[Disarmo] Ucraina, contractor, i miliardi del FMI e l' offensiva nel Sud Est



'Presence of foreign mercenaries in Ukraine shows weakness of Kiev govt'

http://rt.com/op-edge/foreign-mercenaries-in-ukraine-373/


In Ucraina si rivede la Blackwater, che però adesso si chiama Greystone

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-04-09/in-ucraina-si-rivede-blackwater-che-pero-adesso-si-chiama-greystone-180411.shtml?uuid=AB9R8i9


Ultrà e mercenari a Odessa: video. Anche un italiano?

Rimbalzano sul web le notizie, le foto e i video del massacro di Odessa, dove 40 attivisti anti-Kiev hanno perso la vita nell’incendio doloso della Casa dei Sindacati presa d’assalto. Da chi? Dai soldati di Kiev o dalle milizie di Settore Destro, come sembra da testimonianze e video? Quel Pravy Sektor ultranazionalista e ferocemente anti-russo già protagonista della rivolta di Maidan che non ha mai dismesso le armi – come l’accordo di Ginevra imporrebbe a “tutti i gruppi armati” illegali. “Tutti”, non solo gli attivisti filo-russi che occupano gli edifici governativi nel Sud Est del paese per protestare contro il governo di Kiev, il cui primo atto è stato l’abolizione del russo come seconda lingua.  

 Sul campo vi sarebbero anche mercenari di ogni genere, contractors americani della (ex) Blackwater addirittura, come mostrerebbero queste foto e video (condizionale d’obbligo), “radicali” senza divisa ma con giubbotti antiproiettile come il tizio corpulento filmato mentre spara verso la Casa dei Sindacati di Odessa fra l’indifferenza della polizia. Perfino un italiano, in mimetica invece, ripreso mentre parla nella nostra lingua con giornaliste na fotografica al collo.  

E ancora, infiltrati “russi” arrivati dalla Transnistria, una regione della Moldava dove Mosca ha una guarnigione - accusa Kiev, e scriveva sabato 3 anche il reporter del Guardian. E militi prezzolati da funzionari che erano nel clan di Yanukovich - rilancia la Russia, negando le accuse. Mosca fa i nomi di Serghiei   Arbuzov e Oleksandr Klymendo già alleati dell’ex presidente. Ma Klymendo smentisce e punta il dito sul governo di Kiev: “E’ il vero responsabile” dei fatti sanguinosi di Odessa, costati anche 200 feriti.  

Una clausola nascosta dietro il prestito del FMI? In questo bailamme di reciproche accuse, mentre l’esercito ucraino va riconquistando il Sud-Est del paese, una notizia pubblicata da Zerohedge, blog americano di finanza e dintorni sempre ben informato e attendibile, potrebbe fornire il capo di un filo conduttore, collegando l’offensiva lanciata dal governo di Kiev e il conseguente precipitare degli eventi, al “prestito” accordato all’Ucraina dal Fondo Monetario Internazionale la sera del 30 aprile, dopo molte targiversazioni.  

 $17 miliardi in due anni, una prima tranche tra il 5 e l’8 maggio e subito $3,2 miliardi per evitare l’imminente default.

  “Gazprom, che vanta crediti miliardari per il gas, può essere pagata, l’Ucraina incassa un po’ di cash, e la porta si apre affinché gli USA e l’UE possano esercitare la loro “influenza/controllo sulla nazione divisa. Tutto a posto dunque, tranne una cosa:  

 SE IL GOVERNO UCRAINO PERDESSE IL CONTROLLO SULL’EST DEL PAESE, IL SALVATAGGIO DA $17 MILIARDI DOVREBBE ESSERE RIDISEGNATO”.  

“Il che, tradotto alla buona, sembra significare: andate alla guerra contro le forze pro-Russia (e contro la Russia stessa se Putin vedesse i suoi compatrioti in difficoltà) o non avrete il vostro denaro”.  

Così ZeroHedge, al quale si devono anche stampatello e grassetto.  

Inquietante ma plausibile, spiegherebbe l’accelerazione degli ultimi giorni.  

 Senza il Sud affacciato sul mar Nero ma soprattutto senza l’Est industriale (dove infatti hanno i loro business gli oligarchi) l’Ucraina sarebbe una nazione monca. Soprattutto, le sarebbe impossibile ripagare i debiti.  

