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Fwd: La strage di Quirra
- Subject: Fwd: La strage di Quirra
- From: Francesco Iannuzzelli <francesco at peacelink.org>
- Date: Sun, 24 Apr 2011 20:22:25 +0100
- Organization: PeaceLink
---------- Forwarded Message ---------- Subject: La strage di Quirra Date: Sunday 24 April 2011, 16:34:41 From: marcao <caomar at tiscali.it> In all. Gettiamo le Basi tenta di sintetizzare la strage di Quirra, 10 anni di lotte contro il muro di omertà adesso pesantemente indagato dalla Procura di Lanusei. si veda anche http://www.saltodiquirra.it -- http://www.megachip.info/tematiche/beni-comuni/5973-il-poligono-della-morte- salto-di-quirra.html. Convegno web 25 aprile: http://www.perilbenecomune.net/index.php?p=24:6:2:119:392 Comitato sardo Gettiamo le Basi tel. 3467059885--3386132753 - 070823498 Aprile 2011 Sindrome Balcani - Quirra. La rapina di vita e salute. La lotta dal basso lunga dieci anni di famiglie, associazioni di militari e comitati antimilitaristi della Sardegna, sorretta solo da pochissimi parlamentari (non sardi!), ha strappato un risultato: la seconda Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’uranio impoverito pone fine alla depistante diatriba sul nesso causa-effetto tra uranio/inquinamento bellico e sindrome Golfo/Balcani/Quirra; equipara i poligoni ai teatri di guerra, le vittime civili alle vittime militari; riconosce la responsabilità della Difesa e delle Forze Armate e rovescia su loro l’onere della prova. I risultati della Commissione Parlamentare (2/2/2008) sono recepiti - tardivamente, dopo un anno- con il Dpr 37/2009 che sancisce il diritto al risarcimento delle vittime e al contempo lo disciplina applicando l’italico principio “fatta la legge, fatto l’inganno”: stanzia fondi irrisori e, soprattutto, fissa “il parametro oggettivo” della residenza nel raggio di km. 1,5 dalle strutture militari riuscendo così ad escludere la grande maggioranza delle popolazioni contaminate dai poligoni Quirra-Perdasdefogu, Capo Teulada e Capo Frasca. Non cessa d’indignare il cronico, omertoso silenzio delle istituzioni, della classe politica e dirigente della Sardegna. Piano di Monitoraggio Ambientale del Pisq (Poligono Interforze Salto di Quirra) l’espediente dal costo di € 2,5 milioni per eludere responsabilità e sedare il popolo sardo Il Piano è la controffensiva immediata (dicembre ’07) ai risultati della Commissione d’Inchiesta, la frenetica corsa ai ripari di Stati Maggiori e ministri della Difesa (Parisi, La Russa), la seconda mossa sono i decreti del 2010 che esonerano le forze armate dalle responsabilità penali, una sorta di lodo Alfano pro generali passato sotto indecente silenzio. Lo scopo del Piano è dichiarato con ingenuo candore o estrema arroganza: “Tranquillizzare (alias sedare, narcotizzare) la popolazione locale, nonché il personale del Pisq”; “Acquisire la Certificazione ambientale”, cioè dimostrare che il poligono della morte è un gioiellino ecologico, di conseguenza, eludere l’obbligo di risarcire le vittime dell’epidemia di leucemie e alterazioni genetiche che ha come epicentro il Pisq. Forze Armate, ministri della Difesa e Nato si arrogano e mantengono saldo il doppio ruolo, scandalosamente inossidabile, di controllore e controllato, giudice e parte in causa. Loro predispongono e gestiscono il Piano di Monitoraggio, di fatto un piano d’acquisto di strumentazioni e connessi servizi di esame ambientale, un esame che non può dare risposte alla “sindrome Quirra-Escalaplano” come ammettono le stesse forze armate e le cinque ditte che si sono aggiudicate l’appalto Nato. “Ovviamente” non bisogna vedere i morti e i malati, pertanto si azzera disinvoltamente l’indagine sanitaria imposta dalla legge che ha stanziato i 2,5 milioni per gli accertamenti (finanziaria ’07) e persino dai decreti attuativi del Piano. Gli specchietti per allodole. Il coinvolgimento