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Interrogazione sulle bombe nucleari tattiche Usa dislocate in Italia ed in Europa
- Subject: Interrogazione sulle bombe nucleari tattiche Usa dislocate in Italia ed in Europa
- From: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
- Date: Fri, 24 Feb 2012 15:47:29 +0100 (CET)
Pag 17 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/277152.pdf LANNUTTI (IDV). "Al ministro della Difesa - Premesso che: in Italia ci sono 90 bombe nucleari americane. La presenza di queste ha un'importanza militare limitata per gli Stati Uniti, ma risponde anche ad esigenze politiche del Governo italiano, che vuole avere voce in capitolo nella Nato. Lo ha rivelato all'unità Hans Kristensen, uno specialista del Natural Resources Defense Council (Nrdc), autore di un rapporto sulle armi atomiche in Europa che sarà pubblicato tra qualche giorno; secondo il rapporto nelle basi americane in Europa ci sono ben 481 bombe nucleari, dislocate in Germania, Gran Bretagna, Italia, Belgio, Olanda e Turchia. In Italia ve ne sono 50 nella base di Aviano ed altre 40 in quella di Ghedi Torre, in Provincia di Brescia. Sono tutte del tipo indicato dal Pentagono come B61, che non si presta ad essere montato su missili ma può essere sganciato da cacciabombardieri; 'Le ragioni di un arsenale nucleare così grande in Italia -ha spiegato Kristensen- sono nebulose e la stessa Nato non ha una strategia chiara. Le atomiche continuano a svolgere il tradizionale ruolo dissuasivo nei confronti della Russia, ed in parte servono per eventuali obiettivi in Medio Oriente, come l'Iran. Un'altra ragione è di tipo politico istituzionale. Per l'Italia è importante continuare a fare parte degli organi di pianificazione nucleare della Nato, per non essere isolata in Europa. Altri Paesi come la Germania hanno lo stesso atteggiamento'; a riguardo il quotidiano 'Linkiesta' riporta l'intervista allo storico e docente universitario Maurizio Simoncelli, vice-presidente dell'archivio Disarmo: 'Le armi nucleari tattiche erano state schierate in Europa al fine di prevenire un possibile attacco militare sovietico di tipo convenzionale o nucleare su scala limitata. Tutto questo appare ormai superato sia militarmente, sia politicamente'. Ma nel nostro Paese, a differenza degli altri, 'Nessun governo ha mai ammesso la presenza di tali arsenali', nessuno conosce i costi di manutenzione e gestione perché 'Sui nostri bilanci della Difesa non vi è alcuna indicazione. È tutto segreto. Gli italiani sono trattati come minori che non devono sapere' ammette Simoncelli. Inoltre 'Secondo un rapporto riservato dell'Air Force alcune basi risultano a rischio, a causa della mancanza di misure di sicurezza'. Tra queste anche la base italiana di Ghedi di Torre. Bombe nucleari che 'Dovrebbero essere trasportate dai nuovi aerei cacciabombardieri monoposto F-35'. Già. Quelli di cui l'Italia vorrebbe dotarsi per un costo complessivo di 15 miliardi. Anche se con qualche ripensamento del ministro della Difesa Giampaolo Di Paola. Tutto questo benché l'articolo 11 della nostra Costituzione sancisca il ripudio della guerra come strumento di offesa e l'Italia abbia firmato e ratificato il Trattato di non proliferazione nucleare. Professor Simoncelli, perché nonostante il discorso di Praga del presidente Barack Obama ed il clima di distensione maturato in questi ultimi anni, volto al ritiro della armi nucleari, non si è arrivati ancora ad una revisione strategica della posizione dell'Alleanza Atlantica che consenta il ritiro delle armi nucleari tattiche dal territorio europeo? La Nato con la nuova 'Dottrina strategica' adottata a Lisbona nel 2010 ha attribuito un ruolo minore alle armi nucleari tattiche statunitensi in Europa, ipotizzandone anche un possibile ritiro. Questa nuova 'Dottrina strategica' della Nato, però, ipotizza tali ulteriori riduzioni su una base di reciprocità con la Russia, condizione che non si richiedeva negli anni immediatamente successivi alla guerra fredda e che presuppone pertanto Mosca come un nemico. Va notato che la Nato mostra difficoltà ad abbandonare la vecchia mentalità di difesa e deterrenza, di cui le armi nucleari tattiche sono un pilastro. In Europa, ancor più che in America, vi sono alcune forti resistenze ad un cambiamento significativo. D'altro canto, Washington ha compiuto atti significativi, sia ritirando le armi nucleari B61 da Ramstein (Germania) e da Lakenheath (Gran Bretagna), sia riducendone