Iraq: le guerre sempre più privatizzate, convegno



25 gennaio 2008 - 12.01

Iraq: le guerre sempre più privatizzate, convegno


BERLINO - I 180 mila civili che appoggiano l'attività dei 160 mila soldati degli Stati Uniti in Iraq, sono una conferma dell'avanzata "privatizzazione delle guerre", cioé dell' "ouitsourcing" dei conflitti militari del mondo, portati avanti da imprese private per conto di qualche Stato. Le possibilità e i pericoli della privatizzazione delle guerre e dei conflitti militari sono state discusse in una conferenza organizzata a Wildbad Kreuth (Germania meridionale) dalla fondazione Hanns Seidel, vicina alla Cdu, nel corso della quale la privatizzazione delle attività militari e di spionaggio sono state unanimemente giudicate come minimo controverse dal punto di vista del diritto internazionale, scrive il quotidiano 'Berliner Zeitung'.

Tra i 180.000 aiutanti civili dei militari Usa, circa 120.000 sono iracheni, ma altri 40.000 provengono da paesi terzi compresa la Germania e solo 20.000 sono gli americani "civili" al soldo in Iraq di società private che si occupano di attività militari e spionaggio. Il fatturato annuale per questo settore è stimato in 200 miliardi di dollari Usa.

Vari esperti di scienze sociali presenti al convegno hanno spiegato la presenza crescente di imprese private in conflitti regionali come una conseguenza della mentalità prevalente nella "società post-eroica" dopo la fine della Guerra fredda tra Est e Ovest: le società occidentali non sono più disposte ad accettare proprie vittime in confronti militari all'estero, ha detto Gerard Kummel, dell'istituto di scienza sociale delle forze armate tedesche Bundeswehr. In questo contesto egli ha parlato di "avversione delle società liberali al rischio". E come esempio ha citato il fallito intervento militare Usa in Somalia nel 1991, rifiutato da una maggioranza degli americani prima ancora che arrivassero le immagini terribili dei soldati Usa uccisi, e i cui cadaveri furono poi profanati, trasmesse dalle televisioni.

Anche la popolarità delle idee neoliberali contribuisce alla privatizzazione dei conflitti militari, ha affermato Martin Binder del Centro Scientifico di Berlino. Il principio dell'outsourcing è stato adottato dall'inizio degli anni 90 anche dai governi di Stati occidentali. E non solo per ridurre i costi, in quanto i governi si liberano in questo modo della pressione provocata dalle notizie dei mezzi di informazione e dal dibattito pubblico sulle crisi umanitarie e le guerre interne in altri Stati. Binder ha citato come esempio il conflitto in Bosnia 1994-95 e la guerra civile in Sierra Leone. In Bosnia l'impresa statunitense Mpri con la connivenza di Washington ha appoggiato i croati bosniaci e musulmani con armi e istruttori militari, dando loro così il sopravvento. La conseguenza è stata l'espulsione dei serbi bosniaci dalla Krajina, sulla quale si sta indagando anche dal punto di vista dei crimini di guerra. In Sierra Leone l'impresa britannica Sandline, come minimo con la tolleranza di Londra, ha ignorato l'embargo per le armi contro il paese e preso parte attivamente a operazioni militari contro i ribelli. http://www.swissinfo.org/ita/mondo/detail/Iraq_le_guerre_sempre_pi_privatizzate_convegno.html?siteSect=143&sid=8665722&cKey=1201258868000&ty=ti&positionT=8