articolo di Antonio Mazzeo
tratto
da http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2010/10/marchio-legacoop-sui-global-hawk-delle.html
Codice etico zero ma milioni e
milioni di euro fatturati con le Grandi Opere dal devastante impatto
ambientale (Ponte sullo Stretto, TAV, Quadrilatero Marche-Umbria, ecc.) e
finanche con la nuova base dell’esercito USA al Dal Molin di Vicenza. Ma
l’appetito vien mangiando e con l’autunno è giunta una commessa che fa
tramontare irrimediabilmente l’immagine “sociale” della CMC - Cooperativa
Muratori Cementisti di Ravenna, l’azienda leader del settore costruzioni
della Lega delle Cooperative. Il 24 settembre 2010, il Comando
d’ingegneria navale del Dipartimento della Marina militare degli Stati
Uniti d’America ha assegnato alla società ravennate i lavori per
realizzare a Sigonella un megacomplesso per le attività di manutenzione
dei Global Hawk, i sofisticati aerei di spionaggio telecomandati delle
forze armate USA e NATO, buona parte dei quali destinati ad operare dalla
base siciliana. La
CMC avrà tempo 820 giorni per completare quella che è
stata definita dal Pentagono come un’opera d’«importanza strategica» per
gli interessi USA in Europa, Africa e Medio oriente. Il Dipartimento della
difesa ha dovuto sostenere un faticoso braccio di ferro con il Congresso
per ottenere l’autorizzazione a realizzare il cosiddetto Global Hawk ACFT Maint Facility
Sigonella Sicily. La richiesta è stata accolta solo a fine 2009: 31
milioni e 300mila i dollari posti in budget ma la CMC, contractor di
fiducia del Pentagono, ha ritenuto conti alla mano di poter fare tutto e
bene con metà dei fondi a disposizione. Il contratto firmato è di “soli”
16 milioni e 487mila dollari.
Secondo il bando di gara
pubblicato dal Comando d’ingegneria navale per l’Europa, l’Africa e l’Asia
sud-orientale (NAVFAC EURAFSWA), il nuovo complesso per i famigerati
Global Hawk sarà composto da «un hangar con una superficie di
5.700
metri quadri e quattro compartimenti per le attività
di manutenzione, riparazione ed ispezione dei velivoli senza pilota».
«L’hangar – si legge nella scheda tecnica predisposta dall’US Air Force -
sarà composto da una struttura di acciaio, costruzioni in muratura, tetto
con giunture metalliche, pavimenti in cemento, infrastrutture varie,
pavimentazioni e reti per la comunicazione. Saranno necessarie la
demolizione dell’esistente vano test motori così come le operazioni di
bonifica ambientale. È inoltre prevista l’installazione di generatori
elettrici, sistemi idrici, anti-incendio e di controllo anti-intrusione ed
anti-terrorismo».
Ancora più dettagliata la
descrizione delle finalità operative dell’infrastruttura. «Il velivolo
Global Hawk richiede uno spazio coperto per gli interventi del personale
specializzato, utilizzabile in qualsiasi momento, che garantisca le
ispezioni standard, una migliore manutenzione dei sistemi di
approvvigionamento carburanti, il riparo delle componenti aeree, le
operazioni pre-volo così come quelle di miglioramento e modificazione di
ordine tecnico. L’hangar assicurerà un’area per i depositi di macchinari e
per supportare la manutenzione delle infrastrutture, ricevere componenti
aeree, eseguire le operazioni di carico e stoccaggio ed ospitare gli spazi
per gli uffici e i centri amministrativi». Il Complesso di Sigonella sarà
in grado di intervenire simultaneamente su quattro Global
Hawk.
Il primo dei velivoli senza
pilota in dotazione all’Air Force è giunto in Sicilia una ventina di
giorni fa; altri due dovrebbero atterrare entro la fine di quest’anno.
Stando alle previsioni dei general manager della Northrop Grumman,
l’azienda produttrice, entro il 2013-2014 Sigonella ospiterà sino ad una
ventina di aerei-spia. Oltre all’US Air Force, anche l’US Navy è
intenzionata a installare nella base i Global Hawk ordinati nell’ambito
del nuovo programma di sorveglianza aereo-marittima BAMS, mentre
la NATO
prevede di trasferire in Sicilia 8 Global Hawk nella versione “Block
40”
per il nuovo sistema di sorveglianza terrestre alleato AGS (Alliance
Ground Surveillance), i cui centri di Comando e controllo saranno
installati proprio a Sigonella.