più della metà (dalle 480 dell'amministrazione Bush alle 200 stimate dell'amministrazione Obama). Il nuovo presidente statunitense ha poi dichiarato nel 2010 con la 'Nuova Dottrina nucleare' l'intenzione di voler ritirare i circa 320 missili nucleari Cruise mare/terra Tomahawk. Quante sono le testate nucleari presenti in Europa ed in quali Paesi? Quando parliamo di armi nucleari dobbiamo fare alcune precisazioni. In primo luogo dobbiamo fare la distinzione tra armi nucleari strategiche, di solito a lunga gittata, particolarmente distruttive e con funzioni deterrenti, e quelle tattiche, di minore potenza e gittata, ma il cui utilizzo è previsto in alcuni casi nei campi di battaglia. Inoltre in Europa vi sono tre Paesi dotati di tali arsenali, come la Francia, la Gran Bretagna e la Russia. La Francia possiede circa 290 testate nucleari dispiegate (più 10 nei depositi), mentre la Gran Bretagna ne ha 160 (più 65 nei depositi). La Russia ne ha 2427 dispiegate (di cui 2000 circa tattiche, più altre 8570 nei depositi). A questi arsenali vanno aggiunte le bombe nucleari tattiche statunitensi poste sul territorio europee durante il periodo della Guerra Fredda. Si stima che attualmente siano tra le 150 e le 200 bombe Usa B61 dislocate su cinque Paesi in sei basi: Belgio (Kleine Brogel, 10-20 bombe). Germania (Büchel, 10-20 bombe), Italia (Aviano, 50 bombe; Ghedi Torre, 10-20 bombe), Olanda (Volkel, 10-20 bombe), Turchia (Incirlik, 60-70 bombe). Tali bombe sono trasportabili da squadroni aerei di F- 16 e Tornado, con un raggio d'azione massimo di circa 1400 km (senza rifornimento in volo). Secondo le ipotesi attuali, in futuro tali bombe dovrebbero essere trasportate dai nuovi cacciabombardieri monoposto F-35 di quinta generazione con capacità stealth, il cui costo è raddoppiato rispetto a quello previsto inizialmente (da 52,5 milioni di dollari a 92,4 stimati) e di cui l'Italia vorrebbe dotarsi con 131 esemplari per un costo complessivo valutato di oltre 15 miliardi di Euro. Infine, va ricordato che, un sottomarino dotato di missili nucleari è una minaccia invisibile e difficilmente individuabile che si può muovere da un mare ad un altro, rappresentando una minaccia superiore sia alle armi nucleari tattiche, sia a quelle strategiche posizionate nei silos, autotrasportate o aviotrasportate. Quali sono gli stati europei contrari alla rimozione e perché? Il Paese che mostra le maggiori resistenze è la Francia, seguita da Ungheria e Lituania. Parigi non intende ridiscutere la politica del nuclear sharing temendo sia che si indeboliscano le garanzie di sicurezza garantite dall'attuale sistema, sia di perdere il proprio ruolo di primo piano nucleare in ambito europeo. Queste armi sono state 'Il collante dell'Alleanza'. Quali forme più utili di condivisione di oneri o più tangibili della solidarietà dell'Alleanza si potrebbero adottare? Appare necessario uno sforzo di fantasia, per così dire. Gli alleati Nato dovrebbero cercare sistemi di solidarietà e di unione all'interno dell'Alleanza non basati esclusivamente sulle armi nucleari tattiche. Bisognerebbe preparare un pacchetto di proposte per la revisione del potenziale di Difesa e deterrenza cercando in particolar modo di rassicurare la Francia, in merito al suo ruolo e al suo arsenale nucleare. Quale funzione di sicurezza strategica per i Paesi della Nato rivestono le armi nucleari tattiche presenti sul territorio europeo? Storicamente, le armi nucleari tattiche erano state schierate in Europa al fine di prevenire un possibile attacco militare sovietico di tipo convenzionale o nucleare su scala limitata. Tutto questo appare ormai superato sia militarmente, sia politicamente. La Nato è talmente forte dal punto di vista convenzionale che appare improbabile un attacco russo. Tali armi, forse, potrebbero servire solo per contrattare al tavolo dei negoziati con la Russia una riduzione degli arsenali nucleari tattici. Come è stato notato, in realtà la Russia detiene le sue per cercare di compensare la superiorità convenzionale della Nato e non per bilanciare il dispiegamento delle armi nucleari tattiche statunitensi in Europa. Così di fatto, mantenendo le nostre armi nucleari tattiche, anche la Russia è giustificata a non parlarne. Quindi sono inutili militarmente e politicamente. Perché non si riesce ancora a trovare un accordo con la Russia che rifiuta di negoziare sulla questione fino a che gli Stati Uniti non avranno trasferito le loro armi nucleari tattiche