R: Il costo della seconda guerra in Iraq
- Subject: R: Il costo della seconda guerra in Iraq
- From: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
- Date: Wed, 20 Mar 2013 23:08:11 +0100 (CET)
oddio, l'aspetto interessante dell'articolo non era certo quello che si riferiva all'Iran.
Però visto che bisogna puntualizzare tutto, ti mando la risposta di Ali Khamenei così sarai contento e noi tutti saremo più felici.
''I nemici'' dell'Iran hanno cercato di danneggiare l'economia del Paese attraverso gli embarghi contro il programma nucleare di Teheran ''ma non ci sono riusciti'' e ''noi in diversi campi abbiamo avuto successo''.
----Messaggio originale----
Da: ferroferrarese at libero.it
Data: 20/03/2013 17.24
A: <disarmo at peacelink.it>
Cc: <rossana123 at libero.it>
Ogg: R: Il costo della seconda guerra in Iraq
"Bush aveva definito l'Iraq un "fronte centrale" della guerra al terrorismo. Al tempo il presidente si sbagliava, ma le sue parole si sono rivelate profetiche. Oggi l'Iran è davvero un fronte di addestramento e reclutamento degli estremisti islamici."
,azzo ! Siamo diventati importanti quasi come il PD e SEL, ci hanno messo un'Aspen anche in peacelink ... Spero che l'impegno di rossana 123 non sia precario e, soprattutto non sia legato alla produttività ... :-D
----Messaggio originale----
Da: rossana123 at libero.it
Data: 20/03/2013 12.34
A: <disarmo at peacelink.it>
Ogg: Il costo della seconda guerra in Iraq
Il costo della seconda guerra in Iraq, scatenata dagli Usa 10 anni fa, è impressionante. Quasi 4500 soldati statunitensi uccisi e oltre 30mila feriti, molti in maniera grave; decine di perdite civili innocenti fra gli iracheni; oltre due trilioni di dollari di spese governative dirette; il significativo indebolimento del primo contrappeso regionale all'Iran. Alla vigilia del conflitto, il presidente George W. Bush aveva definito l'Iraq un "fronte centrale" della guerra al terrorismo. Al tempo il presidente si sbagliava, ma le sue parole si sono rivelate profetiche. Oggi l'Iran è davvero un fronte di addestramento e reclutamento degli estremisti islamici. A questo sciagurato sviluppo ha contribuito proprio la guerra scatenata dagli Usa. Dopo l'invasione dell'Iraq, infatti, gli attacchi terroristici si sono moltiplicati; se ne sono verificati 78 nei primi 12 mesi del conflitto. Nel 2007 gli attacchi terroristici hanno ucciso 5425 civili iracheni. Da allora la violenza è calata, ma oggi la guerra dei sunniti alla minoranza sciita ha aperto una nuova stagione di violenza. I numerosi gruppi affiliati ad al-Qaeda sorti in Iraq negli ultimi anni non si sono sciolti con la morte di Osama Bin Laden, nel 2011. Al contrario: il gruppo è rinato in Iraq e nei Paesi vicini, e le sue diramazioni continuano ad operare nella penisola Araba e in Nord Africa. Raramente le grandi Potenze hanno intrapreso campagne così fortemente lesive dei loro interessi. La speranza è che la politica Usa abbia appreso una volta per tutte una lezione fondamentale: mai scatenare una guerra che non si è costretti a combattere, specie adducendo ragioni dubbie e, in ultima analisti, del tutto false.
http://www.nytimes.com/2013/03/20/opinion/the-silver-linings-of-iraq.html
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