La repubblica borghese festeggia tra le (proprie) macerie



Treni rossi in aiuto all'Emilia, nessuno organizza nulla? Altro che parate. 
Non c'è consapevolezza, e serve ricostruire. Non sole case e fabbriche, ma coscienza 
politica maciullata scientemente. 

Jure

------- Segue messaggio inoltrato -------

La repubblica borghese festeggia tra le macerie

Ci sono momenti in cui la cortina di nebbia, con cui la propaganda borghese nasconde i 
reali rapporti sociali, si dirada, e vengono alla luce frammenti di verità. Bisogna però 
cogliere l´occasione per approfondire l´incipiente consapevolezza che ne deriva, trarne 
durevoli lezioni, altrimenti i media di regime riprendono il sopravvento.
Centinaia di migliaia di persone hanno chiesto via internet a Giorgio Napolitano di 
devolvere le somme destinate alla parata del 2 giugno ai terremotati. Sarebbe sbagliato 
insistere sull´ingenuità di tale richiesta, o, peggio, denunciarle come deviazione dalla vera 
lotta. Sapevamo, è vero, che si sarebbero viste sbattere la porta in faccia, ma si è ottenuto 
ugualmente un risultato assai importante, perché molti hanno cominciato a capire con chi e 
con cosa hanno a che fare, e che l´affarismo che sta dietro quegli atti celebrativi non può 
essere sconfitto senza una dura lotta.
Di fatto si è trattato di una petizione via web, e la storia della politica - quella del movimento 
operaio in particolare - abbonda di petizioni. Da quelle locali o su rivendicazioni immediate, 
a quelle storiche dei Cartisti o degli operai di Pietroburgo del 1905. In certi casi si finì con 
vere tragedie, in altri con semplici delusioni, ma alcune di queste petizioni furono il punto di 
partenza per lo sviluppo delle coscienza politica. Fanno sentire alle masse il distacco tra il 
potere politico, sempre più autoreferenziale e distante dalla popolazione - non solo dal 
proletariato, ma anche da gran parte della piccola borghesia.
Il passo avanti fatto in questi giorni è notevole, se si pensa che pochi giorni fa uno dei 
destinatari preferiti delle polemiche era il Trota, ora sono coinvolte le massime cariche dello 
stato. Fino a qualche tempo fa, le polemiche feroci contro vari esponenti politici lasciavano 
pressoché indenne Napolitano, al quale i sondaggi - per quel che valgono - attribuivano 
indici altissimi di popolarità.
Ora, i più moderati l´accusano di indifferenza e criticano l´angustia delle sue posizioni, ma il 
livello medio delle proteste è molto più duro.
Si dirà: criticano singoli personaggi, o il governo, ma non hanno ancora capito che bisogna 
rivolgersi anche contro lo stato. Ma è naturale che il processo di lotta cominci dagli obiettivi 
più immediati ed esposti. E´ compito dell´agitazione trasformare l´indignazione immediata in 
volontà di lotta, come è compito della propaganda il processo successivo, che porta alla 
dimostrazione che lo stato non è un terreno neutro, su cui tutti possono cercare di far valere 
i propri diritti sulla base di norme imparziali, ma è lo strumento politico più completo degli 
interessi delle borghesia e del capitale, naturalmente non in forma immediata, ma mediata 
ed estremamente complessa e articolata. Lo stato, perciò, fa gli interessi del capitale e 
sacrifica le classi sociali più deboli, non per oscure deviazioni, ma perché è organizzato 
apposta per difendere quegli interessi e non altri. Per questo, parliamo di repubblica 
borghese per distinguerla da organismi politici come la Comune o la repubblica dei consigli, 
che non hanno carattere burocratico, e il cui compito è di ridare in forma collettiva il 
controllo dei mezzi di produzione alle masse, sottraendole agli sfruttatori capitalistici, in altre 
parole espropriando gli espropriatori. Non è difficile fare queste affermazioni, non è 
particolarmente complicato darne una dimostrazione teorica, visto che grandi esponenti del 
movimento operaio ci hanno aperto la strada, ma le masse non fanno esperienze leggendo i 
nostri scritti, o i programmi di gruppi rivoluzionari, bensì nel corso della lotta. Per questo, 
dobbiamo evitare di pretendere che le nuove generazioni - che sono quasi sempre 
determinanti in ogni lotta - sappiano da subito ciò che noi abbiamo imparato in lunghi 
periodi, e che certe volte dimentichiamo.
Il passo successivo consiste nel lavorare affinché questi contatti, creatisi per la questione 
della parata militare del 2 giugno, non vadano dispersi e si raccolgano per lottare contro il 
rinnovo delle spedizioni militari, l´acquisto degli F15 e dei droni assassini.

Michele Basso
31 maggio 2012

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