E l’Occidente che adesso i debiti li “paga” sia pure via FMI (altri soldi arriveranno da Usa, poco dall’ UE),  ora può dettare condizioni e l’Ucraina la vuol mantenere intera e senza interferenze.  

 Accusa la Russia di fomentare il separatismo e teme che Mosca voglia ripetere in altre regioni il giochino del referendum (previsto l’11 maggio, prima delle elezioni presidenziali del 25) con annessione a seguito, già attuato in Crimea.   

Mosca nega recisamente ma appoggia l’idea di una federazione di regioni autonome, ed è un fatto che gli attivisti separatisti/filo-Russi che hanno occupato qua e là all'Est edifici pubblici governativi aspirano a fare delle loro regioni delle Repubbliche indipendenti.   Anche a Odessa, nel Sud. 

Il governo di Kiev“usa” le milizie ultranazionaliste? (1).Il governo filo Usa di Kiev del giovane ex banchiere   Arsenji Yatsenyuk non poteva non agire di conseguenza.  Ma l’esercito ucraino non è del tutto affidabile perché i soldati hanno il cuore tenero e talvolta non osano sparare contro i fratelli che vanno incontro ai loro carri armati (ancora venerdì è successo a Slavyansk dove gli abitanti mostravano cartelli “Siamo gente pacifica”, sabato a Kramatorsk erano più arrabbiati e gridavano “Tornatevene a Kiev”).  

  E allora – prima ipotesi - ecco il via libera agli squadroni Pravy Sektor, il braccio armato di Maidan, già responsabile dell’epilogo sanguinoso della protesta che portò alla defenestrazione del peraltro autoritario e corrotto presidente Yanukovic - per quanto regolarmente eletto - ignorando l’accordo trovato il giorno prima, mediato da tre ministri europei. 

O il Settore Destro è fuori controllo? (2) Potrebbe darsi però – seconda possibilità – che il Settore Destro si muova ormai in autonomia, dopo i contrasti sempre più forti col governo di Kiev, raccontati nei giorni scorsi da Lettera 43.  

 “Da settimane Pravy Sektor invoca il pugno di ferro del governo contro i “separatisti” e ora ha messo in piedi il “battaglione del Donbass” per fronteggiare direttamente i gruppi di autonomisti filo-russi – scriveva l’inviato a Kiev il 25 aprile. 

  …”Il 23 aprile Dmitri Yarosh, il leader di Pravy Sektor, aveva annunciato la formazione di un commando di 800 guerriglieri per intervenire nelle zone al confine russo, dove erano ammassate truppe di Mosca, mentre l’operazione contro i terroristi (i separatistianti-Kiev vengono chiamati anche così , oltre che ribelli ), lanciata dal presidente ad interim Oleksand Turchinov ( anche lui molto amico degli Usa) procedeva a singhiozzo.  

…“In realtà la Rada, il parlamento ucraino, dopo Ginevra aveva votato una mozione per il disarmo dei paramilitari ultranazionalisti antirussi, però questi hanno fatto orecchie da mercante.  

… Pravy Sektor ha ormai intrapreso una strada che più che correre sul filo della legalità si muove lontano dalla cornice istituzionale.
…Yarosh, che si è candidato alle elezioni presidenziali del 25 maggio con un programma di derussificazione del Paese dai tratti anti-oligarchici e secondo i sondaggi è accreditato di meno dell’1,6- 2%, è in piena collisione con il ministero dell’Interno, guidato da Arsen Avakov, fedelissimo di Yulia Tymoshenko. Un’ostilità che è diventata guerra aperta dopo la morte n circostanze ambigue di Sasha il Bianco, coordinatore di Pravy Sektor nelle regioni occidentali.  

  “Inizialmente, durante la rivolta di Maidan contro Yanukovich e soprattutto nella fase finale, l’ala paramilitare nazionalista è stata funzionale a quella che era allora l’opposizione moderata e ora è la maggioranza di governo. Ma con il passare delle settimane Pravy Sektor si è rivelato ingestibile per il nuovo establishment, che preferisce far credere che Yarosh sia poco più che una macchietta. 

  “Stesso atteggiamento tenuto dai partner occidentali, dimostratisi miopi già in precedenza, e in contrasto netto con Mosca, che a sua volta ne esagera il profilo e le reali le potenzialità”, per dimostrare il carattere eversivo, neonazista e antirusso del nuovo governo di Kiev. 

