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[Disarmo] quando il peggio del passato diventa il meglio del presente
- Subject: [Disarmo] quando il peggio del passato diventa il meglio del presente
- From: "luigi guasco" <luigiguasco at libero.it>
- Date: Thu, 4 Sep 2014 11:56:30 +0200
| Le ex spie USA a Merkel: impedire la guerra ucrainaEx dirigenti della NSA e altri veterani 
dell'intelligence USA scrivono una lettera aperta ad Angela Merkel per evitare a 
tutti i costi una guerra con la Russia per l'Ucraina 
 
 a 
cura di Tyler Durden. Allarmati 
dall'isteria anti-russa che sta tempestando Washington e dallo spettro di una 
nuova Guerra Fredda, alcuni veterani dell'intelligence USA - uno dei quali è 
nientemeno che William Binney, l'ex crittografo-matematico di alto livello 
dell'NSA che nel 
marzo del 2012 aveva rivelato dall'interno i programmi di spionaggio della 
NSA, 
oltre un anno prima di Edward Snowden - hanno 
fatto l'insolito passo di spedire il seguente promemoria, datato 30 agosto 2014, 
alla cancelliera tedesca Angela Merkel, nel quale si demolisce l'affidabilità 
delle affermazioni dei media statunitensi e ucraini in merito a un'«invasione» 
russa. MEMORANDUM 
PER: Angela 
Merkel, Cancelliera della Germania. DA: 
Intelligence 
Professionals for Sanity (VIPS) [Professionisti Veterani dell'Intelligence 
per il Buonsenso, NdT]. Oggetto: 
Ucraina e NATO. Noi 
sottoscritti firmatari del presente documento siamo veterani di lunga data 
dell'intelligence USA. Facciamo 
l'insolito passo di scriverLe questa lettera aperta affinché abbia l'opportunità 
di essere informata del nostro parere prima del vertice NATO del 4-5 
settembre. Lei 
deve sapere, ad esempio, che le accuse in merito a una grande "invasione" russa 
dell'Ucraina non sembrano essere sostenute da dati di intelligence affidabili. 
Semmai, l'«intelligence» sembra essere costituita dallo stesso tipo di dati 
dubbi e "arrangiati per via politica" che 12 anni fa furono usati per 
"giustificare" l'attacco a guida statunitense contro l'Iraq. Non 
vedemmo allora alcuna prova credibile circa la presenza di armi di distruzione 
di massa in Iraq, e non vediamo alcuna prova credibile di un'invasione russa 
nemmeno adesso. Dodici 
anni fa, l'allora Cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, consapevole di quanto 
fossero inconsistenti le prove sulle armi di distruzione di massa irachene, si 
rifiutò di associarsi all'attacco all'Iraq. A 
nostro avviso Lei dovrebbe essere adeguatamente sospettosa rispetto alle accuse 
formulate dai funzionari del Dipartimento di Stato USA e della NATO che 
dichiarano una presunta invasione russa dell'Ucraina. Il 
presidente Barack Obama ha cercato ieri di raffreddare la retorica dei suoi 
stessi diplomatici di alto livello e dei media legati alle grandi catene 
proprietarie quando ha pubblicamente descritto la recente attività in Ucraina 
come «una continuazione di quel che va avanti da mesi... non certo un forte 
cambiamento di fase.» Obama, 
tuttavia, ha solo un tenue controllo sulle figure che costruiscono la politica 
della sua amministrazione alle quali, purtroppo, manca il senso della storia e 
la conoscenza della guerra, mentre a una vera linea politica sostituiscono le 
invettive anti-russe. Un 
anno fa, i funzionari più falchi del Dipartimento di Stato e i loro amici presso 
i media hanno portato Obama a un passo dal lancio di un grosso attacco ai danni 
della Siria, basato, ancora una volta, su dati di "intelligence" che nel 
migliore dei casi erano da definire dubbi. Soprattutto 
a causa della crescente preponderanza e affidamento attribuiti a dati di 
intelligence che riteniamo adulterati, crediamo che la possibilità di una 
crescita del livello delle ostilità oltre i confini dell'Ucraina sia aumentata 
nel corso degli ultimi giorni. Ancora 
più importante è il fatto che riteniamo che questo scenario si possa evitare in 
base al grado di scetticismo giudizioso che Lei e altri leader europei porterete 
al vertice NATO della prossima settimana. I 
precedenti delle menzogne  Si 
spera che i Suoi consiglieri Le abbiano ricordato il livello di credibilità che 
in passato ha dimostrato il segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen. Sembra 
proprio che i discorsi di Rasmussen continuino a essere compilati da Washington. 
