Libano del sud, preparativi di guerra
- Subject: Libano del sud, preparativi di guerra
- From: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
- Date: Fri, 21 Sep 2012 21:20:25 +0200 (CEST)
21 Settembre 2012
Dall'altura di Marun al Ras si vedono
Israele, Fattorie di Sheba e Golan occupato, dove due giorni fa
l'esercito israeliano ha condotto manovre militari. Sembra la frontiera
tra Iran e Stato ebraico. Nabil Kaouk, comandante di Hezbollah: «Se
attaccati dai sionisti o dagli Usa, risponderemo in modo devastante»
MARUN AL RAS (LIBANO). Il generale Paolo Serra è uscito con il volto
disteso dall'incontro avuto con il capo dello stato Michel Suleiman, il
primo ministro Najib Miqati e il presidente del Parlamento Nabih
Berri. «Ho informato il presidente - ha detto ieri il comandante
dell'Unifil, la forza di interposizione dell'Onu nel sud del Libano
alla frontiera con Israele - che (il nostro contingente) in stretto
coordinamento con le forze armate libanesi, ha rafforzato le operazioni
per mantenere la sicurezza e la stabilità nella nostra area di
operazioni in seguito al ridispiegamento dell'esercito libanese a nord
del fiume Litani». Forte del rinnovo per un altro anno del mandato
dell'Unifil da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,
Serra si è quindi detto soddisfatto per «la calma e la stabilità che
prevale» nel sud del Libano, «alla luce dell'ambiente regionale
instabile».
Prevale la calma nel sud, afferma il comandante
dell'Unifil. E in effetti girando su e giù per le colline a sud del
fiume Litani fino al confine con Israele, non si nota nulla di
significativo che confermi sul terreno la tensione che sale tra Israele e
Libano, tra il governo Netanyahu e l'Iran, stretto alleato del
movimento sciita libanese Hezbollah. I pochi veicoli militari che
circolano sono quelli dell'esercito libanese, di rado si incontrano i
blindati dipinti di bianco dei soldati dell'Unifil. Di Hezbollah l'unica
traccia sono le bandiere gialle e i poster enormi con le immagini dei
leader religiosi sciiti e dei «martiri» della lotta contro Israele,
disseminati lungo strade piccole e grandi. La cosa più visibile è la
ricostruzione di città e villaggi completata in tempi record. Bint Jbeil
era un cumulo di macerie al termine dell'offensiva israeliana nel
Libano nel sud nell'estate del 2006. Oggi è una cittadina tranquilla e
pulita con tanti piccoli negozi. Lo stesso vale per tanti altri centri
abitati della zona e per i quartieri sciiti a sud di Beirut. A
finanziare gran parte della ricostruzione, attraverso «Jihad al Binaa»,
la compagnia di costruzioni pubbliche di proprietà di Hezbollah, è
stato l'Iran. È noto a tutti. Per tanti libanesi è uno scandalo
l'ingerenza di Tehran ma a Beirut sanno bene che il sistema
confessionale che condiziona la politica e la società del Paese dei
cedri non avrebbe permesso di destinare tante centinaia di milioni di
dollari alla ricostruzione delle zone abitate da sciiti. D'altronde
l'ex premier Rafik Hariri, assassinato nel 2005, finanziò buona parte
della rinascita del centro di Beirut, dopo la guerra civile, con i
fondi generosi messi a disposizione dal suo sponsor politico, l'Arabia
saudita.
L'altura che sovrasta Marun al Ras offre una vista
spettacolare. In basso c'è Israele, sulla sinistra ci sono le Fattorie
di Sheba e il Golan occupato. Si incrociano poco lontano i territori di
tre paesi che potrebbero rimpiombare nella guerra in ogni momento. Qui
più che sul confine tra Libano e Israele sembra di essere sulla
frontiera tra Iran e lo Stato ebraico. Hezbollah ha costruito, sempre
con fondi iraniani, una sorta di ampio resort turistico per le
popolazioni del posto. Fresco d'estate, alberato, al sito non manca
nulla. C'è tutto: dai ristoranti ai parchi giochi per bambini. Bandiere
e simboli della Repubblica islamica dell'Iran sono stati issati
ovunque, a cominciare dalla riproduzione su scala minore della moschea
della Roccia di Gerusalemme, con tanto di cupola dorata. Dalle terrazze
attrezzate per le grigliate, le famiglie possono guardare, a poche
centinaia di metri di distanza, il territorio israeliano con kibbutz e
villaggi vicini alla linea blu che segna il confine. Accanto al
ristorante si ergono alcune grandi torri di osservazione collegate da
passerelle di legno. Poco più in basso attrezzi e strumenti per
l'addestramento fisico dei militare, sui quali domina una scultura con
la figura di un essere umano indica verso sud, a voler dire che
stavolta non ci sarà solo resistenza ad un'offensiva israeliana, ma
anche un'avanzata verso il territorio nemico. Voci che circolano in
Libano, rilanciate dai media israeliani, dicono che Hezbollah, in caso
di conflitto, cercherà di occupare con i suoi combattenti i centri
abitati della Galilea a ridosso della frontiera.