  “È certo comunque che i tentativi di integrazione coordinati a Kiev da Andrei Paruby , ex comandante dei falchi di Maidan ora a capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale (Csn), per tenere in qualche modo sotto controllo il Settore di Destra sono finiti nel vuoto.
L’offerta di fondersi nella Guardia nazionale, dove sono state cooptate parte delle organizzazioni di autodifesa nate sulla piazza dell’Indipendenza a Kiev e nei capoluoghi delle regioni dell’Ovest, è stata rifiutata da Pravy Sektor, che ha mantenuto la sua autonomia al di fuori dell’architettura istituzionale per giocare libero da ogni ruolo”.  Fin qui Lettera 43.

  Pravy Sektor gioca da solo? Non va dimenticato il manifesto ruolo di primo piano giocato dalla diplomazia americana nel fomentare la rivolta di Maidan prima, poi del cambio della guardia a Kiev, col sostegno determinante del partito di estrema destra nazionalista antirusso Svoboda, già Partito Nazional Socialista Ucraino fascista e antisemita fondato da Parubiy, oggi guidato da Oleh Tyahnnybok - fotografato nei mesi scorsi con esponenti Usa insieme all’attuale premier Yatsnenyuk. Il 20 aprile a Kiev è arrivato il vice presidente americano Joe Biden, e il week end precedente era stata la volta del capo della Cia John Brennan, forse per fornire consigli nella guerra di intelligence "coperta" già in atto, come ipotizzava Forbes.  

Il rimpallo di Usa e Russia e il rischio guerra civile incontrollata.  

"Mosca deve togliere ogni sostegno ai separatisti", insiste ora Washington. "La responsabilità è tutta di Kiev e dell’Occidente”, ribatte Mosca, mentre Kiev ammette “Siamo in guerra”. Una guerra civile.

 Il rischio è che in Ucraina si trasformi in una sorta di Siria. Dove gli apprendisti stregoni che pensavano di utilizzare al-Qaedisti e affini per sconfiggere il regime si sono ritrovati incapaci di controllare i gruppi islamisti ultraradicali che hanno sostenuto. Come ha paradossalmente appena riconosciuto a sorpresa –   e non senza creare scalpore -   Tony Blair, arrivando ad affermare che davanti al dilagare dell’estremismo islamico antiliberale e anti occidentale  un despota come  Assad è il male minore.

  Solo che l’Ucraina bene o male è un pezzo d’Europa.

 E i suoi cittadini, che nel Sud Est sono in grande e grandissima parte russofoni  magari vorrebbero solo vivere decentemente e non essere tirati di qua e di là. Commentava un lettore: “Ci chiamano pro-Russia ma la maggior parte di noi è solo pro-riforme e pro-federalizzazione. Non vogliamo unirci alla Russia, ma nemmeno essere governati dall’Europa e dalla Nato”. 

 Post Scriptum. “Kiev e Mosca sono entrambe colpevoli, Odessa non dimenticherà”, dice Alexabnìnder Lugansky, un veterano della guerra dell’Urss in Afghanistan, arrivato sabato mattina davanti alla Casa dei Sindacati devastata dall'incendio doloso con tutte le sue medaglie (Guardian).  

  Gli attivisti filo russi morti a Odessa avevano addosso quasi tutti il nastro di S. Giorgio ( Saint George Ribbon,), già decorazione imperiale, ancora oggi uno dei più riconosciuti e rispettati simboli del valor militare in Russa, collegato alla II Guerra Mondiale.

http://www.lastampa.it/2014/05/05/blogs/underblog/ucraina-i-miliardi-del-fmi-e-l-offensiva-nel-sud-est-zBUjdR5qaR8swQrJpVMZwJ/pagina.html

 


Odessa, oggi città di 1 milione di abitanti, è stata fondata sul mar Nero da Caterina la Grande nel 1794 e per più di un secolo fu il porto russo dei cereali. Occupata dall’esercito Romeno alleato dei nazisti, ebbe 280.000 abitanti deportati, in gran parte ebrei, e decine di migliaia di  gitani massacrati. Venne liberata dall’Armata Rossa. In maggioranza russofona, è diventata parte dell’Ucraina nel 1991.