Di Paola su F-35 e Modello difesa europea



29 Febbraio 2012 - 18:06

(ASCA) - Roma, 29 feb - Con la revisione dello strumento militare l'Italia 
avra' a disposizione operativamente nel 2025 circa 180 velivoli da caccia, 90 
Eurofighter (attualmente sono una sessantina) e 90 F-35. Lo ha indicato il 
ministro della Difesa Giampaolo Di Paola nel seguito dell'audizione presso le 
Commissioni congiunte difesa di Camera e Senato. ''Mi sembra una linea 
ragionevole - ha detto Di Paola - gli aerei sono molto piu' performanti e non 
si tratta dunque di una sostituzione uno ad uno rispetto al passato. I 180 
aerei operativi sono una realta' adeguata, macchine efficienti di prima 
classe''.

Rispetto al programma F-35, il ministro della Difesa, nel rispondere alle 
domande dei membri delle Commissioni, ha tenuto innanzitutto a precisare che la 
scelta di Cameri per l'assemblaggio si deve a ''condizioni di sicurezza e 
segretezza pretese dagli americani'', in un impianto che ''non e' nostro ma 
dell'Alenia che ci lavora con altre ditte subfornitrici per l'assemblaggio 
finale, FACO, e per gli aggiornamenti dei nostri velivoli e per quelli di altri 
Paesi''. Sulle ricadute occupazionali e comunque sui ritorni per l'industria 
italiana il ministro ha quindi precisato che ''certezze assolute non ce ne sono 
ma che il lavoro di supporto dello Stato e della Difesa va in quella direzione, 
cioe' di creare le condizioni ragionevoli perche' questo avvenga'' in quanto 
''senza assistenza governativa non si va da nessuna parte e infatti nessun 
altro paese si fa problemi di favorire l'industria nazionale della difesa, che 
oggi punta piu' all'esportazione che al mercato interno''. Di Paola ha anche 
confermato che nei prossimi mesi ''verranno piazzati gli ordini per i primi 3 F-
35'' ai quali seguiranno ulteriori contratti per le diverse fasi del programma 
fino alla full production dal 2017. All'interno del programma F-35 Di Paola ha 
poi ribadito l'individuazione di 40 imprese italiane, comprese le Pmi, con 
prodotti che possono essere concorrenziali e dunque vincenti.

Sui costi il ministro della Difesa ha ribadito che dipenderanno dal ''numero 
complessivo di velivoli in produzione'' e che le prime macchine costeranno di 
piu'.

''Oggi si stima intorno agli 80 milioni di dollari per i primi velivoli - ha 
concluso Di Paola - ma il costo potrebbe essere poi di 60 o 70 milioni. 
Comunque, giusto per capirci, se sapeste quanto e' costato l'Eurofighter vi 
spaventereste, si tratta di un'ottima macchina ma parliamo di cifre doppie''.

Difesa: Di Paola, attualmente non esiste un modello europeo
29 Febbraio 2012 - 17:59

(ASCA) - Roma, 29 feb - ''Oggi non esiste di per se' un modello di difesa 
europeo, non voglio sembrare irriverente ma se aspettiamo il modello di difesa 
europeo la nostra revisione non la faremo prima di ''enne'' anni''. Il ministro 
della Difesa Giampaolo Di Paola, intervenendo nel seguito dell'audizione presso 
le commissioni congiunte difesa di Camera e Senato, ha chiarito che la 
revisione dello strumento militare italiano raccoglie le indicazioni di 
scenario richieste dall'Europa ma non e' direttamente legata ad un nuovo 
modello di difesa continentale. ''Oggi non si parla di difesa europea - ha 
detto Di Paola - non c'e' ancora il coagulo politico sufficiente; c'e' si' lo 
stimolo italiano e di altri paesi, ma oggi la politica della sicurezza e difesa 
europea e' ancora abbastanza balbettante. Ci sono processi che devono maturare, 
va capito che i consensi si costruiscono, non si realizzano cosi' dall'oggi al 
domani. Il Governo italiano e' favorevole, il Parlamento lo deve aiutare a 
costruire questa sensibilita' politica. Cominciamo pero' intanto a far si' che 
gli strumenti che i paesi si costruiscono, in assenza di una pianificazione 
della difesa europea come tale, comincino a convergere. Quando la volonta' 
politica convergera' sara' piu' facile costruire lo strumento europeo e una 
maggiore integrazione''. Per Di Paola comunque gli indirizzi europei nel 
comparto della difesa sono essenzialmente connessi al momento di difficolta' 
economica, a minacce di tipo globale e quindi guardano a ''strumenti 
utilizzabili, proiettabili, integrabili, di alta tecnologia e sostenibili''. 
Per rispondere a queste linee ''non bisogna sacrificare la capacita' operativa 
ma le dimensioni'' andando dunque verso un riequilibrio delle risorse 
disponibili per la difesa nel senso di una maggiore efficienza e qualita' 
operativa rispetto al dimensionamento in termini di uomini, strutture e 
programmi. ''Certo, se ci fossero le risorse sarebbe diverso ??'' ha concluso 
Di Paola - la realta' ci dice pero' che questo non lo possiamo fare''.