La cosa si è palesata con sufficiente chiarezza il giorno prima dell'invasione 
guidata dagli USA in Iraq, quando, in veste di Primo Ministro danese , dichiarò 
al suo parlamento: «L'Iraq possiede armi 
di distruzione di massa. Questa non è qualcosa che semplicemente pensiamo. È 
qualcosa che sappiamo.» Le 
foto possono valere più di mille parole; ma possono anche ingannare. Noi abbiamo 
una considerevole esperienza nel raccogliere, analizzare e scrivere relazioni su 
qualsivoglia tipo di immagini, satellitari e non solo, così come su altri tipi 
di dati di intelligence. Basti dire che le immagini diffuse dalla NATO il 28 
agosto forniscono una base alquanto impalpabile per poter accusare la Russia di 
aver invaso l'Ucraina. Cosa assai triste, hanno invece una forte somiglianza con 
le immagini mostrate da Colin Powell all'ONU il 5 febbraio 2003, e come quelle 
non provano niente. Quello 
stesso giorno, avvisammo il Presidente Bush che i nostri ex colleghi analisti 
erano «sempre più impensieriti dalla politicizzazione dell'intelligence» e gli 
spiegammo in modo inequivocabile che «la presentazione di Powell non giungeva 
neanche lontanamente» a giustificare una guerra. Esortammo Bush ad «allargare la 
discussione ...  ben oltre la 
cerchia di quei consiglieri chiaramente piegati alla causa di una guerra della 
quale non vediamo nessuna convincente ragione e di cui riteniamo che le 
conseguenze non volute saranno probabilmente catastrofiche». Pensi 
a cos'è oggi l'Iraq. È peggio che in condizioni catastrofiche.  Per 
quanto il Presidente Vladimir Putin abbia mostrato sinora una considerevole 
capacità di ritegno in merito al conflitto in Ucraina, ci è doveroso ricordare che anche la Russia ha 
facoltà di esercitare azioni "shock and awe" ("colpisci e sgomenta", NdT). A 
nostro parere, qualora ci fosse anche solo la più remota possibilità che una 
cosa di questo tipo alla fine accada all'Europa a causa dell'Ucraina, dei leader 
prudenti e sobri dovrebbero meditarvi molto attentamente. Se 
le foto fornite dalla NATO e dagli USA rappresentano la miglior "prova" 
disponibile di un'invasione dalla Russia, aumentano i nostri sospetti sul fatto che 
sia in corso un grosso tentativo di puntellare prima del vertice NATO le 
argomentazioni volte a far approvare azioni che sicuramente la Russia 
considererà delle provocazioni. Caveat 
emptor 
è una locuzione latina che di certo Lei ben conosce. Può bastare aggiungere che 
occorre essere molto cauti su quel che ci vorrebbero vendere Rasmussen, o anche 
il Segretario di Stato John Kerry. Abbiamo 
fiducia sul fatto che i suoi consiglieri l'abbiano tenuta informata in merito 
alla crisi ucraina fin da quando è iniziata nel 2014, e su come la possibilità 
che l'Ucraina diventi un membro effettivo della NATO sia un anatema per il 
Cremlino. Secondo 
un dispaccio del 1° febbraio 2008 (pubblicato da WikiLeaks) proveniente 
dall'Ambasciata USA a Mosca e diretto al Segretario di Stato Condoleezza Rice, 
l'ambasciatore USA William Burns fu chiamato dal Ministro degli Esteri Sergey 
Lavrov, il quale gli spiegò la forte opposizione della Russia all'entrata nella 
NATO dell'Ucraina. Lavrov 
mise in guardia specificatamente rispetto alle «paure sul fatto che la materia 
avrebbe potenzialmente spaccato in due il paese, portando a delle violenze e 
possibilmente anche alla guerra civile, che avrebbe costretto la Russia a 
decidere se intervenire o no.» Burns 
diede a questo dispaccio un titolo inconsueto: "NYET MEANS NYET: RUSSIA'S NATO 
ENLARGEMENT REDLINES" ("Niet significa 
niet: le linee rosse della Russia rispetto all'allargamento della NATO", NdT) e lo inviò a Washington con 
precedenza IMMEDIATA. Due 
mesi dopo, nel loro vertice tenuto a Bucarest, i leader NATO emanarono una 
dichiarazione formale che prometteva che «la Georgia e l'Ucraina faranno parte 
della NATO» Appena 
ieri, il Primo Ministro ucraino Arseny Yatsenyuk ha usato la sua pagina Facebook 
per affermare che, con l'approvazione del Parlamento da lui sollecitata, il 
sentiero verso la piena partecipazione quale membro della NATO è ora aperto. 
