esercitare pressioni sulla Russia», ha detto Grushko.
Già ieri il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha firmato un decreto
per mobilitare per due mesi i riservisti dell’esercito russo. Si tratta
di una prassi ordinaria annuale, sottolineano gli esperti. Ma che in un
quadro simile potrebbe assumere un significato assai diverso rispetto al
passato.
Mentre Washington e le sue pedine della “Nuova Europa” – interne all’Ue
– sembrano mirare al muro contro muro, non sfugge al nucleo del polo
europeo il rischio che questa escalation comporta. Non è un caso che
proprio ieri, con una iniziativa inedita, la cancelliera tedesca Angela
Merkel e il presidente francese Francois Hollande hanno informato di un
viaggio urgente a Mosca, nel tentativo di sganciarsi dalla trappola di
Washington che potrebbe trascinare Bruxelles in uno scontro dal
quale l’Europa ha tutto da perdere. L’obiettivo dei due boss dell’Ue, ha
chiarito senza mezzi termini il ministro degli Esteri tedesco
Frank-Walter Steinmeier, è lanciare con Putin una mediazione “prima che
il conflitto finisca fuori controllo”. A quanto pare è stato il capo del
Cremlino a lanciare l’amo ai leader di Parigi e Berlino, proponendo
elementi di trattativa per ora non ancora resi pubblici. E mentre vari
esponenti dell’establishment statunitense insistono sulla necessità e
sull’urgenza di inviare armi ai governativi ucraini, il ministro della
Difesa tedesco, Ursula van der Leyen, ha definito quello proposto da
Washington «un passo sbagliato».
Intanto tra le ipotesi in ballo c’è anche quella di uno schieramento di
un contingente di caschi blu dell'Onu in Donbass. Secondo un portavoce
del ministero degli Esteri russo sarà uno degli argomenti di discussione
durante l’incontro di oggi tra Putin, Merkel e Hollande. E da Donetsk,
uno dei negoziatori delle repubbliche popolari ha sostenuto che i
ribelli non si opporrebbero.


=== 4 ===

http://www.remocontro.it/2015/02/07/intransigenti-filo-ucraini-democratici-doccasione-bernard-levy-soros/

7 febbraio 2015

*Intransigenti filo ucraini e democratici d’occasione. Bernard Levy & Soros

*
*di Michele Marsonet*

Beffa: quei due proposti sui grandi quotidiani come nobili difensori
degli ideali liberal-democratici

Il quasi filosofo francese Levy e il quasi democratico miliardario Usa
Soros sul Corsera a spiegare al mondo che la guerra condotta da Kiev
contro Mosca e i fantasmi sovietici è sacrosanta e salvifica per
l’Occidente. L’analisi di Marsonet a fare chiarezza, e la storia dei due
a farci arrabbiare

Tra gli innumerevoli articoli pubblicati dai giornali sulla crisi
ucraina, mancava giusto il tentativo di giustificare “filosoficamente”
la politica dell’Occidente in quest’area-chiave dell’Europa orientale.
Quando dico Occidente, tuttavia, intendo soprattutto gli Stati Uniti,
essendo noto che la UE è assai divisa sull’argomento, con alcuni Paesi
membri che manifestano la loro perplessità un giorno sì e l’altro pure.

La suddetta giustificazione filosofica è alla fine giunta e, in Italia,
è uscita il 26 gennaio sul “Corriere della sera”. A scriverla è una
“strana coppia” formata dal filosofo francese del jet set Bernard-Henri
Lévy –spesso chiamato BHL– e da George Soros, il celebre magnate
americano di origine ungherese.

Secondo i due l’Europa deve aiutare il governo di Kiev non solo per
espandere a Est la democrazia, ma anche per rafforzare se stessa.
Tralasciando i ben noti dubbi circa il reale svolgimento degli eventi di
piazza Maidan e il ruolo che vi ebbero (per loro stessa ammissione) i
servizi segreti americani, BHL e Soros sostengono che la trasformazione
in Ucraina “è il risultato di un eccezionale esperimento di democrazia
partecipativa, un’avventura nobile e ammirevole per mano di un popolo
che ha saputo riunire le forze e spalancare la nazione alla modernità,
alla democrazia e all’Europa”.