dall'Europa al proprio territorio? Non va dimenticato che Mosca, dopo la fine dell'Urss, ha ritirato le proprie armi nucleari tattiche dal territorio dei Paesi dell'Europa orientale suoi ex-alleati, schierandone diverse sui propri confini e costituendo così una minaccia per i Paesi Nato. Teoricamente Mosca potrebbe attaccarci, ma non mi sembra che i rapporti Ue e Nato con la Russia facciano prevedere un'escalation di questo genere. Gli Usa, invece, non hanno ritirato tali armi dall'Europa e Mosca lo avverte come una minaccia. Servono misure di rafforzamento della fiducia e non l'installazione di basi o di missili da una parte o dall'altra. È vero che il governo italiano né smentisce né conferma la presenza delle testate nucleari in Italia? Nessun Governo italiano di centro- destra o di centro-sinistra, non negando e non dicendo, ha mai ammesso la presenza di tali arsenali sul nostro territorio nazionale, anche se all'estero tutti sanno quante sono e dove sono. Gli italiani sono trattati come minori che non devono sapere. Qual è la forza esplosiva e la capacità distruttiva delle bombe nucleari B61 presenti in Italia? Le armi nucleari tattiche B61 sono bombe gravitazionali, che devono essere lanciate da aerei costruiti appositamente o compatibili (F-16 o Tornado). La loro potenza distruttiva è pari a 900 volte quella delle bombe di Hiroshima o Nagasaki, con una potenza variabile (a seconda del tipo) da 0,3 a 170 chilotoni. Quali costi di manutenzione ci sono per queste testate? Ovviamente, sui nostri bilanci della Difesa non vi è alcuna indicazione circa i necessari costi di manutenzione di queste bombe, dato che servono personale di sorveglianza, edifici, manutentori ecc. È tutto segreto, almeno per i cittadini italiani. I costi rientrano probabilmente nella voce di spesa relativa alla partecipazione alla Nato, ma non sono disponibili i dati analitici. Il non far conoscere tali informazioni non è casuale, poiché in una società democratica i cittadini potrebbero aver qualcosa da obiettare in merito, come, ad esempio, sta avvenendo adesso in Italia nel caso dei 15 miliardi di Euro destinati ad acquistare i cacciabombardieri F-35, per di più in un momento di gravissima crisi economica e di tagli drammatici allo stato sociale, alla sanità ed all'istruzione. I siti nucleari in Europa rispettano gli standard di sicurezza o come affermano alcuni documenti del dipartimento della difesa Usa e numerosi attivisti? Secondo un rapporto riservato dell'Air Force degli Stati Uniti, già nel 2008, risultavano a rischio alcune basi Nato in Europa, a causa della mancanza di misure di sicurezza considerate come standard dal Pentagono e non messe in atto dai Paesi alleati. Tra queste veniva segnalata la base di Ghedi di Torre, in Provincia di Brescia. E questo è stato ribadito in un recente rapporto di 'Greenpeace' del febbraio 2011. Perché allora se l'Italia ha firmato e ratificato il Trattato di non proliferazione nucleare -che si basa su tre principi, ossia disarmo, non proliferazione ed uso pacifico del nucleare- ci troviamo ad avere decine di ordigni nucleari americani sul nostro territorio? Qui tocchiamo un nodo nevralgico della nostra politica e della nostra Costituzione. Da un lato si affermano solennemente il ripudio della guerra (articolo 11 della Costituzione) e l'impegno a non dotarsi o ospitare armi nucleari (articoli 1 e 2 del Trattato di non proliferazione nucleare), dall'altro si opera in tutt'altra direzione, sia partecipando a vere e proprie guerre, sia ospitando tali arsenali nucleari, sia acquisendo sistemi d'arma (come gli F-35) utili per un bombardamento nucleare. Le nostre forze politiche si dimostrano così clamorosamente contraddittorie ed incoerenti, anche quelle d'ispirazione cattolica o progressista, quando, pur essendo al potere, non riescono a operare in sintonia con i principi in cui affermano di credere (almeno a parole). Quando poi altri governi come quello di Teheran si muovono nello stesso senso, i governi occidentali si fingono indignati per il comportamento minaccioso dell'Iran. Insomma, due pesi e due misure. Per di più, in Italia un dibattito politico ampio e approfondito sul modello di difesa e sulle conseguenti opzioni non è mai stato presente in tempi recenti nei programmi delle nostre forze politiche. Di fatto gli Stati Uniti possono decidere l'impiego delle armi nucleari senza il permesso del governo italiano? Ufficialmente si è sempre parlato di 'Doppia chiave', per cui le bombe B-61 