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[Disarmo] Al cuore delle rivolte studentesche venezuelane
- Subject: [Disarmo] Al cuore delle rivolte studentesche venezuelane
- From: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
- Date: Sun, 23 Feb 2014 12:04:49 +0100 (CET)
- Reply-to: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
Geraldina Colotti, Indignati?. Un'inchiesta sui giovani venezuelani. I media esaltano il ruolo dei 20enni in piazza, ma i dati dicono altro Secondo il racconto dominante sui media, a manifestare in Venezuela vi sarebbero migliaia di giovani tra i 15 e i 29 anni, “indignati” per l’ inflazione, l’insicurezza o la presunta assenza di democrazia, interpreti del sentimento prevalente nella popolazione. Giovani che chiedono un futuro migliore animati da tutte le connotazioni positive di chi si affac cia alla vita: ribellione, generosità, voglia di libertà. A fronteggiarli, un governo demonizzato fino al grottesco. Su dove penda la bilancia del lettore, è facile immaginare. Ma osserviamo meglio i dati reali, scrive su Publico Alejandro Fierro, membro del Centro de estudios politicos y sociales (Ceps). Se questo è lo scenario, come ha fatto il chavismo a vincere 18 elezioni su 19 a partire dal 1998 in un paese in cui il 60% della popolazione ha meno di trent’anni? Elezioni – fa notare l’analista – verificate da capi di stato di segno avverso, come il colombiano Manuel Santos (che oggi rumoreggia in appoggio al suo campo), il cileno Sebastian Pinera o il messicano Pena Nieto. Persino la delega zione del parlamento spagnolo ha considerato valida la vittoria (di misura) di Nicolas Maduro su Henrique Capriles il 14 aprile del 2013: Par tito popolare incluso. Fierro sintetizza anche i risultati di una poderosa inchiesta, la II Encuesta nacional de la Juventud: il primo studio da vent’anni a questa parte su un settore della popolazione che ha poco in comune con le genera zioni precedenti, visto i cambiamenti enormi intervenuti nelle ultime decadi. Le 10.000 interviste a persone tra i 15 e i 29 anni, realizzate in tutto il Venezuela, forniscono un’immagine molto lontana da quella di una gioventù frustrata e pessimista, stanca per la mancanza di opportunità e di libertà. Risulta invece che il 90% crede che con i suoi titoli accademici (il Vene zuela è fra i paesi con il più alto numero di matricole universitarie al mondo) può aspirare «a un impiego migliore da quello che ha», un 98% dichiara che continua a studiare (gratuitamente) perché pensa che così potrà sce gliere il lavoro migliore. «Paragonate questi dati con quelli della Spagna – dice l’analista – in cui esiste il 56% di disoccupazione giovanile e centinaia di migliaia di universitari si chiedono a cosa sono serviti tanti anni di studio». E che dire dell’Italia, dei costi per studiare e della fuga dei cervelli? L’inchiesta rivela che solo il 13% degli intervistati afferma di voler andar sene dal Venezuela. Il 77% vi si trova bene e, al 60% considera che il sistema socialista è il migliore possibile, a fronte di un 21% che prefe risce il capitalismo. A chi rispondono allora i giovani delle «guarimbas» venezuelani? Alla loro classe sociale di appartenenza: media o medio alta e al ceto imprendi toriale che continua ad avere un gigantesco potere. Giovani prevalente mente di pelle bianca (il 20% in un paese caratterizzato da grande mesco lanza) che provengono dai quartieri ricchi di Caracas, adagiati in un raz zismo iniziato cinque secoli fa.
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