[Disarmo] due versioni della Carta per un mondo senza armi nucleari



 Una Carta per un mondo libero dalle armi nucleari

Di Alfonso Navarra – portavoce di “Fermiamo chi scherza col fuoco atomico” (Milano 31 ottobre 2014)

Nell'Iniziativa umanitaria (IU) la posizione comune degli Stati sostenitori, espressa dalla Nuova Zelanda (vedi dichiarazione dell'ambasciatore Dell Higgie), parte dall'insistenza sulla "preoccupazione per le conseguenze umanitarie catastrofiche delle armi nucleari".

Sono conseguenze "inaccettabili" e le conferenze da Oslo a Nayarit a Vienna chiamano gli esperti a dimostrare ed approfondire questo aspetto.

Lo scopo che emerge è quello di studiare e capire meglio il problema, per sensibilizzare, più che agire subito per risolverlo, possibilmente in via definitiva.

Questo lavoro di riflessione e di approfondimento è reputato essenziale, in quanto "le conseguenze catastrofiche delle armi nucleari riguardano non solo i governi, ma tutti i cittadini del nostro mondo interconnesso, date le profonde implicazioni per la sopravvivenza umana".

E' un lavoro che funge da aiuto e sostegno a tutti gli approcci e gli sforzi verso il disarmo nucleare.

Non si tratta quindi di un percorso indipendente per il disarmo.

L'IU non si pone pertanto come una alternativa al TNP ma come un contributo di comprensione che deve aiutare il suo percorso.

Diciamo che dopo circa 70 anni dall'inizio dell'era nucleare ancora i governanti devono metabolizzare che le armi nucleari costituiscono una minaccia esistenziale radicale, che potrebbe con ogni probabilità mettere fine alla razza umana.

Esiste una presa di posizione dell'ONU in tal senso, data dal 1978, ma non produce dei comportamenti conseguenti.

Il problema all'ordine del giorno è ancora richiamare i "distratti" a fare mente locale, a rendersi conto dell'entità del pericolo, che è intuito ma non pienamente realizzato.

Bisognerebbe spiegare a Vienna, alla Conferenza organizzata per l’8-9 dicembre pv,  con voce forte della società civile, che il problema non è di suonare più forte la sirena di allarme, per gente che ancora nemmeno comprende il suo significato (o forse non lo intende comprendere, perché non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire), ma cominciare invece a rimboccarsi le maniche a spegnere l'incendio.

Se si vedrà qualcuno precipitarsi con i suoi secchi d'acqua, magari anche gli altri "dormienti" si sveglieranno e verranno a dare una mano.

Il fuoco nucleare, solo contenuto, e che cova sotto la cenere in attesa di esplosioni devastanti, potrà finalmente essere spento.

Per questo l'IU farebbe bene a trasformarsi in un percorso concreto di disarmo, e questo - ad opinione dello scrivente - potrebbe accadere se ci si ponesse nell'ottica di cominciare a discutere, per approvarla, una "Carta per un mondo libero delle armi nucleari" che dovrebbe avere valore giuridico vincolante per chi la sottoscrive.

Questa Carta dovrebbe essere caratterizzata da 3 punti:

1- la proclamazione solenne che esiste un diritto per l'intera umanità a vivere libera dalla minaccia nucleare (anche Obama nel suo discorso a Praga nel 2009 non ha parlato di diritto ma di necessità di vivere liberi dalla paura della guerra nucleare);

2- la decisione di dichiarare proibita l'arma nucleare allo stesso modo (e a maggior ragione) in cui è stata stabilita la proibizione per l'arma chimica;

3- la definizione di crimine contro l'umanità il mantenere in funzione gli arsenali nucleari e non impegnarsi a distruggere le armi nucleari in proprio possesso: non solo l'uso dell'arma ma la stessa "deterrenza", che è minaccia d'uso.

Mi sono provato a buttare giù due righe per coloro che volessero cominciare a darsi da fare per stendere una consimile Carta, articolata in due testi, sostanzialmente identici, ma che corrispondono rispettivamente alla diversa natura dei soggetti che dovrebbero eventualmente farla propria: 1) una dichiarazione di cittadini consapevoli e responsabili in quanto soggetti attivi della società civile internazionale; 2) una dichiarazione da parte degli Stati in quanto entità politiche istituzionali con i loro ordinamenti giuridici ed i loro apparati.

Alla auspicata svolta di concretezza e di impegno da Vienna, che stava nelle potenzialità del nuovo percorso umanitario, potrebbe però venire un rientro nei binari nel senso del bla bla mondano e inconcludente che caratterizza di solito gli incontri diplomatici internazionali, specialmente quando hanno per oggetto la riduzione degli armamenti.

