URANIO: ACCAME, UNA VENTINA CASI CONTAMINAZIONE IN SARDEGNA



(AGI) - Cagliari, 19 mag. - Sardegna e Puglia, regioni in cui di recente sono stati concessi risarcimenti a vittime dell’uranio impoverito, registrano ognuna 20 casi di possibile contaminazione. Lo sostiene l’Anavafaf, l’Associazione nazionale assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti.

“Risulta che in Sardegna sono stati concessi risarcimenti di 200.000 euro in due casi, mentre finora il massimo risarcimento e’ stato di circa 17.000 euro (o in alternativa un trattamento pensionistico di 258 euro)”, ricorda il presidente dell’associazione, l’ex parlamentare Falco Accame. “In molti casi il trattamento e’ stato di euro zero. Occorre che i risarcimenti avvengano alla luce del sole e si conoscano i criteri con cui vengono assegnati. Occorre inoltre un elenco dei nominativi in primo luogo dal ministero della Difesa per i militari. Ma vi sono anche vittime facenti capo ad altri ministeri, ad esempio al ministero dell’Interno (polizia di Stato) e al ministero degli Esteri (personale civile in missione all’estero). Vi sono anche persone facenti capo alla presidenza del Consiglio, civili, cosi’ come il professor Giovanni Caselli inviato dalla presidenza del Consiglio nei Balcani (deceduto) e anche personale facente capo ai servizi segreti anch’essi dipendenti della presidenza del Consiglio, come il capitano Antonio Caruso (deceduto)”. “Occorre anche stabilire da quando decorrono i primi casi”, prosegue Accame. “Si sono ammalati alcuni reduci della guerra del Golfo (1991), reduci della Somalia (1993), militari e civili che hanno operato nei poligoni e nei depositi. Il primo caso in Sardegna e’ stato quello di Giuseppe Pintus del 1994. Vi sono molte famiglie che si sono dovute sobbarcare le spese delle cure e purtroppo anche dei funerali”. (AGI)