statunitensi di Ghedi Torre potrebbero essere utilizzate solo se noi fornissimo il mezzo di trasporto, cioè i caccia bombardieri italiani Tornado. Quelle di Aviano sarebbero, invece, esclusivamente ad uso degli aerei americani. Parlo sempre con il condizionale, poiché non so effettivamente cosa avverrebbe in caso di crisi'; considerato che: come documentano i rapporti dell'Us Air Force, vi sono crescenti problemi di sicurezza relativi alla conservazione di queste armi. L'aeronautica militare americana ammonisce che la normale procedura può comportare il rischio di esplosioni nucleari accidentali se un fulmine, ad esempio, colpisse gli ordigni del tipo B61; secondo quanto riferisce, in data 29 maggio 2011, il quotidiano tedesco 'Der Spiegel', citato dall'Irib, gli Stati Uniti hanno l'intenzione di rinnovare e rafforzare il loro arsenale nucleare in Europa. Tutto ciò mentre due anni fa il presidente americano Barack Obama aveva fatto appello per un mondo senza armi nucleari, rifiutando ovviamente di accettare il disarmo nucleare cominciando dal suo Paese. L'accordo per la modernizzazione dell'arsenale atomico americano, presente da anni sul suolo europeo, era stato raggiunto un anno fa in una riunione con non meglio specificati alleati della Casa Bianca. Un importante resoconto riguardo l'arsenale atomico americano era stato pubblicato il 16 febbraio 2011 negli Stati Uniti e rivelava la presenza di 200 bombe atomiche statunitensi in tutta l'Europa. Nel documento, riferisce l'Irib, veniva chiarito che in Olanda, Belgio e Germania ci sono tra le 10 e le 20 bombe, mentre in Italia ed in Turchia le bombe sarebbero tra le 60 e le 70. I governi di Germania ed Olanda ormai si sono schierati contro ogni aumento nella presenza bellica americana sul loro territorio e ciò, molto probabilmente, significherebbe un aumento delle bombe assegnate all'Italia, si chiede di sapere: se risulti al Governo quali siano i motivi per cui la questione della presenza delle bombe atomiche americane in Italia continua ad essere ammantata di mistero e non esistono dati certi ed inoppugnabili atti a smentire categoricamente o affermare senza ombra di dubbio che ad Aviano ed a Ghedi siano effettivamente stoccate un totale di 90 bombe atomiche, con un potenziale complessivo pari a 900 volte la bomba di Hiroshima; se il Governo non ritenga che si è di fronte a una grave lesione delle prerogative democratiche del Parlamento, che rimane all'oscuro di ciò che accade nelle basi e della natura degli accordi tra Italia e Usa; quante siano le testate nucleari presenti in Italia ed a quanto ammontino i loro costi di manutenzione; quali rischi corrano i cittadini italiani, sia sotto il profilo ambientale che sotto il profilo sanitario, visti i crescenti problemi di sicurezza relativi alla conservazione di queste armi documentati dall'aeronautica militare americana; se risulti corrispondente al vero la notizia riportata dal quotidiano tedesco 'Der Spiegel' ed in particolare l'intenzione degli Stati Uniti di rinnovare e rafforzare il loro arsenale nucleare in Europa e quale sia la posizione del Governo a riguardo, considerato che i governi di Germania ed Olanda si sono schierati contro ogni aumento della presenza bellica americana; se il Governo non ritenga opportuno, visto che l'Italia ha sempre giocato un ruolo positivo per il disarmo nucleare, intervenire in sede diplomatica per ricostruire un clima ed una sensibilità politica favorevole al disarmo ed alla non proliferazione atomica; se non intenda, considerato che la guerra atomica è, allo stato dei fatti, una minaccia reale ed i piloti statunitensi possono decollare con armamenti atomici dalla basi italiane senza che sia necessaria alcuna decisione del Governo italiano, adottare tutte le misure necessarie, sia a livello nazionale che internazionale, al fine di dichiarare il territorio della Repubblica italiana zona libera da armi nucleari in cui non è ammesso né il transito né il deposito, anche temporaneo, con un impegno allo smantellamento degli arsenali nucleari esistenti; quali iniziative intenda assumere al fine di chiedere formalmente al governo degli Stati Uniti di ritirare le armi nucleari tattiche presenti sul territorio italiano e di esperire presso l'Unione europea, gli Stati Uniti e la Russia tutti i possibili passi per la stesura di un accordo volto all'eliminazione di tutte le armi nucleari tattiche presenti in Europa".
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