Chissà se è vero.
Certo Nabil Kaouk, vice presidente del consiglio esecutivo di Hezbollah
e comandante «politico» delle forze guerrigliere nel Libano del sud, è
perentorio nel rispondere ad una nostra domanda sulle possibilità di
un attacco israeliano alle centrali nucleari iraniane e ad un
allargarsi di quel conflitto anche in Libano. «Se i sionisti (gli
israeliani) e gli americani potessero scatenare la guerra senza subirne
conseguenze lo avrebbero già fatto - ci dice Kaouk - invece sanno che
la nostra reazione sarà terribile. Siamo in grado di colpire in modo
devastante (con razzi e missili, ndr) il territorio nemico e la nostra
capacità di difesa è in costante progresso. Se sino ad oggi non hanno
avviato la guerra lo si deve solo al fatto che sanno che pagheranno un
conto molto alto». Hezbollah ha investito molto negli ultimi anni per
migliorare le capacità di combattimento dei suoi guerriglieri e il
segretario generale del movimento sciita, Hassan Nasrallah, negli ultimi
tempi ha ribadito più volte che la sua organizzazione, di fronte ad un
attacco israeliano, non esiterà a colpire con i suoi missili anche Tel
Aviv, risparmiata nel 2006.
L'arma più potente di Hezbollah
comunque rimane la conoscenza metro per metro del territorio
sud-libanese e la rete di tunnel sotterranei che vi ha costruito. Nella
località di Mlita, dove negli anni scorsi, è stato aperto il «Museo
della Resistenza» oltre ai resti di mezzi corazzati e di pezzi di
artiglieria israeliani distrutti o catturati da Hezbollah, un tour
guidato consente di visitare una di queste gallerie sotterranee. Un
labirinto di stretti cunicoli e di piccoli locali ben curati che
possono accogliere, se necessario anche per mesi, i guerriglieri. Da
questi tunnel nel 2006 uscivano i combattenti sciiti che provocarono
perdite pesanti di uomini e mezzi all'esercito israeliano.
Da quei
giorni dell'estate nel 2006, si attende in Libano del sud un secondo e
decisivo round tra Israele e Hezbollah. E sono in tanti a credere che
potrebbe cominciare come pretesto o conseguenza di un attacco aereo
israeliano alle centrali atomiche iraniane. Nabil Kaouk non ha risposto
alla nostra domanda su cosa farà Hezbollah di fronte ad un raid di
Israele contro l'Iran. Tutti vorrebbero una risposta a questo
interrogativo. Dall'altra parte del confine intanto continuano a
prepararsi alla guerra. Due giorni fa, con una esercitazione a sorpresa
- che ha coinvolto pressoché tutte le unità di artiglieria - Israele
ha simulato un conflitto di vaste dimensioni. Nelle ore precedenti
unità dislocate nella Cisgiordania occupata e reggimenti di riservisti
hanno avuto ordine di raggiungere velocemente il Golan siriano
(occupato nel 1967). Scene che hanno richiamato quelle della guerra del
Kippur del 1973. Altre importanti esercitazioni militari si sono
svolte nelle ultime settimane sempre sul Golan e in Galilea. E se si
tiene conto che il conflitto tra Israele e Iran non potrà svolgersi sul
terreno - i due paesi non sono confinanti - e che Israele non pare
avere alcuna intenzione di coinvolgersi direttamente nella guerra
civile siriana, le esercitazioni dell'altro giorno non possono che
riguardare lo scenario sudlibanese. «Abbiamo testato le capacità di
combattimento delle nostre forze armate», ha spiegato il capo di stato
maggiore Benny Gantz. Da una parte e dall'altra del confine nessuno
parla ma non servono tante parole per capire cosa si prepara lungo le
linee tra Israele, Libano e Siria.
- Prev by Date: Disarmo - Newsletter mensile
- Next by Date: Fwd: Il 13.10.2012 a Venegono (Varese) Manifestazione nazionale 'Nessun M346 a Israele'
- Previous by thread: Disarmo - Newsletter mensile
- Next by thread: Fwd: Il 13.10.2012 a Venegono (Varese) Manifestazione nazionale 'Nessun M346 a Israele'
- Indice: