[Disarmo] Non solo Quirra, Teulada e Capo Frasca: nell’Isola anche 170 servitù ‘minori’



Quirra, Teulada, Capo Frasca ovvero i poligoni su cui oggi si gioca la partita 
più importante. Ma le servitù militari non finiscono qui: la carta della 
Sardegna del Demanio militare è tutta punteggiata di caserme, depositi – 
carburanti, comandi e batterie missilistiche. Beni militari in molti casi 
dismessi e abbandonati all’incuria del tempo oppure ancora impiegati per usi 
governativi spesso non meglio precisati. In tutto sono circa 170 le strutture 
censite dalla Regione (gli immobili sono molti di più) ai quattro angoli dell’
isola. Servitù minori, in altri termini, “che finiranno ugualmente sul tavolo 
della trattativa dello Stato insieme ai poligoni” assicura l’assessore agli 
Enti locali Cristiano Erriu.

2008, una vertenza andata male

Questi beni provò a riscattarli Renato Soru nel lontano 2008, ma l’operazione 
non andò in porto. Nonostante l’allora presidente della Regione avesse 
annunciato la restituzione da parte dell’Agenzia del demanio di circa 350 
strutture, tra caserme, depositi di vario genere e costruzioni civili per un 
valore di mercato di 200 milioni di euro, tutto rimase com’era o quasi. “La 
cessione è incompleta, perché l’accordo non è stato attuato”, spiega Erriu. E 
aggiunge:“Erano previste delle contropartite che consentissero al demanio 
militare di risolvere alcuni problemi logistici, ma lo scambio non è avvenuto”. 
In altri termini, si trattava di una permuta: la Regione avrebbe dovuto mettere 
a disposizione aree, alloggi o compensazioni di vario genere per bilanciare le 
perdite di Esercito, Aeronautica e Marina. In pratica, una vertenza che si 
sarebbe risolta con un pareggio, che non avrebbe, cioè, diminuito i gravami 
rappresentati dalle servitù minori.

“Si tratta in ogni caso di accordi scritti cui occorre dar seguito, a partire 
dalla Conferenza sulle servitù di Roma”, rilancia Erriu. “C’è poi un altro 
elenco di beni ancora utilizzati dallo Stato, che devono comunque rientrare 
nella negoziazione con il governo centrale, utile anche a chiarire chi debba 
farsi carico delle bonifiche”, precisa l’assessore. “In un secondo momento, una 
volta, cioè, che la Regione sarà rientrata in possesso di questi beni – 
continua l’assessore – si potranno coinvolgere gli enti locali per definire le 
nuove destinazioni d’uso delle strutture riscattate”. Che una volta liberate 
potrebbero offrire una boccata d’ossigeno all’economia del turismo oppure 
essere riconvertite ad abitazioni o ad impianti sportivi, perché no.

A Cagliari e provincia il primato delle servitù ‘minori’

Si prenda il caso del capoluogo: tra comandi, batterie e caserme, sono 58 i 
beni del Demanio Militare a Cagliari. Alcuni di questi siti sono abbandonati da 
35 anni. è il caso dell’ex Deposito carburanti della Marina Militare di Via dei 
Conversi, che occupa 130.000 mq tra Monte Urpinu e lo stagno di Molentargius. 
Affianco, un altro deposito carburanti, le cui condotte arrivano fino al molo 
Su Siccu, dove attraccano le navi cisterna che lo riforniscono: nel 2004 l’
Aeronautica militare chiese il rinnovo della servitù sui 140.000 mq per altri 5 
anni. Da quella data in poi non se ne sa più niente, se non che sulla struttura 
potrebbe essere aperto un Tavolo tecnico per decidere una collocazione 
alternativa come richiesto da Regione e comune. Non va meglio tra Viale Poetto, 
San Bartolomeo e Calamosca, dove si contano cinque caserme, solo una delle 
quali è catalogata come bene dismesso. Si tratta della caserma Ederle di 
Calamosca.