delle Autorità locali (Provincie di Cagliari e Ogliastra, Asl4 e 8, alcuni sindaci e persino Gettiamo le Basi) propagandato come garanzia di democraticità e trasparenza, di fatto, è stato confinato alla possibilità di esprimere osservazioni, ovviamente di mero dettaglio e scarso o nullo ascolto sul Piano preconfezionato. La propagandata “procedura di evidenza pubblica” per selezionare cinque ditte fornitrici è stata gestita “in famiglia” da un’agenzia Nato. A cose fatte si è nominata una Commissione Tecnica Mista di Esperti priva della possibilità d’intervento sostanziale su metodologie e tecniche predisposte dai contratti appaltati. La componente civile (quattro persone prive dell’indispensabile strumentazione tecnica e di supporti finanziari) ha respinto al mittente l’incarico di validare servizi e forniture delle cinque ditte, ha rifiutato il ruolo di notaio compiacente. La patata bollente è passata alla riluttante ARPAS, l’agglomerato di pezzi e funzionari delle ASL responsabili di 50 anni di mancati controlli, sponsor delle più cervellotiche teorie “scientifiche” salvabasimilitari, dall’asineria dell’arsenico killer di Quirra (Asl 8) alle alghe insaziabili mangiatrici del torio radioattivo, rigorosamente “naturale”, che abbonda nell’arcipelago maddalenino, base atomica Usa fino al 2008 (Asl1). “Il diavolo fa le pentole non i coperchi” Qualcosa non è andato per il verso agognato e predisposto da ministri e generali. Veleni di guerra a Baunei. La ditta vincitrice del lotto “ Determinazione radioattività aerodispersa” ha affidato la rilevazione delle nanoparticelle alla dott.ssa Antonietta Gatti che usa egregiamente i microscopi atti a ingrandire a 120.000 e le ha trovate persino a Baunei prescelta come “bianco”, punto di riferimento-comparazione dati in quanto si presupponeva totalmente esente da inquinamento radioattivo da poligono. Non trova nanoparticelle, invece, la multinazionale vincitrice del lotto più consistente e nevralgico (la SGS, una partecipata Fiat l’affittuaria stabile del poligono da mezzo secolo, presumibile corresponsabile della contaminazione ), le cerca come da contratto con microscopi giocattolo che ingrandiscono solo a 8.000. Parrebbe che l’Arpas non si sia ancora accorta dell’inghippo. L’indagine dei veterinari scappata dai cassetti superblindati e approdata su giornali e TV, ha scombussolato i giochi. L’esame sulle matrici biologiche, ostinatamente voluto da Gettiamo le Basi, nonostante sia stato recepito in modo talmente limitato e inadeguato da sprofondare nel grottesco, è stato il grimaldello che ha consentito l’indagine anamnestica. I veterinari delle Asl, andando oltre il compito meramente esecutivo “di manovalanza” assegnato, hanno svolto con scrupolo la fondamentale indagine su greggi e allevatori di ovini. I dati inoppugnabili e agghiaccianti confermano le alterazioni genetiche del bestiame e il numero esatto degli omicidi noti e monitorati dal 2001 dalla stampa e dalle associazioni di base, ostinatamente ignorati da “quelli che contano”. Il merito delle Asl, però, non attenua ma rafforza l’inquietante interrogativo sul perché si sia aspettato 10 anni per effettuare questa imprescindibile raccolta dati e verifica delle denuncie popolari. Il costo dell’indagine anamnestica non supera di molto il prezzo della benzina necessaria per un giro nell’area martoriata. Che si aspetta per estenderla almeno all’intera popolazione di Quirra e alle categorie ad alta, anomala mortalità documentata dalla forza dell’evidenza (i 145 dipendenti delle imprese che operano a Capo San Lorenzo, militari e famiglie residenti, agricoltori ecc.)