Nella grande base militare
siciliana la
CMC è ormai di casa ininterrottamente dall’ottobre 1996,
quando ottenne dal Dipartimento
della Difesa i lavori del cosiddetto piano “Mega II” consistenti nella
«demolizione e
ricostruzione di 4 edifici a NAS 1, e d’infrastrutture aeroportuali e
nuovi edifici amministrativi a NAS 2», per un valore complessivo di 88,5
miliardi di vecchie lire. In quell’occasione i vertici d’Impregilo - altro
grande colosso delle costruzioni ed odierno partner della coop nei lavori
per il Ponte di Messina - denunciarono che la CMC si era aggiudicata la
gara con un’offerta di 2 miliardi e mezzo di lire superiore alla propria.
«La Marina militare USA che ha commissionato
l’opera, ha scelto noi premiando la qualità del progetto che prevede un
costo superiore a quello proposto da altre imprese concorrenti. Gli
americani, insomma, hanno avuto fiducia nella nostra
affidabilità», fu la
risposta dell’allora ed odierno presidente della società ravennate Massimo
Matteucci, neoeletto presidente del consiglio di sorveglianza del
Consorzio Cooperative Costruzioni CCC di Bologna, il socio CMC nei lavori
per la nuova base di Vicenza.
Da
allora il flusso di denaro USA nelle casse della CMC è stato
inarrestabile. Stando alle stime del Pentagono, nel solo periodo
compreso
tra il 2000 e il 2007, alla CMC sono stati assegnati lavori per 193
milioni e 144mila dollari, tutti a Sigonella. All’interno della stazione
NAS1 ad esclusivo uso statunitense, la coop “rossa” ha realizzato nel 2002
il
Centro commerciale Commissary and
Navy Exchange (importo
20,7 milioni di euro, designer l’Ing. A Bortolazzi Consulting Srl
di Ferrara): 45.000 metri quadri di superficie, un parcheggio per 374
posti auto, decine di negozi con differenti offerte di merci (fiori,
libri, prodotti di bellezza, gioiellerie, materiali fotografici,
elettrodomestici, ecc.), un’ampia area di ristorazione, centro computer,
uffici amministrativi, ecc..
A partire del 2005 alla CMC
sono stati assegnati invece i lavori per il piano “Mega III”, importo 76,3
milioni di euro, consistenti nella «realizzazione a NAS1 e NAS2 di strade,
parcheggi, piazze, aree attrezzate a verde, sei edifici polifunzionali, un
complesso sportivo e ricreativo, una cappella per le funzioni religiose,
una nuova centrale telefonica, gli uffici di sicurezza della Marina USA,
un’infrastruttura adibita a ristorante e club, una scuola materna ed un
asilo nido, un centro amministrativo e due Community Building dotati di
clinica veterinaria, ufficio postale, centro giovanile, agenzia turistica
e biblioteca». Nel gennaio 2008 la CMC di Ravenna ha pure concluso i lavori del
cosiddetto “Mega IV” (Multiple
Buildings Naval Air Station), realizzando una scuola all’interno di
NAS1 e altri 7 edifici con varie destinazioni d’uso, prevalentemente
uffici ed officine, nell’area aeroportuale di NAS2. L’ammontare delle
opere è stato di 59,5 milioni di euro.
La
CMC di Ravenna ha pure tentato
d’inserirsi, sino ad ora con poca fortuna, nel grande business dei
complessi turistico-immobiliari e dei villaggi destinati al personale USA
di stanza a Sigonella. Nel sito web della Koyné Progetti Srl di Ravenna, si
accenna alla stesura nel 2005 - per conto della coop di costruzioni - del
«layout preliminare del “Residence Saia di Roccadia”». Nove
palazzine-alloggio circondate dal verde e campi sportivi nel territorio
dei comuni di Lentini e Carlentini perché i militari d’oltreoceano possano
vivere con il massimo confort le licenze dai teatri di guerra africani e
mediorientali.
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