RE: [Disarmo] Libia: Appello ai Firmatari di appelli



come dimenticare il vergognoso e anticostituzionale appello di Giorgio 2° che fece superare le titubanze dell'Impunito? come trattenere lo schifo?

Date: Sat, 2 Aug 2014 12:56:10 +0200
From: glry at ngi.it
To: disarmo at peacelink.it
Subject: [Disarmo] Libia: Appello ai Firmatari di appelli

 

http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2631

*LIBIA: APPELLO AI FIRMATARI DI APPELLI*

31 luglio 2014

Di fronte al baratro nel quale è sprofondata la Libia (attestato, ora,
anche dalla precipitosa chiusura dell’ambasciata USA) ci sarebbe da
chiedere ai vari firmatari degli appelli in difesa della “rivoluzione
libica” (se volete sapere i loro nomi non avete che da clikkare qui
<http://www.arciroma.it/2011/02/fermiamo-il-massacro-in-libia-pane-lavoro-democrazia-accoglienza/>
o
qui
<http://www.dazebaonews.it/mondo/item/2122-libia-alex-zanotelli-lancia-un-appello>
[*])
se non sentano oggi il dovere di scusarsi con il popolo libico per una
guerra che i loro appelli hanno, nei fatti, favorito e per il loro
silenzio quando questa assumeva i connotati di un gigantesco massacro,
come è stato, ad esempio, a Sirte
<http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8895>.

Non avremmo posto questa sgradevole domanda se quei distratti, se non
colpevoli, appelli – così come quelli attuali inerenti la Siria o quelli
già in cantiere sulla Nigeria – non si fossero basati su inequivocabili
falsi che davvero stupisce non siano stati subito riconosciuti come
tali. Primo tra tutti il “mitragliamento dagli elicotteri
<http://www1.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-testimoni-elicotteri-Gheddafi-mitragliano-sul-centro-di-Misurata_311810973396.html>”

effettuato dagli scherani di Gheddafi su inermi manifestanti che faceva
da /pendant/ con la “notizia
<http://notizie.tiscali.it/articoli/esteri/11/02/21/libia-guerra-civile-diretta.html>”

dei piloti libici disertori e atterrati a Malta per non voler sparare
sui loro connazionali. Ovviamente, neanche una fotografia da un
cellulare per attestare simili bufale; solo una anonima “testimonianza”
rilasciata alla tv araba “al-Jazeera” subito certificata dalla “Lega
libica per i diritti umani”, (fondata da tale Ali Zeidan
<http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2330>, poi diventato Presidente
della Libia e poi scappato in Germania con un container pieno di
lingotti d’oro). Ma tanto bastò per dare la stura agli “appelli”.

Perché queste “notizie
<http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/02/27/le-milizie-del-rais-il-massacro.html?ref=search>”

non furono subito classificate come menzogne di guerra (al pari, ad
esempio di come fu fatto per le “incubatrici rubate nel Kuwait
<http://www.disinformazione.it/venderelaguerra.htm> dai soldati di
Saddam”) ma diedero vita, anzi, in Italia alle prime manifestazioni
contro Gheddafi? Intanto perché Gheddafi aveva il torto di apparire alla
“sinistra
<http://notizie.tiscali.it/articoli/esteri/11/02/21/libia-guerra-civile-diretta.html>”

italiana come “amico di Berlusconi”, il che era un buon motivo per
toglierselo davanti a tutti i costi. Ma ci sono altre più importanti
motivazioni, sulle quali ci soffermeremo in seguito.

Ma, prima, – per capire *la fogna mediatica nella quale siamo immersi*–
ricordiamo le “fosse comuni
<http://tg24.sky.it/tg24/mondo/photogallery/2011/02/23/fosse_comuni_libia_tripoli_morti_cimiteri_vittime_scontri.html>
dove
Gheddafi faceva seppellire gli oppositori uccisi”. Oggi tutti sanno che
si tratta di una bufala; ma, a dire il vero, le inoppugnabili
documentazioni che lo dimostrano circolavano su internet già nel gennaio
2011. Nonostante ciò le foto, “prova dei i crimini di Gheddafi” (in
realtà, raffigurano lavori di routine nel cimitero di Ashaat) per due
mesi (due mesi!) hanno troneggiato sugli schermi TV e sulle prime pagine
dei giornali. Con la complicità di noti e strapagati (per quanto
riguarda la RAI, da noi) giornalisti che, certamente, già sapevano la
verità. E che, finita la guerra, per rifarsi una verginità politica
hanno tenuto conferenze e incontri pubblici, dove – accolti a braccia
aperte da non pochi allocchi di “sinistra” – hanno avuto la spudoratezza
di dichiarare di essere stati “ingannati”. E forti di questa aureola,
sono poi andati in Siria: altre bufale, altri appelli.