Ma la superficie più vasta gravata da servitù militari è quella occupata dal 
Deposito PolNato della Marina: 540.790 mq che occupano quasi per intero il Capo 
Sant’Elia. La costruzione venne finanziata anche dalla Nato. In provincia, 
invece, sono 11 le servitù militari. La più estesa coincide con l’aeroporto 
militare di Decimomannu, dove operano le forse aree di mezzo mondo: 4.300.000 
mq nella campagna più fertile del Medio Campidano. Se a Decimomannu tutto 
rimane fermo, tranne gli erei che si levano in volo, qualcosa si muove a 
Siliqua. Qui l’area in precedenza occupata dal Genio Militare è di 16.500 mq, 
al centro del paese. In seguito alle pressioni del neonato comitato “Liberiamo 
il Genio”, il Comune ha deciso di perseguire tutte le azioni necessarie per 
restituire l’area alla pubblica fruizione. Il sottosegretario alla difesa 
Gioacchino Alfano ha fatto sapere che “il Genio Militare di Siliqua è stato già 
definitivamente dismesso nel maggio del 2013 e risulterebbe pertanto già nella 
disponibilità della Regione Sardegna qualora questa presentasse richiesta 
formale all’Agenzia del Demanio dello Stato”. Richiesta che evidentemente non è 
stata inoltrata.

Non va meglio a Sassari, Nuoro, Olbia e Oristano

Ad Olbia, invece, le richieste dell’amministrazione di entrare in possesso di 
diversi magazzini e depositi ormai in disuso sono rimaste lettera morta. E in 
provincia spesso accade che la vegetazione si rimpossessi delle vecchie e 
fatiscenti strutture. Succede a Telti, nell’inutilizzato deposito munizioni che 
occupa un’area di 361.826 mq. Come pure a Tempio, all’ex base U.s Air Force, di 
cui tuttavia non si ha nessuna informazione. Parlano però le foto, che 
ritraggono un luogo spettrale. In provincia, manco a dirlo, è l’isola de La 
Maddalena a detenere il primato delle servitù: ventisei su trentacinque totali.

Ammontano a 33 le servitù in provincia di Sassari. Spesso si tratta di 
strutture fatiscenti di cui non è stato possibile rintracciare l’uso, è il caso 
del complesso “Rudas” che si estende per 60.630 mq in prossimità della casa 
cantoniera da cui prende il nome. Attualmente, ignoti utilizzano l’area per il 
pascolo. Oltre all’aeroporto di Fertilia (360.000 mq), non manca nemmeno una 
foresteria in riva al mare, a Porto Conte, adibita al soggiorno temporaneo del 
personale dell’areonautica militare.
Ma i casi più eclatanti sono forse quelli dell’ex poligono “Bunnari”, a 2 km 
da Sassari, inutilizzato ma non dismesso e dei 328.000 mq di Campo Mela a 
Cargeghe, ex deposito munizioni abbandonato e ugualmente non dismesso.

A Nuoro e provincia, dove tra l’ex Deposito munizioni di Prato Sardo, la 
Caserma Loy e i magazzini di Bonu Trau a Macomer, l’ex deposito munizioni “Sa 
Crabarza” e la caserma della Brigata Sassari si contano altri 800.000 mq di 
servitù.
In altri casi, invece, le strutture militari sono attive, eccome. E’ il caso 
della caserma del Raggruppamento unità difesa (R.U.D), un apparato interforze 
della Difesa che si occupa di intelligence militare. Dove? A Siamaggiore, in 
provincia di Oristano, che tra caserme e depositi conta in tutto 23 strutture 
militari. Affianco alla caserma della R.U.D, la stazione radiogoniometrica 
occupa un’area di 14.575 metri quadrati da cui si effettuano le intercettazioni 
radio. Per questo motivo, nei dintorni non è possibile tirare su neanche un 
muretto a secco senza il via libera dell’esercito.

Piero Loi

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