Superfluo aggiungere che l’unico “cattivo” qui è Putin, il cui solo
obiettivo sarebbe destabilizzare la nazione confinante con il
chiarissimo (per loro) intento di ricostruire la defunta Unione
Sovietica. Nessun cenno ai problemi delle vaste regioni orientali
russofone che, anzi, trarrebbero soltanto vantaggio dall’essere inserite
– anche con la forza – in una democrazia occidentale non corrotta
com’era la vecchia URSS. La nuova Ucraina, proseguono gli autori, “è una
democrazia partecipativa che non si affida a un unico governante, bensì
a un sistema di pesi e contrappesi”.

Su Bernard-Henri Lévy non è necessario spendere molte parole, anche se
sorprende che grandi quotidiani continuino a trattarlo con i guanti
riservandogli grande spazio. Basti rammentare il ruolo nefasto svolto da
BHL nella crisi libica, quando convinse Hillary Clinton (è lei stessa a
scriverlo) che l’eliminazione di Gheddafi avrebbe consentito la nascita
di una Libia democratica e vicina all’Occidente. Tutti sappiamo com’è
finita quell’avventura iniziata con i raid aerei anglo-francesi.

Più interessante parlare di Soros. Nell’articolo di cui sopra si esalta
infatti la “rivoluzione democratica” di Mikhail Saakashvili in Georgia.
Si dà il caso che il magnate americano sia stato uno dei principali
finanziatori del leader georgiano, come ora lo è del governo di Kiev.
Lecito chiedersi, a questo punto, se sia così normale che quest’uomo
dalle enormi risorse finanziarie abbia un ruolo tanto decisivo nella
politica estera occidentale e, in particolare, americana.

Lo stesso Soros non si offende quando viene definito come grande
speculatore finanziario internazionale. Nel 1992 le sue abili manovre
costrinsero la pur potente Banca d’Inghilterra a svalutare la sterlina
facendola uscire dallo SME. Calcoli prudenziali stimarono che
nell’occasione il magnate abbia guadagnato oltre un miliardo di dollari.
Nello stesso anno l’operazione venne ripetuta con la lira italiana, con
una perdita di valore del 30% e la conseguente uscita dallo SME come già
era toccato alla sterlina. Senza contare altre e numerose accuse di
“insider trading”.

Se questi sono i difensori della democrazia, vien fatto di pensare, che
il buon Dio ci protegga: ne abbiamo bisogno. Soros ha poi cercato di
rifarsi una verginità politica pubblicando un libro contro il
capitalismo “selvaggio” e proclamandosi seguace della teoria della
“società aperta” di Karl Popper, del quale seguì alcuni corsi alla
London School of Economics. Davvero difficile prenderlo sul serio.
Mentre seriamente dev’essere considerata la sua vicinanza a Barack
Obama, del quale ha finanziato con generosità le campagne elettorali.

Tutto allora si tiene. Il magnate appoggia e incoraggia la politica
dell’attuale amministrazione USA in Ucraina, incluso il proposito di
fornire al governo di Kiev maggiori armamenti, sottolineato ancora in
questi giorni dal Segretario di Stato John Kerry. Conta poco che il
Ministro degli Esteri tedesco Steinmeier inviti alla prudenza
affermando: “sperare che più armi servano a disinnescare la crisi non è
in linea con quella che è la realtà dell’Ucraina”.

Le decisioni non si prendono certo a Berlino o a Bruxelles, bensì a
Washington e nelle fondazioni che Soros ha creato e finanzia. Sarebbe
però opportuno che lui e BHL non venissero presentati sui grandi
quotidiani come nobili difensori degli ideali liberal-democratici.






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