In
questi giorni assistiamo a un nuovo conflitto tra i poteri dello stato,
tempo fa si è trattato di far distruggere intercettazioni relative
all’indagine sulle trattative stato/mafia, oggi di porre l’acquisto
degli F35 al riparo dai rischi di una discussione parlamentare. Ma se è
chiaro perché si vuole sottrarre al dibattito parlamentare la questione
degli F35, non é affatto chiaro perché gli Usa ci tengano tanto a
vendere gli F35 all’Italia, e meno ancora perché l’Italia ci tenga tanto
ad acquistarli.
La semplice questione economica non può, a nostro giudizio, spiegare la
fortissima pressione degli Usa sull’alleato più ubbidiente per vendere
questo aereo. Non risulta, infatti, un’analoga pressione sul Canada
quando ha rinunciato all’acquisto. Ci viene in mente che potrebbe
esserci una ragione molto più sottile, e più grave, legata alla presenza
delle 60-80 testate nucleari tattiche B61-3 e B61-4 schierate sul
nostro territorio (quasi la metà di quelle che rimangono in Europa): e
che potrebbe spiegare anche il costoso programma (circa 11 miliardi di
dollari) per trasformarle nella nuova B61-12, equipaggiata con un
sistema di guida e molto più precisa. Il motivo potrebbe essere legato
ad aggirare il limite imposto per l’anno 2017 dal Nuovo Start di 1.550
testate strategiche operative schierate, e di 700 vettori (missili,
sommergibili e bombardieri), oltre 100 di riserva, per parte.
Quando Obama il 19 giugno ha fatto il bel gesto di proporre il taglio di
un terzo di questo tetto barava pesantemente! Infatti dall’inizio di
aprile gli Usa non hanno ridotto il numero di testate strategiche
operative, che è fermo a 1.650 (contro 1.480 della Russia) e 792 vettori
(contro 492 di Mosca). Ma è essenziale sottolineare anche che questo
conteggio non comprende le circa 180 testate tattiche schierate in
Europa che, non essendo considerate testate strategiche (anche se dal
territorio europeo possono colpire il territorio russo), non sono
conteggiate dal Trattato Start di Riduzione delle Armi Strategiche
(Mosca ha un numero molto superiore di testate tattiche, non noto con
precisione, giustificate come compensazione della superiorità di
armamenti convenzionali della Nato).
Proprio qui potrebbe risiedere l’ulteriore sottile trucco e la spinta
per l’acquisto degli F35 in Italia: come utilizzare infatti le nuove
testate B61-12? Che, dato non marginale, avranno potenza esplosiva
intermedia tra le testate tattiche e quelle strategiche. In primo luogo
il cacciabombardiere Tornado in dotazione all’aeronautica italiana non è
in grado di trasportare la nuova B61-12; e l’Eurofighter non sarebbe
progettato per avere una capacità nucleare. L’F35 ha subito adattamenti
proprio per trasportare due testate B61-12. Il che già la dice lunga
sulle velleità nucleari del nostro paese e sul suo status di potenza
nucleare, in violazione del Trattato di Non Proliferazione. Si osservi
che la Germania (che si è pronunciata per la rimozione delle testate
nucleari dal suo territorio, mentre nessun governo italiano ne ha mai
riconosciuto l’esistenza!) avrebbe deciso di mantenere i vecchi Tornado
fino al 2020, e di non sostituirli con aerei con capacità nucleare, ma
con l’Eurofighter.
In secondo luogo, gli F35 con capacità nucleare che l’Italia
acquisirebbe non sarebbero vettori statunitensi, e pertanto non
rientrerebbero nel limite di 700 vettori strategici consentiti agli Usa
per il 2017: questo aggirerebbe il Nuovo Start, poiché è evidente chi
comanderebbe l’eventuale ricorso a questi vettori e alle testate
nucleari.
Infine va ricordato che l’F35 è dotato di capacità stealth, cioè di
sfuggire ai radar. Quando gli Usa puntano così pesantemente sulle difese
antimissile, che tanto allarmano Mosca, un cacciabombardiere d’attacco
in profondità capace di sfuggire ai radar costituisce un notevole
fattore di superiorità. Altro che strumenti di pace come vaneggia il
ministro Mauro! Del resto il Nuovo Start riconosce a ciascun contraente
«il diritto di determinare da sé la composizione e struttura delle
proprie armi strategiche offensive» (articolo II, comma 2). Considerando
che sotto il diritto internazionale l’uso e la minaccia dell’uso delle
armi nucleari è illecito (Corte Internazionale, advisory opinion
8.7.1996), il trattato nasce con il peccato originale di mantenere un
sistema di armamenti contrario al diritto, perché un’arma nucleare
offensiva viola diritti umanitari applicabili in una guerra.