[Disarmo] Chi vince la guerra? Il virus della polio
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- Date: Wed, 30 Oct 2013 12:17:16 +0100 (CET)
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SIRIA L'Organizzazione mondiale della Sanità: a rischio milioni di bambini precipitati dalla guerra civile nella povertà. Prima del conflitto l'immunizzazione era di oltre il 95%. Negli ultimi due anni e mezzo vaccinazioni bloccate
In Siria l'ultimo caso di poliomielite era stato registrato nel 1999.
La guerra civile, l'accesso ostacolato o impedito in certe aree al
personale medico incaricato del programma di vaccinazioni, ha fatto
ripiombare il Paese indietro di decenni e riapparire una malattia
altamente contagiosa per i bambini. L'Organizzazione mondiale della
sanità ha confermato i casi di poliomielite nel nord-est della Siria di
cui si parlava da alcuni giorni. Su un totale di 22 casi sospetti, le
analisi hanno confermato che si tratta del virus della polio per dieci
casi. E la malattia rischia di raggiungere anche gli Stati confinanti se
si tiene conto che migliaia di siriani continuano a lasciare la loro
terra per sfuggire alla guerra civile.
Il virus della polio si è
diffuso in particolare nella provincia orientale di Deir al Zour, una
zona che da tempo, in gran parte, è sotto il controllo dei ribelli
armati. Prima del conflitto il tasso di immunizzazione in Siria era di
oltre il 95%, ma negli ultimi due anni circa mezzo milione di bambini
non sono stati vaccinati contro la polio e altre malattie. Una vasta
campagna di vaccinazioni è in corso nel paese con il sostegno dell'Onu -
l'obiettivo è quello di immunizzare 2,4 milioni di bambini - ma le
malattie virali corrono veloci durante le guerre e per Deir al Zour è
stato fatale. Una nuova catastrofe si abbatte sulla Siria dove quasi
otto milioni di persone sono precipitate in condizioni di povertà. Senza
dimenticare gli oltre due milioni di profughi sparsi tra Turchia,
Giordania e Libano e i cinque milioni di sfollati interni. A rischio
sono soprattutto i 2,5 milioni di siriani intrappolati nelle zone dove
si combatte che non sono raggiungibili dalle agenzie umanitarie. Pagano
di più i piccoli: il 49% non va più a scuola. Nel 2012 due milioni di
bambini non hanno frequentato l'anno scolastico. E con l'inverno alle
porte e la metà degli ospedali distrutta o chiusa, la penuria di
medicine e la scarsità di cibo, si teme che morte e fame colpiscano
duramente i civili, non pochi dei quali vivono in edifici gravemente
danneggiati senza i servizi essenziali. Le distruzioni in Siria sono
immense. Per ricostruire case e infrastrutture ci vorranno almeno 30
miliardi di dollari.
Brahimi (Onu): «Ginevra con Assad»
Cade nel
vuoto nel vuoto l'esortazione alle parti in lotta ad andare alla
conferenza di Ginevra 2 a fine novembre lanciata dall'inviato dell'Onu e
della Lega araba, Lakhdar Brahimi, in missione a Damasco. Il rischio è
la «somalizzazione» del conflitto, ha spiegato Brahimi che ha ribadito
la convinzione che il presidente siriano Assad può fornire un contributo
per una «nuova» Siria anche se non come leader. Un paio di giorni fa,
intervistato da Jeune Afrique, aveva spiegato che l'accordo
sull'eliminazione delle armi chimiche tra Russia e gli Usa, alla quale
la Siria ha accettato di collaborare, ha fatto sì che Assad sia
«diventato un partner». «Bashar - aveva aggiunto Brahimi - non è mai
stato disarcionato e dunque non c'è alcuna ragione di pensarlo...molti
di coloro che gravitano attorno a lui considerano un fatto acquisito la
sua candidatura (alle elezioni presidenziali del 2014)». «Quello che
dico a voce alta a tutti i siriani - aveva concluso l'inviato - è che
dopo una crisi come questa non si può tornare indietro. Il presidente
Assad può contribuire alla transizione dalla Siria di prima, quella di
suo padre e sua, a quella che chiamo la nuova Repubblica di Siria».
È
una posizione di compromesso tra il presidente Assad, che ha espresso
forti dubbi sulla sostanza di Ginevra 2 ma è pronto ai negoziati - «la
Siria prenderà parte alla conferenza perche' crede nell'esclusivo
diritto del suo popolo di decidere il suo futuro politico e scegliere i
suoi dirigenti», ha detto ieri il ministro degli esteri Walid Muallem
dopo l'incontro con Brahimi - e l'opposizione che continua, sotto la
pressione incessante dell'Arabia saudita, a rifiutare la partecipazione
alla conferenza senza la «garanzia» che Assad non sarà in alcun modo
parte del futuro della Siria. Ufficialmente la Coalizione Nazionale
dell'opposizione non ha ancora deciso se prendere parte a Ginevra 2 o
meno. Lo farà il prossimo 9 novembre ma è alto il rischio che la sua
posizione intransigente faccia fallire il tentativo russo-americano di
favorire uno sbocco politico alla crisi siriana.
D'altronde non è
neanche assicurato che una volta prese delle decisioni alla conferenza
di Ginevra si riesca a farle rispettare dalla galassia variegata dei
gruppi armati (pseudo) laici e jihadisti pagati e armati dall'Occidente,
da alcuni Paesi arabi e dalla Turchia per combattere contro l'Esercito
siriano. Qualche giorno fa 19 gruppi di opposizione hanno annunciato il
loro rifiuto di Ginevra 2 e addirittura minacciato chiunque prenderà
parte alla conferenza.
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