Abbiamo la notizia che gli Stati Uniti stavolta parteciperanno perché riconoscono l’”approccio costruttivo” del governo austriaco, che organizza la Conferenza. L’aspetto positivo potrebbe essere che Obama riconosce la forza del movimento “che cerca la pace e la sicurezza in un mondo senza armi nucleari”. Ma c’è anche un rischio da tenere presente: se si insiste sulla centralità del percorso del TNP e sulla complementarietà ad esso del percorso umanitario allora anche gli USA – e le altre potenze nucleari o aspiranti tali - si sentiranno rassicurate. I balletti diplomatici continueranno ad essere condotti “nelle sedi appropriate”, vale a dire in quel processo del TNP che ha ormai dimostrato di essere fallimentare se si guarda allo scopo di creare le condizioni del disarmo.

 

 

1)   Testo per i cittadini del mondo

Noi cittadini del mondo, firmatari della presente Dichiarazione, poiché, da persone di buon senso e si buona volontà, esprimiamo l’aspirazione ad un futuro di pace contenuta nella Carta universale dell’ONU, nella quale ci riconosciamo, siamo determinati a manifestare la nostra decisione e la nostra coerenza di comportamenti ad evitare il flagello della guerra. Questo per noi significa in primo luogo e soprattutto agire per scongiurare l’eventualità disastrosa ed altamente probabile di una guerra nucleare; ed affermiamo, in conformità con gli scopi e i principi della comunità internazionale, il diritto dell’intera umanità a vivere libera dalla minaccia nucleare.

Le conferenze internazionali che hanno segnato il percorso umanitario verso il disarmo nucleare hanno anticipato questa proclamazione perché hanno rimarcato un concetto fondamentale: per il fatto che tutti gli Stati devono rispettare il diritto internazionale umanitario in ogni momento, non possono usare armi che hanno effetti indiscriminati e sproporzionati, e devono astenersi da attacchi in linea con il principio di precauzione.

In realtà fin dal 1978 è la stessa ONU ad avere ben compreso e da allora ribadito in varie occasioni che "le armi nucleari rappresentano il più grande pericolo per l'umanità e per la sopravvivenza della civiltà."

Gli scienziati, per la loro parte, hanno osservato già nel 1955 che le armi nucleari minacciano in permanenza l’esistenza del genere umano e che una guerra con queste armi potrebbe molto probabilmente porre fine alla razza umana.

Ogni individuo, a prescindere dalle sue appartenenze sociali, ha “diritto” ad un ordine sociale internazionale in cui sia pienamente realizzata la libertà fondamentale di essere libero dal ricatto dello sterminio nucleare. Ripetiamo e sottolineiamo con forza che non si tratta di mera “necessità”, ma di “diritto” in senso proprio quale condizione reale che le autorità legittime sono obbligate a garantire con le loro politiche concrete.

Coerentemente con questa istanza, con questa volontà e con questo ragionamento, per mantenere la sicurezza internazionale, ed al fine di raggiungere un effettivo progresso verso un disarmo generale e completo, esigiamo con la presente Carta che i nostri governi assumano impegni inderogabili e tassativi, dal valore giuridico vincolante: mai, in nessun caso e in nessuna circostanza, come già fanno con le armi chimiche, dovranno sviluppare, produrre, o diversamente acquisire, immagazzinare o detenere armi nucleari o trasferire, direttamente o indirettamente, armi nucleari a chiunque;

b. mai dovranno fare uso di armi nucleari;

c. mai dovranno intraprendere qualsiasi preparativo militare per l'uso di armi nucleari;

d. mai dovranno assistere, incoraggiare o indurre chiunque in qualsiasi maniera, ad intraprendere qualsiasi attività connessa all’uso militare della tecnologia nucleare.

Esigiamo che agiscano compiendo ciascuno il primo passo lungo l’attuazione di questi impegni, perché liberarsi per primi e quanto prima da una condizione di ingiustizia e di immoralità assolute è la cosa più saggia, equilibrata, conveniente si possa fare.

La decisione che esigiamo dai nostri governi è, per quanto attiene alle loro competenze giurisdizionali, di dichiarare proibita l’arma nucleare in quanto incompatibile con tutti i fini, nessuno escluso, delle Nazioni Unite e foriera di una dinamica di sterminio e di distruzione per la società mondiale e per gli ecosistemi naturali.

Affermiamo che la dichiarazione di illegalità delle armi nucleari e la loro eliminazione sono legate indissolubilmente.

Consideriamo un crimine contro l’umanità mantenere in funzione gli arsenali nucleari e non impegnarsi a distruggere le armi nucleari in proprio possesso.

Riteniamo sia obbligatorio per qualsiasi Paese civile impegnarsi a distruggere qualunque impianto di produzione di armi nucleari di sua proprietà o in suo possesso o ubicato in qualunque località sotto la sua giurisdizione o controllo.

Esigiamo dai governi che siano impegnati a preparare e a far approvare dall’Assemblea delle Nazioni Unite un testo sul “diritto a vivere liberi dalla paura della guerra nucleare” e per la messa al bando degli armamenti nucleari, quale diritto universale e indivisibile.

L’approvazione di un tale diritto determinerà, per tutti gli Stati membri della comunità internazionale, l’obbligo giuridico della rinuncia all’uso della minaccia nucleare anche per fini di “deterrenza” e a procedere, in modo controllato ed equilibrato, ma rapido, a quel disarmo nucleare che è obiettivo del Trattato di Non Proliferazione.