Molte altre bufale hanno spianato l’attacco militare alla Libia del 19
marzo 2011 (una per tutte: le “donne stuprate” come arma di guerra,
ancora oggi attestata dalla Boldrini
<http://www.francescosantoianni.it/wordpress/2013/07/10/la-prossima-guerra-alla-libia-e-la-boldrini/>)

e se sono state fatte proprie da gran parte della “sinistra”, ciò non è
certo da addebitare alla sua dabbenaggine. Vale la pena di soffermarsi
sugli aspetti politici – e, quindi, anche psicologici – della questione,
anche perché se oggi le manifestazioni contro i massacri a Gaza o in
Ucraina sono ridotti a ben poca cosa, la causa – a nostro avviso – è
anche il non aver fatto i conti con il “peccato originale” del sostegno
dato, da non pochi compagni e “democratici”, alla guerra alla Libia.

Intanto, come recitano le leggi della propaganda
<http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3379&keywords=propaganda>,

una menzogna per diffondersi e radicarsi ha assoluto bisogno di un
terreno già predisposto ad accoglierla. Fa testo a riguardo
l’esaltazione – quasi una mitizzazione – delle “primavere arabe” che ha
impedito di vedere come in molti casi queste siano state, in parte,
teleguidate dall’Occidente, ad esempio, con l’utilizzo di cecchini che
sparano indiscriminatamente su polizia e manifestanti (una tecnica già
impiegata in Romania nel 1989; poi nel Venezuela 2002; poi in Ucraina
nel 2004; poi in Egitto nel 2010; poi in Libia e Siria nel 2011… infine,
nel 2014 a Kiev). Perché molti compagni non hanno voluto tener conto di
episodi come questi (che pure venivano segnalati anche da siti internet
non certo “rosso bruni)? Perché la stagnazione dei movimenti di lotta e
la conseguente demoralizzazione aveva finito per generare l’illusione
che, in fondo, non poi era così importante come veniva abbattuto un
regime; l’importante era sostenere quella “rivoluzione” che, qui da noi
non si era stati in grado di attuare. E anche per questo sono stati
ribattezzati “rivoluzionari” personaggi
<http://contropiano.org/news-politica/item/12615> altrimenti
impresentabili ad una platea di compagni o – per parlare della Siria –
presenziare a manifestazioni
<http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2078> e fiaccolate
<http://video.corriere.it/milano-fiaccolata-padre-oglio/f545e326-fff4-11e2-b484-e2fa3432c794>
in
sostegno di altri “rivoluzionari” schierati su posizioni
<http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1766> francamente abominevoli.
Ugualmente sciagurato è stato affidarsi ciecamente alle dichiarazioni di
ONG, ONLUS e varie “organizzazioni umanitarie
<http://www.francescosantoianni.it/wordpress/2013/09/04/signori-msf-stiamo-aspettando/>”

“presenti sul campo” che, un tempo – forse
<http://www.francescosantoianni.it/wordpress/2014/01/26/complimenti-amnesty-international/>

meritavano una totale stima ma che, in molti casi
<http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=81417&typeb=0&Loid=315&Progressisti-in-divisa-2--Amnesty-e-dintorni>,

sono ormai diventate le vivandiere dell’imperialismo; soprattutto se,
come accade in Italia, sono sempre più dipendenti per le loro attività –
quasi a libro paga
<http://www.francescosantoianni.it/wordpress/2014/04/17/grillo-lucraina-foglie-fico-pacifismo-italiano-2/>

dal Ministero degli Esteri.