Yatsenyuk, ovviamente, era l'uomo prescelto da Washington affinché diventasse 
Primo Ministro dopo il colpo di stato a Kiev del 22 febbraio. «Yats is the guy!», aveva esclamato la vice Segretario di Stato Victoria 
Nuland poche settimane prima del colpo di stato, nella telefonata intercettata 
con l'ambasciatore USA in Ucraina Geoffrey Pyatt. Ricorderà che si tratta della 
stessa intercettazione in cui la Nuland disse «Fuck the EU» ("si 
fotta la UE!", NdT). La 
tempistica dell' "Invasione" russa La 
narrazione comunemente accettata che è stata promossa da Kiev appena poche 
settimane fa consisteva nell'idea che le forze ucraine avessero avuto la meglio 
sui federalisti anti-golpisti nel sud-est dell'Ucraina, in quella che si 
dipingeva comunemente come una operazione "di pulizia". Ma questa immagine 
dell'offensiva traeva origine quasi soltanto nelle fonti governative ufficiali 
di Kiev. C'erano pochissime descrizioni che riferissero le cose direttamente dal 
terreno di battaglia nel sud-est dell'Ucraina. Ce ne fu una, tuttavia, che 
citava il Presidente ucraino Petro Poroshenko, la quale sollevò dei dubbi 
sull'affidabilità del ritratto della situazione dipinto dal 
governo. Secondo 
un comunicato dell'«ufficio stampa del Presidente dell'Ucraina» del 18 agosto, 
Poroshenko si appellava ad avviare un «raggruppamento delle unità militari 
ucraine impegnate nelle operazioni nell'est del paese ... oggi dobbiamo 
riorganizzare le forze che dovranno difendere il nostro territorio e le continue 
offensive dell'esercito», dichiarava Poroshenko, che aggiungeva: «abbiamo 
bisogno di considerare una nuova operazione militare alla luce delle nuove 
circostanze.» Se 
le «nuove circostanze» avessero avuto il senso di un'avanzata trionfale delle 
forze ucraine, perché mai sarebbe stata necessario un "raggruppamento" per 
"riorganizzare" le forze? All'incirca in quei giorni, le fonti dai campi di 
battaglia cominciavano a riferire di una catena di attacchi ben riusciti da 
parte delle forze federaliste anti-golpiste ai danni delle forze governative. 
Secondo queste fonti, era l'esercito governativo che iniziava a subire pesanti 
perdite e a perdere terreno, per lo più a causa dell'inettitudine e della 
pochezza della sua leadership. Dieci 
giorni dopo, quando venivano accerchiati e/o costretti alla ritirata, la scusa 
preconfezionata che tirarono fuori fu trovata nell'«invasione 
russa». E 
questo coincide esattamente con il momento in cui quelle foto sfuocate sono 
state diffuse dalla NATO, mentre a giornalisti come Michael Gordon del New York Times è stata data briglia 
sciolta per strillare al mondo intero che "stanno arrivando i russi". 
(Michael Gordon era già stato uno dei 
più egregi propagandisti ad aver promosso la guerra all'Iraq). Nessuna 
invasione, ma molti sostegni russi di altro tipo I 
gruppi federalisti anti-golpisti nel sud-est dell'Ucraina godono di un notevole 
supporto da parte della popolazione locale, in parte anche a causa dei pesanti 
bombardamenti d'artiglieria [dell'esercito di Kiev] sui principali centri 
abitati. Crediamo 
anche che un sostegno russo si sia riversato probabilmente attraverso il 
confine, e che comprenda, in modo significativo, un'eccellente azione 
d'intelligence sul capo di battaglia. Ma resta lontano dall'essere appurato, in 
questa fase, se questo sostegno russo comprenda anche carri armati e 
artiglieria: soprattutto perché i federalisti sono stati meglio condotti e 
sorprendentemente capaci di sbaragliare le forze governative. Nel 
contempo abbiamo ben pochi dubbi che, se e quando i federalisti ne avessero 
necessità, i carri armati russi arriverebbero. Questa 
è la precisa ragione del perché la situazione richieda uno sforzo in direzione 
di un cessate il fuoco, che - come Lei ben sa - Kiev ha fin qui rimandato. 
 Cosa 
c'è da fare a questo punto? 
A nostro parere, Poroshenko e Yatsenyuk hanno bisogno di sentirsi dire in tutta 
chiarezza che l'opzione di diventare membri della NATO non è fra le carte sul 
tavolo, e che la NATO non ha nessuna intenzione di intraprendere una guerra per 
procura contro la Russia, specialmente non a sostegno dell'Armata Brancaleone 
ucraina. La stessa cosa va detta anche agli altri membri della 
NATO. 
 Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras. Torna alla Home Page | 
Allegato Rimosso
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