? L’indagine della Procura di Lanusei per omicidio plurimo doloso. I dati di fatto emersi dall’inchiesta della Procura avviata lo scorso gennaio danno una tinta ancora più cupa e minacciosa al quadro della devastazione ambientale e sanitaria che denunciamo dall’ormai lontano 2001, delineano la rete di omertà, commistioni e omissioni, hanno reso impresentabile e insostenibile l’immagine “scientifica” di lindo poligono-ecologico disegnata dalle scontate, rasserenanti conclusioni del monitoraggio-truffa rese note il primo febbraio, un colossale flop! La SGS è indagata per falso ideologico. ….. e non cessa di fare nuove pentole “Il primo passo”. Hanno preso a raccontarci che il monitoraggio made Difesa & Forze Armate sarebbe il primo passo per l’accertamento della verità però non dicono che il fantomatico passo successivo implica un costo almeno non inferiore a quello del “primo passo”, € 2,5 milioni. Chi e quando lo deciderebbe e lo finanzierebbe? Al momento l’opzione più gettonata dall’intero ceto politico è l’indagine epidemiologica (sarebbe la terza con i crismi dell’ufficialità!), un’indagine che oggettivamente implica la regressione nella diatriba infinita sull’indimostrabile nesso diretto causa-effetto e soprattutto nasce con credibilità zero se non è preceduta dalle misure atte a bloccare la strage in corso. L’escamotage del “primo passo” è stato usato e abusato a partire dal 2001 nel tentativo, vano, di tranquillizzarci, di rimandare eternamente al futuro l’ora della verità, di rendere digeribili indagini farlocche salvabasimilitari, 7 su 8 delle precedenti respinte al mittente da Gettiamo le Basi e dall’opinione pubblica. Il cosiddetto monitoraggio – durato tre anni, dal 2007 al 2011- è il passo numero nove, la nona puntata della cinica, truffaldina ricerca infinita mirata a NON TROVARE quello che si vuole NON TROVARE, a eludere la priorità di fermare la strage in atto, a dilazionare all’infinito l’unico intervento razionale possibile dettato dal buon senso e imposto dalle norme italiane e internazionali: sospensione di tutte le attività del poligono della morte, bonifica delle terre e del mare avvelenati. Deportazione o diaspora. La soluzione è ventilata a mezza voce. Impone cautela l’eclatante effetto boomerang della proposta avanzata formalmente ai pescatori di Teulada del trasferimento a vita in Tunisia in graziose villette gentilmente regalate dall’Esercito Italiano e dal ministero della Difesa. Per la popolazione del Sarrabus, Gerrei, Ogliastra si punta all’allontanamento volontario, l’auto deportazione “senza oneri per la Difesa”. Uranio impoverito, Commissione Parlamentare d’Inchiesta N° 3. Il presidente dell’attuale Commissione, Rosario Costa, asserisce: ”La problematica vaccini rappresenta uno dei filoni più rilevanti e innovativi dell’inchiesta”. Con scarsa fantasia si ripropone il depistaggio, tentato e fallito nel 2001, su vaccini, stress da guerra, benzene e quant’altro serva ad assolvere ministri della Difesa e Stati maggiori. Coerentemente la Commissione ha scelto come consulente scientifico Franco Nobile, membro del Comitato Nazionale Scientifico di Legambiente. Il suo studio del 2001 “Prevenzione oncologica nei reduci dei Balcani” ha individuato i principali fattori di rischio della sindrome Golfo- Balcani: vaccini e costumi patogeni dei soldati come l’uso di zampironi e insetticidi vari, sigarette, tatuaggi, cellulari e – abiezione massima - “Sia pure con una certa reticenza, diversi soggetti hanno dichiarato di assumere superalcolici” alcuni persino una volta alla settimana, altri una volta al mese (pag 41). Ci ostiniamo a credere che il popolo sardo abbia uno scatto di dignità e indirizzi la sua volontà e le sue energie per espellere il tumore della colonizzazione militare, per liberare la Sardegna dal ruolo infamante di paradiso della guerra, vittima e complice silente di tutte le guerre di rapina sedicenti umanitarie e democratiche. Ne ha la capacità, con le sue sole forze ha costretto a fuggire da La Maddalena la potente Marina di Guerra USA. Comitato sardo Gettiamo le Basi -----------------------------------------
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