[Disarmo] La crisi non ferma le spese militari, la corsa dei paesi emergenti



(Atlas) 14 aprile 2014 Nonostante una popolazione relativamente modesta, di 
circa 27 milioni di abitanti, l’Arabia Saudita è risultato il quarto paese al 
mondo per spese militari subito dopo Stati Uniti (640 miliardi di dollari), 
Cina (188) e Russia (87,8). I numeri li ha forniti oggi il Sipri, l’Istituto 
internazionale di ricerca per la pace che ha la sua sede in Svezia.

Secondo i dati, la monarchia al potere ha Riad ha dirottato 67 miliardi di 
dollari per il suo budget militare mettendo a segno un aumento del 14% nel 2013 
rispetto al 2012. Negli ultimi dieci anni – insieme ad altri 22 paesi – i 
sauditi hanno più che raddoppiato le loro spese militari. L’aumento saudita è 
ancora più evidente se comparato con la media generale che, esclusi gli Stati 
Uniti, ha visto un aumento delle spese militari nel mondo dell’1,8%. Nonostante 
Washington abbia ridotto il suo budget del 7,8% (in seguito al ritiro 
progressivo dall’Iraq) e nonostante la crisi abbia di fatto costretto molti 
paesi europei a fare altrettanto, i segnali di una progressiva militarizzazione 
ci sono e vengono dai paesi emergenti o in via di sviluppo. Da questo punto di 
vista, in Medio oriente gli aumenti a livello percentuale sono stati cospicui. 
Il piccolo Bahrain ha aumentato il budget militare del 26%, mentre l’Iraq del 
27%: percentuali da leggere rispetto alle situazioni politiche interne vissute 
dai due paesi. “Non abbiamo dati su Iran, Qatar, Siria ed Emirati Arabi Uniti e 
di conseguenza il totale delle spese militari della regione resta incerto” ha 
detto Sam Perlo-Freeman, direttore del dipartimento del Sipri dedicato alle 
spese militari. “Questa mancanza di dati – ha aggiunto – riflette la generale 
opacità sulle spese militari in Medio oriente”.

A preoccupare è anche la situazione in Africa dove è l’Algeria ad avere il 
budget militare più nutrito con spese per 44,9 miliardi di dollari. Ma l’Angola 
ha aumentato le sue sepse del 36% superando il Sudafrica e diventando il primo 
tra i paesi dell’Africa subsahariana.

Se in Africa è il petrolio a fare la differenza in termini di spesa, in Asia 
sembra essere invece la competizione con la Cina a fare da vettore. Vietnam e 
Filippine stanno aumentando i rispettivi budget e il Giappone ha messo fine al 
trend che negli ultimi anni lo aveva visto spenderne progressivamente meno.