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[Disarmo] Non solo Quirra, Teulada e Capo Frasca: nell’Isola anche 170 servitù ‘minori’
- Subject: [Disarmo] Non solo Quirra, Teulada e Capo Frasca: nell’Isola anche 170 servitù ‘minori’
- From: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
- Date: Sat, 21 Jun 2014 08:43:07 +0200 (CEST)
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Quirra, Teulada, Capo Frasca ovvero i poligoni su cui oggi si gioca la partita più importante. Ma le servitù militari non finiscono qui: la carta della Sardegna del Demanio militare è tutta punteggiata di caserme, depositi – carburanti, comandi e batterie missilistiche. Beni militari in molti casi dismessi e abbandonati all’incuria del tempo oppure ancora impiegati per usi governativi spesso non meglio precisati. In tutto sono circa 170 le strutture censite dalla Regione (gli immobili sono molti di più) ai quattro angoli dell’ isola. Servitù minori, in altri termini, “che finiranno ugualmente sul tavolo della trattativa dello Stato insieme ai poligoni” assicura l’assessore agli Enti locali Cristiano Erriu. 2008, una vertenza andata male Questi beni provò a riscattarli Renato Soru nel lontano 2008, ma l’operazione non andò in porto. Nonostante l’allora presidente della Regione avesse annunciato la restituzione da parte dell’Agenzia del demanio di circa 350 strutture, tra caserme, depositi di vario genere e costruzioni civili per un valore di mercato di 200 milioni di euro, tutto rimase com’era o quasi. “La cessione è incompleta, perché l’accordo non è stato attuato”, spiega Erriu. E aggiunge:“Erano previste delle contropartite che consentissero al demanio militare di risolvere alcuni problemi logistici, ma lo scambio non è avvenuto”. In altri termini, si trattava di una permuta: la Regione avrebbe dovuto mettere a disposizione aree, alloggi o compensazioni di vario genere per bilanciare le perdite di Esercito, Aeronautica e Marina. In pratica, una vertenza che si sarebbe risolta con un pareggio, che non avrebbe, cioè, diminuito i gravami rappresentati dalle servitù minori. “Si tratta in ogni caso di accordi scritti cui occorre dar seguito, a partire dalla Conferenza sulle servitù di Roma”, rilancia Erriu. “C’è poi un altro elenco di beni ancora utilizzati dallo Stato, che devono comunque rientrare nella negoziazione con il governo centrale, utile anche a chiarire chi debba farsi carico delle bonifiche”, precisa l’assessore. “In un secondo momento, una volta, cioè, che la Regione sarà rientrata in possesso di questi beni – continua l’assessore – si potranno coinvolgere gli enti locali per definire le nuove destinazioni d’uso delle strutture riscattate”. Che una volta liberate potrebbero offrire una boccata d’ossigeno all’economia del turismo oppure essere riconvertite ad abitazioni o ad impianti sportivi, perché no. A Cagliari e provincia il primato delle servitù ‘minori’ Si prenda il caso del capoluogo: tra comandi, batterie e caserme, sono 58 i beni del Demanio Militare a Cagliari. Alcuni di questi siti sono abbandonati da 35 anni. è il caso dell’ex Deposito carburanti della Marina Militare di Via dei Conversi, che occupa 130.000 mq tra Monte Urpinu e lo stagno di Molentargius. Affianco, un altro deposito carburanti, le cui condotte arrivano fino al molo Su Siccu, dove attraccano le navi cisterna che lo riforniscono: nel 2004 l Aeronautica militare chiese il rinnovo della servitù sui 140.000 mq per altri 5 anni. Da quella data in poi non se ne sa più niente, se non che sulla struttura potrebbe essere aperto un Tavolo tecnico per decidere una collocazione alternativa come richiesto da Regione e comune. Non va meglio tra Viale Poetto, San