Ovviamente, nelle mobilitazioni internazionaliste le cose non sono mai
nettamente bianche o nere ed è certamente sbagliato addebitare ogni
rivolta ad un “complotto” e additare, di conseguenza, chi le appoggia.
Ma da qui a non voler vedere tutti quegli elementi che lasciavano
presagire un diretto intervento militare dell’Occidente in Libia (primi
tra tutti l’appoggio dei nostri governanti alle “rivolte” o la valanga
di inequivocabili falsi riversati dalle TV) è molto peggio di una
“disattenzione”. E, almeno oggi, dopo che è emersa la verità sulla
essenza della “rivoluzione” in Libia, e la tragedia di quello che era un
paese laico e relativamente florido trasformato in un abisso di miseria,
violenze, integralismi, ci saremmo aspettati un generale ripensamento,
in tutti, a cominciare dai firmatari degli appelli di cui sopra.

Così, (tranne rarissime eccezioni) non è stato. Anzi, è stato fatto di
peggio. In una estrema sinistra che cerca come unica via di uscita al
suo minoritarismo l’aggregazione, a tutti i costi, di rottami di questa,
tenendosi strette organizzazioni assolutamente “filointerventiste” la
parola d’ordine “contro la guerra” è stata, addirittura, bandita in
tutte (ripetiamo, tutte) le manifestazioni nazionali che si sono svolte
in Italia negli ultimi anni. Peggio ancora per chi, avendo appoggiato a
tutti i costi la “rivoluzione libica” non è riuscito più a svincolarsi
dal Qatar, che questa “rivoluzione” aveva finanziato. È il caso di
Freedom Flottilla
<http://www.freedomflotilla.it/2011/02/22/con-il-popolo-libico-per-la-rivoluzione-araba/>
che
– dopo la sfortunata, ed, ancora oggi, enigmatica, spedizione del 2010,
capeggiata da tale Mahdi al-Harati
<http://www.ilpost.it/2012/07/29/la-brigata-internazionale-in-siria/>
(finito
a fare prima il governatore militare di Tripoli e poi il capo di una
banda di tagliagole in Siria) continua ad additare al pubblico ludibrio
chiunque si permetta di dubitare della genuinità della “rivoluzione”
libica o ad organizzare, come se niente fosse – insieme al PD, CGIL, “Un
Ponte per”
<http://www.unponteper.it/manifestazione-nazionale-per-il-popolo-siriano/>

– sempre più patetiche manifestazioni
<http://pecorarossa.tumblr.com/post/79681870049/quattro-gatti-alla-manifestazione-del-15-marzo-in>
a
sostegno di un’altra “rivoluzione” targata Qatar: quella siriana.


*La Redazione di Sibialiria*



[*]
APPELLO 1: Fermiamo il massacro in Libia. Pane, lavoro, democrazia,
accoglienza (febbraio 2011)
http://www.arciroma.it/2011/02/fermiamo-il-massacro-in-libia-pane-lavoro-democrazia-accoglienza/
Firmatari:
*Arci, CGIL, Carlo Feltrinelli, Un ponte per, Amnesty International,
Libera, UISP, CNCA, FIOM, ACLI, ANPAS, CIPSI, Legambiente, Flavio Lotti
coordinatore Tavola della Pace, Livio Pepino Intesos, Arciragazzi,
AUSER, Beati i costruttori di Pace, FAIR, Libera Cittadinanza, Rete dei
Girotondi, Lunaria, Chiama l’Africa, Senza Confine, Africa Insieme,
Todo Cambia, Terres des Hommes, Beati i costruttori di pace, Luisa
Morgantini , Fabio Marcelli Giuristi democratici, Associazione per la
pace, Don Nandino Capovilla coordinatore di Pax Christi, Peace Waves, La
Nuova Ecologia, Rete Romana Solidarietà Palestina, WILPF, Sindacato
nazionale scrittori Cgil, Forum Internazionale SEL, Anna Maria
Rivera, Chistopher Hein, Mercedes Fria, Tommaso Fattori, Laura
Quagliolo, Nicola Vallinoto, Stephanie Westbrook, Lisa Clark, Barbara
Spinelli, Massimo Loche, Comunità Rut Suore Orsoline Caserta, Rete Primo
Marzo, Iniziativa per la libertà di espressione in Iran, parlamentari,
politici, amministratori locali e centinaia di cittadini/e*
APPELLO 2: Libia. *Alex Zanotelli* lancia un appello (febbraio 2011)
http://www.dazebaonews.it/mondo/item/2122-libia-alex-zanotelli-lancia-un-appello


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J. Ellero



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