A livello di organismi e di meccanismi ONU esigiamo che si proceda alla stipula di una Convenzione per il bando delle armi nucleari analoga a quella già sottoscritta per le armi chimiche e che di conseguenza siano previste congrue sanzioni nei casi di violazione del diritto affermato, la cui radice ultima sta nella dignità umana incarnata nel supremo diritto alla vita della specie, che è allo stesso tempo salvaguardia della memoria delle generazioni passate e garanzia di senso del futuro per tutti.

 

2)   Testo per gli Stati

Noi Stati membri dell’ONU, firmatari della presente Dichiarazione, poiché organizziamo e rappresentiamo democraticamente i nostri cittadini, ed esprimiamo la loro aspirazione ad un futuro di pace, in nome dei nostri popoli e di tutti i popoli decisi ad evitare il flagello della guerra, ed in special modo l’eventualità disastrosa e probabile di una guerra nucleare, affermiamo, in conformità con gli scopi e i principi della comunità internazionale, il diritto dell’intera umanità a vivere libera dalla minaccia nucleare.

Le conferenze internazionali che hanno segnato il percorso umanitario verso il disarmo nucleare hanno anticipato questa proclamazione perché hanno rimarcato un concetto fondamentale: per il fatto che tutti gli Stati devono rispettare il diritto internazionale umanitario in ogni momento, non possono usare armi che hanno effetti indiscriminati e sproporzionati, e devono astenersi da attacchi in linea con il principio di precauzione.

In realtà fin dal 1978 è la stessa ONU ad avere ben compreso e da allora ribadito in varie occasioni che "le armi nucleari rappresentano il più grande pericolo per l'umanità e per la sopravvivenza della civiltà."

Gli scienziati hanno osservato già nel 1955 che le armi nucleari minacciano in permanenza l’esistenza del genere umano e che una guerra con queste armi potrebbe molto probabilmente porre fine alla razza umana.

Ogni individuo, a prescindere dalle sue appartenenze sociali, ha diritto ad un ordine sociale internazionale in cui sia pienamente realizzata la libertà fondamentale di essere libero dal ricatto dello sterminio nucleare.

Coerentemente con questa istanza e con questa volontà, per mantenere la sicurezza internazionale, ed al fine di raggiungere un effettivo progresso verso un disarmo generale e completo, stabiliamo di assumerci con la presente Carta impegni inderogabili e tassativi, dal valore giuridico vincolante: mai, in nessun caso e in nessuna circostanza, come già facciamo con le armi chimiche, svilupperemo, produrremo, o diversamente acquisiremo, immagazzineremo o deterremo armi nucleari o trasferiremo, direttamente o indirettamente, armi nucleari a chiunque;

b. mai faremo uso di armi nucleari;

c. mai intraprenderemo qualsiasi preparativo militare per l'uso di armi nucleari;

d. mai assisteremo, incoraggeremo o indurremo chiunque in qualsiasi maniera, ad intraprendere qualsiasi attività connessa all’uso militare della tecnologia nucleare.

La nostra decisione è, per quanto attiene alle nostre competenze giurisdizionali, di dichiarare proibita l’arma nucleare in quanto incompatibile con tutti i fini, nessuno escluso, delle Nazioni Unite e foriera di una dinamica di sterminio e di distruzione per la società mondiale e per gli ecosistemi naturali.

Affermiamo che la dichiarazione di illegalità delle armi nucleari e la loro eliminazione sono legate indissolubilmente.

Consideriamo un crimine contro l’umanità mantenere in funzione gli arsenali nucleari e non impegnarsi a distruggere le armi nucleari in proprio possesso.

Riteniamo sia obbligatorio per qualsiasi Paese civile impegnarsi a distruggere qualunque impianto di produzione di armi nucleari di sua proprietà o in suo possesso o ubicato in qualunque località sotto la sua giurisdizione o controllo.

Siamo impegnati a preparare e a far approvare dall’Assemblea delle Nazioni Unite un testo sul “diritto a vivere liberi dalla paura della guerra nucleare” e per la messa al bando degli armamenti nucleari, quale diritto universale e indivisibile.

L’approvazione di un tale diritto determinerà, per tutti gli Stati membri della comunità internazionale, l’obbligo giuridico della rinuncia all’uso della minaccia nucleare anche per fini di “deterrenza” e a procedere, in modo controllato ed equilibrato, ma rapido, a quel disarmo nucleare che è obiettivo del TNP.

A livello di organismi e di meccanismi ONU procederemo alla stipula di una Convenzione per il bando delle armi nucleari analoga a quella già sottoscritta per le armi chimiche e a prevedere di conseguenza congrue sanzioni nei casi di violazione del diritto affermato, la cui radice sta nella dignità umana incarnata nel supremo diritto alla vita della specie, che è allo stesso tempo salvaguardia della memoria delle generazioni passate e garanzia di senso del futuro per tutti.