Bartolomeo e Calamosca, dove si contano cinque caserme, solo una delle quali è catalogata come bene dismesso. Si tratta della caserma Ederle di Calamosca. Ma la superficie più vasta gravata da servitù militari è quella occupata dal Deposito PolNato della Marina: 540.790 mq che occupano quasi per intero il Capo Sant’Elia. La costruzione venne finanziata anche dalla Nato. In provincia, invece, sono 11 le servitù militari. La più estesa coincide con l’aeroporto militare di Decimomannu, dove operano le forse aree di mezzo mondo: 4.300.000 mq nella campagna più fertile del Medio Campidano. Se a Decimomannu tutto rimane fermo, tranne gli erei che si levano in volo, qualcosa si muove a Siliqua. Qui l’area in precedenza occupata dal Genio Militare è di 16.500 mq, al centro del paese. In seguito alle pressioni del neonato comitato “Liberiamo il Genio”, il Comune ha deciso di perseguire tutte le azioni necessarie per restituire l’area alla pubblica fruizione. Il sottosegretario alla difesa Gioacchino Alfano ha fatto sapere che “il Genio Militare di Siliqua è stato già definitivamente dismesso nel maggio del 2013 e risulterebbe pertanto già nella disponibilità della Regione Sardegna qualora questa presentasse richiesta formale all’Agenzia del Demanio dello Stato”. Richiesta che evidentemente non è stata inoltrata. Non va meglio a Sassari, Nuoro, Olbia e Oristano Ad Olbia, invece, le richieste dell’amministrazione di entrare in possesso di diversi magazzini e depositi ormai in disuso sono rimaste lettera morta. E in provincia spesso accade che la vegetazione si rimpossessi delle vecchie e fatiscenti strutture. Succede a Telti, nell’inutilizzato deposito munizioni che occupa un’area di 361.826 mq. Come pure a Tempio, all’ex base U.s Air Force, di cui tuttavia non si ha nessuna informazione. Parlano però le foto, che ritraggono un luogo spettrale. In provincia, manco a dirlo, è l’isola de La Maddalena a detenere il primato delle servitù: ventisei su trentacinque totali. Ammontano a 33 le servitù in provincia di Sassari. Spesso si tratta di strutture fatiscenti di cui non è stato possibile rintracciare l’uso, è il caso del complesso “Rudas” che si estende per 60.630 mq in prossimità della casa cantoniera da cui prende il nome. Attualmente, ignoti utilizzano l’area per il pascolo. Oltre all’aeroporto di Fertilia (360.000 mq), non manca nemmeno una foresteria in riva al mare, a Porto Conte, adibita al soggiorno temporaneo del personale dell’areonautica militare. Ma i casi più eclatanti sono forse quelli dell’ex poligono “Bunnari”, a 2 km da Sassari, inutilizzato ma non dismesso e dei 328.000 mq di Campo Mela a Cargeghe, ex deposito munizioni abbandonato e ugualmente non dismesso. A Nuoro e provincia, dove tra l’ex Deposito munizioni di Prato Sardo, la Caserma Loy e i magazzini di Bonu Trau a Macomer, l’ex deposito munizioni “Sa Crabarza” e la caserma della Brigata Sassari si contano altri 800.000 mq di servitù. In altri casi, invece, le strutture militari sono attive, eccome. E’ il caso della caserma del Raggruppamento unità difesa (R.U.D), un apparato interforze della Difesa che si occupa di intelligence militare. Dove? A Siamaggiore, in provincia di Oristano, che tra caserme e depositi conta in tutto 23 strutture militari. Affianco alla caserma della R.U.D, la stazione radiogoniometrica occupa un’area di 14.575 metri quadrati da cui si effettuano le intercettazioni radio. Per questo motivo, nei dintorni non è possibile tirare su neanche un muretto a secco senza il via libera dell’esercito. Piero Loi http://www.sardiniapost.it/cronaca/non-quirra-teulada-capo-frasca-nellisola- 170-servitu-minori/
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