Re: Il ministro della Difesa si prepara alla legge marziale



magius ha scritto:
Come non leggere questo provvedimento nel senso di una preparazione ad
un ipotesi di uno stato di emergenza in cui il territorio italiano
viene sottoposto alla legge marziale ed al controllo dell'esercito?


e che dire di D'Alema che balla il minuetto con la Condolezza? La guerra deve essere equamente pagata da tutti! Chissà se la Condolezza per ringraziarlo gli passerà il protocollo della FEMA:

La FEMA, la protezione civile USA, ha discretamente addestrato i pastori e i rappresentanti religiosi ad agire come «pacificatori» della popolazione in caso di «legge marziale, sequestro di armi nelle abitazioni, quarantene, e rilocazione forzata delle comunità»
http://www.prisonplanet.com/articles/may2006/240506femaplan.htm

D'Alema: «Enduring Freedom intralcia la missione della Nato»

Botta a risposta a distanza sulle missioni in Afghanistan tra Massimo D'Alema e il dipartimento di Stato americano. In un'audizione alla Commissione Esteri della Camera, il titolare della Farnesina ha auspicato un «superamento della missione Enduring Freedom» a guida Usa, perchè, a suo avviso, il sovrapporsi di quest'ultima con la missione Isaf (gestita dalla Nato) «finisce per creare molto spesso le condizioni di un'azione militare non efficacemente coordinata e rischiosa per le popolazioni civili».

Il concetto che D'Alema aveva espresso in commissione è che per evitare vittime civili serve un maggiore «coordinamento» tra le operazioni militari alleate internazionali anti-talebane, e che la missione "Enduring Freedom" «dovrebbe andare verso la conclusione» perché la «sovrapposizione» delle due missioni «costituisce un problema».

«Non ho mai detto che gli americani debbano andarsene dall'Afghanistan, visto che fanno parte della missione della Nato», ha precisato subito dopo D'Alema. Il capo della diplomazia italiana aveva d'altronde insistito sul fatto che la missione Nato «non è di intralcio», né sarebbe «ragionevole» sostituire una missione Nato con una delle Nazioni Unite, ma occorre andare verso un «superamento» dell'altra missione militare internazionale ovvero "Enduring Freedom".

Da Washington ha replicato Sean McCormack, portavoce del Dipartimento di Stato, secondo il quale le due missioni sono «separate», ma allo stesso tempo «complementari».

A differenza dell'Isaf, la forza internazionale di assistenza della sicurezza che opera nel quadro della Nato, Enduring Freedom non è collegata all'Alleanza atlantica. È un'operazione militare a guida americana diretta contro i talebani e al Qaeda che si svolge in stretto coordinamento con l'Isaf ma rientra nella guerra globale al terrorismo, condotta a «geometria variabile» da 70 Paesi.

«Per prima cosa, l'operazione Enduring Freedom e la missione della Nato sono missioni separate, ma anche complementari - ha osservato McCormack nel consueto briefing con i giornalisti - svolgono entrambe un compito importante laggiù e l'idea è che il lavoro che fanno sia di sostegno reciproco». Enduring Freedom «è centrata sull'addestramento delle forze di sicurezza afghane, sia dell'esercito, sia della polizia». La missione Nato è, invece, «concentrata in maniera massiccia nel sud e lavora alla ricostruzione e allo sviluppo», ma è anche «impegnata in limitate, per il momento, operazioni militari contro i talebani». Che siano impegnate in operazioni dell'Isaf o di Enduring Freedom, secondo McCormarck, le truppe multinazionali presenti in Afghanistan «prendono tutte le precauzioni possibili per evitare vittime civili».

«Sfortunatamente, in primo luogo a causa delle tattiche usate dai talebani e da al Qaeda, vi sono, in alcune occasioni, perdite civili», ha detto, «nessuno vuole assistere a questo: noi non lo vogliamo, le forze Nato non lo vogliono e, ovviamente, non lo vogliono gli afghani».